E.: Ma… quale domani per l’Italia, secondo lei, Montanelli?
M.: Debbo proprio dirglielo?
E: Provi a dirmelo.
M.: Per l’Italia nessuno. Perché un Paese che ignora il proprio ieri, di cui non sa assolutamente nulla e non si cura di
sapere nulla, non può avere un domani. Io mi ricordo una
definizione dell’Italia che mi dette, in tempi lontanissimi, un
mio maestro […], Ugo Ojetti: “Ma tu non hai ancora capito che l’Italia è un Paese di contemporanei, senza antenati
né posteri perché senza memoria”. Io avevo 25-26 anni, la
presi per una boutade, per una battuta, un paradosso. Mi
sono accorto che aveva assolutamente ragione. Questo è un
Paese che […] ha una storia straordinaria, ma non la studia,
non la sa. È un paese assolutamente ignaro di se stesso. Se tu
mi dici cosa sarà il domani per gli Italiani, forse sarà un domani brillantissimo. Per gli Italiani, non per l’Italia. Perché
gli Italiani sono i meglio qualificati a entrare in un calderone multinazionale, perché non hanno resistenze nazionali.
Intanto […] hanno dei mestieri in cui sono insuperabili. Noi
in Europa saremo senza dubbio i migliori sarti, i migliori
calzolai, i migliori direttori d’albergo, i migliori cuochi. Non
c’è il minimo dubbio, […] voglio dirlo senza intonazioni
spregiative, nei mestieri “servili” noi siamo imbattibili, assolutamente imbattibili. Ma non lo siamo soltanto in quelli.
L’individualità italiana si può benissimo affermare in tutti i
campi anche scientifici. Io sono sicuro che gli scienziati italiani, i medici italiani, gli specialisti italiani, i chimici, i fisici
italiani, quando avranno a disposizione dei gabinetti europei veramente attrezzati brilleranno. Gli Italiani. L’Italia no.
L’Italia non ci sarà. Non c’è. Perché gli Italiani che vanno in
Germania diventeranno Tedeschi.
E: Perché gli Italiani sono anche molto elastici…
M: Molto elastici. […] Gli Italiani non sono gli Ebrei, che
da 2000 anni difendono la loro entità. Da 2000 anni vengono sparpagliati in tutto il mondo, perseguitati eccetera,
e loro rimangono Ebrei. Gli Italiani no. Alla seconda generazione sono assimilati, dovunque vadano, sono assimilati.
E: Ma questo è un difetto?
M: No… è un difetto… è un difetto ed è anche una virtù. È
una qualità. Voglio dire: per l’Italia non vedo un futuro, per
gli Italiani ne vedo uno brillante (Intervista di Alain Elkann
a Indro Montanelli1
https://iris.unito.it/retrieve/handle/2318/1691167/476628/Gli%20Italiani%20secondo%20Montanelli%20AISS.pdf
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