martedì 2 febbraio 2010

OAK FUND MISTERY - Malagutti svela sul Corriere della Sera (13 aprile 1999) i segreti del Fondo Quercia - Dalle Cayman Islands alla Svizzera. Tra i soci di Giorgio Magnoni anche Rossi, ex Campari - il promotore dell'Oak fund figura tra gli amministratori della Intek, societa' quotata in Borsa che fino a pochi anni fa si chiamava Teknecomp ed era controllata dall'Olivetti allora guidata da De Benedetti - L' investimento passo' inosservato: nessuno a quei tempi pensava che un giorno Magnoni avrebbe addirittura partecipato alla scalata dell'intero gruppo di Ivrea...

Vittorio Malagutti per Corriere della Sera (13 aprile 1999)
giorgio magnoni

L' indirizzo e' esotico quanto basta per un villaggio vacanze: West Bay road, Grand Cayman Islands, Indie occidentali britanniche. + questo il recapito dichiarato dell' Oak fund, importante finanziatore di Roberto Colaninno ed Emilio Gnutti nella loro scalata all' Olivetti. Tanto importante da comprare il 5,92 % della finanziaria Bell di Lussemburgo, principale azionista del gruppo di Ivrea con una quota di capitale del 13,84 % .

Ma per chi cerca informazioni su questo fondo d' investimento nato al sole delle Antille, e' inutile bussare a quella porta. L' indirizzo di West Bay road corrisponde agli uffici della Citco services, una vera multinazionale dei servizi finanziari off shore, con filiali nei piu' diversi paradisi fiscali. "Tra gli amministratori dell' Oak fund c' e' Giorgio Magnoni", ha dichiarato Gnutti in una recente intervista al Corriere.
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Magnoni e' un cognome noto nel mondo della finanza internazionale. Se non altro perche' Ruggero, fratello di Giorgio, e' uno dei manager di punta della Lehman, la banca d' affari statunitense che sin dai primi passi dell' operazione assiste Colaninno nel suo attacco a Telecom.

E allora, per trovare qualche informazione utile, conviene lasciare il sole delle Antille per spostarsi nel meno esotico Canton Ticino. Qui, nel paesino di Manno, non lontano da Lugano, che Giorgio Magnoni tira le fila dell' International technology innovation (Iti), una societa' registrata a Rotterdam in Olanda. E insieme a Magnoni, ai vertici di Iti siede Antonio Rossi, un manager abituato a muoversi ben lontano dai riflettori della cronaca.
Antonio Rossi

Fino a pochi anni fa pero' Rossi, 40 anni circa, controllava il 40 % del capitale della Campari, forse uno dei marchi piu' noti dell' industria italiana. Antonio Rossi gestiva il patrimonio di famiglia insieme al padre Erinno, alla madre Angelina e alla sorella Erinna.

Nel 1994, quando nell' azienda del bitter entrarono come soci forti gli olandesi della Bols, i Rossi preferirono farsi da parte incassando un assegno che a quei tempi, in mancanza di notizie certe, venne stimato intorno ai 400 miliardi. Da allora Antonio Rossi si e' impegnato in numerosi investimenti in campo finanziario e immobiliare e Giorgio Magnoni e' da tempo uno dei suoi partner abituali.
Carlo De Benedetti con moglie

Tra le iniziative della coppia di finanzieri ci sarebbe anche l' Oak fund, che, nato qualche anno fa, col tempo ha raccolto adesioni di altri investitori. Del resto lo stesso Giorgio Magnoni vanta molteplici attivita' anche in Italia, alcune di queste insieme al fratello Ruggero.

Tra l' altro il promotore dell' Oak fund figura tra gli amministratori della Intek. Quest' ultima e' una societa' quotata in Borsa che fino a pochi anni fa si chiamava Teknecomp ed era controllata proprio dall' Olivetti allora guidata da Carlo De Benedetti. L' investimento passo' inosservato: nessuno a quei tempi pensava che un giorno Magnoni avrebbe addirittura partecipato alla scalata dell' intero gruppo di Ivrea.



[01-02-2010]
by dagospia

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