martedì 28 aprile 2015

C'È UNA BOMBA DA 37 MILIARDI NEI CONTI PUBBLICI - SUL BILANCIO DELLO STATO PESANO I GIOCHETTI DEL TESORO COI DERIVATI - LA SPAZZATURA FINANZIARIA (CHE POTREBBE GENERARE PERDITE PER 36,8 MILIARDI) E' CRESCIUTA DEL 30%!

A fine 2013 gli swap sul debito valevano 28,7 miliardi e dopo dodici mesi il buco virtuale e' cresciuto di 8 miliardi - Occhio alle banche: la finanza allegra degli istituti di credito vale 110 miliardi (se il bubbone esplode si mangia tutto il quantitative easing di super Mario Draghi)…

(AGI) - Ammontano a quasi 37 miliardi di euro le perdite potenziale nei conti pubblici italiani legate ai derivati. Si tratta della massa di derivati finanziari in passivo nei bilanci dello Stato, voce che nell'ultimo anno si e' allargata di quasi il 30% ed e' arrivata a quota 36,8 miliardi.

Questi i dati principali di una analisi sull'andamento dei derivati in Italia negli ultimi 12 mesi realizzata dal Centro studi di Unimpresa, che prende in considerazione le passivita' sui bilanci relative alle operazione in derivati. In tutta Italia, considerato sia il settore pubblico sia quello privato, la montagna di titoli finanziari ad alto rischio, cioe' potenzialmente in perdita, e' cresciuta in totale di oltre l'8% in un anno (dal 2013 al 2014) passando da 153 miliardi di euro a 166 miliardi in aumento di 13 miliardi. In piena crisi internazionale e con l'economia ancora piegata dalla recessione, tutti i comparti del nostro Paese hanno visto crescere i pericoli legati ai prodotti d'azzardo.

Bomba derivati E di nuovo allarme h partb Bomba derivati E di nuovo allarme h partb
L'aumento complessivo dell'esposizione in derivati in Italia e' legato soprattutto all'aumento di questo tipo di attivita' finanziarie all'interno dei bilanci dello Stato centrale dove risultavano, alla fine dello scorso anno perdite potenziali pari a 36,8 miliardi in crescita rispetto ai 28,7 miliardi dell'anno precedente: 8,1 miliardi in piu' in 12 mesi (+28,1%). Su anche i derivati "a rischio" delle banche, in crescita di 4,7 miliardi da 105,7 miliardi a 110,5 miliardi (+4,4%).

DERIVATI DERIVATI
Da segnalare, poi, secondo l'analisi di Unimpresa basata su dati della Banca d'Italia, la sostanziale invarianza (+0,7%) dei derivati in perdita nelle amministrazioni locali: nei 12 mesi sotto la lente, le consistenze dei bilanci di comuni, province e regioni sono passate infatti da 1,26 miliardi a 1,27 miliardi, con un aumento di soli 9 milioni. Lieve incremento per i prodotti speculativi nei bilanci delle imprese: a fine 2014 l'ammontare e' salito di 347 milioni a quota 7,6 miliardi rispetto ai 7,3 del 2013 (+4,7%). Nel comparto assicurativo e dei fondi pensione si e' passati da 5,2 a 5,5 miliardi (+5,1%) in aumento di 269 milioni, mentre il resto degli intermediari finanziari ha registrato una crescita di 164 milioni (+3,5%) da 4,6 miliardi a 4,8 miliardi.

DERIVATI DERIVATI
Quanto alle amministrazioni centrali, la massa di derivati potenzialmente in perdita e' arrivata a quota 36,8 miliardi: in un anno e' dunque salita di 8,1 miliardi(+28,1%) rispetto ai 28,7 miliardi di fine 2013. In totale, i derivati del settore pubblico e del settore privato pesano 166,6 miliardi e sono saliti negli ultimi 12 mesi di 13,6 miliardi dai 153,1 miliardi precedenti con un incremento dell'8,9%.
mario draghi 6 mario draghi 6

"E' importante fare chiarezza sul reale stato di salute dei conti pubblici" chiede il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "Mentre e' in corso il dibattito proprio sui pericoli nascosti nei bilanci pubblici, legati alla finanza speculativa, da un lato chiediamo che sia detta tutta la verita' e contemporaneamente continuiamo ad auspicare maggiori sforzi per dare piu' risorse a imprese e lavoratori. Le misure varate finora dal governo di Matteo Renzi, seppur con alcune note positive, non consentono a chi fa impresa di guarda con fiducia al futuro" aggiunge Longobardi

 http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/bomba-37-miliardi-conti-pubblici-bilancio-stato-99393.htm

sabato 25 aprile 2015

Fa crollare l’Italia, poi se la compra. Ma chi è BlackRock?

Faccio scoppiare l’Italia con la crisi dello spread, la costringo a svendere i gioielli di famiglia e quindi arrivo io, col portafogli in mano, pronto a rilevare a prezzi stracciati interi settori vitali dell’economia italiana, messa in ginocchio dalla manovra finanziaria. Secondo “Limes”, l’architetto supremo del complotto non è la Germania, ma il colossale fondo d’investimenti statunitense BlackRock, azionista rilevante della Deutsche Bank che nel 2011, annunciando la vendita dei titoli di Stato italiani, fece esplodere il divario tra Btp e Bund causando la “resa” di Berlusconi e l’avvento di Monti, l’emissario del grande business straniero. La rivista di Lucio Caracciolo, riassume Maria Grazia Bruzzone su “La Stampa”, ha messo a fuoco un po’ meglio le dimensioni, gli interessi e il vero potere del primo fondo d’investimenti mondiale, fattosi sotto con l’ascesa di Renzi a Palazzo Chigi, dopo che ormai il Pil italiano era stato letteralmente raso al suolo dai tecnocrati nostrani, in accordo con quelli di Bruxelles. Il “Moloch della finanza globale” vanta la gestione di 30.000 portafogli, per un totale di 4.650 miliardi di dollari: non ha rivali al mondo ed è una delle 4-5 “istituzioni” che ricorrono tra i maggiori azionisti delle banche americane.
blackrock-officeCon la globalizzazione dell’economia, il valore complessivo delle attività finanziarie internazionali primarie è passato dal 50% al 350% del Pil mondiale, raggiungendo i 280.000 miliardi di dollari, di cui solo il 25% legato agli scambi di merci. E il valore Giuliano Amato, nel 2011 advisor di Deutsche Bankdei derivati negoziati fuori dalle Borse (“over the counter”) a fine giugno 2013 aveva toccato i 693.000 miliardi di dollari, in gran parte legati al mercato delle valute: al Forex si scambiano in media 1.900 miliardi di dollari al giorno. Tutto ha avuto inizio col neoliberismo promosso da Margaret Thatcher e Ronald Reagan: deregulation e meno vincoli per le megabanche, autorizzate a “giocare” con sempre nuovi prodotti finanziari come gli “hedge fund”, i fondi a rischio speculativi e le società di investimento spesso collegate alle banche, innanzitutto anglosassoni. Il colpo di grazia porta la firma di Bill Clinton, che negli anni ‘90 rende assoluta la deregolamentazione della finanza, abolendo il Glass-Steagal Act creato da Roosevelt negli anni ‘30 per limitare la speculazione alle sole banche d’affari e tenere il credito commerciale al riparo dalla “ruolette” finanziaria di Wall Street che aveva causato la Grande Crisi del 1929.
A estendere al resto del mondo l’immediata cancellazione dei vincoli di sicurezza provvide il Wto, egemonizzato dagli Usa, su impulso delle megabanche, dell’allora segretario al Tesoro Larry Summers e del suo vice Tim Geithner, futuro ministro di Obama. Questo il clima in cui cominciò l’ascesa di BlackRock, autonoma dal 1992 e basata a New York, pronta a inserirsi in banche e aziende acquistando azioni, obbligazioni, titoli pubblici e proprietà, per un totale di oltre 4.500 miliardi, cioè pari al Pil della Francia sommato a quello della Spagna. BlackRock comincia anche a far politica: entra nel capitale delle due maggiori agenzie di rating, “Standard & Poor’s” (5,44%) e “Moody’s” (6,6%), ottenendo la possibilità di influire sulla determinazione di titoli sovrani, azioni e obbligazioni private, incidendo così su prezzo e valore delle attività acquistate o Lucio Caracciolovendute. Quindi opera anche nell’analisi del rischio, vendendo “soluzioni informatiche” per la gestione di dati economici e finanziari, ed elabora dati che «incorporano anche pesanti elementi politici».
Naturalmente sfrutta appieno la crisi del 2007: due anni dopo, lo stesso Geithner consulta proprio BlackWater per valutare gli asset tossici di Bear Stearns, Aig e Morgan Stanley. Compiti che BlackRock esegue, «agendo alla stregua di una sorta di Iri privato». Nel 2009 fa anche un colpo grosso, acquistando Barclays Investment Group, col suo carico immenso di partecipazioni azionarie nelle principali multinazionali. Il colosso finanziario americano informa e «manipola i propri clienti, utilizzando tecniche e software non diversi da quelli impiegati da Google (di cui ha il 5,8%) o dalla Nsa per sondare gli umori della gente», scrive “Limes”. Si serve della piattaforma Aladdin, «con almeno 6.000 computer in 12 siti più o meno segreti, 4 dei quali di nuova concezione, ai quali si rapportano 20.000 investitori sparsi per il mondo». Il suo centro studi d’eccellenza, il “BlackRock Investment Institute”, esamina le variabili politico-strategiche: il maxi-fondo è interessato al profitto «ma anche alla stabilità, sicurezza e prosperità degli Stati Uniti». Il fondatore e leader, Larry Fink, è considerato «il più importante personaggio della finanza mondiale», eppure resta «virtualmente uno sconosciuto» a Manhattan, secondo “Vanity Fair”.
Proprio BlackRock, aggiunge “Limes” è probabilmente il vero regista della crisi italiana del 2011, o meglio della capitolazione dell’Italia di fronte agli appetiti della grande finanza. Lo spread fra i Bund tedeschi e i nostri Btp iniziò a dilatarsi non appena il “Financial Times” rese noto che nei primi sei mesi di quell’anno Deutsche Bank aveva venduto l’88% dei titoli che possedeva, per 7 miliardi di euro. «Molti videro un attacco al nostro paese ispirato da Berlino e dai poteri forti di Francoforte», ma forse – secondo “Limes” – non era così. La rivista di Caracciolo rivela che il potente istituto di credito tedesco aveva allora un azionariato diffuso, il 48% del capitale sociale era detenuto fuori dalla Repubblica Federale, e il suo azionista più importante era proprio BlackRock con il 5,1%. Peraltro, aggiunge la Bruzzone sulla “Stampa”, oggi la “Roccia Nera” detiene in Deutsche Bank una quota ancor maggiore (il 6,62%) e ne è il maggior azionista, seguito da Paramount Service Holdings, basato alle Larry Fink, il boss di BlackRockIsole Vergini Britanniche. «Si può escludere che il fondo non abbia avuto alcuna parte in una decisione tanto strategica come quella di dismettere in pochi mesi quasi tutti i titoli del debito sovrano di un paese dell’Ue?».
«Se attacco c’è stato non è detto che sia stato perpetrato dalle autorità politiche ed economiche della Germania: è un fatto che a picchiare più duramente contro i nostri titoli a partire dall’autunno 2011 siano proprio “Standard & Poor’s” e “Moody’s”». Un’ipotesi, quella di Limes, che getta nuova luce su tanta parte della narrazione di questi anni sulla Germania, l’Europa e i Piigs, a partire dalle polemiche di quell’agosto bollente, «con Merkel e Sarkozy fustigati da Giuliano Amato sul “Sole 24 Ore”», anche se Amato – ricorda la Bruzzone – in quel 2011 era fra l’altro “senior advisor” proprio di Deutsche Bank. «E chissà che senza la decisione di Deutsche Bank di vendere i titoli di Stato di Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna, la tempesta finanziaria non sarebbe iniziata». Un’ipotesi realistica, secondo la Bruzzone, che apre altri interrogativi: sugli intrecci fra potere finanziario e politico, sul “potere sovrano” degli Stati (anche della potente Germania) e sulla composizione azionaria di questi onnipotenti istituti. Banche, fondi, superfondi: di chi sono? Chi decide che cosa, al di là dei luoghi comuni ripetuti delle narrative ufficiali?
La fine della Deutsche Bank come motore sano dell’economia industriale tedesca risale all’epoca del crollo dell’Urss, quando l’attenzione della finanza angloamericana si concentra sull’Europa. E avviene a seguito di misteriosi omicidi, scrive la giornalista della “Stampa”, ricordando che Alfred Herrhausen, presidente della banca e consigliere fidato del cancelliere Kohl – un uomo che aveva in mente uno sviluppo della mission tradizionale e stilò addirittura un progetto di rinascita delle industrie ex comuniste, in Germania, Polonia e Russia, andandone persino parlarne a Wall Street – venne «improvvisamente freddato fuori dalla sua villa», a fine 1989. Si disse dalla Raf, o dalla Stasi, o da altri ancora. Stessa sorte toccò al suo successore, altro Alfred Herrhauseneconomista che si era opposto alla svendita delle imprese ex comuniste elaborando piani industriali alternativi alla privatizzazione. Fu ucciso nel 1991 da un tiratore scelto.
Dopo di lui, alla sede londinese di Deutsche Bank arriva uno squadrone di ex banchieri della Merrill Lynch, compreso il capo, che diventa presidente, riorganizzando tutto in senso “moderno”. Anche lui però muore, a soli 47 anni, «in uno strano incidente del suo aereo privato». Va meglio al suo giovane braccio destro, Anshu Jain, un indiano con passaporto britannico, cresciuto professionalmente a New York, tutt’oggi presidente della banca diventata prima al mondo per quantità di derivati, spodestando Jp Morgan: la Deutsche Bank infatti è considerata fuori dalle righe “la banca più fallita del mondo”, «esposta per 55.000 miliardi, cioè 20 volte il Pil tedesco», a fronte di depositi per appena 522 miliardi. «Quanto è pericoloso il potere di mercato delle maggiori banche di investimento?». Se lo chiedeva due anni fa lo “Spiegel”, riportando un durissimo scontro fra Deutsche Bank e il ministro tedesco dell’economia, il super-massone Wolfgang Schaeuble.
Scriveva il settimanale: «Un pugno di società finanziarie domina il trading di valute, risorse naturali, prodotti a interesse. Migliaiaia di investitori comprano, vendono, scommettono. Ma le transazioni sono in mano a un club di istituti globali come Deutsche Bank, Jp Morgan, Goldman Sachs. Quattro banche maneggiano la metà delle transazioni di valuta: Deutsche Bank, Citigroup, Barclays e Ubs». Un’altra ragione che dovrebbe farci prestare attenzione alla “Roccia Nera”, aggiunge “Limes”, è che ha messo radici in molte realtà imprenditoriali nel nostro paese. Per “L’Espresso”, addirittura, «si sta comprando l’Italia». Se un altro colosso americano, State Street Corporations, ha acquistato la divisione “securities” di Deutsche Bank e nel 2010 ha comprato l’attività di “banca depositaria” di Intesa SanPaolo (custodia globale, controllo di regolarità delle operazioni, calcoli, Maria Grazia Bruzzoneamministrazione delle quote, servizi ausiliari, gestione dei cambi e prestito di titoli), è proprio BlackRock a far la parte del leone.
A fine 2011, il super-fondo americano aveva il 5,7% di Mediaset, il 3,9% di Unicredit, il 3,5% di Enel e del Banco Popolare, il 2,7% di Fiat e Telecom Italia, il 2,5% di Eni e Generali, il 2,2% di Finmeccanica, il 2,1% di Atlantia (che controlla Autostrade) e Terna, il 2% della Banca Popolare di Milano, Fonsai, Intesa San Paolo, Mediobanca e Ubi. E oggi Molte di queste quote sono cresciute e BlackRock è ormai il primo azionista di Unicredit (col 5,2%) e il secondo azionista di Intesa SanPaolo (5%). Stessa quota in Atlantia, mentre avrebbe ill 9,4% di Telecom. «Presidi strategici, che permetteranno a BlackRock di posizionarsi al meglio in vista delle privatizzazioni prossime venture invocate da molti “per far scendere il debito”», scrive “Limes”. E’ la nuova ondata in arrivo, dopo quella del 1992-93 a prezzi di saldo. «La crisi dei Piigs a che altro serve, se no?».
Chi è BlackRock? Il web rivela, più che altro, un labirinto. Secondo “Yahoo Finanza”, il maggiore azionista (21,7%) sarebbe Pnc, antica banca di Pittsburgh, quinta per dimensioni negli Usa ma poco nota. Azionisti numero uno e due sarebbero Norges Bank, cioè la banca centrale di Norvegia, e Wellington Management Co., altro fondo di investimenti, di Boston, con 2.100 investitori istituzionali in 50 paesi e asset per 869 miliardi di dollari. Poi ci sono State Street Corporation, Fmr-Fidelity e Vanguard Group, che a loro volta sono gli unici investitori istituzionali di Pnc. Sempre loro, i “magnifici quattro”, si ritrovano con varie quote fra gli azionisti delle principali megabanche: non solo Jp Morgan, Bank of America, Citigroup e Wells Fargo, ma anche le banche d’affari come Goldman Sachs, Morgan Stanley, Bank of Ny Mellon. A ricorrere nell’azionariato di questi istituti ci sono anche altre società e banche, ma i “magnifici quattro” non mancano mai.
Oltre ai soliti BlackRock, Vanguard, in Barclays – megabanca britannica che risale al 1690 – è presente anche Qatar Holding, sussidiaria del fondo sovrano del Golfo, specializzata in investimenti strategici. La stessa holding qatariota è anche maggior azionista di Credit Suisse, seguita dall’Olayan Group dell’Arabia Saudita, che ha partecipazioni in svariate società di ogni genere, mentre nell’altra megabanca elvetica, Ubs, si ritrovano BlackRock, una sussidiaria di Jp Morgan, una banca di Singapore e la solita Banca di Norvegia. Barclays Investment Group compariva tra i grandi azionisti di BlackRock, e viceversa, ma prima della crisi del 2008: dopo, non più – almeno in apparenza. Su “Global Research”, Matthias Chang mostra come nel 2006 “octopus” Barclays fosse davvero una piovra con tentacoli ovunque: Bank of America, Wells Fargo, Wachovia, Jp Tim GeithnerMorgan, Bank of New York Mellon, Goldman Sachs, Merrill Lynch, Morgan Stanley, Lehman Brothers e Bear Sterns, senza contare un lungo elenco di multinazionali di ogni genere, americane ed europee, comprese le miniere, senza dimenticare i grandi contractor della difesa.
Dopo la crisi, che ha rimescolato le carte dell’élite finanziaria, il paesaggio cambia: Barclays Global Investors viene comprata nel 2009 da BlackRock. Il maxi-fondo, che nel  2006 aveva raggiunto il trilione di dollari in asset, dal 2010 al 2014 cresce ancora (fino ai 4.600 miliardi di dollari) insieme a Vanguard, presente in Deutsche Bank. Seguite i soldi, raccomanda il detective. Chi c’è dietro? «Attraverso il crescente indebitamento degli Stati – scrive la Bruzzone – megabanche e superfondi collegati, già azionisti di multinazionali, stanno entrando nel capitale di controllo di un numero crescente di banche, imprese strategiche, porti, aeroporti, centrali e reti energetiche. Solo per bilanciare l’espansione dei cinesi?». E’ un processo che va avanti da anni, «accelerato molto dalla “crisi” del 2007-8 e dalle politiche controproducenti come l’austerità, che sempre più si rivela una scelta politica». Tutto ciò è «evidentissimo nei paesi del Sud Europa, Grecia in testa, ma presente anche altrove e negli stessi Stati Uniti». Lo dicono blogger come Matt Taibbi ed economisti come Michael Hudson. Titolo del film: più che Germania contro Grecia, è la guerra delle banche verso il lavoro. Guerra che continua, dopo Thatcher e Reagan, nel mondo definitivamente globalizzato dai signori della finanza.
 http://veritanwo.altervista.org/fa-crollare-litalia-poi-se-la-compra-ma-chi-e-blackrock/

lunedì 13 aprile 2015

LA BOLLA COL TRUCCO - LE BORSE EUROPEE E DEI PAESI EMERGENTI SONO ALLE STELLE, NONOSTANTE LE LORO ECONOMIE SIANO A TERRA: È LA DROGA DAL DENARO STAMPATO DALLE BANCHE CENTRALI A cosa dobbiamo il momento d’oro attuale? Non certo alla crescita economica che in Europa è moribonda, in Giappone è già morta e persino in Cina non si sente tanto bene. E' tutto 'grazie' alle banche centrali che hanno reso infruttuosi i titoli di stato, e spingono gli investitori a comprare azioni, molto più redditizie. Ma dal futuro incerto...

Francesco Guerrera per “la Stampa

Haruhiko Kuroda governatore della banca centrale giapponese Haruhiko Kuroda governatore della banca centrale giapponese
«È come se, improvvisamente, mi fossi preso il diritto di vivere il presente». La soave voce di Giorgio Gaber ne «L’Illogica Allegria» sembra aleggiare sui mercati internazionali. Dalle Borse europee al Nikkei di Tokyo, dall’Hang Seng di Hong Kong al Composite di Shanghai, gli investitori stanno mandando le azioni alle stelle. Uno degli indici-guida europei ha toccato un nuovo record giovedì, il Nikkei è ai livelli più alti degli ultimi 15 anni, mentre Hong Kong e la Cina sono saliti di quasi l’8% in due settimane.

Vista dall’America, che i suoi record di mercato li ha già raggiunti, la dicotomia è lampante: le economie di Paesi emergenti e Paesi emersi stanno male ma i mercati sguazzano nel mare di denaro stampato dalle banche centrali. E’ come se, improvvisamente, i mercati mondiali si siano presi il diritto di vivere un presente dominato dallo stimolo monetario e d’ignorare l’incerto futuro economico.
 
mario draghi 4 mario draghi 4
Presente e futuro sono lo yin e lo yang degli investitori, i due poli che determinano la sorte dei mercati e fanno la differenza tra ricchezze e rovina. Per capire la psiche dei mercati, bisogna divinare se stanno pensando al presente o al futuro. Fu una lezione che imparai nella Long Room, il famigerato bar nelle viscere della Borsa di Londra quando ero apprendista-giornalista. Me la spiegò Hugh, un veterano della finanza inglese, mentre sorseggiava il primo dei due gin tonic quotidiani.
 
In teoria – mi disse nel suo inglese curato ma un po’ cockney - i prezzi delle azioni riflettono gli utili futuri delle società quotate in Borsa. In pratica, però, i mercati rispondono a istinti più forti della matematica.  Se gli investitori si «sentono bene» e sono presi dall’ottimismo, i mercati salgono anche se il futuro non è chiaro.

studenti contestano draghi 7 studenti contestano draghi 7
 Un commentatore più famoso – e più sobrio – di Hugh, il vecchio banchiere centrale americano Alan Greenspan, chiamò questo sentimento «esuberanza irrazionale». Il rovescio della medaglia sono quei momenti bui in cui il presente sembra così tremendo – crisi finanziarie, terremoti economici, esplosioni geopolitiche – che gli investitori ignorano completamente il futuro: la loro unica preoccupazione è vendere, vendere, vendere.
 
A cosa dobbiamo il momento d’oro attuale? Non certo alla crescita economica che in Europa è moribonda, in Giappone è già morta e persino in Cina non si sente tanto bene. E nemmeno alla calma sul fronte internazionale. Tra Putin, il terrorismo mediorientale e tragedie quasi quotidiane dal Kenya alla South Carolina, gli investitori non possono certo dormire sonni tranquilli.
 
No, questo periodo di grazia per l’Europa e il Giappone (la Cina è diversa, come vedremo dopo) proviene da una fonte sola: lo stimolo delle banche centrali. La Banca Centrale Europea e quella giapponese stanno seguendo il sentiero aperto dagli Stati Uniti, con politiche monetarie mirate a tenere i tassi d’interesse bassi. Il problema è che si sa dove questo sentiero inizia ma non si sa dove finisce.
 
BERNANKE YELLEN OBAMA BERNANKE YELLEN OBAMA
L’idea è semplice: se i tassi d’interesse sono già a zero, l’unica cosa che un povero banchiere centrale può fare è inondare il mercato con soldi a poco prezzo per persuadere le aziende a investire e i comuni mortali a spendere.
Ma la prassi, come direbbe Hugh, è più complicata. Visto che le banche centrali non possono gettare soldi dagli elicotteri, li distribuiscono ai mercati comprando obbligazioni governative.
 
Il risultato è che i prezzi dei vari Bot, Btp e compagnia salgono, mandando giù i tassi che pagano agli investitori. Giovedì, proprio mentre i mercati europei erano a livelli record, i tassi sulle obbligazioni tedesche che maturano in dieci anni sono crollati al livello più basso della storia: 0,14%.
 
Se il debito non rende praticamente nulla, gli investitori sono costretti a buttarsi sulle azioni per fare qualche soldo. La legge della domanda e dell’ offerta dice che se migliaia, forse milioni di investitori, vogliono la stessa cosa, il prezzo di quella cosa salirà: è quello che successe alle Borse americane dopo la crisi finanziaria e si sta ripetendo ora in Europa e Giappone.
 
BORSA DI FRANCOFORTE BORSA DI FRANCOFORTE
In Cina la situazione è leggermente diversa. Lì il governo sta tentando di mettere fine alla vendita di prodotti finanziari rischiosissimi che le banche hanno pompato nelle tasche di sprovveduti risparmiatori. Il giro di vite ha spinto gli investitori locali verso il mercato azionario di Shanghai, che è salito moltissimo quest’anno. Hong Kong, la vecchia colonia inglese sospesa tra l’Est e l’Ovest, sta godendo di luce riflessa perché è l’unica Borsa «cinese» completamente aperta agli stranieri.

La politica del «carpe diem» va bene per ora, ma il futuro è abbastanza cupo. Per sostenere questi rialzi, i mercati hanno bisogno della crescita economica. In Europa, ci sono segnali incoraggianti, soprattutto perché il calo dell’ euro – altro effetto collaterale dei tassi bassi - sta aiutando economie importanti quali la Germania e, si spera, l’Italia. Ma i problemi del vecchio continente sono talmente ardui che ci vorrà più di una moneta debole per curarli. 
PIAZZA AFFARI BORSA MILANO PIAZZA AFFARI BORSA MILANO

In Giappone, invece, l’elettrocardiogramma dell’economia è piattissimo mentre in Cina molto dipenderà da come il governo gestirà il rallentamento di settori-chiave come il manifatturiero e le esportazioni. 

La cartina di tornasole è l’America, che è stata la prima ad iniziare le politiche di stimolo, la prima a finirle e si sta preparando ad alzare i tassi.
I risultati dello stimolo made in Usa, purtroppo, non sono chiarissimi: la ripresa c’è, ma non è robusta. Settori importanti come i consumi e il mercato immobiliare sono ancora anemici e la crescita del dollaro - spinto dall’aspettativa di tassi più alti – sta mettendo in difficoltà le aziende esportatrici. 
shinzo abe shinzo abe

Quello che è certo è i mercati si sono goduti le straordinarie misure di aiuto della Fed. Come i loro cugini europei, giapponesi e cinesi, le Borse americane sono passate da record a record nel dopo-crisi. 

Non si sa ancora quanto stampare soldi aiuti l’economia. Quello che è certo è che aiuta i mercati. Forse l’allegria degli investitori non è poi tanto illogica. 


Francesco Guerrera è caporedattore finanziario del Wall Street Journal a New York. francesco.guerrera@wsj.com
su Twitter: @guerreraf72.

 http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/bolla-col-trucco-borse-europee-paesi-emergenti-sono-98385.htm

sabato 4 aprile 2015

Rivelazioni dal Telegraph: La Grecia ha già pronto il piano dracma e nazionalizzazione delle banche. Inserito da admin - 3 aprile 2015

Fonti governo di Atene: “Ciò che è certo è che non saremo un protettorato dell’Europa”
 
Il governo greco si sta preparando a nazionalizzare le banche del paese e potrebbe creare una sua nuova moneta nazionale per pagare i debiti regressi. Questo a meno che i paesi membri della zona euro non abbandonino le richieste di austerità per il nuovo programma di salvataggio in corso di trattative tra i funzionari delle “istituzioni” e quelli di Atene. Lo riportano varie fonti del governo ellenico riportate da Ambrose Evans-Pritchard sul Telegraph.


Scrive poi l’Independent come il partito al governo Syriza potrebbe anche a breve decidere di non rispettare le pendenze con il Fondo Monetario Internazionale previste per la prossima settimana. Un alto funzionario del governo ha detto al The Daily Telegraph: “Siamo un governo di sinistra. Se dobbiamo scegliere tra un default del FMI o un default del nostro popolo è molto semplice. Potremmo arrivare ad un processo per gli arretrati con il FMI. Ciò causerà un furore nei mercati e significa che l’orologio inizia a spuntare molto più veloce”.

Riferendosi poi ai creditori: “Vogliono spingerci in un’umiliazione rituale e forzarci al sequestro. Stanno cercando di spingerci in una posizione in cui o ci rassegniamo al default del nostro popolo o firmiamo un accordo che è politicamente tossico per noi. Se questo è il loro obiettivo, lo faranno senza di noi”, ha dichiarato la fonte al Columnist del quotidiano britannico.






Altre fonti al Telegraph hanno aggiunto che Atene sta già lavorando ad un piano emergenziale, se i negoziati con i creditori stanno fallendo. “Chiuderemo le banche e le nazionalizzeremo e poi emetteremo cambiali se dobbiamo. Sappiamo quello che significa tutto questo. Ma ciò che è certo è che non saremo un protettorato dell’Europa”.

Queste cambiali, prosegue Ambrose Evans-Pritchard, sarebbero potenzialmente una nuova forma di moneta. La dracma è stata formalmente rimpiazzata dall’euro nel 2002 dopo due anni di tassi fissi precedenti e potrebbe quindi a breve essere reintrodotta.

Un’altra fonte da Atene ha dichiarato come i funzionari europei hanno l’obiettivo di screditare il governo Syriza per cosstringerlo ad arrendersi e delegittimarlo politicamente. “Vogliono imporci i controlli di capitale e causare un collasso creditizio, a meno che i lgoverno diventi così impopolare che fallisca”, ha dichiarato la fonte interna. “Vogliono che rappresentiamo un esempio per dimostrare che nessun governo all’interno della zona euro non abbia il diritto di muoversi in modo libero. Non credono che ce ne andremo mai o che il popolo greoco ci sosterrà, ma si sbagliano su entrabi i fronti”.   

Come nota Zero Hedge, un fallimento di pagamento di una pendenza con il Fmi o con la Bce nei prossimi giorni provocherà un default in 30 giorni. A quel punto la nazionalizzazione delle banche e la reintroduzione di una moneta parallela sarebbero inevitabili. Secondo le fonti citate dal Telegraph se al governo di Atene sarà costretto di scegliere tra il pagamento delle pensioni e dei servizi essenziali o i debiti con il Fmi, il processo di ritorno alla dracma subirà una forte accelerazione. La Grecia non ha i fondi necessari per ripagare i 458 milioni di euro con il Fmi per il 9 aprile e coprire le pendenze salariali e di Welfare il 14 aprile. La data delle grandi decisioni per Tsipras si avvicina. Tsipras che la prossima settimana sarà a Mosca… 

Questo è quello che la Grecia deve a chi e quando (fonte Zero Hedge)


E questo è quello che potrebbe accadere a breve, molto a breve:


Fonte: www.lantidiplomatico.it

 http://www.sapereeundovere.it/rivelazioni-dal-telegraph-la-grecia-ha-gia-pronto-il-piano-dracma-e-nazionalizzazione-delle-banche/

venerdì 3 aprile 2015

BANCHIERI, OGGI E DOMANI - I BOSS DEI GIGANTI FINANZIARI COME GOLDMAN SACHS E MORGAN STANLEY GUADAGNANO COME PRIMA, PIÙ DI PRIMA: IN MEDIA 20 MILIONI DI DOLLARI L'ANNO, +25% RISPETTO AL 2013 Si diceva che la causa della crisi fossero i bonus sregolati che spingevano i manager a ottenere profitti di breve termine, e a tutti i costi. Bene, l'anno scorso il capo di Morgan Stanley ha preso 1,5 milioni di stipendio, più 14,5 milioni di bonus, e 6,5 milioni di incentivi a vario titolo...

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera

JAMES GORMAN MARCHIONNE JAMES GORMAN MARCHIONNE
I dipendenti di McDonald’s hanno manifestato per diversi giorni prima di ottenere un aumento di stipendio. Risultato ottenuto: incremento di un dollaro l’ora per il salario legale minimo. Si parte dai 9 dollari di oggi per arrivare a 10. Ma con calma, l’operazione si conclude entro la fine del 2016. Bene, ha osservato la maggior parte degli economisti: più risorse ai lavoratori significa più sostegno alla domanda interna. Nessuno, invece, ha ancora commentato le cifre di tutt’altro segno contenute nei bilanci appena pubblicati dalle grandi società finanziarie. Colpiscono i compensi riconosciuti agli amministratori delegati, ai leader aziendali.

jamie dimon jp morgan jamie dimon jp morgan
Qualche esempio, ricavato dall’edizione di ieri del «Wall Street Journal». Nel 2014 James Gorman, 56 anni, chief executive officer (ceo) della Morgan Stanley, ha incassato 22,5 milioni di dollari, il 25% in più rispetto al 2013. Il suo stipendio base è pari a 1,5 milioni, ai quali però si sono aggiunti 14,5 milioni di bonus in contanti o in azioni, più altri 6,5 milioni di incentivi a vario titolo. Totale: 22,5 milioni appunto. Qual è stato il merito di Gorman? Anche la risposta è contenuta nel rendiconto di Morgan Stanley: nel 2014 il fatturato della società è salito del 5,7% a quota 34,3 miliardi di dollari. Gorman è il vertice di un pinnacolo che svetta sulla massa degli stipendi americani.
lloyd blankfein lloyd blankfein

Il suo rivale Llyod Blanfein, presidente e ceo di Goldman Sachs ritira 24 milioni di dollari. James Dimon, leader di J.P.Morgan, 20 milioni. John Stumpf, di Wells Fargo, 19,3 milioni. Michael Corbat, Citigroup, e Brian Moynihan, Bank of America, 13 milioni ciascuno. Queste somme e, soprattutto, la logica con cui sono state corrisposte sembrano dimostrare che la grande crisi seguita al fallimento di una di queste finanziarie, la Lehman Brothers, non ha cambiato nulla. Pareva di aver capito che la logica dei bonus legata ai risultati di breve termine era stata una delle cause delle rovinose bolle speculative. Evidentemente non è più cosi.

brian moynihan brian moynihan
Nello stesso tempo economia reale e finanza continuano far parte di due mondi paralleli. Il 2014 è stato l’anno del grande dibattito internazionale sulla riduzione delle disuguaglianze, anche negli Stati Uniti. Ma la distanza tra la grande massa dei lavoratori dipendenti e i top manager della finanza rimane incommensurabile. Guardando i numeri si vede che il lavoro del ceo Goldman vale 775 volte in più rispetto a quello di un dipendente medio di McDonald’s. 

 http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/banchieri-oggi-domani-boss-giganti-finanziari-come-goldman-sachs-97826.htm

LA LEHMAN NON DOVEVA FALLIRE - LA BANCA CHE HA SCATENATO LA CRISI DEL 2008 NON ERA MESSA COSÌ MALE, IN EUROPA ERA SOLIDA. SI POTEVA SPEZZETTARE, EVITANDO VENTI MILIONI DI DISOCCUPATI - PRIMA DEL CRAC, STAVA PER COMPRARSI MPS - FU UNA VITTIMA SACRIFICALE? Dopo 7 anni, si sta per chiudere la liquidazione della Lehman Brothers, che fu "lasciata fallire" il 15 settembre 2008. All'epoca i suoi derivati valevano 12 cent per ogni dollaro, oggi in Europa ha rimborsato integralmente i suoi creditori, garantendo l'8% di interessi e un miliardo l'anno solo di parcelle...

LEHMAN - LA BANCA CHE NON DOVEVA FALLIRE
Federico Fubini per “la Repubblica

Mirja Cartia era appena rientrata dalla maternità e si accorse che molti dei suoi colleghi presentavano richieste per una sola autorizzazione: volevano comprare azioni della loro stessa società. La signora Cartia era avvocato di Lehman Brothers a Milano. Era l’inizio di settembre del 2008 e il valore del titolo, in picchiata da mesi sulla Borsa di New York, sembrava l’occasione del secolo. Che potesse fallire una banca d’affari di Wall Street restava fuori dal radar mentale dei dipendenti.

Lehman Brothers Lehman Brothers
Venerdì 11 settembre, al pomeriggio, si riunirono per brindare al salvataggio che — si disse — era ormai imminente. Domenica 13 dopo pranzo furono richiamati in ufficio per comunicazioni. Ciò che sarebbe seguito ha cambiato la storia di una generazione: una bancarotta da 613 miliardi, un collasso dell’economia mondiale più grave che nel ‘29, venti milioni di disoccupati in Occidente, la crisi dell’euro, il Movimento 5 Stelle al 25% nel 2013 in Italia, la Grecia di Alexis Tsipras.

Da allora Mirja Cartia è rimasta a Lehman, e non solo con i suoi ricordi. Lavora con i curatori fallimentari di Pwc, l’ultimo rapporto dei quali contiene due informazioni che la interessano particolarmente. La prima è che fra tra tre o quattro mesi verrà chiusa (almeno in Europa) la liquidazione del più grande disastro finanziario della storia contemporanea, e sarà come dismettere un lutto.

richard fuld, lehman brothers 2008 richard fuld, lehman brothers 2008
La seconda invece non è fatta per lenire i disordini da stress post-traumatico di chi visse quei giorni: Lehman Brothers non è fallita. O, più esattamente, forse non era un caso disperato come si ritenne quando il governo americano, la Federal Reserve, Jp Morgan Chase, Barclays, Morgan Stanley, Goldman Sachs e molti altri decisero che era tempo di staccarle la spina. Magari, amputata, la banca poteva vivere. O poteva essere spinta verso una lenta uscita di scena durante la quale alcune sue parti potevano rinascere sotto altre insegne.

I numeri della liquidazione, ora che è quasi ultimata, suggeriscono che Lehman non era insolvente. Lo assicurano per la parte europea, lo fanno sospettare per la parte americana. La sola certezza è che oggi Lehman sta rimborsando i suoi creditori con molto più denaro liquido di quanto si ritenesse concepibile la notte del 15 settembre 2008 in cui fu lasciata andare al suo destino.
lehman brothers 2008 lehman brothers 2008

Quei dati sollevano domande difficili su ciò che significa per una, più banche o aziende — forse anche per un Paese — apparire insolvente, cioè finanziariamente morto, a un certo punto nel tempo. Sono domande fin troppo attuali su cosa sia dettato dalla realtà, cosa dalla percezione umana o dalle condizioni generali dell’economia globale in momenti diversi della storia.

A fine settembre 2008, al portafoglio di derivati di Lehman fu valutato a 12 centesimi sul dollaro: carta straccia, appena più di un decimo del suo valore teorico. Il più recente rapporto del liquidatore europeo di Lehman, Pwc, riferisce invece di aver «portato il dividendo a 100 pence sulla sterlina». Significa che sulle molte decine di miliardi di euro o dollari in attività e debiti legati a Lehman Brothers International Europe, gli indennizzi ai creditori sono stati (in media) integrali.

lehman brothers lehman brothers
In più è stato versato loro ogni anno un tasso d’interesse dell’8%, e dopo resterà ancora nei conti bancari del liquidatore un surplus di cassa fra 4,96 e 7,39 miliardi di sterline (fino a 10 miliardi di euro), di nuovo da spartire fra i creditori. È un caso che un addetto ai lavori definisce «più unico che raro nelle procedure fallimentari». In totale “Lehman Brothers International Europe in Administration”, il nome dell’entità oggi in mano a Pwc, è già sicura di ripagare 43,3 miliardi di sterline (59,6 miliardi di euro). Non esiste più, ma è tornata immacolata.

Non è mai un processo indolore. Dopo la guerra, gli abitanti di Dresda, bombardata al fosforo, raccolsero le pietre della cattedrale distrutta, le pulirono e numerarono una ad una, per poter ricostruire in futuro. I curatori fallimentari hanno fatto con Lehman qualcosa di simile eppure diverso: hanno raccolto i milioni di pezzi, nell’idea di pulirli, numerarli, ma poi venderli per ripagare i creditori.

È un avanzamento passo dopo passo dopo la catastrofe. Lehman Brothers Holdings, la capogruppo americana oggi affidata allo studio newyorkese Alvarez and Marsal, ha per esempio venduto una catena di hotel presente da Assisi a Da Nang, nel Vietnam centrale; ha incassato 144 miliardi di dollari di dividendi dalla Formula Uno, di cui è azionista; ha ricevuto rimborsi per 176 milioni di dollari da un prestito a Endemol, la società che produce format tivù come «Il grande fratello » o «Che tempo che fa».
JAMES WOODS E' IL CEO DELLA LEHMAN BROTHERS IN _TOO BIG TO FAIL_ JAMES WOODS E' IL CEO DELLA LEHMAN BROTHERS IN _TOO BIG TO FAIL_

In Italia, questo lavoro fra le macerie è toccato a Mirja Cartia. All’inizio gli ex dipendenti la aspettavano sotto casa per sapere del loro bonus o della liquidazione, ma poteva anche andarle peggio. È stata questione di pochi giorni.

Subito prima del fallimento, Lehman era pronta a passare all’azione entro poche ore ed eseguire quello che in segreto aveva battezzato “Project Palio”: comprare una quota estremamente rilevante del Monte dei Paschi di Siena, con opzioni a salire ancora di più nel capitale in un secondo tempo. Una banca che stava per fallire stava per comprare un’altra banca che di lì a poco sarebbe stata sull’orlo del fallimento.

Dipanare la matassa a quel punto sarebbe diventato impossibile, la perdita molto più alta. Invece pian piano sono andate sul mercato a ottimi prezzi le quote in mano a Lehman della Sator di Matteo Arpe, del fondo semi-pubblico F2i o di partecipazioni immobiliari in Prelios, Aedes, Beni Stabili e Cordea Savills. Con quei proventi, creditori come Intesa Sanpaolo, Unicredit, Unipol o la stessa Mps sono stati rimborsati nel del tutto, ma per quote sostanziali. Si stima che la parte italiana di Lehman Europe oggi sia indennizzata all’85%.

2008-Il fallimento Lehman trascina nel baratro l\'economia mondiale 2008-Il fallimento Lehman trascina nel baratro l\'economia mondiale
Una prima occhiata agli Stati Uniti mostra che lì tutto è più difficile. La banca commissariata avrebbe attività nominalmente da circa 240 miliardi, ma ha tirato fuori denaro solo per 94 e stima ulteriori proventi per altri 13. In più ha aperti contenziosi per altre decine di miliardi di dollari, di cui uno per 15 miliardi su un pacchetto di derivati con Jp Morgan Chase. Dietro la contabilità c’è però il trauma di quello che un ex addetto Lehman di New York definisce «uno squalo che sanguinava nell’acqua e gli altri predatori volevano divorare».

Poiché il Tesoro Usa e la Fed le rifiutavano un finanziamento-ponte, nelle settimane subito prima del fallimento la banca ha dovuto svendere titoli in bilancio per una quantità imprecisata di miliardi. La sola certezza è che, con l’America in ripresa, quelle posizioni un tempo di Lehman ora valgono molto di più. Ci sono poi i derivati della banca, un colossale libro da 39 mila miliardi di dollari di valore teorico: Alvarez and Marsal stima che il caos della morte traumatica dell’istituto abbia causato perdite da 50 miliardi, altri le ritengono da 80. Quel colosso di Wall Street ha commesso errori, fu accecato dalla sua arroganza e forse non meritava di vivere.

Lehman Brothers Lehman Brothers
Altrettanto certo è che la sua fine ha generato un’industria di avvocati e consulenti che stanno ancora banchettando sulla carcassa: fino a un paio di anni fa le parcelle dei liquidatori a New York erano di un miliardo l’anno, mille dollari l’ora, mentre la parte europea costa ancora mezzo miliardo di euro l’anno. L’industria delle pompe funebri non va mai in recessione, e chi non lo capisce perde occasioni preziose. Giorni dopo l’insolvenza del 2008, sotto shock, Mirja Cartia salì su un taxi a Milano. «Ma non mi paghi con i buoni della Lecman — la avvertì il conducente — Quelli non valgono più nulla».


2. MASSINI: FU UNA VITTIMA SACRIFICALE NELLA LOTTA DEL CAPITALISMO GLOBALE
Anna Bandettini per “la Repubblica

FOTO CRISI - TUTTI CONTRO FULD (EX LEHMAN BROTHERS) FOTO CRISI - TUTTI CONTRO FULD (EX LEHMAN BROTHERS)
Il “caso Lehman” verrà ricordato anche come l’evento culturale dell’anno: in scena in diverse edizioni in Francia, Germania, Portogallo, Spagna, Belgio, Grecia, Austria, Svizzera, Ungheria, Canada... è stato applaudito in Italia da 28mila spettatori in due mesi di repliche al Piccolo (che lo riprenderà in maggio) e non solo perché è l’ultima regia teatrale di Luca Ronconi e perché ha una compagnia di attori straordinari — Massimo Popolizio, Fabrizio Gifuni, Massimo De Francovich, Paolo Pierobon... — ma perché in cinque ore di spettacolo Lehman Trilogy, la storia dei tre fratelli ebrei-tedeschi americanizzati, dal primo commercio di cotone al fallimento finanziario nel 2008, restituisce l’immagine della vulnerabilità del capitalismo che regola i paesi del mondo ricco, lo specchio in cui riflettere paure e preoccupazioni collettive.

GRAFICO LEHMAN GRAFICO LEHMAN
«Quando Ronconi lesse il testo mi disse che era colpito da quanto fosse contemporanea la storia dei Lehman: fino a un certo punto radicata in una passione etica poi sempre più fredda, cinica, caotica, scollegata da principi morali e reali dice Stefano Massini, il trentacinquenne autore di Lehman Trilogy (Einaudi), tradotto in più di otto lingue, ora richiesto da diversi paesi europei per farne anche un film, due anni di ricerche e studi economici per realizzarlo.

Licenziato Lehman Licenziato Lehman
Massini, il successo del suo testo indica che quel fallimento è ancora qualcosa di simbolico per noi tutti? «Lo è sicuramente. L’etica del lavoro e del denaro è un elemento identitario della nostra società. Conosciamo una persona e subito chiediamo che lavoro fa: sapere cosa fai e cosa guadagni è una forma di riconoscimento di quello che sei. Il crollo della Lehman è dunque simbolicamente una paura in cui ci riflettiamo, la prova che il sistema è fallibile e a quel punto, tutto può accadere. Non a caso le borse di tutto il mondo sono fortemente condizionate dall’emotività».

Sì, ma ora viene fuori che l’insolvenza della Lehman non c’era, che il fallimento si poteva evitare.
«Tra le tante cose che ho letto per la preparazione del testo c’è questa: due giorni prima di quel famoso 15 settembre 2008, giorno del fallimento, la Lehman chiese ad altre banche di acquistare il suo debito, istituti della Corea, del Giappone e di Singapore. Rifiutarono tutti. Sono in molti a sostenere che il crollo di una grande banca statunitense sia stato voluto dai veri padroni dell’economia mondiale di oggi, gli orientali, per dimostrare il cambio di baricentro del capitalismo globale. É una tesi, ma riconosciuta. Sarà un caso, ma il giorno in cui abbiamo debuttato a Milano con Lehman trilogy poco distante dal Piccolo si è aperta la prima filiale di una banca cinese. La Lehman è stata la vittima sacrificale, anche per quello che rappresentava ».

Cosa rappresentava?
Lehman Brothers Lehman Brothers
«La Lehman ha sostenuto l’economia americana in ogni momento della sua storia, nel bene e nel male. C’era nel cotone, nel petrolio, nel caffè. I tre fratelli hanno finanziato le ferrovie, la corsa all’oro, le corse alla presidenza di svariati candidati. Hanno finanziato Via col vento e King Kong i due film più identitari per l’America, hanno sostenuto le carriere di Marlon Brando e altri divi, i teatri di Broadway, la PanAm e la bomba H. Ecco perché la sua caduta è stata fragorosa ».

Ci si chiede: ma non è che anche il fallimento di cui si parla tanto della Grecia si può evitare?
«Per quel che so la vicenda Lehman era legata alla crisi dei mutui subprime, sulla Grecia pesa un debito sovrano che è un’altra cosa. Ma forse è simile l’elemento simbolico. Al di là della hybris che caratterizza la storia della Lehman c’è qualcosa di omerico nella sua vicenda: la necessità di un’epoca di immolare qualcuno per segnare un momento di passaggio».

 http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/lehman-non-doveva-fallire-banca-che-ha-scatenato-crisi-2008-97816.htm

PM di Trani: “Gli italiani sono stati truffati dalle agenzie di rating“


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tr Massimo supporto per il pm di Trani Michele Ruggiero, l’unico in grado di combattere contro lo strapotere criminale delle agenzie di rating, coloro che stanno massacrando i popoli europei e di tutto il mondo,sopratutto i ceti medio-bassi.
In sintesi la storia :
Tra il maggio 2011 e il gennaio 2012 quattro report delle principali agenzie di rating mondiali declassano l’Italia, diffondendo informazioni sul Paese che scatenano un terremoto finanziario e politico. Lo spread tra i bond italiani e i bund tedeschi schizza a livelli vertiginosi (il massimo raggiunto fu 575 punti) e costringe il governo Berlusconi alle dimissioni.
da LIBERO del 3 marzo 2015 – intervista Giacomo Amadori
“A me non interessa chi ha assicurato quella clausola unilaterale,ma chi ne è avvalso. Mi interessa dimostrare che il declassamento dell’Italia da parte di Standart and Poor’s era illegittimo e che il ministro dell’economia (allora guidato dal premier Monti ndr) forse poteva aspettare un pò a pagare quei soldi a una banca che faceva parte dell’azione di chi ci ha declassati”.
“Io so che nel semestre in cui S&P ha bastonato l’Italia, c’è stata una banca, Morgan Stanley, che ha battuto cassa con il nostro governo grazie a una clausola legata anche al nostro declassamento. E guarda caso questa banca partecipa all’azionariato di S&P.Questo dimostra l’enorme conflitto d’interessi in capo a queste agenzie“.
“Ci furono 4 o 5 azioni di rating nei confronti dell’Italia, compresa una bocciatura preliminare quando era ancora ufficiosa la manovra correttiva di Giulio Tremonti (il ministro dell’Economia del governo Berlusconi). Fu un semestre assolutamente caldo per l’Italia”.
Il reato ipotizzato è la manipolazione di mercato nella misura in cui un immeritato declassamento rappresenta un’informazione falsa al mercato. Infatti tutte le volte in cui sono partiti quei colpi contro l’Italia, l’agenzia sapeva che non li meritavamo”.
“Le prove sono le intercettazioni telefoniche e le email intercorse tra gli analisti di S&P che abbiamo sequestrato. Il responsabile italiano aveva avvertito i colleghi che quello che stavano scrivendo dell’Italia non corrispondeva a verità e per questo li pregava di togliere il nostro dai Paesi destinatari dei rating negativo. Se questo lo mettevano nero su bianco loro stessi, è chiaro che quel declassamento è un’informazione falsa ai mercati”.
“All’attuale ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan, allora autorevole capo economista dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), chiesi se fosse d’accordo con quella retrocessione. Rispose che non lo era assolutamente perchè i dati economici fondamentali dell’Italia dicevano altro. Durante le indagini abbiamo raccolto un coro unanime di pareri simili. Tutti, dico tutti, da Monti a Tremonti a Draghi, hanno assicurato che l’Italia non doveva essere declassata”.
“C’è un regolamento europeo che stabilisce che quando un’agenzia di rating ha maturato un report o altri atti di questo tipo, non può tenerli nel cassetto, deve subito riferirli al mercato, questi signori invece indugiavano, pilotavano la tempistica e questo significa influire anche sulla politica. Un progetto che qualcuno può chiamare anche complotto“.
fonte
Riportiamo il post scritto dal sostituto procuratore della Repubblica dott. Michele Ruggiero sulla sua bacheca Facebook in data 7/3/2015
“Gentili amici e ‘seguaci’, in relazione ai post che in questi giorni leggo su numerose bacheche e che riproducono una mia intervista al giornalista Amadori di ‘Libero’ tengo a precisare – a scanso di equivoci – di riconoscere esclusivamente il testo (virgolettato) della predetta intervista. Disconosco, invece, il titolo del post “Ciampi, Monti, Draghi e Padoan hanno truffato gli Italiani” trattandosi di affermazione che non ho mai fatto o reso ad alcuno ed in alcuna sede.
Tanto sentivo doveroso precisare per evitare ogni strumentalizzazione del mio operato da parte di chiunque. Pur comprendendo l’inevitabile interesse e rilievo mediatico del delicato processo in corso a Trani e da me condotto sul ‘rating’ dell’Italia, chiedo pertanto a tutti di evitare ulteriori diffusioni di affermazioni o pensieri a me non riconducibili ed indebitamente attribuitemi con il carattere virgolettato.”
FONTE: http://linoricchiuti.wordpress.com/2015/03/07/1-4/

 http://veritanwo.altervista.org/pm-di-trani-gli-italiani-sono-stati-truffati-dalle-agenzie-di-rating/

Le sconcertanti rivelazioni di Phil Schneider, poi assassinato


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PHIL SCHNEIDER. Lo so, questo nome non vi dice niente. La sua storia è stata censuratissima dai media, che inizialmente volevano relegarlo a “folle”, e quando però ha iniziato a ritagliarsi un discreto seguito, facendo conferenze in giro per gli stati uniti, alla fine è stato trovato morto. Su di lui purtroppo c’è poco materiale in italiano, anche i blogger “complottisti” ne parlano poco di lui. Cercate il suo nome su Youtube, ci sono molti video e conferenze, ahimè solo in inglese. Informatevi su di lui…
Veritanwo.altervista.org
phil_schneider_confPhil Schneider nacque il 23 aprile del 1947 a Bethesda. I genitori furono Oscar e Sally Schneider. Oscar Schneider fu Capitano della Marina statunitense, lavorò nell’ambito della medicina nucleare e contribuì a progettare i primi sottomarini atomici. Schneider fu anche coinvolto nel Progetto crossroads relativo ai tests nucleari a Bikini, isola del Pacifico. In una conferenza risalente al maggio 1995, Philip Schneider dichiarò che suo padre fu anche coinvolto nel misterioso Philadelphia experiment.
Come ingegnere e geologo, Philip fu assunto dal governo per cui collaborò alla costruzione di basi militari sotterranee (DUMB) in tutti gli Stati Uniti e fu uno dei tre sopravvissuti all’incidente di Dulce nel 1979, quando i Grigi ebbero uno scontro con terrestri. La vedova di Schneider, Cynthia Drayer crede che Philip sia stato ucciso poiché egli rivelò la verità circa il nesso tra governo ed U.F.O.
Nel 1979 Philip fu assunto dalla Morrison-Knudsen Inc. Partecipò così alla costruzione di nuovi settori della struttura ipogea di Dulce, nel New Mexico dove diresse i lavori che portarono all’apertura di nuove gallerie. Egli era preposto all’esame di campioni di roccia per stabilire quali esplosivi si dovessero impiegare.
Schneider fu ritrovato esanime in casa sua il 17 gennaio 1996: era stato strangolato col catetere che era costretto ad usare. Questo omicidio è un’esecuzione militare in piena regola. Qualunque cosa pensiamo delle sue rivelazioni, non si può dubitare che egli attrasse l’attenzione dell’F.B.I. e della C.I.A. Stando alla vedova, agenti segreti setacciarono l’abitazione, dopo la morte del marito e sequestrarono molte delle fotografie di famiglia.
Per due anni prima della sua morte, Philip Schneider era stato in un giro di conferenze parlando del  cover-up del governo, dei fondi neri e degli UFO. Philip ha dichiarato nella sua conferenza (veid sotto) che nel 1954, sotto l’amministrazione Eisenhower, il governo federale ha deciso di aggirare la Costituzione e formano un trattato con gli extraterrestri. Il trattato è stato chiamato “il trattato di Greada del 1954″.
Se le affermazioni di Philip Schneider sono vere, come ho ragione di credere, allora la sua conoscenza del governo segreto, degli UFO e altre informazioni mantenute nascoste al pubblico, ha profonde ripercussioni sul mondo come lo conosciamo.

Il Discorso di Phil Schneider del 1995

Maggio 1995, Post Falls, Idaho
“È a causa dell’orrenda struttura del governo federale che mi sento direttamente minacciato a non raccontare a nessuno queste cose. Per quanto ancora potrò farlo, nessuno lo sa. Tuttavia, vorrei precisare che questo discorso sarà diviso in quattro argomenti principali. Ciascuno di questi argomenti riguarderà da vicino alcune cose in cui voi siete direttamente coinvolti, che siate patrioti o meno.
Voglio che sappiate che questa America è un posto bellissimo. Ho visitato più di 70 paesi, e non riesco a ricordare nessun paese dotato di una tale bellezza, oltre che della magnificenza della sua gente, come gli Stati Uniti.
Per darvi una vaga idea di quello che sono, vi dico che ho iniziato la scuola di ingegneria e l’ho portata a termine. Metà dei miei studi sono avvenuti in quel campo e mi sono fatto una buona reputazione come ingegnere geologico, e anche come ingegnere strutturale con applicazioni sia militari che aereospaziali. Ho contribuito a costruire due basi principali negli Stati Uniti che hanno una certa importanza riguardo ciò che viene definito “Nuovo Ordine Mondiale”. La prima base è quella a Dulce, nel New Mexico. Nel 1979 sono stato coinvolto in una sparatoria contro alieni umanoidi, e sono uno dei pochi sopravvissuti. Molto probabilmente sono l’unico dei sopravvissuti che sentirete mai parlare. Altri due sopravvissuti vengono tenuti sotto stretta sorveglianza. Sono l’unico rimasto che conosce i file dettagliati dell’intera operazione. Sessantasei tra agenti dei servizi segreti, dell’FBI, Berretti Neri e altri, morirono in quel conflitto a fuoco. Io ero lì.
Per prima cosa, parte di quel che vi dirò sarà davvero sconvolgente. Parte di quel che sto per raccontarvi sarà probabilmente anche molto poco credibile ma, invece di mettervi gli occhiali, vi chiederò di utilizzare un po’ di sano scetticismo. Ma per favore, sentitevi liberi di fare i compiti a casa. So che il Freedom of Information Act è dietro l’angolo, ma è il meglio che possiamo fare. La biblioteca legale vicino casa vostra è un buon posto dove cercare informazioni sui Registri Congressuali. Quindi, se qualcuno continua a fare i suoi compiti a casa, puo’ vigilare su ciò che accade nel proprio Paese.
Basi sotterranee militari e Black Budget
Amo il Paese in cui vivo più della mia stessa vita, ma non starei qui in piedi davanti a voi, rischiandola, se non ci credessi davvero. La prima parte di questo discorso riguardera le basi militari sotterranee e il Bilancio Nero (Black Budget). Il Black Budget è un bilancio segreto che ingloba il 25% del prodotto interno lordo degli Stati Uniti. Il Black Budget attualmente consuma 1.25 trilioni di dollari all’anno. Questa è la somma minima che viene usata nei programmi oscuri, come quelli che riguardano le basi sotterranee militari. Attualmente, ci sono 129 basi sotterranee militari negli Stati Uniti.
Hanno costruito queste 129 basi incessantemente, giorno e notte, sin dai primi anni ’40. Alcune sono state costruite anche prima. Queste basi sono in pratica delle grandi città sotterranee collegate attraverso treni ad alta velocità magneto-leviton, che arrivano a velocità Mach 2. Sono stati scritti diversi libri a riguardo. Al Bielek ha la mia unica copia di uno di questi. Richard Souder, un architetto, ha rischiato la sua vita per averne parlato. Ha lavorato con un numero di agenzie governative alle basi militari sotterranee. Qui attorno, dove voi vivete, in Idaho, ce ne sono 11.
La profondità media di queste basi è di circa un miglio, e come dicevo sono praticamente delle intere città sotterranee. Sono tutte tra le 2.66 e le 4.25 miglia cubiche in dimensione. Hanno macchinari per la trivellazione laser che possono scavare un tunnel di sette miglia in un solo giorno. I Progetti Segreti vanno di pari passo con l’autorità del Congresso, che come ben sappiamo è illegale. Proprio in questo esatto momento, il Nuovo Ordine Mondiale dipende da queste basi. Se l’avessi saputo all’epoca, quando ci lavoravo, non l’avrei fatto. Mi hanno mentito in maniera sistematica.
Lo sviluppo della Tecnologia Militare comprendeva l’interesse Tedesco per la tecnologia Iper-spaziale. Praticamente, per quanto riguarda la tecnologia, per ogni anno del calendario che passa, la tecnologia militare compie un balzo in avanti di circa 44.5 anni. Ecco perchè è facile capire che nel 1943 erano in grado di creare, attraverso l’uso della tecnologia “vacuum tube”, un veicolo che poteva letteralmente scomparire da un posto e riapparire in un altro. Mio padre, Otto Oscar Schneider, ha combattuto per entrambe le parti nella guerra. Originariamente era il capitano di un U-Boat, e fu catturato ed espatriato negli Stati Uniti. Era coinvolto in varie operazioni, come ad esempio in quella della Bomba A, della Bomba-H e il Philadelphia Experiment. Inventò una macchina fotografica ad alta velocità che riuscì a fotografare i primi test atomici sull’isola di Bikini il 12 Luglio 1946. Ho le fotografie originali di quel test, e le foto mostrano anche alcuni UFO che sorvolano la zona bombardata ad un’elevata velocità. L’isola di Bikini all’epoca era piena di UFO, specialmente sott’acqua, e i nativi del luogo avevano problemi con i loro animali, che venivano mutilati. In quel tempo, il Generale McArthur si rese conto che la prossima guerra sarebbe stata contro alieni provenienti da altri mondi.
Ad ogni modo, mio padre si occupava del lavoro manuale insieme ai teorici del Philadelpha Experiment, così come anche di altri esperimenti. Cosa ha a che fare questo con me? Niente, a parte il fatto che quello fosse mio padre. Non sono d’accordo con quel che faceva dall’altra parte [Germania], ma penso che avesse tutte le buone ragioni di venire qui. In Germania era odiato. C’era una taglia di 1 milione di dollari, pagabili in oro, a chiunque l’avesse ucciso. Ovviamente, questo non accadde. Comunque, tornando al nostro discorso – le basi sotterranee…
La Sparatoria nella Base di Dulce
Nel 1954, sotto l’amministrazione Eisenhower, il governo federale decise di aggirare la Costituzione degli Stati Uniti, e strinse un patto con alcune entità aliene. Fu chiamato il “Trattato di Greada” del 1954, e in pratica stipulava un accordo con gli alieni coinvolti che gli permetteva di prendere alcune vacche e di testare le loro tecniche di implantologia su un gruppo di esseri umani, ma gli alieni dovevano fornire i dettagli riguardo le persone coinvolte. Lentamente, gli alieni alterarono il patto finchè non decisero di non volerlo più rispettare del tutto. Nel 1979, questa era la realtà, e il conflitto a fuoco a Dulce avvenne quasi per caso. Ero incaricato di costruire un’aggiunta alla base militare sotterranea di Dulce, che è probabilmente la base più in profondità. Va a fondo per sette livelli ed è profonda circa 2.5 miglia. In quel particolare momento, dovevamo trivellare quattri diversi buchi nel deserto, e dovevamo collegarli insieme e far brillare insieme grandi porzioni per volta.
Il mio compito era di andare giù in quei buchi e controllare campioni di roccia, e raccomandare l’esplosivo da usare per quel tipo di roccia particolare. Mentre scendevo là sotto, ci trovammo nel bel mezzo di una grande caverna che era piena di alieni provenienti dallo spazio, conosciuti anche come Grigi Giganti. Sparai a due di loro. In quel momento c’erano 30 persone là sotto. Altre 40 scesero non appena tutto questo ebbe inizio, e tutti vennero uccisi. Avevamo scoperto un’intera base sotterranea di alieni. Più tardi, scoprimmo che essi avevano vissuto sul nostro pianeta per un lunghissimo tempo, probabilmente anche per un milione di anni. Questo potrebbe spiegare molte cose dietro la teoria degli antichi astronauti.
Ad ogni modo, venni colpito al torace da una delle loro armi, che erano costituite da una specie di scatola sul loro corpo, che aprì un foro in me e mi passo una bella dose di radiazioni al cobalto. Ho preso il cancro a causa di questo.
Non mi ero interessato più di tanto alla tecnologia UFO finchè non iniziai a lavorare all’Area 51, a nord di Las Vegas. Dopo circa due anni di recupero dall’incidente del 1979, tornai a lavorare per Morrison & Knudson, EG&G e altre compagnie. Nell’Area51 stavano testando tutti i tipi di velivoli spaziali. Quante persone qui conoscono la storia di Bob Lazar? Era un fisico che lavorava all’Area 51 tentando di decifrare il fattore di propulsione su alcune di queste navette.
Le preoccupazioni di Schneider circa le Fazioni Governative, le Macchine su Binari e i Contratti Shackle
Ora, io sono davvero preoccupato circa l’attività del governo federale. Hanno mentito al pubblico, hanno messo con le spalle al muro i senatori, e hanno rifiutato di dirci la verità riguardo la questione aliena. Potrei andare ancora avanti. Potrei dirvi che sono piuttosto incavolato. Recentemente, ho conosciuto qualcuno che viveva a due passi da me a Portland, in Oregon. Lavorava alla Gunderson Steel Fabrication, dove fanno le macchine a rotaia. Ora, conoscevo questo tizio da 30 anni, ed era una persona tranquilla. È venuto a trovarmi un giorno, tutto esagitato, e mi ha detto “stanno costruendo macchine per i prigionieri”. Era nervoso. Gunderson, mi disse, aveva un contratto con il governo federale per costruire 107.200 macchine a rotaia, ciascuna con 143 paia di manette. Ci sono 11 co-operatori in questo progetto gigante. Teoricamente, Gunderson ha preso circa 2 miliardi di dollari per il contratto. Bethlehem Steel e altri manufattori di acciaio sono coinvolti. Lui mi mostrò una delle macchine nella rimessa delle rotaie a North Portland. Aveva ragione. Se moltiplicate 107.200 per 143 per 11, otterrete 15.000.000. Questo è probabilmente il numero di persone che sono in disaccordo con il governo federale. Non potete più buttare fuori dagli uffici questa gente. La nostra attuale struttura di governo è la “tecno-crazia”, non la democrzia, ed è una forma di feudalesimo. Non ha niente a che vedere con la repubblica degli Stati Uniti. Questa è gente senza dio, e hanno impedito la preghiera nelle scuole pubbliche. Potete beccare una multa fino a 100.000 dollari e due anni di prigione per aver pregato a scuola. Io penso che possiamo fare di meglio. Penso anche che il governo federale stia tentando il colpaccio della deportazione di cittadini Americani. Non sono un buon narratore, ma continuerò a parlare finchè qualcuno non mi faccia fuori, perchè vale la pena parlare ad un gruppo come questo di queste atrocità.
Gli Appaltatori del Programma Segreto
Ci sono altri problemi. Ho alcune immagini interessanti del 1993. Ci sono 29 prototipi di velivoli stealth attualmente. Il budget previsto per questi aggeggi da parte del Congresso degli Stati Uniti è di 245.6 milioni di dollari. Non sarebbe possibile comprare i singoli componenti di questi programmi segreti per quella cifra. Quindi, ci hanno mentito. Il Black Budget ammonta a circa 1.3 trilioni di dollari ogni due anni. Un trilione è un migliaio di miliardi. Un trilione di dollari pesa 11 tonnellate. Il Congresso degli Stati Uniti non visiona mai i libri contabili coinvolti in questo affare clandestino. Gli appaltatori di programmi segreti: EG&G, Westinghouse, McDonnell Douglas, Morrison – Knudson, Wackenut Security Systems, Beoing Aerospace, Lorimar Aerospace, l’Aerospacial in Francia, le Industrie Mitribishi, Rider Trucks, Bechtel, I.G. Farben, più un centinaio di altri. È così che viviamo da persone amanti della libertà? Io non credo.
Guerre Stellari e l’Apparente Minaccia Aliena
Ancora, il 68% del budget militare è direttamente o indirettamente interessato dal black budget. L’operazione Guerre Stellari si basa pesantemente su armi di tipo stealth. Ad ogni modo, nessuno dei programmi stealth sarebbe disponibile se non avessimo messo le mani su dischi alieni caduti. Nessuno di questi. Alcuni di voi potrebbero chiedere cosa stia raccogliendo lo Shuttle spaziale. Grandi quantitativi di metalli speciali che vagano nello spazio e non possono essere prodotti sulla terra. Hanno bisogno del vuoto spaziale por poterli produrre. Non ci viene detto niente di lontanamente simile alla verità. Io credo che gli ufficiali del nostro governo ci abbiano venduti – completamente. Fino a poche settimane fa, ero impiegato nel governo degli Stati Uniti con una certificazione di tipo Ryolite-39 – una delle più alte al mondo. Io credo che il programma Guerre Stellari sia in piedi solo per apparire come uno scudo per prevenire attacchi alieni – non ha niente a che vedere con la “guerra fredda”, che era solo un giocattolo per spillare soldi a tutta la gente – per cosa? L’intera menzogna è stata pianificata ed eseguita negli ultimi 75 anni.
Tecnologia Aerea Stealth usata dalle Agenzie Americane e dalle Nazioni Unite
Ecco qui qualche altra informazione per voi, gente. La Drug Enforcement Administration e l’ATF si basano su armi tattiche di tipo stealth per un totale del 40% del loro budget per le operazioni. Questo avveniva nel 1993 e le stime si sono alzate di molto da allora. Le Nazioni Unite hanno usato aerei stealth Americani per circa il 28% delle loro operazioni collettive a livello globale tra il 1990 e il 1992, secondo il Centro per gli Studi Strategici e il Rapporto UN 3092.
I Guardiani dello Stealth e le Origini Delta Force del Conflitto in Bosnia
I Guardiani dello Stealth: ci sono almeno tre distinte classificazioni di polizia che vigilano sui nostri segreti meglio custoditi. Numero uno, il MJTF (Military Joint Tactical Force), a volte chiamato Delta Force o Berretti Neri, è una forza tattica multi-nazionale primariamente usata per custodire i vari velivoli stealth attorno al globo. In ogni caso, ci sono 172 velivoli stealth già costruiti. Dieci caduti, quindi ce ne sono almeno 162. Bill Clinton li ha assegnati sei settimane fa alle Nazioni Unite. Ci sono state alcune indicazioni che la Delta Force fosse stata spedita in Bosnia durante gli ultimi giorni dell’amministrazione Bush come una squadra segreta di cecchini, e che questi abbiano iniziato a dare colpi ad entrambe le fazioni, per dare il via al vero conflitto in Bosnia che avrebbe asservito a vari scopi in seguito per le successive amministrazioni.
Pensieri su Attacchi negli Stati Uniti
Sono stato assunto non molto tempo fa per stilare un rapporto sull’attacco al World Trade Center [N.B.: si riferisce al primo attentanto, NON all’11 Settembre]. Sono stato assunto perchè conoscevo 90 diversi tipi di esplosivi chimici. Ho dato un’occhiata alle foto scattate subito dopo l’esplosione. Il cemento era venuto via e si era sciolto. L’acciaio era letteralmente stirato fino a sei piedi in più della lunghezza originale. C’è una sola arma in grado di fare questo – una piccola arma nucleare. E’ un ordigno nucleare di tipo costruttivo. Ovviamente, quando dicono che si trattava di nitrato esplosivo, stanno mentendo al 100%, gente. Le persone che hanno in custodia probabilmente non hanno commesso il reato. Per la cronaca, ho ragione di credere che quello stesso gruppo tenuto in custodia abbia commesso altri reati, come ad esempio l’omicidio di un rabbino Ebreo a New York.
Tuttavia, voglio insistere sul fatto che l’ultima esplosione ad Oklahoma City, che loro dicono sia stata causata da una bomba al nitrato o composta da fertilizzanti. In prima istanza, hanno detto che si trattava di una bomba di fertilizzante di 1,000 libbre. Poi, hanno detto che era di 1,500. QUIndi di 2.000. Ora è di 20.000. Potete mettere 20.000 libbre di fertilizzante in un furgone Rider. Ora, non ho mai mischiato esplosivi. Conosco la struttura chimica e l’applicazione degli esplosivi di costruzione. La mia reputazione si basava su di questo. Ho aiutato a scavare più di 13 basi sotterranee militari negli Stati Uniti. Ho lavorato al Progetto Malta, nella Germania Ovest, in Spagna e in Italia. Vi posso dire per esperienza che un’esplosione di nitrato non sarebbe stata in grado di frantumare i vetri dell’edificio federale di Oklahoma City. Avrebbe ucciso un po’ di persone e fatto trollare una parte della facciata dell’edificio, ma non avrebbe mai potuto fare quel tipo di danno. Io credo che mi abbiano mentito, e non sono più disposto ad accettarlo, quindi vi dico che hanno mentito anche a voi.
La Verità dietro il Contratto Repubblicano in America
Credo che non ci rimanga più di sei mesi di vita in questo Paese, con l’attuale situazione. Siamo gli zimbelli del mondo, perchè vendiamo presi in giro da così tanta gente malvagia che governa questa nazione. Penso che possiamo fare di meglio. Penso che la gente sui 45 anni sia seriamente preoccupata per il proprio futuro. Vi presenterò uno scenario spaventoso, tutto per voi. Il Contratto con l’America. Contiene la stessa terminologia utilizzata da Adolph Hitler per sovvertire la Germania nel 1931. Io penso che possiamo fare di meglio. Il Contratto con l’America è l’ultimo tentativo da parte del nostro governo federale di strappare definitivamente la Costituzione e il Bill of Rights.
Alcune Statistiche sulla Presenza di Elicotteri Neri
Gli elicotteri neri. Ci sono circa 64.000 elicotteri neri negli Stati Uniti. Per ogni ora che passa, ne viene costruito uno. È questo il giusto utilizzo del nostro denaro? Cosa se ne fa il nostro governo federale di 64.000 elicotteri tattici, se non li usa per schiavizzarci? Io dubito che l’intero reparto militare necessiti di 64.000 elicotteri in tutto il mondo. Dubito anche che il mondo intero necessiti di 64.000 elicotteri. Ci sono aerei 157 F-117A Stealth caricati con LIDAR e immagini radar migliorate dal computer. Possono vederti camminare da stanza a stanza quando sorvolano la tua casa. Vedono gli oggetti nella casa dall’alto con un limite di variazione da 1 pollice fino a 30.000 miglia. Ecco quanto sono accurati. Ora, ho lavorato nel governo federale per lungo tempo, e so esattamente come funzionano le cose da loro.
Apparecchio per Terremoti del Governo, AIDS come bio-arma basata su Secrezione Aliena
Il governo federale ha appena inventato uno strumento per provocare terremoti. Sono un geologo, e so di cosa parlo. Con il terremoto Kobe in Giappone, non si sono avute onde a impulsi come in un normale terremoto. Nessuna. Nel 1989, ci fu un terremoto a San Francisco. Anche in quel caso non vi furono onde a impulsi. È un macchinario di Tesla che viene usato per scopi malvagi. I programmi del budget segreto hanno sovvertito la scienza così come noi la conosciamo. Prendete l’AIDS, ad esempio, inventata dal National Ordinance Laboratory di Chicago, in Illinois, nel 1972. Era un’arma biologica da usare contro le persone negli Stati Uniti. La ragione per cui ne sono a conoscenza è perchè ho visto la documentazione dell’Ufficio dei Servizi Strategici, che in ogni caso è ancora operativo oggi, attraverso il CDC di Atlanta. Hanno usato le secrezioni ghiandolari di animali, umani e alieni umanoidi per creare il virus. Questi alieni umanoidi con cui il governo sta smanettando sono la notizia peggiore. Non c’è assolutamente alcuna difesa contro i loro germi – nessuna. Sono un’arma biologica dalle conseguenze terribili. Ogni alieno sul pianeta andrebbe isolato.
Saddam Hussein ha ucciso 3.5 milioni di gente Kurda con una simile arma biologica. Noi, gente di questo pianeta, meritiamo tutto ciò? No, non lo meritiamo, ma non facciamo niente a riguardo. Ogni momento che sprechiamo, stiamo causando un disservizio alle altre persone sul pianeta. Proprio ora, mentre io sto morendo di cancro contratto a causa del mio lavoro per il governo federale. Potrei vivere altri sei mesi. Potrei anche non farcela. Vi dirò una cosa. Se continuo a parlare come sto facendo, forse Dio mi darà la vita per dire tutto quanto. Infrangerò qualsiasi legge per vuotare il sacco. Undici dei miei migliori amici negli ultimi 22 anni sono stati assassinati. Otto degli omicidi sono stati definiti “suicidi”. Prima di giungere a questo incontro a Las Vegas, ho accompagnato un amico giù a Joshua Tree, vicino a 29 Palms. Ho guidato attraverso le montagne per arrivare a Needles, California, e sono stato seguito da due furgoni E-350 con targhe G-14, ciascuno con una coppia di passeggeri, uno dei quali aveva un mitragliatore Uzi. Sapevo esattamente chi fossero. Ho parlato 19 volte e probabilmente ho raggiunto 45.000 persone. Beh, sono andato avanti e mi sono fermato in mezzo alla strada. Entrambi hanno accostato e mi hanno bloccato accanto al ciglio della strada. È così che deve andare? Ho strappato la mia security card e l’ho rispedita al governo, e ho detto loro ch se fossi stato minacciato, ed è accaduto, avrei messo su internet 140.000 pagine di documentazione classificata delle strutture governative e dell’intero piano. Ho già iniziato a farlo.
Grazie mille.”
Incontro di fine Maggio 1995.
Nel maggio 1995, Schneider iniziò a tenere delle conferenze su quello che lui aveva scoperto durante la sua carriera, della sua familiarità con una serie di progetti ombra compartimentalizzati e dell’interazione avuta con personale che lavorava con gli alieni. Sette mesi dopo il 17 gennaio 1996 (non prima di aver subito diversi tentativi di attentato alla sua vita), fu giustiziato in circostanze misteriose e secondo alcuni amici nonché la ex-moglie, sarebbe stato torturato ripetutamente prima della sua morte. Del resto in più di una circostanza disse pubblicamente che era segnato e sapeva che non sarebbe vissuto a lungo. 
Per molti anni la principale fonte di informazioni disponibili sulla vita e la morte di Philip era un articolo pubblicato su Internet  co-coordinato da Cynthia Drayer (ex-moglie di Philip) e Tim Swartz.
Nel 2001 Skybooks editore della collana Montauk ha pubblicato ‘The Murder Philadelphia Experiment’ scritto da Alexandra Bruce e curato da Peter Moon, un libro dedicato alla memoria di Philip Schneider.
Fonti:
http://www.altrogiornale.org
http://www.tankerenemy.com
http://www.ufodigest.com
Fonte: http://dioni.altervista.org/Phil_Schneider.html

 http://veritanwo.altervista.org/le-sconcertanti-rivelazioni-di-phil-schneider-poi-assassinato/