venerdì 6 dicembre 2013

CRISI. PER IL NOBEL MIRRLEES L’ ITALIA DOVREBBE VALUTARE L’USCITA DALL’ EURO. SE DOVESSE FARLO, GLI ITALIANI DEVONO ESSERE PRONTI A PAGARE UN PREZZO

Agenpress -  ''L'uscita dall'euro non risolverebbe in automatico i problemi dell'Italia, visto che, ad esempio, rimarrebbero le questioni derivanti dalle politiche adottate dalla Germania. Ma non è comunque corretto collegare le conseguenze di un'eventuale uscita da Eurolandia al venir meno della lealtà e fedeltà come membri dell'Unione europea. Finché l'Italia resterà nell'euro non potrà espandere la massa di moneta in circolazione o svalutare: ecco perché si impone la necessità di decidere se rimanere o meno nella moneta unica, questione non facile da dirimere, perché la gente toglierà il denaro dai conti in banca prima che questo accada. Probabilmente, dovreste sostenere il costo di un'eventuale uscita, come avvenuto in Gran Bretagna (che non ha mai abbandonato la sterlina), ma dovete essere pronti a pagare questo prezzo".
E' quanto ha detto il premio nobel per l'Economia, James Mirrlees, intervenuto a Venezia all'Auditorium Santa Margherita per il ciclo 'Nobels colloquia 2013' dell'Università Ca' Foscari, precisando di non voler  "di suggerire politiche per mutare la situazione attuale e mi sento a disagio nel fare raccomandazioni altisonanti, perché non ho avuto il tempo di valutarne le conseguenze. Però, guardando dal di fuori, dico che non dovreste stare nell'euro, ma uscirne adesso''.
Se l'Italia tornasse in grado di svalutare ci sarebbe sicuramente la possibilità di arricchirsi per chi togliesse in tempo i soldi dalle banche; ma, per la Gran Bretagna, è valsa la pena, perché poi ha avuto un andamento economico soddisfacente''. ''Tutto ciò non comporta automaticamente l'aumento o la riduzione della pressione fiscale. Però, in una certa misura, raccomanderei misure di sostegno ai redditi, per aumentare il potere d'acquisto della popolazione. Ma solo temporaneamente''.
"Se l'Italia dovesse uscire dall'euro alcuni grossi problemi continuerebbero ad esistere, perché la Germania continua a mantenere i livelli dei prezzi troppo bassi. E, se la Germania continuerà questo atteggiamento, cosa che non intende cambiare, anche per l'Italia continuerebbero le difficoltà di oggi". Mirrlees che ha indicato, oltre alla "grossa spinta per portare il business verso l'Asia, che continua a registrare una continua pressione in Europa" il dato negativo dell'elevato livello di disoccupazione. Problema che il Nobel ha definito "particolarmente grave in Italia, soprattutto al sud".
"E' un problema che definirei 'a lungo termine', perché odio usare il termine 'strutturale', che ha un substrato di irrisolvibilità che ritengo ingiusto. Mi sento però a disagio, come persona esterna, nell'offrire soluzioni, anche perché mi chiedo se abbiate abbastanza manager economici in grado di mettere in atto e gestire l'espansione che potrebbe esserci". 

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