giovedì 6 febbraio 2014

SEI TU CHE HAI TIRATO SU JOHN, COME TI AVEVA CHIESTO IL POVERO GIANNI, E SEI SOLO TU CHE PUOI AIUTARLO A NON FARSI PORTARE A SPASSO DA MARCHIONNE”. NEI GIORNI SCORSI GIANLUIGI GABETTI, PRESIDENTE ONORARIO DI EXOR, SI È SENTITO RIVOLGERE QUESTO ACCORATO APPELLO DA ALCUNI ESPONENTI DELLA DINASTIA TORINESE - 2. I VARI MARIA SOLE AGNELLI, LUPO RATTAZZI, TEODORANI FABBRI, NASI E GLI EREDI DI UMBERTO AGNELLI RICONOSCANO CHE CON LA FUSIONE FIAT-CHRYSLER MARPIONNE HA MESSO AL SICURO ANCHE IL LORO TESORETTO. MA C’È IL PROBLEMA DELL’ADDIO ALLE PARTECIPAZIONI ITALIANE E IL TIMORE DI UNA TRASMIGRAZIONE NEGLI USA DELLA FERRARI (LA PRESIDENZA AD ANDREA AGNELLI E LA GARANZIA CHE LA JUVE NON SI TOCCA?) - 3. MA C’È ANCHE UNA PREOCCUPAZIONE ASSAI CONCRETA E BANALE COME QUELLA DEL FLUSSO FUTURO DEI DIVIDENDI DI FCA, ADESSO CHE LA SEDE FISCALE SARÀ IN GRAN BRETAGNA. “CAMBIERÀ QUALCOSA, DOTTOR GABETTI?”, HA CHIESTO PARTE DELLA FAMIGLIA -

DAGOREPORT
"Sei tu che hai tirato su John, come ti aveva chiesto il povero Gianni, e sei solo tu che puoi aiutarlo a non farsi portare a spasso da Marchionne". Nei giorni scorsi Gianluigi Gabetti, presidente onorario di Exor e consigliere della Giovanni Agnelli & C., ovvero un signore che a dispetto degli 89 anni ha ancora i piedi ancora ben piantati in due delle tre società che controllano il 30% di Fiat per conto della sterminata famiglia Agnelli, si è sentito rivolgere questo accorato appello da alcuni anziani esponenti della dinastia torinese.
GIANLUIGI GABETTI jpegGIANLUIGI GABETTI JPEGJohn Elkann con Gianni Agnelli allo stadioJOHN ELKANN CON GIANNI AGNELLI ALLO STADIO
Non che i vari Maria Sole Agnelli, Lupo Rattazzi, Teodorani Fabbri, Nasi e gli eredi di Umberto Agnelli non riconoscano che con la fusione Fiat-Chrysler il manager con residenza fiscale in Svizzera non abbia messo al sicuro anche il loro tesoretto. Ma nel corso degli ultimi colloqui con Kaki Elkann, esposto al continuo bombardamento creativo di un Marpionne che già pensa a come disfarsi di Stampa e Corriere e a rivoluzionare completamente la Ferrari, alcuni degli "anziani" sono rimasti colpiti da una certa fragilità del rampollo nel tenere il rapporto con il supermanager italo-canadese.
Gianni e Margherita Agnelli il giorno delle nozze con John ElkannGIANNI E MARGHERITA AGNELLI IL GIORNO DELLE NOZZE CON JOHN ELKANN
Di qui la scelta di rivolgersi ancora una volta all'immarcescibile Gabetti, che oltre a tutto è anche uno dei quattro garanti della Dicembre, la cassaforte familiare in cima alla piramide di controllo Fiat.
Maria Sole AgnelliMARIA SOLE AGNELLI
Ma qual è veramente il motivo del contendere nella vasta progenie degli Agnelli? Su questo, le voci torinesi sono contrastanti e probabilmente provengono da rami diversi. Sicuramente c'è il problema dell'addio alle partecipazioni italiane e il timore di una trasmigrazione negli Usa della Ferrari, che però Marchionne è sufficientemente abile da gestire distribuendo due caramelle alla Famiglia come la presidenza di Maranello ad Andrea Agnelli e la garanzia che la Juventus, con i suoi dividendi, non si tocca per un bel po'.
LUPO RATTAZZILUPO RATTAZZI
Ma c'è anche una preoccupazione assai concreta e banale come quella del flusso futuro dei dividendi di Fca, adesso che la sede fiscale sarà in Gran Bretagna. "Cambierà qualcosa, dottor Gabetti?", ha chiesto parte della Famiglia. La prima risposta è che ci sarà da studiare un po', ma alla fine non ci dovrebbero essere particolari problemi. "Con la tassazione al minimo, il flusso dei dividendi, se ci sarà, potrebbe anche aumentare", osserva un esperto gestore di grandi patrimoni privati. Mentre un noto professionista torinese si lascia andare a una battutaccia: "Dividendi a rischio per gli eredi dell'Avvocato? No, se sono preoccupati è perché Londra è un po' lontana dalle piste da sci".
ANDREA AGNELLI, MARCHIONNE, ELKANNANDREA AGNELLI, MARCHIONNE, ELKANN
Il problema dell'equilibrio nei rapporti tra Elkann e Marchionne però resta intatto. Gli anziani della famiglia ricordano che Gianni Agnelli prese il sopravvento su Vittorio Valletta solo quando fu quest'ultimo a chiedergli dei soldi, sotto forma di aumento. Perché la vecchia scuola del potere insegna che chi chiede soldi ha perso. Se l'impostazione è ancora valida, il giovane Elkann che chiede denari a Marpionne per comprarsi il Corriere ha ancora molta strada da fare per raggiungere il nonno. Se poi il manager con il pulloverino glieli chiede pure indietro, allora non c'è proprio partita. Su tutto.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/1-sei-tu-che-hai-tirato-su-john-come-ti-aveva-chiesto-il-povero-71341.htm

martedì 4 febbraio 2014

Magistrato di Pescara denuncia la truffa del debito pubblico! 12:17 | Pubblicato da admin | Il dr. Gennaro Varone, magistrato della Procura di Pescara, contro l'austerity e la truffa del debito pubblico:

Ci è pervenuto in questi giorni l'articolo di un magistrato della Procura di Pescara che illustra la truffa del Debito Pubblico generata dall'Eurosistema e dai trattati europei che hanno istituito il S.E.B.C.
Ovviamente , in un articolo di poche righe non poteva illustrare tutto il quadro della problematica giuridica ma in maniera semplice e con grande capacità di sintesi ha rotto il muro di silenzio e l'alone di cecità che aleggia nella magistratura, sopratutto Costituzionale, sull'incostituzionalità dei Trattati Europei che lo stesso Auriti ed il dott.Tarquini denunciarono decenni prima della loro ratifica. Che cosa è, realmente, questo Debito Pubblico? Supponiamo lo Stato debba costruire un ospedale. Senza ospedali, si muore. Il Governo di uno Stato dell'Eurozona, se vuole denaro, per pagarsi l'ospedale, deve chiederlo in prestito alle banche private. Per chi avesse curiosità lo stabilisce l'articolo 21 dello Statuto del Sistema Europeo Banche Centrali. Per ottenere quel prestito deve emettere “cambiali”: si chiamano Titoli di Debito Pubblico, o Buoni Pluriennali del Tesoro. Alla scadenza, lo Stato restituirà capitale ed interessi: nessuno presta “per senza niente”.(...) 

Dopo il Proc. generale di Corte d'Appello de L'Aquila, il dott. Bruno Tarquini, che all'apertura degli anni giudiziari del 1995 e 1997 denunciò la truffa dell'emissione monetaria a debito ( si badi bene che eravamo ancora con le lire ) e del Tasso Ufficiale di Sconto come madre di tutte le usure, un altro magistrato di nuova generazione si pone gli stessi interrogativi sull'inestinguibile debito pubblico e ne individua giuridicamente le cause proprio nel sistema di emissione monetaria e nei trattati di funzionamento dell'Eurosistema.


Di seguito riportiamo alcuni passaggi salienti dell'articolo del dott. Gennaro Varone, il quale si è reso disponibile ad esporre dettagliatamente la problematica in convegni e seminari pubblici.

" DEBITO PUBBLICO (?)
Supponiamo il Governo, quindi, emetta cambiali per 50 milioni di euro. Una Banca Privata offre 49 milioni e si aggiudica i Bpt. Il Governo ha ottenuto 49 milioni di euro; dovrà restituirne 50 alla scadenza; dunque, pagherà un milione di euro di interessi.
Il Governo con quei 49 milioni di euro costruisce il suo ospedale, anzi il nostro ospedale. E quel denaro dovrebbe diventare reddito del costruttore; e reddito dei suoi dipendenti, che lo utilizzeranno presso commercianti; i quali, a loro volta, faranno altri investimenti. Dunque, lo Stato, ora, ha un debito di 50 milioni di euro; ma questo debito è diventato un investimento; la ricchezza reale è aumentata: dove c'erano terra e sassi, c'è una struttura che eroga benessere; i 49 milioni pagati al costruttore hanno alimentato una potente spinta all'economia e un corrispondente aumento di ricchezza reale nel paese, dalla nostra laboriosità e capacità produttiva. 
IL PAREGGIO DI BILANCIO
E veniamo alle tasse. È mai possibile che lo Stato recuperi, in tasse, tutti i 49 milioni di euro che ha speso? Se lo facesse, andrebbe in pareggio perfetto: "Ho speso 49 milioni di euro, mi riprendo 49 milioni di euro, sono in pari”. Ma se lo Stato se li riprendesse tutti, a noi cittadini, di quei 49 milioni di euro, che cosa resterebbe? Nulla. Eppure, per il pareggio di bilancio, è questo che lo Stato deve fare. Sembra assurdo?
Eppure è proprio questo che, per restare nella moneta unica lo Stato, deve fare: in base all'articolo 104 del trattato di Maastricht e in base al Regolamento del Consiglio d'Europa 1466 del 1997.
Ed è questa la causa della crisi economica. Questa.Se lo Stato ci dà un reddito e, poi ce lo toglie tutto, a noi che rimane? Nulla. Siamo tutti poveri. E se ci rimane nulla, ciò significa che non possiamo comprare nulla con quei 49 milioni di euro.
Lo chiamano anche Patto di stabilità. Si: perché, dal momento che dovrebbe riprenderseli, lo Stato dice: "Sai che c'è? Non ti pago! Ma le tasse, quelle le voglio …". Tuttavia, le imprese che hanno lavorato e non vengono pagate, falliscono, licenziano, riducono i salari … Tutto questo, ci ricorda qualcosa? Questa è la principale causa della crisi che attanaglia l'Eurozona, ormai da molti anni: il pareggio di bilancio.
È il tasto “pausa” sulla crescita economica; è la camicia di forza imposta alla capacità produttiva dei paesi aderenti. È il motivo della crisi (inutile illudersi: così dalla crisi non si esce); è lo strumento con il quale la crisi è stata deliberatamente prodotta.
TASSE E INDEBITAMENTO
Torniamo alle tasse. Supponiamo che lo Stato voglia tassare (per andare in pari) al 100%: in questo modo, si riprende tutti i 49 milioni di euro. È (quasi) in pari. "Ce lo chiede l'Europa"... E noi? Be', noi, avendo restituito tutti i 49 milioni, per vivere abbiamo una sola possibilità: chiedere noi denaro in prestito alle Banche (mutui, finanziamenti). Cioè dobbiamo indebitarci noi.
Se non si indebita lo Stato, con il debito pubblico , dobbiamo indebitarci, singolarmente, noi. Si chiama debito privato.
Bene, la possiamo mettere come vogliamo; ma, nel sistema attuale, il denaro è sempre un debito
Non sarà sfuggito al lettore attento che, se pure lo Stato dovesse tassare al 100% e riprendersi, dunque, tutti i 49 milioni di euro, gli mancherebbe, pur sempre, un milione di euro da restituire. Da dove lo prende?
Se riflettiamo che il milione mancante è … denaro, sappiamo, ormai, che, per produrre quel milione mancante, le cose sono due: o si indebita lo Stato, “creando” un milione nuovo di euro, con l'emissione di Titoli del Debito Pubblico; o … ci indebitiamo noi, chiedendolo in prestito alle banche. Per la semplice ragione che nessuno può guadagnare il denaro che … non c'è, il debito può soltanto … aumentare.
Uno Stato che ha abdicato al potere di spesa; uno Stato che, per pagare gli interessi, deve indebitarsi sempre di più e, dunque, spendere sempre meno, come potrà costruire tutte le scuole di cui ha bisogno, tutti gli ospedali di cui necessita? Come potrà venire incontro ai bisogni dei propri cittadini? Come potrà la Repubblica rimuovere gli ostacoli alla piena eguaglianza, così come prescritto dall'articolo 3 comma 2 della nostra Costituzione, se abbiamo stabilito che sarà la Banca Centrale Europea a decidere quanto denaro potrà essere messo in circolazione?
Davvero il patto di stabilità dei prezzi è più importante della tutela della nostra dignità di uomini e donne lavoratori e lavoratrici, della nostra salute, della nostra istruzione, di tutto ciò che ci serve per una esistenza libera e dignitosa?  " ( Dott. Gennaro Varone - sost. proc. della Repubblica )

Fonte: pressnewsweb.it 
http://www.nocensura.com/2014/02/magistrato-di-pescara-denuncia-la.html

lunedì 3 febbraio 2014

AVVISO AI NAVIGANTI: SI AVVICINA LA TEMPESTA PERFETTA! – GLI ESPERTI DI SOCIETE GENERALE METTONO IN GUARDIA CHE CON LE TENSIONI SUI PAESI EMERGENTI, LA CINA CHE RALLENTA E L’EUROPA VERSO LA DEFLAZIONE STA PER ANDARE IN ONDA UN NUOVO BRUTTO FILM… "Dopo una settimana di volatilità estrema sui mercati emergenti - sostengono gli esperti della banca d'affari - in molti si domandano se ci stiamo dirigendo verso una tempesta perfetta, con la Cina che cresce sempre meno e L’Europa verso la deflazione". E per la settimana finanziaria appena cominciata sui mercati proseguirà il "nervosismo"…

Carlotta Scozzari per Dagospia
SEDE SOCIETE GENERALE A PARIGISEDE SOCIETE GENERALE A PARIGI
Attenzione, perché le recenti tensioni sui mercati emergenti, che hanno fatto crollare le monete locali e spinto al ribasso i mercati azionari mondiali, potrebbero lasciare intravvedere, all'orizzonte, la tanto temuta "tempesta perfetta". Ne sono preoccupati gli analisti di Société Générale, che nell'ultimo studio sull'argomento si dicono scettici sull'efficacia delle riforme europee.
Soc GenSOC GEN
"Dopo una settimana di volatilità estrema sui mercati emergenti - sostengono gli esperti della banca d'affari - in molti si domandano se ci stiamo dirigendo verso una tempesta perfetta, con la Cina che cresce sempre meno e L'Europa, dove l'inflazione è già bassa, a un passo dalla deflazione". E, ancora: "Restiamo - dicono da Société Générale - poco convinti che le riforme attuate in Europa siano quanto basta per raggiungere un livello economico di crescita sufficiente e per inserire il debito pubblico in una traiettoria sostenibile".


EURO CRACEURO CRAC
Insomma, Société Générale teme che la mancanza di riforme in grado davvero di spingere al rialzo l'economia si trasformerà ben presto in una crescita nominale del Pil "deludente". E per quanto riguarda la settimana finanziaria appena cominciata, gli esperti della banca d'affari si aspettano che sui mercati prosegua il "nervosismo".

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/avviso-ai-naviganti-si-avvicina-la-tempesta-perfetta-gli-esperti-di-societe-generale-mettono-71190.htm