UN DOCUMENTO ECCEZIONALE
È un documento eccezionale quello pubblicato dal Washington Post. Un breve video del 1927 girato dalla Fox Service (l’antesignana di Fox News) in cui il Duce d’Italia, Benito Mussolini, manda il suo saluto agli italiani d’America e all’America tutta.
È un documento eccezionale quello pubblicato dal Washington Post. Un breve video del 1927 girato dalla Fox Service (l’antesignana di Fox News) in cui il Duce d’Italia, Benito Mussolini, manda il suo saluto agli italiani d’America e all’America tutta.
La Fox fu la prima azienda media a comprendere il potere del suono associato all’immagine; per questo, in quegli anni, iniziò a spedire per il mondo i suoi tecnici e le sue troupe a riprendere i grandi eventi dell’epoca e i grandi personaggi. Vennero anche in Italia perché Mussolini era considerato il politico all’avanguardia nella capacità di comunicazione e di uso politico dell’immagine: e pochi anni dopo il regime avrebbe fondato Cinecittà conquistando con il cinema l’immaginario collettivo in tutto il mondo.
Ma non solo: in America si cominciava a guardare con curiosità e interesse l’esperienza fascista che stava trasformando una giovane nazione rurale e arretrata in una potenza industriale.
Cinque anni dopo, nel 1933, l’America sarebbe impazzita per la trasvolata di Italo Balbo e una folla oceanica avrebbe accolto con i tricolori e i saluti romani gli eroi italiani a New York; un tributo mai concesso ad alcuno straniero.
GLI IMMIGRATI ITALIANI
A questo sguardo interessato dell’America giocarono un ruolo l’enorme numero di nostri nostri connazionali che lì erano andati a cercare fortuna.
Come ricorda nell’articolo Philip Bump, negli anni ’30 l’Italia era la prima nazione per numero d’immigrati in America; avevamo superato inglesi, tedeschi e irlandesi. In tutto quasi 2 milioni di italiani avevano raggiunto gli Stati Uniti, una cifra impressionante per i dati demografici di allora.
In New Jersey, in Connecticut, in Pennsylvania e soprattutto a New York il luogo di origine più comune era il nostro paese; nella sola Brooklyn, l’8% della popolazione era nata in Italia.
A questo sguardo interessato dell’America giocarono un ruolo l’enorme numero di nostri nostri connazionali che lì erano andati a cercare fortuna.
Come ricorda nell’articolo Philip Bump, negli anni ’30 l’Italia era la prima nazione per numero d’immigrati in America; avevamo superato inglesi, tedeschi e irlandesi. In tutto quasi 2 milioni di italiani avevano raggiunto gli Stati Uniti, una cifra impressionante per i dati demografici di allora.
In New Jersey, in Connecticut, in Pennsylvania e soprattutto a New York il luogo di origine più comune era il nostro paese; nella sola Brooklyn, l’8% della popolazione era nata in Italia.
“I’M VERY GLAD…”
Il video è straordinario per due ragioni: primo perché il Duce parla in inglese. Secondo, per i contenuti del messaggio che Mussolini invia oltre Oceano:
“I’m very glad”… “sono molto contento di poter esprimere i miei sentimenti di amicizia verso la nazione Americana (…) Saluto con meravigliosa energia il popolo americano e io vedo e riconosco tra voi il sale della vostra terra, così come i miei concittadini che stanno lavorando per fare grande l’America. Saluto il grande popolo americano. Saluto gli italiani d’America che si uniscono in un unico amore di due nazioni”.
Il video è straordinario per due ragioni: primo perché il Duce parla in inglese. Secondo, per i contenuti del messaggio che Mussolini invia oltre Oceano:
“I’m very glad”… “sono molto contento di poter esprimere i miei sentimenti di amicizia verso la nazione Americana (…) Saluto con meravigliosa energia il popolo americano e io vedo e riconosco tra voi il sale della vostra terra, così come i miei concittadini che stanno lavorando per fare grande l’America. Saluto il grande popolo americano. Saluto gli italiani d’America che si uniscono in un unico amore di due nazioni”.
Poi sappiamo come è andata: l’America si trasformò da nazione sorella in “demoplutocrazia”; Mussolini si alleò con Hitler e fu l’ecatombe. Il Fascismo venne consegnato alla damnatio memoriae; e ancora oggi, negli Stati Uniti, la parola “fascist” viene attribuita ad ogni categoria negativa (persino i tagliatole dell’Isis vengono definiti “islamo-fascisti”).
Eppure questo video racconta un’altra storia che poteva essere e che non è stata: per l’Italia e per il mondo.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
http://blog.ilgiornale.it/rossi/2016/07/28/quando-allamerica-piaceva-il-duce/