mercoledì 18 dicembre 2019
“ECCO COME HANNO DISTRUTTO LA POPOLARE DI BARI” - PARLA LUIGI SABETTA, ASSUNTO NEL 2013 COME CAPO DELL'AREA RISCHIO E POI, UN MESE DOPO, PUNITO E ALLONTANATO DAI VERTICI QUANDO COMINCIA A FAR DOMANDE SULL’OPERAZIONE TERCAS - JACOBINI E DE BUSTIS LO PARCHEGGIANO DOVE NON POSSA PIÙ FICCARE IL NASO NEL CUORE DELLA BANCA E…
Carlo Bonini e Giuliano Foschini per “la Repubblica”
C'è un uomo che sa. Che sa tutto. Della Banca Popolare di Bari, dei suoi bilanci taroccati, dei quattro uomini che l' hanno portata per mano nell' abisso, salvo ora far finta o provare a far credere che fossero divisi tra cavalieri bianchi e neri: il patriarca della banca Marco Jacobini, i figli Luigi e Gianluca e l' amministratore delegato Vincenzo de Bustis Figarola. L' uomo che sa è una persona per bene. Si chiama Luca Sabetta. E la Popolare di Bari gli ha rovinato la vita, distruggendogli una carriera, togliendogli la serenità e il sonno.
Luca Sabetta è un professionista dell' amministrazione bancaria, con vent' anni di carriera immacolata alle spalle. Doveva essere l'"utile idiota" necessario, nell' autunno del 2013, a convincere - come in effetti avvenne - la Vigilanza di Bankitalia che i rilievi sulla gestione dell' Istituto, a cominciare dall' uso clientelare delle linee creditizie, dalla inesistente gestione del rischio nell' impiego del capitale, avessero finalmente trovato una soluzione.
O, comunque, a consentirle di registrare che una discontinuità nella governance della banca c' era stata. Luca Sabetta doveva essere il "Chief Risk Officer", il capo di un' area rischio degna di questo nome, che Bari aspettava come un Godot per chiudere la partita con Palazzo Koch (sede di Bankitalia) e aprire - come in effetti avvenne - le porte all' acquisizione di un altro carrozzone bancario: l' abruzzese Banca Tercas.
Le cose, in quel 2013, andranno molto diversamente. Perché Luca Sabetta è una persona integra. Scopre, dai carteggi interni della Banca, che la Popolare è una finzione.
E, dunque, tre anni fa, dopo essere stato demansionato, allontanato e denunciato per tentata estorsione dalla Popolare, trova la forza e il coraggio di dire la verità. Di rompere la crosta di omertà e ricatti che tutto tiene insieme. Di salire nell' ufficio del Procuratore aggiunto di Bari, Roberto Rossi, e mettere a verbale la storia di cui oggi si cominciano nitidamente a vedere i contorni. E che è solo all' inizio.
Una storia che ora vale ai tre Jacobini e a De Bustis - oltre alle contestazioni di falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza - anche un' iscrizione al registro degli indagati per maltrattamenti, lesioni personali, estorsione. Una storia - per come Repubblica è in grado di ricostruire - andata così.
Il Godot di Verona È l' estate del 2013. La Popolare, ormai lo sappiamo, oltre ad essere gravata dal blocco all' acquisizione di altri istituti di credito, è alle prese con una nuova ispezione di Bankitalia che promette di concludersi come le precedenti. Con la censura della governance della banca. Vincenzo De Bustis, in quel momento vice direttore generale, ha un' idea.
Conosce (per aver lavorato con lui in Mps e Banca 121) un fior di amministratore che è a Verona, al "Banco Popolare Veneto", con 20 anni di esperienza. Gli presenta i tre Jacobini, padre e figli. Lo lusinga spiegandogli che, di fatto, gli darà in mano le chiavi della Popolare. Perché non solo sarà il nuovo "Chief Risk Officer", il capo dell' Area rischio. Ma avrà poteri di veto nei confronti del Consiglio, della Presidenza e dell' ad in tutte le decisioni che dovessero andare a incrociare scelte strategiche nella gestione del capitale - linee di credito, acquisizioni, investimenti in fondi mobiliari e immobiliari - che non lo convincono.
Insomma, Sabetta, che è una persona per bene, si convince che a Bari abbiano davvero bisogno di lui non solo per risanare una banca ma ricostruirne la reputazione. Si sbaglia. E lo capisce presto. Sabetta chi? Luca Sabetta viene assunto alla Popolare il 18 ottobre del 2013.
La data non è casuale. Come ormai sappiamo ( Repubblica lo ha raccontato ieri), cinque giorni dopo, il 23 ottobre, in una singolare seduta del Cda cui partecipa Carmelo Barbagallo, allora capo della Vigilanza di Bankitalia, la Popolare, mentre viene informata, delle criticità che continua a presentare la sua governance, avvia con Palazzo Koch, pur essendo inibita dal farlo, il carteggio che segnala la sua intenzione di accollarsi la decotta Tercas, per cui Bankitalia cerca acquirenti. Bene, in quel 23 ottobre 2013, la nomina di Sabetta è oro.
Ma Sabetta, che è uomo intelligente, capisce immediatamente che qualcosa non va. Gli hanno raccontato che è l' uomo con in mano il destino della banca. Ma, a Bari, si ritrova, senza neppure essere stato presentato al Cda, in un ufficio dove non hanno la più pallida idea di chi diavolo sia. Soprattutto, dove si ritrova tra i piedi, come vice, tale Antonio Zullo. Un uomo di Marco Jacobini.
Quello che fino al giorno della sua assunzione ha gestito l' area "rischio" con i metodi della casa Jacobini. Come, ad esempio - ed è la prima cosa che inquieta Sabetta - alcune triangolazioni su fondi mobiliari che vedono la Banca Popolare, contemporaneamente, partecipare ad un Fondo e finanziare un terzo soggetto che quel Fondo vuole acquistare. Un conflitto di interesse grande come una casa.
TERCAS COSA?
Naturalmente, c' è dell' altro. Sabetta scopre l' intenzione della Banca di acquisire Tercas a giochi ormai fatti. E quando chiede lumi, qualche straccio di numero, si ritrova tra le mani un power-point buono per le slide di un ufficio stampa. Il 15 novembre del 2013, dieci giorni dopo che la Popolare ha concesso a Tercas un mutuo in grado di rientrare con Bankitalia del prestito a titolo di liquidità di emergenza, Sabetta viene convocato De Bustis.
L'unico che davvero conosce. Lo stesso cui intende dire che l' acquisizione di Tercas - anche solo sulla scorta dei pochi numeri che è riuscito a mettere insieme in meno di due settimane di lavoro nel suo ufficio prigione - è una follia che porterà la Popolare sugli scogli. L'appuntamento è nella casa che abita De Bustis quando è Bari. E l' incontro è una catastrofe. De Bustis, con fare sornione, gli annuncia che per lui la sua carriera di Chief Risk Officer alla Popolare è finita.
A neppure un mese di distanza da quando è cominciata. Che per lui ha pensato a un nuovo incarico. Quello di Responsabile Finanza e Mercati di Tercas, il carrozzone che Popolare sta per acquisire e che Sabetta vede come la peste. È l' inizio della fine. Sabetta lo sa e comincia a registrare di nascosto i suoi colloqui con De Bustis. Prove a futura memoria di quel che accade nel retrobottega della Banca.
La punizione e l' allontanamento Sabetta a Tercas non andrà mai. Ma la storia con la Popolare è finita non appena cominciata. Gli Jacobini e De Bustis lo parcheggiano dove non possa fare danni e soprattutto dove non possa più ficcare il naso nel cuore della banca. A gennaio 2014, diventa amministratore delegato della PBCF, una società satellite della Popolare. Dove proverebbe anche a lavorare, ma dove non c' è altro che gli venga fatto fare se non guardare il soffitto dalla mattina alla sera. Se ne ammala. E, nel dicembre del 2015, arriva il benservito. La Popolare gli contesta alcune assenze per malattia e avvia la procedura di risoluzione del rapporto. Nel 2016, al Procuratore aggiunto Roberto Rossi viene annunciata una visita.
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-ecco-come-hanno-distrutto-popolare-bari-rdquo-parla-luigi-222079.htm
lunedì 16 dicembre 2019
venerdì 13 dicembre 2019
sabato 30 novembre 2019
ANCHE FORMICA, NEL SUO PICCOLO, S'INCAZZA - ''LA VIA DEDICATA A CRAXI? METTE A POSTO LA COSCIENZA MA NON RISOLVE NIENTE. BETTINO FU SACRIFICATO PER SALVARE LE ISTITUZIONI, ERA L'ANELLO DEBOLE. MA LE ÉLITE NON HANNO SAPUTO FARE DI MEGLIO CHE BUTTARSI SULLA TENUTA DEL VINCOLO ESTERO, CIOÈ L'EUROPA. COSÌ È NATO IL SOVRANISMO. AH, DIMENTICAVO: ALL'ESTERO LE ÉLITE CI HANNO PORTATO ANCHE I SOLDI" - TANTO SALA SI È GIÀ PENTITO DELL'IDEA DI VIA CRAXI, ORA SI PARLA DI UNA TARGA
RINO FORMICA E VIA BETTINO CRAXI: "BETTINO FU SACRIFICATO PER RISPARMIARE LE ISTITUZIONI"
Goffredo De Marchis per ''la Repubblica''
"Via Bettino Craxi a Milano? Secondo me è una scorciatoia semplificatrice e consolatoria. Mette a posto la coscienza e non risolve". Infatti il sindaco Beppe Sala, ora che si avvicina il ventennale della morte del leader socialista (gennaio), preferisce una riabilitazione per evitare nuovi scontri ideologici. Ha ragione lui? Rino Formica, storico dirigente del Psi, più volte ministro, della proposta di Sala si interessa fino a un certo punto. Nonostante i 92 anni guarda al futuro e lo vede nero. Perché l'Italia, da Tangentopoli in poi, ha buttato un quarto di secolo imboccando una via senza ritorno.
Formica, ripartiamo dall'omaggio a Craxi. Con buon senso il figlio Bobo propone, anziché la via, una targa: "Qui visse il primo milanese presidente del Consiglio". Senza fronzoli. Si può fare?
"Vogliamo proprio avere una targa? Allora facciamola e scriviamoci sopra quel brano del discorso fatto al congresso di Bari, nel 1991. È il vero testamento politico di Bettino, non il famoso intervento alla Camera sui finanziamenti ai partiti".
Cosa disse Craxi a Bari?
"Citò Giovanni Spadolini che a sua volta aveva ripreso parole di Ugo La Malfa. "Io potrei fare il populista, mettermi alla testa di una rivolta, prendere altri 3-4 milioni di voti grazie alla crisi del sistema. Ma non posso farlo. Perché sono figlio di questo sistema". Craxi chiosò: "La penso esattamente allo stesso modo"".
Però non si fece da parte. Dovettero scattare le inchieste.
"La crisi arrivò non per colpa del pool di Milano. I giudici cercarono un capro espiatorio. Craxi e il Psi erano l'anello debole del sistema politico. Furono sacrificati. Ma sa una cosa? Quel sacrificio poteva anche essere utile perché ha risparmiato le istituzioni. Era un prezzo che qualcuno doveva pagare da risarcire poi, tra un secolo, con un bel libro di storia. Senonché il sacrificio è stato inutile".
Ai socialisti la Seconda repubblica non è mai andata giù. Perché siete spariti?
"Nel 92-94 si rompe il rapporto tra le istituzioni, i partiti e l'elettorato. Cosa ha di differente quella crisi dalla situazione attuale? Che allora, da parte di gruppi ostili, si abbatte un simbolo non avendo la forza di abbattere il sistema. I nuovisti infatti non intaccano le istituzioni. Il che significa che tutti i partiti della Prima repubblica, di governo e di opposizione, avevano costruito un'Italia solida. Se abbiamo retto per 25 anni lo dobbiamo ai vecchi non ai nuovi che diventano parassiti delle istituzioni. Avrebbero dovuto cambiarle loro ma senza il sangue popolare dei corpi intermedi le istituzioni deperiscono, rinsecchiscono. Fanno la fine degli ulivi attaccati dalla xylella".
I nuovi sono scadenti, i partiti non esistono più, i corpi intermedi nemmeno. Chi ci pensa a salvare il sistema?
"Partire dalla fine è sempre sbagliato. Come diceva Sciascia, la memoria serve perché è necessario "cavare". Dentro quel "cavo" ci siamo noi oggi, quello che stiamo vivendo ora. Non si guarda mai al fondo della vicenda storica, all'esaurirsi del miracolo di un equilibrio dei poteri come lo abbiamo conosciuto. Bisognerebbe ritrovarlo o costruirne uno diverso. Ma lo sfasciume di questi 25 anni ha fatto solo danni. Le élite non hanno saputo fare di meglio che buttarsi sulla tenuta del vincolo estero, cioè l'Europa. Così è nato il sovranismo. Ah, dimenticavo: all'estero le élite ci hanno portato anche i soldi".
C'è una speranza?
"Partire dal piccolo per andare al grande. Ricominciare dai territori. I consigli comunali tornino ad essere quelli che noi vedemmo nascere nel '45 e nel '48: fucine politiche. I corpi dello Stato adesso sono frantumati. Purtroppo nella frantumazione prevale la tutela della struttura autonoma. Penso a voi dell'informazione. Difendete la libertà di stampa, lottate per salari decenti: giusto. Ma dovete anche comportarvi come organo della ricostruzione delle istituzioni. Penso alla magistratura.
Renzi adesso dice che è perseguitato ma è stato premier per tre anni, aveva tutto il tempo per stabilire un nuovo equilibrio. È successa una cosa enorme: si sono dovuti dimettere il procuratore generale della Cassazione e 5 consiglieri del Csm che è guidato dal capo dello Stato. Dove si è aperta una riflessione? Silenzio. Per molto meno pesci piccoli della Prima Repubblica sono stati inguaiati perché non potevano non sapere. Ci avviamo a un'ulteriore degenerazione che alla fine si chiamerà guerra civile, altro che riduzione del numero dei parlamentari".
]Il capo dello Stato doveva agire diversamente?
"Ce l'ho col sistema, non con lui. Semmai Mattarella corre il rischio di diventare nei prossimi mesi il bersaglio del rigurgito nazionalista che c'è. Ha visto l'insistenza di Salvini per incontrarlo? Cosa ha in mente, l'applicazione dell'articolo 90, la messa in stato di accusa per alto tradimento? L'attacco adesso sarà direttamente alle istituzioni. E vuole che se la prendano con la Casellati o Fico? Non mi sembrano bocconcini appetibili. Punteranno dritto al Quirinale".
«UNA DEDICA SAREBBE DIVISIVA» SALA, CRAXI E LA LITE SULLA MEMORIA
Dal ''Corriere della Sera - Cronaca di Milano''
Vent' anni non bastano. Bettino Craxi continua a dividere. A Milano più che altrove. E chi aveva letto le parole di Beppe Sala come un' apertura all' ingresso del nome del leader socialista nella toponomastica della sua città natale dovrà ricredersi. «Intitolargli una via - precisa il sindaco - rischierebbe di riproporre, più che altro, vecchie contrapposizioni». Cosa che in effetti non ha tardato ad avverarsi.
Anche all' interno della stessa famiglia dell' ex presidente del Consiglio. Da una parte Stefania s' è infatti scagliata contro Sala accusandolo di «ipocrisia». «Dice che una via a Craxi riaprirebbe contrapposizioni. È vero - attacca la figlia -.Ma solo a sinistra. Nella sua maggioranza. Non altrove».
Dall' altra Bobo, che prova invece a placare gli animi definendosi «allergico alla toponomastica», che davvero potrebbe «rinnovare antichi rancori», e preferirebbe allora una più sobria targa «storica» in uno dei luoghi della città legati all' azione politica del padre.
Quell' invito dell' altro giorno ad affrontare la questione Craxi affinché non s'«ignorasse» il ventennale alle porte è diventato subito un caso.
Tanto che il mattino dopo Sala preferisce chiarire il suo appello. «Mettere ancora gli uni contro gli altri ha poco senso - scrive sui social network - meglio capire se c' è spazio per riconciliarci con il nostro passato e fra di noi». La sua idea non era dedicargli una strada o una piazza, prosegue, semmai «fare i conti con la complessità di una storia che, nel bene e nel male, ha significato molto».
Un dibattito, quindi - magari proprio in quell' aula di Palazzo Marino che ha visto i primi passi del Craxi politico - per rimuovere quell' ostacolo che impedisce alla Milano riformista di partecipare al dibattito internazionale sulla possibilità di un socialismo rinnovato. «Mi dispiace che Stefania Craxi pensi che il non dedicare una via al padre sia un modo per sfuggire il tema - spiegherà Sala in serata -: è assolutamente il contrario. Dopodiché, io sono interessato a una riflessione: oggi c' è un' attenzione mondiale sul tema di un nuovo socialismo, dagli Usa all' Europa. La mia impressione è che da noi non si abbia il coraggio d' affrontare la cosa perché non si vuole fare i conti con la memoria di Craxi».
Il mondo politico intanto si schiera. «Condivido il fatto che ci può essere un' occasione di riflessione pubblica - dice Pierfrancesco Majorino, a margine della prima delle due giorni della sua rete dedicata ai diritti Casa Comune - poi per quello che riguarda l' intitolazione della via ero contrario prima e non ho cambiato idea». È tutto il Pd a giudicare prematura l' idea di dedicargli una via. «Penso che l' apporto politico di Craxi alla città di Milano sia stato molto importante. È giusto partire da questo, piuttosto che intitolare una via», commenta la segretaria cittadina dem Silvia Roggiani.
Sul fronte opposto c' è Forza Italia, che giudica un «dietrofront» le parole del sindaco.
«Ci eravamo illusi», protesta il consigliere regionale azzurro Gianluca Comazzi, secondo il quale «oscurare il ricordo di uno statista come Bettino Craxi in una ricorrenza così importante resterà una macchia nella storia amministrativa della città».
Concorda Mariastella Gelmini: «L' intitolazione di una strada non rischia di "riproporre vecchie contrapposizioni", ma semmai aiuterebbe a superarle e a riconoscere la statura di un politico che ha rappresentato molto per Milano e per l' Italia». Infine, i Cinque stelle, che definiscono «surreale» la discussione: «Invece di avviare inutili e surreali dibattiti - è l' invito che arriva dal consigliere comunale pentastellato Simone Sollazzo - Sala si occupi dei tanti problemi che i milanesi vivono quotidianamente».
https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/anche-formica-suo-piccolo-39-incazza-39-39-via-dedicata-220504.htm
martedì 22 ottobre 2019
La beffa delle slot machine,così spariscono 98 miliardi
Marco Menduni
01 SETTEMBRE 2011
Slot machines Genova - La mattina del 4 dicembre 2008 il procuratore della Corte dei Conti Marco Smiroldo aveva un sorriso più largo di quello del Joker di Batman. Né lui, né gli uomini del Gat, il gruppo antifrodi tecnologiche della Finanza, che l’avevano affiancato per anni nelle indagini, ci credevano. Nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato sulla possibilità che un processo del genere potesse mai arrivare in aula: le dieci potentissime concessionarie delle slot machinein Italia sul banco degli imputati, con una richiesta monstre di danno all’erario: 98 miliardi di euro. Quello stesso giorno, Smiroldo e i suoi sapevano già che cosa sarebbe accaduto negli anni successivi. Perché questi sono i tempi della giustizia italiana, anche di quella contabile. E perché le dieci sorelle, vista la posta in gioco, avevano messo in campo uno squadrone di principi del Foro, pronti a ogni mossa (ovviamente lecita) per allungare i tempi, creare dubbi, intorbidare le acque. È così che il processo per la più grande sanzione mai contestata nella storia italiana non si è ancora concluso. Anzi: sono state celebrate solo due udienze e nell’ultima il pm ha ribadito le sue richieste. E ancora una volta ha ribadito: il danno per le casse dello Stato è di 98 miliardi.
Nel frattempo c’è stato un pronunciamento della Cassazione, che i legali avevano sollecitato sollevando un conflitto di competenze, che ha comportato quasi due anni di stop. L’ultimo atto è una nuova perizia ordinata dai giudici, per capire se in questa storia debbano finire alla sbarra anche altri soggetti, oltre le concessionarie. La Sogei, il braccio tecnologico e informatico del ministero dell’Economia. O le compagnie telefoniche, che a loro volta non erano state in grado di garantire il flusso corretto dei dati delle scommesse. Perizia che doveva essere consegnata ad agosto. Ora si parla di un nuovo slittamento a ottobre e questo fa presagire che le cose andranno ancora per le lunghe, dopo quattro anni di schermaglie procedurali, fiumi di parole e nessuna decisione. Anche il governo, sollecitato a più riprese dalle interrogazioni parlamentari a dar spiegazioni sulla vicenda, ha sempre avuto buon gioco nel difendersi: la questione è nelle mani della giustizia . Anche perché le società concessionarie non ci vogliono sentire e, ufficiosamente, hanno già inoltrato la loro offerta al super ribasso: chiudere la partita con 500 milioni tutto compreso. Il procuratore, però, non molla e tutto si giocherà nella sentenza. Tempi previsti? Solo Dio lo sa.
Così si trascinerà ancora, la decisione finale sulla supermulta, una vicenda rivelata per la prima volta nel maggio 2007 dal Secolo XIX. Ma come si è arrivati ai 98 miliardi?
https://www.ilsecoloxix.it/italia/2011/09/01/news/la-beffa-delle-slot-machine-cosi-spariscono-98-miliardi-1.32914710
mercoledì 16 ottobre 2019
venerdì 4 ottobre 2019
OBAMA? SEGUITE I SOLDI
Una delle regole più note del giornalismo anglosassone è ‘follow the money’, cioè segui i soldi se vuoi capire come realmente funzionano le cose. Nel caso dell’elezione a presidente degli Stati Uniti di Barack Obama, è istruttivo applicare quella regola... purtroppo. Il Democratico ha raccolto un gran totale di 640 milioni di dollari per la sua corsa alla Casa Bianca, di cui una larghissima parte dai cosiddetti contributi individuali. Certamente in essi vi è una gran massa di donazioni di singole persone comuni, attivisti, gruppi di volontari, che è innegabile siano stati determinanti per il successo del loro beniamino. Ma non ci è dato sapere quale percentuale di quei fondi proveniva invece da settori un po’ meno ‘puliti’. Ricordo anche, è doveroso, che l'afroamericano ha rifiutato del tutto i contributi federali alla sua campagna elettorale. Quest’ultima nota è di sicuro molto edificante, ma se si dà un’occhiata ad altri dettagli, ahimè, il quadro cambia. Si scoprono cose che preoccupano, e che confermano quello che ho scritto in “Obama? Gioire con prudenza, molta”.
Un primo sguardo ai dati pubblicati dalla Federal ElectionCommission americana fa risaltare la presenza dei ‘falchi’ della finanza di Wall Street fra i maggiori gruppi che hanno versato nelle casse del neo presidente, gli stessi che hanno giocato a biglie col futuro economico dell’intero pianeta, fino al collasso di questi giorni: Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Citigroup, Morgan Stanley fra gli altri. Nel paragone fra i due contendenti alla Casa Bianca, Obama batte McCain per 2.938.556 dollari a 2.185.869 ricevuti delle banche commerciali. Quando poi si considerano gli speculatori più selvaggi della finanza americana, e cioè gli Hedge Funds, il presidente nero batte lo sconfitto bianco con un margine notevole: 2.637.578 dollari a 1.561.865. Questo forse spiega uno dei dettagli meno edificanti del passato politico di Obama: il suo voto al Congresso a favore del pacchetto di salvataggio sborsato direttamente dai contribuenti americani nelle tasche di Wall Street poche settimane fa, che non solo costerà sudore e pene a milioni di cittadini per anni a venire, ma che non risolve neppure uno dei problemi strutturali della finanza impazzita di quel Paese.
Proseguiamo. Da notare, fra le righe, quei 34.454 dollari che Barack Obama ha intascato dall’industria del tabacco. Non proprio morale per chi si presenta come ‘pulito’, per motivi persino troppo ovvi per essere citati. Ma una bruttissima sorpresa arriva quando si incontrano le voci relative ai colossi farmaceutici: Obama si è preso 1.662.280 dollari da questi giganti della speculazione sulla salute, contro i miseri 579.013 di McCain. La cosa è grave, poiché gli interessi di Big Pharma sono direttamente collegati al mantenimento del sistema Sanitario privatizzato americano, causa di ineguaglianze sociali orrende. Inoltre, visto ciò che le multinazionali del farmaco stanno facendo nel Terzo Mondo, dove negano ancora farmaci salvavita o sconti sui brevetti a tanti popoli disperati, di nuovo si fatica a trovare una moralità in questo aspetto di Obama. Si comincia qui a sbirciare qualcosa della realtà dietro i suoi proclami retorici.
Alla voce Comunicazioni ed Elettronica si rimane di sasso. Il Democratico straccia McCain con una somma ben cinque volte superiore, 21.600.186 dollari contro 4.308.349. La cosa grave inquesto caso sta nella comprensione di chi in realtà milita in quella categoria: alcune fra le più micidiali industrie di Guerre Stellariamericane, di spionaggio e di intercettazioni. Forse è per questo che Obama votò al Congresso la famigerata legge FISA, quella cioè che permette lo spionaggio di immigrati o di americani considerati ‘alieni’, politicamente scomodi, e che fu aspramente contestata da tutti i maggiori gruppi per i Diritti Civili. Inoltre, alla voce più specifica sui finanziatori della campagna elettorale provenienti dall’industria bellica, di nuovo Obama batte il Repubblicano, con 870.165 dollari contro 647.313.
Un altro settore di finanziamenti che preoccupa, è quello del comparto salute e assicurazioni. Ho già detto e scritto che la riforma sanitaria ipotizzata dal neo presidente lascia in sostanza le cose come stanno, con solo ritocchi cosmetici. Tradotto, significa che le grandi compagnie di assicurazione rimarranno gli arbitri della salute degli americani, in particolare dei 44 milioni di essi che oggi non hanno alcuna assistenza. I cittadini di quel Paese invocano in maggioranza e disperatamente un sistema sanitario pubblico, gratuito e finanziato dalle tasse, cosa riportata con chiarezza dai sondaggi ma non dalla stampa americana né dalla nostra. Obamaha ricevuto un gran totale di 49.408.792 dollari dal comparto salutee assicurazioni, McCain 33.286.626. Non sono spiccioli, e soprattutto non vengono donati a fondo perduto. Mi state capendo?
Per concludere, si arriva al tema dell’influenza sui candidati da parte delle lobby e delle professioni che contano. Barack Obama si è sforzato di rassicurare l’America che lui era il candidato degli interessi della persona media, della famiglia media, ma anche dei poveri, degli svantaggiati. Ok, senza perdere altro tempo ecco le cifre. Gli influenti lobbisti americani e gli studi legali (che negli USA hanno un potere enorme) hanno dato al giovane candidato vittorioso il triplo di quanto hanno dato a McCain: 37.122.161 dollari per il primo e solo 10.765.423 per il secondo. Questi non sono idealisti con lo sguardo perso nelle nuvole, sono personaggi, anzi, rapaci che ci vedono benissimo… Perché hanno premiato Obama?
Ripeto. Gioire, con prudenza. Moltissima.
lunedì 23 settembre 2019
martedì 10 settembre 2019
venerdì 2 agosto 2019
Dalla Nobiltà Nera alla City di Londra
Marcello Pamio
Con Nobiltà Nera s’intendono le famiglie delle oligarchie di Venezia e Genova che avevano dei diritti di commercio molto privilegiati nel XII secolo.
Grazie alla prima delle tre Crociate dal 1063 a 1123, si instaurò formalmente la Nobiltà Nera che rafforzò il potere della ricchissima classe dirigente. Per essere precisi, l’aristocrazia (della Nobiltà Nera) prese il comando assoluto su Venezia nel 1171 quando la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio.Questo Consiglio, comprendendo i membri dell’aristocrazia commerciale, fu per loro l’assoluto trionfo. Da allora infatti la meravigliosa città sul mare restò saldamente nelle loro mani.La loro influenza però si estese ben aldilà dei confini di spazio e di tempo, arrivando fino ai giorni nostri.
Grazie alla prima delle tre Crociate dal 1063 a 1123, si instaurò formalmente la Nobiltà Nera che rafforzò il potere della ricchissima classe dirigente. Per essere precisi, l’aristocrazia (della Nobiltà Nera) prese il comando assoluto su Venezia nel 1171 quando la nomina del doge fu trasferita a quello che fu conosciuto come il Gran Consiglio.Questo Consiglio, comprendendo i membri dell’aristocrazia commerciale, fu per loro l’assoluto trionfo. Da allora infatti la meravigliosa città sul mare restò saldamente nelle loro mani.La loro influenza però si estese ben aldilà dei confini di spazio e di tempo, arrivando fino ai giorni nostri.
Nel 1204 l’oligarchia distribuì delle enclave feudali ai suoi membri e iniziò così la crescita del loro potere e della pressione…
Il nome Nobiltà Nera deriva dal comportamento della fratellanza: quando la popolazione iniziò a ribellarsi contro i monopoli, i leader della sommossa furono catturati e impiccati brutalmente. Hanno da sempre adoperato l’assassinio, l’omicidio, il sequestro e lo stupro, mandando in rovina cittadini e imprese ostili.Quali sono le famiglie?
Il nome Nobiltà Nera deriva dal comportamento della fratellanza: quando la popolazione iniziò a ribellarsi contro i monopoli, i leader della sommossa furono catturati e impiccati brutalmente. Hanno da sempre adoperato l’assassinio, l’omicidio, il sequestro e lo stupro, mandando in rovina cittadini e imprese ostili.Quali sono le famiglie?
La casa di Guelfo Inghilterra
La casa di Wettin BelgioLa casa di Bernadotte SveziaLa casa del Liechtenstein LiechtensteinLa casa di Oldenburg DanimarcaLa casa di Hohenzollern GermaniaLa casa di Hannover Germania La casa di Borbone FranciaLa casa di Orange Olanda
La casa di Grimaldi Monaco
La casa di Wittelsbach Germania
La casa di Braganza Portogallo
La casa di Nassau Lussemburgo
La casa di Asburgo Austria
La casa di Savoia Italia
La casa di Karadjordjevic Jugoslavia
La casa di Wartettenberg Germania
La casa di Zogu Albania
La casa di Wettin BelgioLa casa di Bernadotte SveziaLa casa del Liechtenstein LiechtensteinLa casa di Oldenburg DanimarcaLa casa di Hohenzollern GermaniaLa casa di Hannover Germania La casa di Borbone FranciaLa casa di Orange Olanda
La casa di Grimaldi Monaco
La casa di Wittelsbach Germania
La casa di Braganza Portogallo
La casa di Nassau Lussemburgo
La casa di Asburgo Austria
La casa di Savoia Italia
La casa di Karadjordjevic Jugoslavia
La casa di Wartettenberg Germania
La casa di Zogu Albania
Stranamente nell’elenco non figurano i Windsor, come mai?
Tutte le famiglie sono imparentate con la casa di Guelfo, una delle famiglie originarie della Nobiltà Nera veneziana, da cui discende, guarda caso, la casata dei Windsor e quindi la Regina d’Inghilterra Elisabetta II.Non solo, ma i Guelfi si sono talmente intrecciati con l’aristocrazia tedesca attraverso la casa di Hannover, che ci vorrebbero interi libri per citare tutti i legami e gli intrecci familiari/genetici.Possiamo concludere che quasi tutte le case reali europee discendono da quella di Hannover e di conseguenza da quella dei Guelfi.Per fare un solo esempio, il Re inglese hannoveriano Giorgio I, venne dal ducato di Luneberg, una parte della Germania settentrionale che fu governata dalla famiglia dei Guelfi fin dal XII secolo.
Tutte le famiglie sono imparentate con la casa di Guelfo, una delle famiglie originarie della Nobiltà Nera veneziana, da cui discende, guarda caso, la casata dei Windsor e quindi la Regina d’Inghilterra Elisabetta II.Non solo, ma i Guelfi si sono talmente intrecciati con l’aristocrazia tedesca attraverso la casa di Hannover, che ci vorrebbero interi libri per citare tutti i legami e gli intrecci familiari/genetici.Possiamo concludere che quasi tutte le case reali europee discendono da quella di Hannover e di conseguenza da quella dei Guelfi.Per fare un solo esempio, il Re inglese hannoveriano Giorgio I, venne dal ducato di Luneberg, una parte della Germania settentrionale che fu governata dalla famiglia dei Guelfi fin dal XII secolo.
Cosa controllano oggi?Oggi i discendenti dei Guelfi mantengono saldamente il potere controllando il mercato delle materie prime: fondamentale per tutti. Addirittura per anni hanno fissato anche il prezzo mondiale dell’oro (fixing).
La casa di Windsor controlla il prezzo del rame, zinco, piombo, stagno e non è un caso che la principale Borsa Merci si trovi proprio a Londra.
Un’altra importante famiglia che fa parte della Nobiltà Nera d’Inghilterra è Grosvenor.
Per secoli questa famiglia visse, come la maggior parte delle famiglie reali europee, con i canoni delle terre cedute in proprietà di superficie. Oggi possiede almeno 300 acri, oltre un milione e duecento mila metri quadrati, nel pieno centro di Londra. Le proprietà non sono mai state vendute, ma date in affitto con il classico contratto medievale di locazione di 39 anni.
La casa di Windsor controlla il prezzo del rame, zinco, piombo, stagno e non è un caso che la principale Borsa Merci si trovi proprio a Londra.
Un’altra importante famiglia che fa parte della Nobiltà Nera d’Inghilterra è Grosvenor.
Per secoli questa famiglia visse, come la maggior parte delle famiglie reali europee, con i canoni delle terre cedute in proprietà di superficie. Oggi possiede almeno 300 acri, oltre un milione e duecento mila metri quadrati, nel pieno centro di Londra. Le proprietà non sono mai state vendute, ma date in affitto con il classico contratto medievale di locazione di 39 anni.
Il Grosvenor Square dove si trova l’ambasciata americana appartiene alla famiglia dei Grosvenor, come pure Eaton Square, dove gli appartamenti sono affittati a 25.000 sterline al mese.Queste cifre danno un’idea del patrimonio immenso che le famiglie Nere raccolgono dai canoni d’affitto, e spiegano perché i Windsor per esempio non sono interessati al progresso industriale.
E’ un caso che dietro alla maggior parte, se non a tutti i movimenti ambientalisti del mondo ci sono loro? L’intento è sempre quello che mira a ridurre la popolazione mondiale.
L’esempio ideale è il WWF.
Nel 1948 in Inghilterra il biologo Julian Huxley istituì l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali), un gruppo collegato con il Foreign Office inglese. L’11 settembre del 1961 (data molto simbolica), Huxley assieme al principe Bernardo d’Olanda (il nazista cofondatore del Gruppo Bilderberg) e al principe Filippo di Edimburgo fondarono ufficialmente il WWF, con il solo scopo di raccogliere fondi per l’IUCN…E’ risaputo che i principi inglesi Carlo e Filippo sono i simboli più in vista dei movimenti filo-malthusiani e hanno parlato pubblicamente spesso del bisogno di alleggerire il mondo dalle persone non desiderate e inadatte.
Nel 1948 in Inghilterra il biologo Julian Huxley istituì l’IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e delle Risorse Naturali), un gruppo collegato con il Foreign Office inglese. L’11 settembre del 1961 (data molto simbolica), Huxley assieme al principe Bernardo d’Olanda (il nazista cofondatore del Gruppo Bilderberg) e al principe Filippo di Edimburgo fondarono ufficialmente il WWF, con il solo scopo di raccogliere fondi per l’IUCN…E’ risaputo che i principi inglesi Carlo e Filippo sono i simboli più in vista dei movimenti filo-malthusiani e hanno parlato pubblicamente spesso del bisogno di alleggerire il mondo dalle persone non desiderate e inadatte.
Perché parlare della nobiltà nera?Sono i fondatori delle società segrete dei nostri tempi, da cui nascono tutte le altre che sono legate agli Illuminati: «Comitato dei 300», «Club di Roma», «CFR, «RIIA», «Bilderberg», «Nazioni Unite», «Tavola Rotonda», ecc.….Tutti o quasi hanno origine dal «Comitato dei Trecento» e quindi dalle famiglie della Nobiltà Nera europea.Il Comitato dei 300 è stato fondato dall’aristocrazia inglese nel 1727 per ridurre drasticamente il numero di quelli che vengono definiti «useless eaters» («mangiatori inutili»), riportando quindi le economie nazionali a un livello pre-industriale.
Si tratta di un prodotto del Consiglio della famosa «Compagnia britannica delle Indie orientali» «British East India Company». Una società per così dire “noleggiata” dalla famiglia reale nel 1600, che ha permesso la creazione di immensi patrimoni grazie al traffico di spezie, seta con l’oriente e oppio con la Cina. Si può definire la prima e più grande multinazionale al mondo.
Il Comitato dei 300 è guidato da sua Maestà la Regina britannica…
Si tratta di un prodotto del Consiglio della famosa «Compagnia britannica delle Indie orientali» «British East India Company». Una società per così dire “noleggiata” dalla famiglia reale nel 1600, che ha permesso la creazione di immensi patrimoni grazie al traffico di spezie, seta con l’oriente e oppio con la Cina. Si può definire la prima e più grande multinazionale al mondo.
Il Comitato dei 300 è guidato da sua Maestà la Regina britannica…
La City di Londra: centro finanziario globaleLa Regina si sa essere il capo della famiglia reale e dell’impero coloniale britannico (con capitale Londra), governato ufficialmente da un primo ministro e un gabinetto.
Quello che pochi sanno è che esiste uno Stato indipendente in seno a Londra, esattamente come il Vaticano per Roma. Si tratta della City, conosciuta anche come «Square Mile» cioè il miglio quadrato più ricco del mondo. Occupa un’area nel cuore di Londra di circa 2,7 km quadrati, ha circa 8.000 abitanti e oltre 330.000 persone ci vanno ogni giorno per lavorare.
La City si estende dal massonico «Temple Bar» a est, fino alla Torre di Londra a ovest.
Della sua antica costruzione sono rimaste solo poche tracce, perchè gran parte dell’area andò distrutta nel grande incendio del 1666 (data questa molto interessante).
Il Governo della City non è la monarchia, ma la CORONA, che comprende 13 membri ed è guidata dal Re della City, Lord Charles Bowman.
Quello che pochi sanno è che esiste uno Stato indipendente in seno a Londra, esattamente come il Vaticano per Roma. Si tratta della City, conosciuta anche come «Square Mile» cioè il miglio quadrato più ricco del mondo. Occupa un’area nel cuore di Londra di circa 2,7 km quadrati, ha circa 8.000 abitanti e oltre 330.000 persone ci vanno ogni giorno per lavorare.
La City si estende dal massonico «Temple Bar» a est, fino alla Torre di Londra a ovest.
Della sua antica costruzione sono rimaste solo poche tracce, perchè gran parte dell’area andò distrutta nel grande incendio del 1666 (data questa molto interessante).
Il Governo della City non è la monarchia, ma la CORONA, che comprende 13 membri ed è guidata dal Re della City, Lord Charles Bowman.
In pochi chilometri quadrati trovano sede le istituzioni economiche più ricche, influenti e potenti del pianeta, come per esempio la Banca d’Inghilterra (controllata dai Rothschild), i Lloyd’s di Londra, la Borsa di Londra e gli uffici di moltissime società commerciali internazionali e multinazionali.
Fleet Street è il centro della stampa e dell’editoria: da sempre simbolo del giornalismo londinese, soprannominata proprio per questo motivo «Street of ink», la strada dell’inchiostro.
Sempre nella City si trova il Blackfriars Bridge, il Ponte dei Frati Neri famoso perché nel 1982 venne trovato impiccato il banchiere Roberto Calvi, coinvolto nello scandalo del Banco Ambrosiano.
Il nome Blackfriars deriva dal copricapo nero usato dall’Ordine dei Domenicani che spostarono in questa zona di Londra la loro residenza nel 1276.
Bank è il cuore del settore finanziario e la sua piazza, considerata la più bella della City, è il punto d’incontro di 8 strade. Tra gli eleganti edifici spiccano il Royal Exchange con un portico a 8 colonne (tale numero dal punto di vista esoterico ha una valenza interessante), la Mansion House, la sontuosa residenza del Lord Mayor of the City of London; la sede della HSBC, la Borsa valori di Londra, London Stock Exchange (LSE), una delle più grandi borse valori del mondo (con 3.233 compagnie). Ovviamente la banca centrale, la Bank of England chiamata TheOld Lady che si trova qui solo dal 1734.
Fleet Street è il centro della stampa e dell’editoria: da sempre simbolo del giornalismo londinese, soprannominata proprio per questo motivo «Street of ink», la strada dell’inchiostro.
Sempre nella City si trova il Blackfriars Bridge, il Ponte dei Frati Neri famoso perché nel 1982 venne trovato impiccato il banchiere Roberto Calvi, coinvolto nello scandalo del Banco Ambrosiano.
Il nome Blackfriars deriva dal copricapo nero usato dall’Ordine dei Domenicani che spostarono in questa zona di Londra la loro residenza nel 1276.
Bank è il cuore del settore finanziario e la sua piazza, considerata la più bella della City, è il punto d’incontro di 8 strade. Tra gli eleganti edifici spiccano il Royal Exchange con un portico a 8 colonne (tale numero dal punto di vista esoterico ha una valenza interessante), la Mansion House, la sontuosa residenza del Lord Mayor of the City of London; la sede della HSBC, la Borsa valori di Londra, London Stock Exchange (LSE), una delle più grandi borse valori del mondo (con 3.233 compagnie). Ovviamente la banca centrale, la Bank of England chiamata TheOld Lady che si trova qui solo dal 1734.
La City NON appartiene all’Inghilterra. Non è suddita, non appartiene al monarca e neppure al governo del parlamento britannico. La City è il vero governo dell’Inghilterra, poiché sia la Regina che il Primo ministro sono subordinati al suo Re.
Quindi dietro la facciata di un primo ministro e un gabinetto, sembra che siano loro a decidere, quando in realtà sono burattini della City.
Non a caso la regina quando visita la City viene incontrata da Lord al Temple Bar, la porta simbolica della City. La regina deve chiedere il permesso per entrare nello Stato privato e Sovrano. Il re dimostra la sua approvazione porgendole la spada dello Stato. Durante le visite il Lord con la sua toga e la catena mette in secondo piano la regina e il suo entourage, che tra le altre cose, sono vincolati a indossare vestiti normali (la regina non può entrare con vestiti reali), e deve camminare due passi indietro a lui nella City, segno chiaro di sudditanza.
La fondazione della Banca d’Inghilterra fu istigata da William Paterson, agente della City sotto il controllo dell’impero dei Rothschild.
Quindi in Gran Bretagna esistono due imperi che agiscono separatamente: l’impero coloniale governato dalla famiglia reale e quello della Corona.
Le colonie di popolazione bianca sono sotto l’autorità del governo inglese, mentre tutte le altre colonie sono di proprietà privata della Corona (i cosiddetti «Crown Colonies»).
Quindi dietro la facciata di un primo ministro e un gabinetto, sembra che siano loro a decidere, quando in realtà sono burattini della City.
Non a caso la regina quando visita la City viene incontrata da Lord al Temple Bar, la porta simbolica della City. La regina deve chiedere il permesso per entrare nello Stato privato e Sovrano. Il re dimostra la sua approvazione porgendole la spada dello Stato. Durante le visite il Lord con la sua toga e la catena mette in secondo piano la regina e il suo entourage, che tra le altre cose, sono vincolati a indossare vestiti normali (la regina non può entrare con vestiti reali), e deve camminare due passi indietro a lui nella City, segno chiaro di sudditanza.
La fondazione della Banca d’Inghilterra fu istigata da William Paterson, agente della City sotto il controllo dell’impero dei Rothschild.
Quindi in Gran Bretagna esistono due imperi che agiscono separatamente: l’impero coloniale governato dalla famiglia reale e quello della Corona.
Le colonie di popolazione bianca sono sotto l’autorità del governo inglese, mentre tutte le altre colonie sono di proprietà privata della Corona (i cosiddetti «Crown Colonies»).
Tutti pensano che a comandare il mondo siano gli Stati Uniti d’America per via dell’esercito più potente e della sede finanziaria di Wall Street, ma non è così...
Gli yankee fungono da braccio armato del vero potere che è nel Vecchio Continente.
La City di Londra è il centro nevralgico della finanza planetaria!
La conferma sta anche nel fatto che dal punto di vista simbolico proprio da Londra (Greenwich) parte il cosiddetto «meridiano zero», il meridiano fondamentale per tutte le longitudini, e origina pure la mezzanotte, il giorno universale misurato da tutti gli orologi del mondo…
Ecco la sede del vero Potere…
Gli yankee fungono da braccio armato del vero potere che è nel Vecchio Continente.
La City di Londra è il centro nevralgico della finanza planetaria!
La conferma sta anche nel fatto che dal punto di vista simbolico proprio da Londra (Greenwich) parte il cosiddetto «meridiano zero», il meridiano fondamentale per tutte le longitudini, e origina pure la mezzanotte, il giorno universale misurato da tutti gli orologi del mondo…
Ecco la sede del vero Potere…
Fonte:
"Le società segrete e il loro potere nel Ventesimo secolo""Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia"
https://disinformazione.it/2018/07/21/dalla-nobilta-nera-alla-city-di-londra/
"Le società segrete e il loro potere nel Ventesimo secolo""Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia"
https://disinformazione.it/2018/07/21/dalla-nobilta-nera-alla-city-di-londra/
Resistenza politica: la città di Londra, i Rothschild
La City of London aka la Corona controlla la finanza e il denaro del mondo
Gli umani sono liberi
30 aprile 2017
url dell'articolo originale:
~ Tradotto dall'inglese da Resistance 71 ~
La cosiddetta "corona" non è di proprietà di Westminster o della regina d'Inghilterra ...
La City di Londra ha ricevuto vari e speciali privilegi dalla Conquista Normanna, come la gestione dei propri affari, in parte grazie ai poteri del suo capitale finanziario. Questi sono anche menzionati negli statuti di Guglielmo e Maria del 1690.
La City of London è l'epicentro del mondo della finanza e il miglio e mezzo la piazza più ricca del pianeta, contiene la Banca d'Inghilterra sotto il controllo della famiglia Rothschild, Lloyd's di Londra, la Borsa di Londra (Borsa di Londra), TUTTE le banche del Regno Unito, filiali di 385 banche estere e 70 banche statunitensi.
Ha i suoi tribunali, leggi, bandiera e forze di polizia; non fa parte di Londra, della Grande Londra, dell'Inghilterra o del Commonwealth britannico. NON PAGA NESSUNA TASSA !!
Lo stato della City di Londra ospita i giornali di Fleet Street e i monopoli editoriali come la BBC e l'agenzia di stampa Reuters, è anche il quartier generale globale, il GHQ, la massoneria inglese e cartello della finanza globale noto come la "corona" ...
Per secoli, la Banca d'Inghilterra è stata il centro del sistema monetario fraudolento globale, basato sul "debito" (e sulla sua valuta scimmia intrinseca).
Il cartello bancario Rothschild ha mantenuto un pugno di ferro sul sistema monetario globale attraverso:
- La Banca dei regolamenti internazionali (BRI), la Banca centrale delle banche centrali, con sede a Basilea, Svizzera
- Fondo monetario internazionale (FMI)
- La World Bank (WB), le banche centrali di ogni nazione (come la Federal Reserve nella loro colonia americana) e le banche satellitari dei paradisi fiscali dei Caraibi.
Determinano con un colpo di penna il valore di tutte le valute del pianeta;è il loro controllo sul volume di denaro che consente loro di controllare i mercati internazionali e tutto il commercio globale - i proprietari della Federal Reserve qui: - finanziando entrambe le parti di ogni belligeranza attraverso attraverso elenchi interministeriali di produzione di armi, esecuzione di schemi e piani di spopolamento globale, crociate, genocidi, controllo delle riserve alimentari, droghe e loro fabbricazione, nonché TUTTE le necessità di base dell'umanità .
Hanno modellato la loro impercettibilità attraverso il controllo della cosiddetta "stampa libera" e escono dalle luci della ribalta ogni volta che vengono puntati su di loro, con la loro eterna accusa di antisemitismo.
I tentacoli sionisti raggiungono qualsiasi transazione finanziaria nel mondo ... Potere senza compromessi!
La corona non è affatto la famiglia reale o il monarca britannico.
La Crown è una società privata con sede nella City di Londra, il cui consiglio di amministrazione è composto da 12 membri, denominato comitato esecutivo, che regna sul business sotto la guida di un sindaco, la cui rappresentanza legale è fornita da SJ Berwin.
Un comitato di 12 uomini regna sul Vaticano ebraico.
Sono conosciuti come "LA CORONA". La città e i suoi leader. La corona non è soggetta al parlamento. Sono uno stato nello stato. La città è il cuore dell'alta finanza mondiale.
È qui che i Rothschild hanno la base delle loro operazioni e questo è il nucleo centrale del controllo:
- La banca centrale d'Inghilterra (a lungo controllata dai Rothschild) si trova nella città.
- Tutte le principali banche del Regno Unito hanno il loro quartier generale nella città
- Ci sono 385 banche straniere situate nella città
- 70 banche statunitensi sono situate nella città
- La borsa di Londra si trova in città
- La Lloyd's Bank di Londra si trova in città
- Lo scambio baltico (che disciplina i contratti marittimi) è in città
- Fleet Street (giornali, editori) si trova in città
- Il London Metal Exchange si trova in città
- Il London Commodity Exchange (commercio di gomma, lana, zucchero, caffè, cacao ecc ...) si trova in città
Ogni anno, il sindaco viene eletto monarca della città.
Il parlamento britannico non muove un dito senza prima consultare il Lord Mayor. Perché qui, nel cuore di Londra, sono raggruppate le istituzioni dominate dalla Central Bank of England, anch'essa sotto il controllo Rothschild.
I Rothschild hanno scelto tradizionalmente il sindaco dal 1820. Chi è il sindaco dell'attuale città di Londra? Solo i Rothschild lo sanno per certo ...
Come è arrivata al potere la città di Londra in Inghilterra
Entrata dei Rothschild
Mayer Amschel Bauer aprì un'attività di scherno sulla Judenstrasse a Francoforte, in Germania, nel 1750 e cambiò il suo nome in Rothschild.
Mayer Rothschild ebbe cinque figli.
Il più intelligente dei suoi figli, Nathan, fu inviato a Londra per fondare una banca nel 1806. Gran parte del finanziamento iniziale della nuova banca fu prelevato dalla British East India Company, su cui Mayer Rothschild aveva un controllo abbastanza importante. Mayer mise i suoi altri quattro figli a Francoforte, Parigi, Napoli e Vienna.
Nel 1815, Nathan Rothschild vide un'opportunità nella battaglia di Waterloo, All'inizio della battaglia, Napoleone sembrò vincere e il primo rapporto militare inviato a Londra comunicò questo fatto. Ma gli eventi si sono trasformati in favore di Wellington.
Un corriere di Nathan Rothschild ha portato la notizia con sé a Londra il 20 giugno. 24 ore prima dell'arrivo della posta di Wellington a Londra con la notizia della vittoria di Wellington. Vedendo questo incidente, Nathan Rothschild iniziò a diffondere la voce che l'Inghilterra fosse stata sconfitta.
Con tutti coloro che credono nella sconfitta di Wellington, Nathan Rothschild ha iniziato a vendere il suo portafoglio azionario sul mercato azionario del Regno Unito. Tutti furono presi dal panico e iniziarono anche a vendere, con il risultato di un crollo dei prezzi.
All'ultimo minuto, Nathan Rothschild ha iniziato ad acquistare le azioni al prezzo più basso.
Questa operazione conferì alla famiglia Rothschild il controllo dell'economia britannica, a quel tempo già centro finanziario mondiale, e costrinse l'Inghilterra a costituire una Banca d'Inghilterra completamente rinnovata con Nathan Rothschild come controllore collaudato.
I nomi del "Comitato 300" della "Corona" includono in questa società con sede a Londra:
- Rockefeller
- incornare
- Greenspan
- Kissinger
- Krugman (NYTimes)
- Powell
- Gates
- buffet
- Bush , ecc.
Perché questi "americani" fanno parte di un comitato straniero? ... perché in realtà la CROWN possiede ancora la società USA, che è una società / società privata! ...
Il Lord Mayor e il consiglio di 12 membri sono delegati per coloro che siedono per le 13 famiglie bancarie più grandi e più ricche del mondo a capo della quale è la dinastia Rothschild. comprendono:
- The Warburgs
- The Oppenheimer
- The Schiffs
Queste famiglie e i loro discendenti gestiscono e dominano l'attività della corona nella città di Londra.
Il (Crimine) Rockefeller è alla guida della colonia americana, la succursale attraverso le direzioni intrinqué di JP Morgan Chase / Manhattan Bank / Bank of America, Brown Brothers Harriman (BBH) e BBH di New York, nonché la loro oligarchia. di olio Exxon-Mobil (precedentemente il gigante a più teste di Standard Oil)
Gestiscono anche le proprietà petrolifere Rothschild e il loro British Petroleum (BP e Royal Dutch Shell). La Crown Corporation ha titoli di terra in tutto il mondo, nelle colonie della Corona come il Canada, la Nuova Zelanda, l'Australia e molte delle isole del Mar dei Caraibi.
Il Parlamento britannico e il Primo Ministro servono come vetrina pubblica per il potere nascosto di queste famiglie bancarie della corona.
" Oggi la strada per una dittatura totale negli Stati Uniti può essere stabilita con mezzi strettamente legali ... Abbiamo un gruppo di azione politica molto ben organizzato in questo paese, un gruppo che è determinato a distruggere la nostra costituzione e a stabilire uno stato unico partito ...
Funziona di nascosto, silenziosamente e continuamente per trasformare il nostro governo ... Questa elite spietata e assetata di potere è una delle grandi malattie del nostro secolo ... Questo gruppo non è responsabile né verso il presidente, il congresso né i tribunali. È, per così dire, irremovibile ".
- Il senatore William Jenner, in un discorso risalente al 1954 -
https://resistance71.wordpress.com/2017/05/03/resistance-politique-la-city-de-londres-les-rothschild/
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