Estratto dal libro di Mario Giordano "Tutti a Casa!", edito da Mondadori
Quelli della famiglia Casini. Dove si racconta come si sono sistemate alla grande la moglie e le figlie dell'ex presidente della Camera.
LIBRO DI MARIO GIORDANO - TUTTI A CASA - MONDADORI
Pierferdinando Casini non risulta titolare di immobili a Roma, e nella sua Bologna possiede solo piccole frazioni di tre appartamenti (20,5 vani in tutto) ereditati dal padre, insieme alla mamma e ai suoi fratelli. Evidentemente, per chi vive con la figlia del grande costruttore Caltagirone è più difficile trovare una casa politica che una casa da abitare.
Eppure anche l'ex presidente della Camera è stato coinvolto in Svendopoli, per una vicenda che ha al centro la sua prima moglie, Roberta Lubich, e le sue figlie. Tutte e tre, infatti, risultano proprietarie di appartamenti a Roma, in una bella palazzina in via *****, che facevano parte del patrimonio Ina-Assitalia, poi assorbito dalle Generali: Roberta Lubich ha 8 vani al pianterreno, più una piccolissima cantina; Carolina Casini ha 8,5 vani al primo piano e Benedetta Casini ha 4,5 vani al terzo piano (entrambi con cantina).
Furono acquistati fra l'aprile e il giugno 2007 a prezzi assai convenienti: appena 323.000 euro per il primo (che secondo la stima Cerved vale tre volte tanto, cioè 1.028.976 euro), 586.000 euro per il secondo (che secondo la stima Cerved vale il doppio, cioè 1.093.287 euro) e 306.000 euro per il terzo (che secondo la stima Cerved vale 578.799 euro). Nell'occasione comprò, sempre nella stessa palazzina, anche la mamma di Giordano.
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QUELLI CON IL PAPÀ (O IL MARITO) IMPORTANTE
Roberta Lubich, l'allora suocera di Pierferdi: 586.000 euro per un appartamento al secondo piano. Come sia nato questo business di casa Casini l'ha raccontato «l'Espresso». Nell'aprile 2007 il palazzo viene venduto dalle Generali a una società creata appositamente per l'occasione da Franco Corlaita, un manager bolognese, di area Udc, amico di Pier Ferdinando. Prezzo: 1.750.000 euro.
CASINI E AZZURRA CALTAGIRONE ALLA PRESENTAZIONE MILANESE DEL MESSAGGERO FOTO TOIATIRoberta Lubich, l'allora suocera di Pierferdi: 586.000 euro per un appartamento al secondo piano. Come sia nato questo business di casa Casini l'ha raccontato «l'Espresso». Nell'aprile 2007 il palazzo viene venduto dalle Generali a una società creata appositamente per l'occasione da Franco Corlaita, un manager bolognese, di area Udc, amico di Pier Ferdinando. Prezzo: 1.750.000 euro.
La procedura è atipica, come scrive il settimanale, perché non vengono venduti i singoli appartamenti agli inquilini, ma l'intero palazzo alla società di Corlaita, che a sua volta rivende dando priorità agli inquilini (con relativi benefici). Ancor più singolare è che ciò avvenga nel palazzo dove risiedono moglie e figlie di Pierferdinando, e non invece nel palazzo accanto: quest'ultimo, infatti, viene rivenduto anch'esso in blocco dalle Generali, ma a un altro imprenditore, che al contrario del primo non rivende agli inquilini, bensì li costringe ad andare via.
PIERFERDINANDO CASINI CON EX MOGLIE ROBERTA LUBICH
E chi è il costruttore senza cuore? Ironia della sorte: Francesco Gaetano Caltagirone, il nuovo suocero di Casini. A questo punto è legittima una domanda: perché due procedure così diverse? Perché un palazzo viene venduto in blocco a un costruttore (futuro suocero di Casini), che se ne impipa delle proteste degli inquilini e li caccia, e un altro viene venduto in blocco a un diverso imprenditore (amico di Casini), che invece è così premuroso con gli inquilini residenti?
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE CON FIGLIA AZZURRA E PIERFERDINANDO CASINI
Difficile rispondere alla domanda. Di sicuro c'è solo che la famiglia Casini ha la fortuna di risiedere nel palazzo giusto, quello in cui si può comprare con lo sconto. Lo vedi, alle volte, che significa essere baciati dalla dea bendata? E così moglie e figlie di Pierferdi si sistemano: fra l'altro, quest'ultimo partecipa all'atto in qualità di genitore, mediante un procuratore. E per convincere il giudice tutelare ad approvare l'acquisto, presenta una perizia in cui risulta che è «molto conveniente».
Se è molto conveniente per chi compra, dev'essere un poco sconveniente per chi vende, evidentemente. Ma i venditori non si preoccupano affatto: le Generali non possono forse sopportare una piccola perdita? E allora via, a firmare l'atto, senza batter ciglio...
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