Francesco Bisozzi, L'Huffington Post
In questo momento un Bitcoin vale 60 dollari . Ma all'origine della caduta della moneta virtuale, che una settimana fa solamente (quando per entrare in possesso di un gettone elettronico si pagavano 260 dollari) ha reso milionari per un giorno i fortunati internauti che per primi avevano scommesso sulla divisa acquistandola per pochi spiccioli, non vi sarebbero né gli attacchi degli hacker né le avarie delle piattaforme di scambio online come Mt.Gox, causate dal mastodontico numero di accessi che i siti hanno registrato in questi giorni.
Ad affossare la valuta 2.0 sarebbe stato, più semplicemente, il crollo dell'oro. «Una volta che il metallo giallo ha iniziato a perdere vistosamente terreno sono venuti meno anche i Bitcoin, a dimostrazione del fatto che ci troviamo di fronte a un bene rifugio fasullo», chiosa l'ex presidente della Consob Guido Rossi. E in effetti fino al mese scorso l'andamento dell'oro digitale ha sempre rispecchiato quello dell'oro vero e proprio: quando quest'ultimo aumentava o perdeva di valore il suo alter ego tecnologico gli andava dietro.
Nati come moneta virtuale con cui comperare beni e servizi online, in queste settimane secondo gli analisti i Bitcoin si sarebbero trasformati in una sorta di commodity digitale. È d'accordo?
Assolutamente sì, hanno tradito la loro natura iniziale. Oggi rappresentano degli strumenti finanziari di nuovo conio in grado di stravolgere le regole del capitalismo.
Ovvero?
I Bitcoin sono l'espressione di una nuova forma di capitalismo. Siamo passati dal capitalismo finanziario a quello virtuale, dove a farla da padrone sono gli algoritmi. Un sistema dal futuro incerto, che apre la porta a commodity tecnologiche molto rischiose.
In che senso rischiose?
Nel capitalismo virtuale anche i diritti diventano virtuali, mentre i pericoli che si corrono al contrario continuano a produrre conseguenze concrete. Le monete elettroniche, queste nuove commodity digitali, ricordano da vicino il sistema dei derivati, al pari dei quali presentano rischi da non sottovalutare, come c'insegna il passato.
Ma i Bitcoin sfuggono a qualsiasi forma di controllo centrale. Questo non rappresenta un limite in grado di frenare lo sviluppo dei nuovi strumenti finanziari di cui lei parla?
Non direi, dopotutto l'assenza di controlli in principio non ha impedito al sistema dei derivati di assumere rilevanza.
Intanto sulla scia dei Bitcoin nuove valute 2.0 bussano alla porta.
Esperimenti simili stanno vedendo la luce. Come OpenCoin o Ripple. L'insorgere di queste divise elettroniche è l'indice di un venir meno dell'oro come bene di riferimento della moneta tradizionale, oltre che del continuo tentativo di trasformazione del capitalismo.
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