martedì 22 ottobre 2019

La beffa delle slot machine,così spariscono 98 miliardi

01 SETTEMBRE 2011
Slot machinesGenova - La mattina del 4 dicembre 2008 il procuratore della Corte dei Conti Marco Smiroldo aveva un sorriso più largo di quello del Joker di Batman. Né lui, né gli uomini del Gat, il gruppo antifrodi tecnologiche della Finanza, che l’avevano affiancato per anni nelle indagini, ci credevano. Nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato sulla possibilità che un processo del genere potesse mai arrivare in aula: le dieci potentissime concessionarie delle slot machinein Italia sul banco degli imputati, con una richiesta monstre di danno all’erario: 98 miliardi di euro. Quello stesso giorno, Smiroldo e i suoi sapevano già che cosa sarebbe accaduto negli anni successivi. Perché questi sono i tempi della giustizia italiana, anche di quella contabile. E perché le dieci sorelle, vista la posta in gioco, avevano messo in campo uno squadrone di principi del Foro, pronti a ogni mossa (ovviamente lecita) per allungare i tempi, creare dubbi, intorbidare le acque. È così che il processo per la più grande sanzione mai contestata nella storia italiana non si è ancora concluso. Anzi: sono state celebrate solo due udienze e nell’ultima il pm ha ribadito le sue richieste. E ancora una volta ha ribadito: il danno per le casse dello Stato è di 98 miliardi.
Nel frattempo c’è stato un pronunciamento della Cassazione, che i legali avevano sollecitato sollevando un conflitto di competenze, che ha comportato quasi due anni di stop. L’ultimo atto è una nuova perizia ordinata dai giudici, per capire se in questa storia debbano finire alla sbarra anche altri soggetti, oltre le concessionarie. La Sogei, il braccio tecnologico e informatico del ministero dell’Economia. O le compagnie telefoniche, che a loro volta non erano state in grado di garantire il flusso corretto dei dati delle scommesse. Perizia che doveva essere consegnata ad agosto. Ora si parla di un nuovo slittamento a ottobre e questo fa presagire che le cose andranno ancora per le lunghe, dopo quattro anni di schermaglie procedurali, fiumi di parole e nessuna decisione. Anche il governo, sollecitato a più riprese dalle interrogazioni parlamentari a dar spiegazioni sulla vicenda, ha sempre avuto buon gioco nel difendersi: la questione è nelle mani della giustizia . Anche perché le società concessionarie non ci vogliono sentire e, ufficiosamente, hanno già inoltrato la loro offerta al super ribasso: chiudere la partita con 500 milioni tutto compreso. Il procuratore, però, non molla e tutto si giocherà nella sentenza. Tempi previsti? Solo Dio lo sa. 
Così si trascinerà ancora, la decisione finale sulla supermulta, una vicenda rivelata per la prima volta nel maggio 2007 dal Secolo XIX. Ma come si è arrivati ai 98 miliardi
https://www.ilsecoloxix.it/italia/2011/09/01/news/la-beffa-delle-slot-machine-cosi-spariscono-98-miliardi-1.32914710

Il colonnello Rapetto e i 98 MIliardi di Euro

venerdì 4 ottobre 2019

OBAMA? SEGUITE I SOLDI

Una delle regole più note del giornalismo anglosassone è ‘follow the money’, cioè segui i soldi se vuoi capire come realmente funzionano le cose. Nel caso dell’elezione a presidente degli Stati Uniti di Barack Obama, è istruttivo applicare quella regola... purtroppo. Il Democratico ha raccolto un gran totale di 640 milioni di dollari per la sua corsa alla Casa Bianca, di cui una larghissima parte dai cosiddetti contributi individuali. Certamente in essi vi è una gran massa di donazioni di singole persone comuni, attivisti, gruppi di volontari, che è innegabile siano stati determinanti per il successo del loro beniamino. Ma non ci è dato sapere quale percentuale di quei fondi proveniva invece da settori un po’ meno ‘puliti’.  Ricordo anche, è doveroso, che  l'afroamericano ha rifiutato del tutto i contributi federali alla sua campagna elettorale. Quest’ultima nota è di sicuro molto edificante, ma se si dà un’occhiata ad altri dettagli, ahimè, il quadro cambia. Si scoprono cose che preoccupano, e che confermano quello che ho scritto in “Obama? Gioire con prudenza, molta”.
Un primo sguardo ai dati pubblicati dalla Federal ElectionCommission americana fa risaltare la presenza dei ‘falchi’ della finanza di Wall Street fra i maggiori gruppi che hanno versato nelle casse del neo presidente, gli stessi che hanno giocato a biglie col futuro economico dell’intero pianeta, fino al collasso di questi giorni: Goldman Sachs, JPMorgan Chase, Citigroup, Morgan Stanley fra gli altri. Nel paragone fra i due contendenti alla Casa Bianca, Obama batte McCain per 2.938.556 dollari a 2.185.869 ricevuti delle banche commerciali. Quando poi si considerano gli speculatori più selvaggi della finanza americana, e cioè gli Hedge Funds, il presidente nero batte lo sconfitto bianco con un margine notevole: 2.637.578 dollari a 1.561.865. Questo forse spiega uno dei dettagli meno edificanti del passato politico di Obama: il suo voto al Congresso a favore del pacchetto di salvataggio sborsato direttamente dai contribuenti americani nelle tasche di Wall Street poche settimane fa, che non solo costerà sudore e pene a milioni di cittadini per anni a venire, ma che non risolve neppure uno dei problemi strutturali della finanza impazzita di quel Paese.
Proseguiamo. Da notare, fra le righe, quei 34.454 dollari che Barack Obama ha intascato dall’industria del tabacco. Non proprio morale per chi si presenta come ‘pulito’, per motivi persino troppo ovvi per essere citati. Ma una bruttissima sorpresa arriva quando si incontrano le voci relative ai colossi farmaceutici: Obama si è preso 1.662.280 dollari da questi giganti della speculazione sulla salute, contro i miseri 579.013 di McCain. La cosa è grave, poiché gli interessi di Big Pharma sono direttamente collegati al mantenimento del sistema Sanitario privatizzato americano, causa di ineguaglianze sociali orrende. Inoltre, visto ciò che le multinazionali del farmaco stanno facendo nel Terzo Mondo, dove negano ancora farmaci salvavita o sconti sui brevetti a tanti popoli disperati, di nuovo si fatica a trovare una moralità in questo aspetto di Obama. Si comincia qui a sbirciare qualcosa della realtà dietro i suoi proclami retorici.
Alla voce Comunicazioni ed Elettronica si rimane di sasso. Il Democratico straccia McCain con una somma ben cinque volte superiore, 21.600.186 dollari contro 4.308.349. La cosa grave inquesto caso sta nella comprensione di chi in realtà milita in quella categoria: alcune fra le più micidiali industrie di Guerre Stellariamericane, di spionaggio e di intercettazioni. Forse è per questo che Obama votò al Congresso la famigerata legge FISA, quella cioè che permette lo spionaggio di immigrati o di americani considerati ‘alieni’, politicamente scomodi, e che fu aspramente contestata da tutti i maggiori gruppi per i Diritti Civili. Inoltre, alla voce più specifica sui finanziatori della campagna elettorale provenienti dall’industria bellica, di nuovo Obama batte il Repubblicano, con 870.165 dollari contro 647.313.
Un altro settore di finanziamenti che preoccupa, è quello del comparto salute e assicurazioni. Ho già detto e scritto che la riforma sanitaria ipotizzata dal neo presidente lascia in sostanza le cose come stanno, con solo ritocchi cosmetici. Tradotto, significa che le grandi compagnie di assicurazione rimarranno gli arbitri della salute degli americani, in particolare dei 44 milioni di essi che oggi non hanno alcuna assistenza. I cittadini di quel Paese invocano in maggioranza e disperatamente un sistema sanitario pubblico, gratuito e finanziato dalle tasse, cosa riportata con chiarezza dai sondaggi ma non dalla stampa americana né dalla nostra. Obamaha ricevuto un gran totale di 49.408.792 dollari dal comparto salutee assicurazioni, McCain 33.286.626. Non sono spiccioli, e soprattutto non vengono donati a fondo perduto. Mi state capendo?
Per concludere, si arriva al tema dell’influenza sui candidati da parte delle lobby e delle professioni che contano. Barack Obama si è sforzato di rassicurare l’America che lui era il candidato degli interessi della persona media, della famiglia media, ma anche dei poveri, degli svantaggiati. Ok, senza perdere altro tempo ecco le cifre. Gli influenti lobbisti americani e gli studi legali (che negli USA hanno un potere enorme) hanno dato al giovane candidato vittorioso il triplo di quanto hanno dato a McCain: 37.122.161 dollari per il primo e solo 10.765.423 per il secondo. Questi non sono idealisti con lo sguardo perso nelle nuvole, sono personaggi, anzi, rapaci che ci vedono benissimo… Perché hanno premiato Obama?
Ripeto. Gioire, con prudenza. Moltissima.
fonte: Federal Election Commission USA