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"Sei tu che hai tirato su John, come ti aveva chiesto il povero Gianni, e sei solo tu che puoi aiutarlo a non farsi portare a spasso da Marchionne". Nei giorni scorsi Gianluigi Gabetti, presidente onorario di Exor e consigliere della Giovanni Agnelli & C., ovvero un signore che a dispetto degli 89 anni ha ancora i piedi ancora ben piantati in due delle tre società che controllano il 30% di Fiat per conto della sterminata famiglia Agnelli, si è sentito rivolgere questo accorato appello da alcuni anziani esponenti della dinastia torinese.
GIANLUIGI GABETTI JPEGJOHN ELKANN CON GIANNI AGNELLI ALLO STADIO
Non che i vari Maria Sole Agnelli, Lupo Rattazzi, Teodorani Fabbri, Nasi e gli eredi di Umberto Agnelli non riconoscano che con la fusione Fiat-Chrysler il manager con residenza fiscale in Svizzera non abbia messo al sicuro anche il loro tesoretto. Ma nel corso degli ultimi colloqui con Kaki Elkann, esposto al continuo bombardamento creativo di un Marpionne che già pensa a come disfarsi di Stampa e Corriere e a rivoluzionare completamente la Ferrari, alcuni degli "anziani" sono rimasti colpiti da una certa fragilità del rampollo nel tenere il rapporto con il supermanager italo-canadese.
GIANNI E MARGHERITA AGNELLI IL GIORNO DELLE NOZZE CON JOHN ELKANN
Di qui la scelta di rivolgersi ancora una volta all'immarcescibile Gabetti, che oltre a tutto è anche uno dei quattro garanti della Dicembre, la cassaforte familiare in cima alla piramide di controllo Fiat.
MARIA SOLE AGNELLI
Ma qual è veramente il motivo del contendere nella vasta progenie degli Agnelli? Su questo, le voci torinesi sono contrastanti e probabilmente provengono da rami diversi. Sicuramente c'è il problema dell'addio alle partecipazioni italiane e il timore di una trasmigrazione negli Usa della Ferrari, che però Marchionne è sufficientemente abile da gestire distribuendo due caramelle alla Famiglia come la presidenza di Maranello ad Andrea Agnelli e la garanzia che la Juventus, con i suoi dividendi, non si tocca per un bel po'.
LUPO RATTAZZI
Ma c'è anche una preoccupazione assai concreta e banale come quella del flusso futuro dei dividendi di Fca, adesso che la sede fiscale sarà in Gran Bretagna. "Cambierà qualcosa, dottor Gabetti?", ha chiesto parte della Famiglia. La prima risposta è che ci sarà da studiare un po', ma alla fine non ci dovrebbero essere particolari problemi. "Con la tassazione al minimo, il flusso dei dividendi, se ci sarà, potrebbe anche aumentare", osserva un esperto gestore di grandi patrimoni privati. Mentre un noto professionista torinese si lascia andare a una battutaccia: "Dividendi a rischio per gli eredi dell'Avvocato? No, se sono preoccupati è perché Londra è un po' lontana dalle piste da sci".
ANDREA AGNELLI, MARCHIONNE, ELKANN
Il problema dell'equilibrio nei rapporti tra Elkann e Marchionne però resta intatto. Gli anziani della famiglia ricordano che Gianni Agnelli prese il sopravvento su Vittorio Valletta solo quando fu quest'ultimo a chiedergli dei soldi, sotto forma di aumento. Perché la vecchia scuola del potere insegna che chi chiede soldi ha perso. Se l'impostazione è ancora valida, il giovane Elkann che chiede denari a Marpionne per comprarsi il Corriere ha ancora molta strada da fare per raggiungere il nonno. Se poi il manager con il pulloverino glieli chiede pure indietro, allora non c'è proprio partita. Su tutto.
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