sabato 13 ottobre 2012
Il “signoraggio” bancario spiegato a mio figlio. Il 17 settembre ANTIBANKS DAY – Milano, occupazione di P.zza Affari
Sabato 27 Agosto 2011, ore 21
- Papà tu ti occupi di debito pubblico e di economia per le testate e i blog per i quali scrivi?
- Diciamo di si, tanti se ne occupano in questo momento anche perché è uno degli argomenti portanti di questo periodo di crisi economica. Perché me lo chiedi?
- Perché voglio cercare di capire cos’è il debito pubblico e poi su internet, su facebook, non si parla di altro se non di questo e del signoraggio bancario. Molte cose non le capisco, pare essere un argomento complesso.
- In realtà l’argomento non è complesso. Uno dei segreti della riuscita di questo sistema economico monetario sta proprio nella sua banalità, così semplice che è facile sfugga alla mente. Non ti fare spaventare dall’istituzionalità delle argomentazioni. Quando si parla di debito pubblico si parla dello stesso debito che tu concepisci benissimo riguardo l’acquisto di una lavatrice a rate. E’ la stessa identica cosa. Nessuno è più proprietario delle sue ricchezze e del suo benessere, ne della sua salute. E’ tutto prestato, tutto a debito, in tutto il mondo. Più una nazione è ricca più il suo debito è alto. E’ come se in questa casa fosse vietato possedere qualcosa e fosse obbligatorio avere tutto in prestito a rate e con gli interessi. In un mondo così chi ha più cose di conseguenza ha più debito.
- E’ questo sarebbe il signoraggio bancario?
- No, questo è il sistema economico basato sul debito. Il signoraggio è solo una piccola parte di questo sistema anche se nell’ultimo decennio se ne sono esasperati i limiti tanto che il signoraggio bancario si è trasformato molto. Si continua ad usare questo termine per sintetizzare il concetto di privatizzazione della moneta e del guadagno che le banche private come la BCE e la Federal Reserve ne ricavano distribuendola, ormai a prestito e a debito.
- Non credo di aver capito.
- Ok. Cercherò di raccontarti la storia in modo da farti degli esempi facili perché sta nella semplicità il trabocchetto. Sei pronto? Seguimi bene.
- Ci sono!
- Tutto nasce in Italia (cominciamo bene!) con le repubbliche marinare, specialmente quelle di Genova e Venezia. Dai porti di queste città partivano navi cariche di beni dirette verso altre nazioni, città, repubbliche. Le merci trasportate venivano vendute o in cambio di altre merci o in cambio di monete (gettoni in verità) d’oro. Tutti i beni avevano un valore di mercato basato sull’equiparazione con altri beni o sul valore in oro deciso dal mercato.
- Come oggi?
- Da questo punto di vista si, esattamente come oggi. Quindi le navi trasportavano merci e monete d’oro. Puoi capire il rischio che si correva nei mari durante i viaggi dal porto di Genova sino in Turchia a causa dei pirati e del rischio di essere derubati dell’oro una volta sbarcati a destinazione. Nessun ladro può rubarti sotto il naso 10 carcasse di mucche, ma può benissimo portarti via un piccolo forziere di monete d’oro. Per risolvere questo grave problema la repubblica marinara di Genova, forte del suo impero e del suo mercato in tutto il mediterraneo, decise di creare la prima moneta cartacea, anzi, il primo “titolo” pagabile a vista al portatore, numerato, protocollato, certificato. Perché tutto funzionasse però c’era bisogno che nei luoghi di destinazione dei mercati vi fossero degli istituti delegati dalla repubblica di Genova, affinché si potessero cambiare questi titoli ricevendo in cambio oro. Così nacquero le banche. I mercanti caricavano le navi di merci e invece di caricare forzieri di oro andavano in banca e si facevano dare un titolo che valeva quanto oro si sarebbero dovuti portare. Questo oro veniva versato in banca in cambio del titolo.
A destinazione i mercanti vendevano la merce che trasportavano e ne acquistavano altra per caricare le navi, ma non pagavano più con l’oro (sia in forma di “moneta” o gettone, sia in forma di lingotto) bensì con questo titolo. Il mercante straniero riceveva tale titolo grazie al quale poteva andare in una banca affiliata in zona, presentarlo e ricevere in cambio tanto oro quanto valeva il titolo. Quindi se il portatore aveva un titolo che valeva 100 gettoni d’oro, presentandolo in banca questa prendeva il titolo, lo distruggeva dopo averlo protocollato come “cambiato” e consegnava al portatore 100 gettoni d’oro.
- Così sono nate le banche?
- In un certo senso… diciamo che era nato il servizio di deposito bancario. Un servizio utile direi.
- Eh si, utile e intelligente!
- Già. Ma a qual punto, una volta che il sistema di credito a distanza era stato accettato ufficialmente in tutto il mediterraneo, accadde l’imprevisto! I titoli avevano acquistato talmente tanta fiducia nei portatori che erano pochi coloro i quali avendone uno si scomodavano per andarlo a cambiare per ritornarsene con le sacche piene di oro. Primo per scomodità di trasporto, secondo per il rischio di essere derubati. Così pochi cambiavano il titolo in oro e molti invece compravendevano beni scambiandosi i titoli. Ora si che si può dire che erano nate le banche! Queste avevano i caveau pieni di riserve di oro e la popolazione mediterranea faceva mercato con i loro titoli perché si fidavano del sistema. Il titolo valeva sicuramente tanto oro quanto riportato sulla facciata del titolo.
- Ed era vero?
- Accidenti se era vero!
- E cosa c’è di sbagliato in questo?
- In questo niente, ma la storia non finisce qui. Si affaccia il primo lato oscuro del sistema bancario nel momento in cui le banche si accorgono di avere molto oro depositato e inutilizzato, quindi fermo.
- Perché tutti utilizzavano la moneta cartacea e i titoli lasciando l’oro in banca come deposito reale della loro ricchezza.
-Proprio così. Da questa constatazione partì un ragionamento di tipo algoritmico, statistico. Le banche erano interessate a un dato molto importante: quante persone andavano a ritirare contemporaneamente l’oro scambiando con questo i titoli? Il dato riportava un numero assai basso, nell’ordine delle unità percentuali. Assumiamo per comodo che la percentuale fosse del 5%. Questo voleva dire che solo il 5% dell’oro depositato in banca veniva richiesto, riscosso, movimentato dai clienti e che il restante 95% rimaneva costantemente in deposito. Allora perché non utilizzare questo oro, questo valore, immobilizzato? Perché non farlo fruttare? Fu così che le banche allora stabilirono una percentuale di “sicurezza” oltre la quale poter operare in tranquillità con l’oro depositato dai clienti, assicurandosi di avere una riserva aurea sufficiente ad affrontare eventuali richieste o picchi di richiesta di cambio oro/titoli. Questa percentuale venne stabilita nell’ordine del 20% circa. Fu così che nacque il concetto e il meccanismo di “Riserva frazionaria“. Questo sistema permetteva alle banche di poter disporre del’80% dell’oro depositato per i suoi affari.
- Affari? Di che tipi di affari poteva occuparsi una banca?
- Prestiti. L’80% dell’oro poteva venire utilizzato per prestare oro, denaro, a chi lo richiedesse guadagnandoci l’interesse sul valore prestato, esattamente come gli interessi di oggi. Prestavano cento per riceverne centotrenta nel tempo. Fu così che le banche passarono dall’essere istituti di risparmio a istituti di credito e risparmio.
- Ma i clienti sapevano di questo meccanismo, di questo sistema, di questo business fatto con i loro soldi e con le loro riserve di oro?
- Qui la cosa inizia a farsi complicata. I clienti non potevano sapere questo o non si sarebbero più fidati di una banca che utilizza l’80% dei tuoi risparmi per prestarli in giro e guadagnarci. Quindi nacquero nuovi tipi di contratto, nuove clausole. Si faceva firmare il contratto dove questo veniva detto, ma in forma molto poco chiara e trasparente, altrimenti, ripeto, nessuno avrebbe più affidato i suoi risparmi a una banca. Inoltre, per invogliare gli utenti a versare i loro risparmi in banca, venne inventato il tasso di interesse sui soldi versati sul conto, quindi anche il cliente guadagnava se affidava i suoi risparmi alla banca. Conveniente no? Perché tenermi l’oro o i soldi/titoli sotto il materasso quando depositarli in baca significava anche guadagnarci nel tempo?
Certo nessuno si domandava seriamente come fosse possibile fare soldi dal nulla, come fosse possibile che una banca da una somma X versata potesse ritornarti indietro una somma X + q. Come si dice “a caval donato non si guarda in bocca”. Ai clienti veniva data, distribuita, una parte di guadagni derivanti dai finanziamenti. In effetti il sistema era geniale. In questo modo si facevano soldi dal nulla e inoltre si distribuiva tra la popolazione più moneta e oro di quanta in realtà non ce ne fosse in deposito, in reale ricchezza. Fu così che per la prima volta la ricchezza reale divenne man mano ricchezza statistica. Questo sistema è andato avanti per secoli, evolvendosi e strutturandosi sempre di più. Inoltre è facile capire come il fare soldi dal nulla avesse portato le banche a diventare straordinariamente ricche! Lo stesso sistema della ricchezza statistica venne utilizzato dalla assicurazioni, ma questa è un’altra storia che ti sarà più facile capire ora che inizi a conoscere il sistema economico basato sulla moneta.
- Quindi il signoraggio cosa sarebbe?
- <
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