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UNA SUP-POSTA PER TONINO - GLI EUROPARLAMENTARI DE MAGISTRIS E ALFANO, E IL CONSIGLIERE CAVALLI, SCRIVONO UNA LETTERA AL VELENO AL RÀS DI PIETRO - DENUNCIANO UNA GIGANTESCA, E MAI AFFRONTATA, QUESTIONE MORALE NELL’ITALIA DEI VALORI: “LO SCANDALOSO CASO PORFIDIA, INQUISITO PER FATTI DI CAMORRA E ANCORA DIFESO DA QUALCHE DEPUTATO DELL’IDV”, IL FUMOSO PINO ARLACCHI, IL TRADIMENTO DI RAZZI E SCILIPOTI, I “SIGNORI DELLE TESSERE”, LE “MACROSCOPICHE IRREGOLARITÀ NELLA CONSULTAZIONE DEGLI ISCRITTI”… Eduardo Di Blasi per "il Fatto Quotidiano"
antonio di pietro idv Citano Enrico Berlinguer ma parlano all'Italia dei Valori, perchè ritengono che una "questione morale", quella che lo storico segretario icona del Pci sollevò nei confronti della deriva dei partiti di governo, sia all'interno del proprio schieramento. Luigi De Magistris, Sonia Alfano e Giulio Cavalli, i primi due europarlamentari, il terzo consigliere regionale in Lombardia, hanno scelto il web per "prendere posizione", per chiedere che "il presidente Antonio Di Pietro" reagisca "duramente e con fermezza alla deriva verso cui questo partito sta andando per colpa di alcuni".
Premettono subito, prevedendo la tempesta: "Non abbiamo voluto sfruttare l'onda delle ultime polemiche per dire la nostra, per non offrire il fianco a strumentalizzazioni che avrebbero danneggiato l'Idv", ma poi, partendo dalle ineludibili notizie di cronaca, stilano una lista di questioni aperte che dipingono il partito del gabbiano come un vecchio arnese da Prima Repubblica.
SONIA ALFANO
"Sono solo la punta di un iceberg che pian piano emerge nella realtà di questo partito. Come dimenticare lo scandaloso caso Porfidia, inquisito per fatti di camorra e ancora difeso da qualche deputato dell'Idv che parla di sacrificio a causa di ‘fatti privati'. E poi il fumoso Pino Arlacchi, che dopo essere stato eletto con l'Idv e solo grazie all'Idv, ha salutato tutti con un misero pretesto ed è tornato con le orecchie basse al Pd. Ma chi ha portato questi personaggi in questo partito?".
Chiedono ad Antonio Di Pietro una "brusca virata". E la motivano con la necessità di levare terra da sotto ai piedi a chi, all'interno del partito, "spera che l'Idv torni un partito del 4% per poterlo amministrare come meglio crede. Seggi garantiti, candidature al sicuro, contestazioni zero".
LUIGI DE MAGISTRIS
Parlano di territorio, di "signori delle tessere", di "macroscopiche irregolarità nella consultazione degli iscritti". Sanno di compiere un'operazione politica delicata. E non nascondono il problema: "La maggior parte della ‘dirigenza' dirà che con queste nostre parole danneggiamo il partito, altri che danneggiamo il presidente Di Pietro, altri ancora che siamo parte di un progetto eversivo che vuole appropriarsi dell'Idv. Noi crediamo che questo invece sia un estremo atto di amore per tutti gli iscritti, i militanti e i simpatizzanti dell'Italia dei Valori".
La "lettera" di intenti, ha un solo destinatario, ma coinvolge l'intero gruppo dirigente dell'Idv. Tanto che la risposta più dura arriva da una nota con-giunta dei capigruppo di Camera e Senato (Massimo Donadi e Felice Belisario) e dal portavoce del partito Leoluca Orlando.
Giulio Cavalli
L'Idv, scrivono "è un partito giovane che, a differenza di tutti gli altri, non ha ereditato la propria classe dirigente da precedenti formazioni politiche, ma sta costruendo a fatica, e con qualche inevitabile passo falso, una propria classe dirigente nata dalla militanza, dall'impegno, dalla passione e anche da precedenti esperienze politiche, valutate con molta attenzione.
scilipoti person of the year Per questo, parlare di una questione morale all'interno dell'Idv, come fanno oggi Sonia Alfano e Luigi De Magistris, è qualcosa di così offensivo e abissalmente distante dalla realtà del partito che può avere solo due spiegazioni. Un attacco così violento ed incomprensibile può essere solo il frutto di una ingiustificabile mancanza di conoscenza della reale natura e della qualità di questo partito, dei dirigenti e dei quadri locali, oppure è il primo passo di chi immagina il proprio futuro politico al di fuori di Italia dei Valori. Se così fosse, Alfano e De Magistris, tradirebbero il mandato degli elettori non molto diversamente da Razzi e Scilipoti.
Anche perché, in due anni di militanza in Idv, non vi è mai stata, sottolineiamo mai, riunione pubblica, esecutivo nazionale o altra sede istituzionale, in cui Alfano e De Magistris abbiano avanzato anche una sola critica verso un solo aderente o dirigente dell'IdV. Ferisce, in particolare, il fatto che un'accusa così grave abbiano ritenuto di porla sui media e non nel prossimo esecutivo nazionale, fissato a metà gennaio. In questo modo si comporta chi un partito lo vuole danneggiare e non migliorare".
Antonio Razzi
La risposta del leader dell'Idv, ha toni più amicali, con una frecciata finale: "Carissimi Luigi, Sonia e Giulio, il partito che oggi accusate di avere in seno una questione morale da risolvere, è lo stesso partito con il quale siete stati eletti e in cui siete stati candidati proprio in virtù di quello spirito di rinnovamento della politica che l'Italia dei Valori intende portare avanti. Mi auguro che dopo questa lettera possiate anche voi impegnarvi, nel partito e per il partito, con la stessa determinazione e umiltà con cui migliaia di militanti si stanno adoperando. E, soprattutto, voglio credere che tutto questo lo facciate per il bene del partito".
by dagospia
lunedì 27 dicembre 2010
martedì 14 dicembre 2010
OBAMA INDAGA E SVELA GLI AL CAPONE DELLA VERA MAFIA, LA "CUPOLA" DEL DENARO - 2- I PADRONI DELL´UNIVERSO: "IL TERZO MERCOLEDÌ DI OGNI MESE NOVE MEMBRI DI UNA ÉLITE DI WALL STREET SI RIUNISCONO A MIDTOWN MANHATTAN. I DETTAGLI DELLE LORO RIUNIONI SONO COPERTI DAL SEGRETO. RAPPRESENTANO GOLDMAN SACHS, MORGAN STANLEY, JP MORGAN, CITIGROUP, BANK OF AMERICA, DEUTSCHE BANK, BARCLAYS, UBS, CREDIT SUISSE" - 3- IL CLUB DEI NOVE "PROTEGGE GLI INTERESSI DELLE GRANDI BANCHE CHE NE FANNO PARTE, PERPETUA IL LORO DOMINIO, CONTRASTA OGNI SFORZO PER RENDERE TRASPARENTI I PREZZI E LE COMMISSIONI", DENUNCIA IL CFTC, MASSIMO ORGANO DI VIGILANZA USA - 4- LA GRANDE ATTESA PER LE RIVELAZIONI ANNUNCIATE DA WIKILEAKS SULLA BANK OF AMERICA: CHISSÀ CHE NON RIESCA JULIAN ASSANGE DOVE LA MAGISTRATURA DI OBAMA NON ARRIVA…
…
Federico Rampini per La Repubblica
Bank of America
OBAMA COMMUNIST Di nuovo loro: i Padroni dell´Universo. Stessi nomi, stessi vizi, una storia che sembra condannata a ripetersi e col finale che rischia di essere già scritto: l´impunità. Stavolta è l´intero mondo dei titoli derivati - finanza "tossica" che ebbe un ruolo cruciale nella crisi del 2008 - l´oggetto delle loro congiure. Una vera e propria "cupola" di grandi banchieri esercita un potere esclusivo di controllo su questo mercato. Fuori da ogni trasparenza, e al riparo da ogni concorrenza.
«Il terzo mercoledì di ogni mese - rivela il New York Times - nove membri di una élite di Wall Street si riuniscono a Midtown Manhattan. I dettagli delle loro riunioni sono coperti dal segreto. Rappresentano Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, Citigroup, Bank of America, Deutsche Bank, Barclays, Ubs, Credit Suisse».
Wall Street
GOLDMAN SACHS Ufficialmente, i nove banchieri di questo potentissimo comitato d´affari hanno il compito di «salvaguardare la stabilità e l´integrità» su un mercato che muove ogni giorno migliaia di miliardi di dollari. Di fatto, il club dei nove «protegge gli interessi delle grandi banche che ne fanno parte, perpetua il loro dominio, contrasta ogni sforzo per rendere trasparenti i prezzi e le commissioni». La denuncia raccolta dal New York Times viene dal massimo organo di vigilanza. La fonte più autorevole all´origine dell´inchiesta è Gary Gensler, capo della Commodity Futures Trading Commission.
L´uomo a cui Barack Obama ha affidato il compito di fare pulizia in un mercato altamente speculativo. Ma Gensler è costretto ad ammettere la sua impotenza. «Il costo di quelle pratiche lo paga tutto il resto dell´economia, lo pagano tutti gli americani», lamenta Gensler. E naturalmente anche gli europei, visto che Wall Street è il centro della finanza globale.
lloyd Blankfein DI GOLDMAN SACHS
I derivati infatti hanno innumerevoli usi, una parte dei quali sono "virtuosi" e più vicini a noi di quanto possiamo immaginare. I fondi pensione li utilizzano per ridurre il rischio di perdite sui loro investimenti nel caso che le tendenze di mercato abbiano improvvisi rovesci (per esempio un futuro rialzo dei rendimenti sui buoni del Tesoro che deprime il valore di quelli in portafoglio).
Goldman Sachs CEO Lloyd Blankfein and Warren Buffett
Le compagnie aeree e navali comprano derivati per attutire il colpo di un rincaro del petrolio. L´industria agroalimentare si protegge da aumenti nel costi dei raccolti. Perfino il consumatore, l´automobilista, è vittima di manovre speculative che attraverso i derivati accentuano il boom delle materie prime.
GOLDMAN SACHS Nessuno dei protagonisti dell´economia reale è veramente tutelato dalle manipolazioni su questi strumenti. Nessuno sa cosa decidono i nove membri del club esclusivo che si riunisce il terzo mercoledì del mese. Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un´inchiesta «sulla possibilità di pratiche anti-concorrenziali nel clearing e nel trading sui derivati».
I sospetti di collusione e di un vero e proprio cartello non sono nuovi. Ma trovare le prove è difficile. E´ vecchia di nove mesi la notizia di un´altra inchiesta del Dipartimento di Giustizia che aveva fatto scalpore: quella che accusava i più importanti hedge fund (Soros, Paulson, Greenlight, Sac Capital) di aver concordato un attacco simultaneo all´euro, in una cena segreta l´8 febbraio a Wall Street.
logo AIG
Assange Obama Il giorno dopo, 9 febbraio, al Chicago Mercantile Exchange i contratti futures che scommettevano su un tracollo dell´euro erano schizzati oltre 54.000, un record storico. Goldman Sachs e Barclays furono coinvolte nelle cronache su quelle grandi manovre. Ma da allora l´inchiesta sulla congiura ai danni dell´euro non ha avuto sviluppi di rilievo.
Estrarre prove dal club dei Padroni dell´Universo è complicato, almeno se si seguono i metodi "normali". Di qui la grande attesa per le rivelazioni annunciate da WikiLeaks sulla Bank of America: chissà che non riesca Julian Assange dove la magistratura non arriva...
Per quanto riguarda il mercato dei derivati, paradossalmente è proprio per effetto della grande crisi del 2008 che i Padroni dell´Universo hanno assunto un ruolo ancora maggiore. Uno dei momenti più drammatici di quella crisi fu il crac dell´American International Group (Aig), la compagnia assicurativa affondata dalle perdite su un particolare tipo di titoli derivati, i credit default swaps.
Wall Street
In quel frangente il Tesoro e le autorità di vigilanza si accorsero che nessuno riusciva a capire veramente le interconnessioni sul mercato dei derivati, esposto all´effetto-domino: una bancarotta di Aig avrebbe travolto decine di altre istituzioni e forse l´intero sistema bancario. Perciò fu il Tesoro a spingere per la creazione di una "clearing house" o camera di compensazione, affinché le grandi banche si facessero carico di garantire la stabilità del mercato dei derivati.
Logo "Barclays"
A questo però si accompagnava la riforma Obama delle regole della finanza, che doveva aumentare i poteri delle autorità di vigilanza, e rafforzare la trasparenza. Quella riforma oggi è sotto tiro da parte della nuova maggioranza repubblicana al Congresso, vittoriosa alle elezioni di novembre e beneficiata dai generosi finanziamenti di Wall Street.
Nell´applicazione della riforma i repubblicani stanno cercando di svuotarla: giovedì il Congresso ha bocciato la richiesta di Gensler per nuove regole sulla trasparenza. "I derivati - spiega il giurista Robert Litan che per il Dipartimento di Giustizia diresse un´analoga battaglia contro le collusioni al Nasdaq - sono un mercato molto concentrato, e quando il governo di una simile entità è in poche mani, possono succedere brutte cose".
Una certezza è che i Padroni dell´Universo usano il loro potere oligopolistico per estrarre dal resto dell´economia dei profitti esorbitanti. Esempio: su un solo contratto derivato di credit default swap - che protegge l´acquirente dall´eventualità di fallimento di uno Stato sovrano come la Grecia, o di una società quotata - il banchiere intermediario incassa una commissione di 25.000 dollari.
Morgan Stanley
Wall Street
Contratti simili se ne fanno migliaia ogni giorno, rimpinguando i profitti delle varie Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley. Quando negli anni Novanta il Dipartimento di Giustizia riuscì a dimostrare che un´analoga collusione tra banchieri controllava gli scambi sul Nasdaq (la Borsa dei titoli tecnologici), in seguito al cambiamento delle regole le commissioni bancarie scesero a un ventesimo del livello precedente.
BANCHE Ma un rischio ancora superiore è che dentro il "club dei nove", grazie allo scambio di informazioni quotidiane possano maturare operazioni di cartello, manovre concertate, una manipolazione dei mercati. Quelli che dovrebbero "stabilizzare" i derivati, sono i primi a poter profittare delle prossime fiammate speculative.
[13-12-2010]
by dagospia
Federico Rampini per La Repubblica
Bank of America
OBAMA COMMUNIST Di nuovo loro: i Padroni dell´Universo. Stessi nomi, stessi vizi, una storia che sembra condannata a ripetersi e col finale che rischia di essere già scritto: l´impunità. Stavolta è l´intero mondo dei titoli derivati - finanza "tossica" che ebbe un ruolo cruciale nella crisi del 2008 - l´oggetto delle loro congiure. Una vera e propria "cupola" di grandi banchieri esercita un potere esclusivo di controllo su questo mercato. Fuori da ogni trasparenza, e al riparo da ogni concorrenza.
«Il terzo mercoledì di ogni mese - rivela il New York Times - nove membri di una élite di Wall Street si riuniscono a Midtown Manhattan. I dettagli delle loro riunioni sono coperti dal segreto. Rappresentano Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, Citigroup, Bank of America, Deutsche Bank, Barclays, Ubs, Credit Suisse».
Wall Street
GOLDMAN SACHS Ufficialmente, i nove banchieri di questo potentissimo comitato d´affari hanno il compito di «salvaguardare la stabilità e l´integrità» su un mercato che muove ogni giorno migliaia di miliardi di dollari. Di fatto, il club dei nove «protegge gli interessi delle grandi banche che ne fanno parte, perpetua il loro dominio, contrasta ogni sforzo per rendere trasparenti i prezzi e le commissioni». La denuncia raccolta dal New York Times viene dal massimo organo di vigilanza. La fonte più autorevole all´origine dell´inchiesta è Gary Gensler, capo della Commodity Futures Trading Commission.
L´uomo a cui Barack Obama ha affidato il compito di fare pulizia in un mercato altamente speculativo. Ma Gensler è costretto ad ammettere la sua impotenza. «Il costo di quelle pratiche lo paga tutto il resto dell´economia, lo pagano tutti gli americani», lamenta Gensler. E naturalmente anche gli europei, visto che Wall Street è il centro della finanza globale.
lloyd Blankfein DI GOLDMAN SACHS
I derivati infatti hanno innumerevoli usi, una parte dei quali sono "virtuosi" e più vicini a noi di quanto possiamo immaginare. I fondi pensione li utilizzano per ridurre il rischio di perdite sui loro investimenti nel caso che le tendenze di mercato abbiano improvvisi rovesci (per esempio un futuro rialzo dei rendimenti sui buoni del Tesoro che deprime il valore di quelli in portafoglio).
Goldman Sachs CEO Lloyd Blankfein and Warren Buffett
Le compagnie aeree e navali comprano derivati per attutire il colpo di un rincaro del petrolio. L´industria agroalimentare si protegge da aumenti nel costi dei raccolti. Perfino il consumatore, l´automobilista, è vittima di manovre speculative che attraverso i derivati accentuano il boom delle materie prime.
GOLDMAN SACHS Nessuno dei protagonisti dell´economia reale è veramente tutelato dalle manipolazioni su questi strumenti. Nessuno sa cosa decidono i nove membri del club esclusivo che si riunisce il terzo mercoledì del mese. Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un´inchiesta «sulla possibilità di pratiche anti-concorrenziali nel clearing e nel trading sui derivati».
I sospetti di collusione e di un vero e proprio cartello non sono nuovi. Ma trovare le prove è difficile. E´ vecchia di nove mesi la notizia di un´altra inchiesta del Dipartimento di Giustizia che aveva fatto scalpore: quella che accusava i più importanti hedge fund (Soros, Paulson, Greenlight, Sac Capital) di aver concordato un attacco simultaneo all´euro, in una cena segreta l´8 febbraio a Wall Street.
logo AIG
Assange Obama Il giorno dopo, 9 febbraio, al Chicago Mercantile Exchange i contratti futures che scommettevano su un tracollo dell´euro erano schizzati oltre 54.000, un record storico. Goldman Sachs e Barclays furono coinvolte nelle cronache su quelle grandi manovre. Ma da allora l´inchiesta sulla congiura ai danni dell´euro non ha avuto sviluppi di rilievo.
Estrarre prove dal club dei Padroni dell´Universo è complicato, almeno se si seguono i metodi "normali". Di qui la grande attesa per le rivelazioni annunciate da WikiLeaks sulla Bank of America: chissà che non riesca Julian Assange dove la magistratura non arriva...
Per quanto riguarda il mercato dei derivati, paradossalmente è proprio per effetto della grande crisi del 2008 che i Padroni dell´Universo hanno assunto un ruolo ancora maggiore. Uno dei momenti più drammatici di quella crisi fu il crac dell´American International Group (Aig), la compagnia assicurativa affondata dalle perdite su un particolare tipo di titoli derivati, i credit default swaps.
Wall Street
In quel frangente il Tesoro e le autorità di vigilanza si accorsero che nessuno riusciva a capire veramente le interconnessioni sul mercato dei derivati, esposto all´effetto-domino: una bancarotta di Aig avrebbe travolto decine di altre istituzioni e forse l´intero sistema bancario. Perciò fu il Tesoro a spingere per la creazione di una "clearing house" o camera di compensazione, affinché le grandi banche si facessero carico di garantire la stabilità del mercato dei derivati.
Logo "Barclays"
A questo però si accompagnava la riforma Obama delle regole della finanza, che doveva aumentare i poteri delle autorità di vigilanza, e rafforzare la trasparenza. Quella riforma oggi è sotto tiro da parte della nuova maggioranza repubblicana al Congresso, vittoriosa alle elezioni di novembre e beneficiata dai generosi finanziamenti di Wall Street.
Nell´applicazione della riforma i repubblicani stanno cercando di svuotarla: giovedì il Congresso ha bocciato la richiesta di Gensler per nuove regole sulla trasparenza. "I derivati - spiega il giurista Robert Litan che per il Dipartimento di Giustizia diresse un´analoga battaglia contro le collusioni al Nasdaq - sono un mercato molto concentrato, e quando il governo di una simile entità è in poche mani, possono succedere brutte cose".
Una certezza è che i Padroni dell´Universo usano il loro potere oligopolistico per estrarre dal resto dell´economia dei profitti esorbitanti. Esempio: su un solo contratto derivato di credit default swap - che protegge l´acquirente dall´eventualità di fallimento di uno Stato sovrano come la Grecia, o di una società quotata - il banchiere intermediario incassa una commissione di 25.000 dollari.
Morgan Stanley
Wall Street
Contratti simili se ne fanno migliaia ogni giorno, rimpinguando i profitti delle varie Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley. Quando negli anni Novanta il Dipartimento di Giustizia riuscì a dimostrare che un´analoga collusione tra banchieri controllava gli scambi sul Nasdaq (la Borsa dei titoli tecnologici), in seguito al cambiamento delle regole le commissioni bancarie scesero a un ventesimo del livello precedente.
BANCHE Ma un rischio ancora superiore è che dentro il "club dei nove", grazie allo scambio di informazioni quotidiane possano maturare operazioni di cartello, manovre concertate, una manipolazione dei mercati. Quelli che dovrebbero "stabilizzare" i derivati, sono i primi a poter profittare delle prossime fiammate speculative.
[13-12-2010]
by dagospia
sabato 11 dicembre 2010
crac parmalat
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Il crac Parmalat è stato il più grande scandalo di bancarotta fraudolenta e aggiotaggio perpetrato da una società privata in Europa[1][2]. Fu scoperto solo verso la fine del 2003, nonostante successivamente sia stato dimostrato che le difficoltà finanziarie dell'azienda fossero rilevabili già agli inizi degli anni novanta.
Il buco lasciato dalla società di Collecchio si aggirava sui quattordici miliardi di euro[3]; al momento della scoperta se ne stimavano la metà[4]. Con l'accusa di bancarotta fraudolenta, è stato rinviato a giudizio e in seguito condannato a dieci anni di reclusione il patron della Parmalat, Calisto Tanzi, nonché numerosi suoi collaboratori tra dirigenti, revisori dei conti e sindaci. Il fallimento della Parmalat è costato l'azzeramento del patrimonio azionario ai piccoli azionisti, mentre i risparmiatori che avevano investito in bond hanno ricevuto solo un parziale risarcimento.
Grazie al cosiddetto decreto "salva-imprese", Parmalat fu salvata dal fallimento e la sua direzione fu affidata all'amministrazione straordinaria di Enrico Bondi, che ha risanato parzialmente i conti (pur dovendo ancora rispondere completamente alle richieste di risarcimento dei vecchi risparmiatori).
Indice [nascondi]
1 Origini del buco finanziario
2 Occultamento dei debiti
3 Scoperta del crac
4 Evoluzioni nel quadriennio 2004-2008
5 Voci correlate
6 Note
7 Bibliografia
Origini del buco finanziario [modifica]
Negli anni ottanta, grazie all'iniziativa di Gregorio Maggiali, esponente della Democrazia Cristiana del tempo e amico di Tanzi, Calisto entrò in contatto per la prima volta con Ciriaco De Mita, in seguito Presidente del Consiglio dei ministri, con cui strinse una forte amicizia[5][6]. Per esprimere la sua gratitudine a Maggiali, stando agli atti, Tanzi gli avrebbe concesso il libero uso dei mezzi di trasporto della Parmalat[2]. Non solo, in seguito agli accertamenti sui movimenti finanziari della Parmalat nel 1993, la procura individuò diversi assegni circolari destinati alla Rayton Fissore, azienda automobilistica di Maggiali che versava in cattive acque, per un totale di 1,5 miliardi di lire. Questi finanziamenti illeciti furono rendicontati in bilancio a beneficio di una società fantasma[1]. A seguito di questi rilevamenti, il procuratore ipotizzò che Tanzi dirottasse grosse somme di denaro alla DC tramite la “Rayton Fissore”: De Mita fu indagato per concussione, ma l'indagine fu in seguito archiviata[1]. Diverse circostanze sembrano sottolineare l'influenza dell'amicizia tra De Mita e Tanzi nelle scelte della Parmalat. Nel 1984 la società apre un secondo stabilimento nel sud Italia, a Nusco, paese natale di De Mita[5]: la scelta non fu felice, sia per ragioni logistiche (la fabbrica distava oltre quaranta chilometri dall'autostrada) che per ragioni di salute pubblica: un giorno furono trovati rifiuti tossici provenienti da La Spezia[1]. Inoltre gli impianti furono commissionati e costruiti a Michele De Mita, segretario locale della DC e fratello di Ciriaco[1]. Altra coincidenza evidenziata dagli inquirenti è rappresentata dai finanziamenti previsti dalla legge 216 per la ricostruzione post terremoto dell'Irpinia: Tanzi chiese aiuti per otto miliardi di lire con dieci giorni di ritardo dalla scadenza, e gliene furono erogati undici[1][5]. Infine per commercializzare il latte a lunga conservazione, che la Parmalat aveva iniziato a produrre, servivano delle normative a livello nazionale, attraverso una legge che arrivò nel 1989, sotto il governo De Mita: in una ricostruzione della trasmissione televisiva Report, pare che, per restituire il favore, Tanzi abbia acquisito sotto l'egida della Parmalat un'ottantina di agenzie viaggio riconducibili a De Mita, che rischiavano l'insolvenza[1]. Successivamente, la Parmalat acquistò la Margherita Yoghurt, fortemente indebitata, su indicazione di Cossiga[7] che, secondo quanto dichiarato dall'ex-direttore finanziario della Parmalat Fausto Tonna, aveva nell'azienda alcuni parenti soci; e la Cipro Sicilia, oberata da debiti per 150 miliardi di lire, acquisizione riconducibile all'influenza di Calogero Antonio Mannino[1][7]. Sempre Tonna ha fatto il nome di Donatella Zingone, moglie del politico Lamberto Dini, e di Franco Bonferroni. La prima aveva posseduto una linea di supermercati in Costarica: uno stabilimento di questi sarebbe stato comprato da un consulente di Tanzi, Ottone, «a un prezzo a dir poco osceno» con i soldi di Parmalat Nicaragua[7]. Il secondo avrebbe consigliato l'acquisto di certi stabilimenti in Vietnam e Cambogia, operazioni per cui avrebbe percepito delle commissioni.
Durante il processo che lo vede imputato per il crac, Tanzi ha dichiarato alla Magistratura di aver finanziato fin dagli anni sessanta diverse banche, per ottenere crediti e condizionarne le nomine. Dai verbali di queste dichiarazioni inoltre risultano tra i finanziati molti nomi di politici, sia di centrodestra che di centrosinistra, ma comunque gran parte di essi sono riconducibili alla Democrazia Cristiana di allora: Forlani, Colombo, Pomicino, Fabbri, Signorile, Mannino, Fracanzani, Speroni, Stefani, D'Alema, Dini, Fini, De Mita, Tabacci, Sansa, Scalfaro, Pier Luigi Bersani, Lusetti, Gargani, i quali hanno peraltro tutti negato. Hanno invece ammesso di aver ricevuto somme inferiori ai cinquemila euro, e quindi esenti da dichiarazione, Casini, Prodi, Buttiglione, Castagnetti e Segni. Mentre la procura di Parma ha accertato e rintracciato questi flussi di denaro, molti si sono difesi in virtù del fatto che pensavano che i soldi provenissero direttamente da Tanzi, e non dalle casse della sua società[1].
Con il passaggio alla "Seconda Repubblica", dai verbali è emerso che Tanzi aveva dapprima versato ingenti somme a favore della campagna elettorale di Prodi per le elezioni politiche del 1996, e poi, in occasione delle elezioni del 2001, aveva sostenuto la campagna di Berlusconi[1][5]. La procura di Milano sta tuttavia indagando, a partire da alcune dichiarazioni di Tanzi, su finanziamenti risalenti già all'anno della nascita di Forza Italia, finanziamenti che sarebbero stati erogati mediante un meccanismo di mancato sconto agli spot pubblicitari in onda sulle reti Mediaset[1]. In questo modo il potenziale sconto di cui poteva godere una grande azienda come la Parmalat con le sue campagne pubblicitarie massive sarebbe confluito indirettamente a Forza Italia: a questo proposito Tanzi ha dichiarato di aver trasferite quote di pubblicità destinate a essere trasmesse dalla RAI a Publitalia. L'autore di questo accordo sarebbe stato Genesio Fornari, che è però deceduto[1]. Poi, nel 1996, quando era salito al potere Prodi, Tanzi aveva partecipato al potenziamento del capitale di Nomisma, società di cui Prodi ne è stato fondatore, diventandone socio[5]. In questi anni, tra il 1995 e il 1996, si collocherebbe inoltre la promozione di alcune joint-venture tra diverse agenzie viaggi controllate dalla Parmalat e la Cit viaggi, società turistiche delle Ferrovie dello Stato: questo progetto secondo la ricostruzione del pubblico ministero Pierfilippo Laviani a partire dagli interrogatori di Tanzi, sarebbe stato avallato da Ciriaco De Mita e Claudio Burlando, allora Ministro dei Trasporti e della Navigazione per il governo Prodi I e attuale Presidente della Giunta regionale della Liguria, e avrebbe permesso a Tanzi di scaricare i debiti della Parmalat sul partner pubblico. A questo proposito la procura di Roma ha iscritto sul registro degli indagati anche l'ex-amministratore delegato delle Ferrovie, Lorenzo Necci. Su questa faccenda Burlando ha dichiarato che non fosse di sua competenza, e che peraltro Cimoli, poi nominato amministratore delle FS, ha ritenuto di non procedere alla trattativa[8].
Tanzi si preoccupò anche di stipulare accordi finanziari con i mass-media cartacei: attraverso una sua società, la “Europa Service”, aveva acquistato azioni per 250 milioni di lire del quotidiano di sinistra il manifesto, regolarmente registrati[1]. Meno chiaro è invece il presunto finanziamento a Il Foglio, di Giuliano Ferrara: Tanzi ha dichiarato di aver versato dai 500 milioni al miliardo di lire, ma interpellato dal procuratore di Bologna, Vito Zincani, Ferrara non ha ritenuto di dover deporre[1]. La Magistratura ha rilevato che sono uscite dalle casse della Parmalat, coperti in bilancio dalla voce sponsorizzazione, circa 12 milioni di euro[1]. Si presume però che circa un miliardo e cento milioni di euro siano passate, mezzo la finanziaria uruguaiana Wishaw Trading, a persone ignote[1]: il tramite sarebbe stato Sergio Piccini, il quale è tuttavia deceduto. Al suo posto Tanzi aveva indicato Romano Bernardoni, già venditore d'auto.
Nel 2001 Parmalat commercializzò un nuovo tipo di latte chiamato "Fresco Blu", ampiamente pubblicizzato perché portava la data di scadenza a otto giorni dal momento che era microfiltrato e pastorizzato secondo un procedimento esclusivo. Tuttavia dal momento che le aziende concorrenti insorsero contro la scritta "fresco" che, per legge, doveva essere applicato solo a quel latte la cui data di scadenza era di quattro giorni, la Parmalat fu multata per frode. Così Tanzi decise di mandare Bernardoni da Gianni Alemanno, allora Ministro per le Politiche Agricole e Forestali sotto il governo Berlusconi II: il Ministro fu prosciolto per l'accusa di corruzione, per cui era stato indagato avendo rinunciato all'immunità parlamentare. Ciò nonostante il via libera della Commissione Interministeriale sulla vicenda, come ha evidenziato la Guardia di Finanza, è avvenuta il 28 dicembre 2002, contestualmente ai viaggi del ministro, e della sua segretaria, in un villaggio Parmatour, saldati solo a seguito del crac. Anche Bernardoni è stato prosciolto dall'accusa di corruzione, ma è stato rinviato a giudizio a Parma per finanziamento illecito a partiti. Si è ipotizzato che la fallimentare gestione dei villaggi Parmatour sia da ricondurre al loro utilizzo, ovvero incamerare i favori di politici, banchieri o aziende. Una delle operazioni più contestate è stato l'acquisto di Eurolat dal gruppo Cirio che comportò un aumento vertiginoso dell'esposizione debitoria[9] con una operazione contestata anche dall'Autorità per la Concorrenza[10].
Occultamento dei debiti [modifica]
I debiti della Parmalat ammontavano a un centinaio di miliardi di lire già verso la fine degli anni ottanta: per evitare il peggio, Tanzi decise di quotare alla Borsa Italiana il gruppo. Diventare una società per azioni richiede all'azienda un risanamento dei conti, ma le forti perdite di Odeon Tv, controllata dal gruppo di Collecchio, obbligarono Tanzi a rivolgersi alle banche per un prestito: nonostante l'opposizione del presidente e di alcuni sindaci revisori, l'Icle, un istituto di credito, erogò 120 miliardi di lire. Per completare l'operazione Parmalat dovette liberarsi anche dell'emittente oberata da debiti per 160 miliardi e a questo proposito si affidò alla Sasea, società estera di Florio Fiorini, già dirigente ENI: questi acquistò Odeon Tv, che in seguito fallì. Così la Parmalat poté entrare in Borsa, senza subire particolari controlli dalla Consob. Evidentemente i conti della società dopo la quotazione non migliorarono e i debiti avrebbero potuto decretarne il fallimento già negli anni novanta: per occultare questi dati, Tanzi affidò per anni all'avvocato Gian Paolo Zini il compito di creare una rete di società distribuite tra i Caraibi, il Delaware e le isole Cayman. L'avvocato Zini operava direttamente da New York e aveva creato il fondo Epicurum, ideato da Tonna, con cui la Parmalat riversava un'ingente quantità di denaro, circa 400 milioni di euro, sulla Parmatour: questi soldi venivano registrati come crediti per la società e conferiti nel fondo. L'operazione era, ovviamente, falsa, ma utile per ingannare il mercato. Allo stesso modo per simulare l'ottima salute economica della società, si emettevano false fatture. Dal momento che le fatture figurano come crediti, e questi crediti vanno incassati, Tonna e Bocchi si inventarono un fittizio conto corrente presso la “Bank of America”, intestato alla società Bonlat con sede alle Cayman, in cui figuravano 3,9 miliardi di euro. Ne derivò che le banche continuarono a erogare prestiti al gruppo, «malgrado i bilanci non fossero il massimo della trasparenza e [...] pur affermando di possedere liquidità consistente», come ha dichiarato Tanzi[11].
Quando il buco fu scoperto nel 2003, le banche si professarono vittime della frode della Parmalat, e lo stesso Governatore della Banca d'Italia del tempo, Antonio Fazio, in un'audizione al Senato del 2004, affermò che era evidente che non solo le banche italiane, ma anche quelle straniere, non erano consapevoli della situazione in cui versava la società di Tanzi. Tuttavia già nel 1995, a seguito di un'interrogazione parlamentare sui prestiti concessi alla Parmalat dalla Cassa di Risparmio di Parma (per 650 miliardi di lire) e dal Monte dei Paschi di Siena (per 90 miliardi di lire), la procura incaricò il ragionere Mario Valla di Parma di rivederne i bilanci degli ultimi tre anni. Dallo studio emerse un indebitamento elevatissimo: la società viveva dei prestiti bancari, perché come rivelò poi Tanzi, egli stesso aveva fatto pressione su Goria e De Mita affinché Luciano Silingardi venisse messo a capo della Cassa di Risparmio di Parma; e ugualmente era intervenuto sulla nomina di Franco Gorreri al Monte dei Paschi, premendo su Craxi. Presumibilmente Tanzi intendeva crearsi delle vie privilegiate per ottenere facili prestiti dai due gruppi bancari: d'altro canto Silingardi era stato sindaco per la Parmalat e Gorreri ne era un dipendente. La perizia del rag. Valla fu depositata in procura, ma il giudice per le indagini preliminari Antonio Padula archiviò l'inchiesta. Lo stesso Padula nel 1998 assolse Tanzi e Tonna dall'accusa di false comunicazioni sociali. Quando nel 2005 però, il Ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli avviò un'ispezione sul gip di Parma, emerse che Padula aveva insistito con Tanzi per avere sconti per i viaggi nei villaggi Parmatour, che pagò peraltro solo dopo che fu scoperto il crac, oltre due anni dopo. Per questo Padula fu sanzionato dal Consiglio Superiore della Magistratura.
L'attuale amministratore delegato di Parmalat, Bondi, ha deciso di intraprendere un'azione legale contro le banche creditrici prima del crac, accusandole di aver emesso bond fino all'ultimo momento pur essendo consapevoli della situazione disastrosa in cui versavano i bilanci dell'azienda. Bondi stima che Deutsche Bank abbia, a fronte di un prestito di 140 milioni di euro, guadagnato di interessi 217 milioni (+140%), Unicredit Banca da 171 milioni di euro ne ha ricavati 212 (+124%), Capitalia ha incassato il 123% in più di quanto aveva prestato alla Parmalat. Paradigmatico a questo proposito fu il bond emesso dalla banca svizzera UBS a Parmalat di 420 milioni di euro, dei quali effettivamente solo 110 milioni furono incassati, mentre i restanti 290 milioni tornarono indietro alla banca, come assicurazione in caso di insolvenza: cosa che, a posteriori, si verificò. Le strabilianti cifre che le banche concedevano a Tanzi, servirono anche per acquisizioni, in modo da dare l'idea che la Parmalat fosse una società solida e in crescita: ad esempio, la Citigroup, banca statunitense, ha caldeggiato l'acquisto di bond ai risparmiatori fino a pochi giorni prima del crac, facendo leva sulla maschera dorata che la Parmalat si era creata. I finanziamenti, erogati per questo fine, venivano occultati dalle banche internazionali grazie a società site in paradisi fiscali: tra queste la “Buconero Spa”, dietro al cui nome emblematico si presume operasse la Citibank, che, secondo quanto riportato dallo scrittore Vittorio Malagutti, riuscì a far fluire 100 miliardi di lire attraverso un contratto di associazione di partecipazione, senza dunque che comparisse tra i debiti del gruppo Parmalat. Analogamente la Bank of America istituì una holding che, in compartecipazione alla Parmalat, si servì di un ente caritatevole delle Cayman per raccogliere quasi 300 milioni di dollari tra gli obbligazionisti e finanziare così la Parmalat Brasile, tecnicamente già fallita: l'accordo fu siglato tra Gregory Johnson, responsabile della security della banca statunitense, e Fausto Tonna.
Quando nel 2002 Tanzi necessitava di 50 milioni di euro per risollevare le perdite generate da Parmatour, si rivolse a Cesare Geronzi e alla sua Banca di Roma, per la quale era consigliere d'amministrazione. Matteo Arpe, amministratore delegato dell'istituto di Medio Credito Centrale attraverso il quale sarebbe stato concesso il prestito, si oppose all'operazione, ma Geronzi riuscì in ogni caso a far arrivare alle casse di Parmalat la cifra richiesta, che fu poi deviata al settore turismo. Contestualmente Tanzi acquisì la società sicula di acque minerali Ciappazzi, oberata di debiti sospesi per la maggior parte con la Banca di Roma. I magistrati ipotizzano che l'operazione sia frutto di una costrizione imposta da Geronzi a Tanzi. La fallimentare acquisizione ha avuto dei risvolti paradossali: in una regione spesso vittima di crisi idriche come la Sicilia, la Ciappazzi perdeva circa quindicimila litri di acqua al minuto, riversata in mare, poiché mancava della licenza di imbottigliare. Anche quando il crac venne a galla, la Ciappazzi non beneficiò dell'amministrazione straordinaria dato che Tanzi l'aveva comprata attraverso la Cosal, una società non direttamente riconducibile alla Parmalat. Geronzi, accusato di usura, dichiarò di ignorare che il gruppo di Collecchio fosse prossimo alla bancarotta e che a quanto sapeva Tanzi meditava da tempo di entrare nel mercato delle acque minerali.
Scoperta del crac [modifica]
Nel 2003 la Consob avviò dei controlli ai bilanci della Parmalat. Per ovviare a una situazione che avrebbe inevitabilmente portato alla scoperta del catastrofico stato della società, Tanzi, come si evince dai verbali degli interrogatori, chiese aiuto a Silvio Berlusconi[senza fonte] per un suo intervento presso le banche e presso la Consob: «Devo aggiungere che in occasione di un incontro che ho avuto in Consob, ho potuto constatare che la Consob mi ha trattato con gentilezza e mi ha dato tempo per chiarire gli aspetti della vicenda Parmalat», ha dichiarato Tanzi. Le banche tuttavia non rimasero impassibili al mancato rientro dei prestiti e cominciarono a fare pressione su Tanzi: quando iniziarono a trapelare i primi sintomi di insolvenza, il patron della Parmalat fu messo da parte, le banche imposero alla guida del gruppo in qualità di amministratore straordinario Enrico Bondi e il titolo Parmalat fu sospeso dalle trattative in Borsa.
Il 4 dicembre si scoprì che i 600 milioni di euro del fondo Epicurum non esistevano. L'8 dicembre era il termine entro cui la Parmalat era costretta a onorare il bond da 150 milioni di euro che aveva emesso: Bondi promise di restituire i soldi entro il 15 dicembre, ma quando quattro giorni dopo riuscì a saldare il debito[12], si accorse anche che ne mancavano 80. Intanto dopo tre giorni di sospensione, il titolo Parmalat fu riammesso alle contrattazioni: da un valore precedente di 2,2375 euro, l'11 dicembre il titolo chiuse a 1,1900 euro, in calo del 46,8%[13]. Il 15 dicembre il consiglio di amministrazione, tra cui figuravano Tanzi, Tonna e Gorreri, si dimise. La notizia che accese i riflettori sullo scandalo arrivò però il 19 dicembre 2003: in quella data la Bank of America dichiarò che i 3,95 miliardi di euro che rappresentavano l'attivo della Parmalat non esistevano: qualche giorno dopo fu appurato il documento che ne attestava l'esistenza era stato contraffatto[14]. Il 22 dicembre Tanzi fu iscritto al registro degli indagati per falso in bilancio presso la procura di Milano e nel frattempo il valore di un'azione della Parmalat era sceso a 0,1100 euro, ma anche gli indici delle banche connesse al crac persero punti (Capitalia -6%, Monte dei Paschi -5%); lo stesso giorno gli obbligazionisti statunitensi, onde scongiurare il rischio di cross default, decisero di non intraprendere richieste di risarcimento fintantoché Bondi non avesse redatto un piano di salvataggio[15].
Il 1º gennaio Bondi stabilì che il primo asset che la Parmalat avrebbe ceduto sarebbe stata la Parma Calcio[16] e qualche giorno più tardi la Consob depositò una richiesta di annullamento del bilancio dell'anno precedente della Parmalat[17]. Il 20 gennaio seguirono le dimissioni di Silingardi[18], mentre il 23 gennaio un ex-collaboratore dei direttori finanziari Tonna e Del Soldato, Alessandro Bassi, il quale era stato già sentito come testimone dai pm, fu trovato morto, precipitato da un ponte[19]: l'ipotesi più accreditata dagli inquirenti fu il suicidio. Non mancano però ipotesi di omicidio come quella formulata nel libro di Livio Consigli "Il tesoro di Tanzi" (www.iltesoroditanzi.it). Nel contempo sia lo Stato, attraverso un finanziamento di 150 milioni[20], sia alcune banche[21], si occuparono del risanamento del gruppo di Collecchio perché potesse continuare l'attività.
Evoluzioni nel quadriennio 2004-2008 [modifica]
Dopo alcuni arresti e indagini, viene stabilito dalla Cassazione, il 1º marzo 2004, la celebrazione di due indagini (e processi) paralleli. Alla procura di Milano viene attribuita la competenza delle indagini per aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza, falso in comunicazioni (sociali e ai revisori) e ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza della Consob. A Parma l'associazione a delinquere e bancarotta.
Il 29 maggio 2004 la procura di Milano ottiene il rinvio a giudizio per 29 persone fisiche e tre persone giuridiche, tra cui Calisto Tanzi, componenti del consiglio di amministrazione Parmalat, sindaci, direttori, contabili, revisori dei conti, funzionari di “Bank of America”. Tra le persone giuridiche imputate la “Bank of America” e le società di revisione “Grant Thornton” (ora Italaudit) e “Deloitte & Touche”.
Il 18 dicembre 2008 il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza, definita "a sorpresa", sul caso Parmalat. Dei 29 imputati, dopo patteggiamenti e applicazioni di leggi "controverse" (come la ex Cirielli), tra le persone fisiche giudicate con rito ordinario, risulta condannato il solo Calisto Tanzi, a 10 anni di reclusione. Tra le persone giuridiche, anche la Grant Thornton/Italaudit, sanzionata con 240.000 euro e ad una confisca di 455.000 euro[22].
Tra quelli che avevano scelto il patteggiamento: condannate, con una serie di pene che vanno dai cinque mesi e 10 giorni ai due mesi, otto persone fisiche, tra le quali Paola Visconti (nipote di Calisto Tanzi), la Deloitte & Touche e Dianthus (che avevano, nel frattempo, già risarcito migliaia di parti civili).
Tra i prosciolti figurano: Enrico Barachin, Giovanni Bonici (di Parmalat Venezuela), Paolo Sciumè (ex membro del C.d.A. di Parlamat di Collecchio) e il banchiere Luciano Silingardi. Per quanto riguarda la posizione di Bank of America, prosciolta, il P.M. Francesco Greco dichiara che «è stata riconosciuta la prescrizione per altro modificata dalla legge Cirielli»[22].
Voci correlate [modifica]
Calisto Tanzi
Note [modifica]
^ a b c d e f g h i j k l m n o p Report.rai.it
^ a b Notizie.parma.it, Rassegna stampa del Wall Street Journal, redazione di Parma: "Behind Parmalat Chief's Rise: Ties to Italian Power Structure"
^ Paolo Biondani, Associazione per delinquere nel crac Parmalat, «Corriere della Sera», 5 novembre 2004, p. 18.
^ Notizie.parma.it, Rassegna stampa del Corriere della Sera: "Parmalat, ecco tutte le accuse a Tanzi"
^ a b c d e Osservatorio sulla Legalità ONLUS: Notiziaro del 9 gennaio 2003
^ La Stampa, articolo del 24 gennaio 2002
^ a b c Il Sole 24 Ore.com: "Tonna fa i nomi di politici e banchieri"
^ Repubblica.it: "Inchiesta Cit-Parmalat, indagato anche l'ex-ministro Burlando"
^ Eurolat era una azienda che nasceva dall'unione delle aziende latte rilevate dalla Fedital del gruppo Federconsorzi e dalla Centrale del Latte di Roma. Pur avendo un grande fatturato, presentava un indebitamento ritenuto eccessivo. La magistratura ha supposto che l'operazione d'acquisto da parte di Parmalat era stata pilotata da gruppi bancari per alleggerire la loro esposizione in posizioni incagliate IlSole24Ore.com
^ Agcm.it
^ Le convulse operazioni finanziarie erano dettate dal timore che anche una sola rata di prestito non onorato avrebbe provocato, come era successo alla Cirio, sulla base delle clausole del cross default il rientro precipitoso di tutta l'esposizione verso le banche e il mercato finanziario [1]
^ Repubblica.it: "Parmalat rimborsa il bond da 150 milioni di euro"
^ Repubblica.it: "Parmalat torna in Borsa e perde quasi il 50%"
^ Repubblica.it: "Parmalat, indagini serrato sul falso documento"
^ Repubblica.it: "Parmalat, Tanzi indagato a Milano. Il titolo crolla. Male le banche
^ Repubblica.it: "Bondi: prima dismissione la squadra di calcio"
^ Corriere.it: "Consob, nullo il bilancio 2002 di Parmalat"
^ Notizie.parma.it: "Parmalat, Silingardi si dimette dalla Fondazione Cariparma"
^ Repubblica.it: "Parmalat: collaboratore di Tonna si uccide gettandosi da un ponte"
^ Repubblica.it: "Parmalat, prestito di 150 milioni arriva il via libera del governo"
^ Corriere.it: "Banca Intesa, aderiremo al prestito Parmalat
^ a b Sole24Ore, 18 dicembre 2008
Bibliografia [modifica]
Sigfrido Ranucci. BUCONERO S.p.a.. inchiesta di Report, trasmesso il 28 ottobre 2007. URL consultato il 2009-07-07.
Gabriele Capolino, Fabrizio Massaro, Paolo Panerai, Parmalat: la grande truffa, Milano Finanza, 366 ISBN 977-15-9467701-5 40221
Arnaldo Mauri, La tutela del risparmio dopo i casi Argentina e Parmalat, Dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche, Università degli Studi di Milano, Working Paper n. 8 2005 (Repec),
Giulio Sapelli, Giochi proibiti. Enron e Parmalat capitalismi a confronto, Mondadori Bruno, 2004
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Crac_Parmalat"
Categorie: Processi celebri | Scandali italiani | [altre]
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Il crac Parmalat è stato il più grande scandalo di bancarotta fraudolenta e aggiotaggio perpetrato da una società privata in Europa[1][2]. Fu scoperto solo verso la fine del 2003, nonostante successivamente sia stato dimostrato che le difficoltà finanziarie dell'azienda fossero rilevabili già agli inizi degli anni novanta.
Il buco lasciato dalla società di Collecchio si aggirava sui quattordici miliardi di euro[3]; al momento della scoperta se ne stimavano la metà[4]. Con l'accusa di bancarotta fraudolenta, è stato rinviato a giudizio e in seguito condannato a dieci anni di reclusione il patron della Parmalat, Calisto Tanzi, nonché numerosi suoi collaboratori tra dirigenti, revisori dei conti e sindaci. Il fallimento della Parmalat è costato l'azzeramento del patrimonio azionario ai piccoli azionisti, mentre i risparmiatori che avevano investito in bond hanno ricevuto solo un parziale risarcimento.
Grazie al cosiddetto decreto "salva-imprese", Parmalat fu salvata dal fallimento e la sua direzione fu affidata all'amministrazione straordinaria di Enrico Bondi, che ha risanato parzialmente i conti (pur dovendo ancora rispondere completamente alle richieste di risarcimento dei vecchi risparmiatori).
Indice [nascondi]
1 Origini del buco finanziario
2 Occultamento dei debiti
3 Scoperta del crac
4 Evoluzioni nel quadriennio 2004-2008
5 Voci correlate
6 Note
7 Bibliografia
Origini del buco finanziario [modifica]
Negli anni ottanta, grazie all'iniziativa di Gregorio Maggiali, esponente della Democrazia Cristiana del tempo e amico di Tanzi, Calisto entrò in contatto per la prima volta con Ciriaco De Mita, in seguito Presidente del Consiglio dei ministri, con cui strinse una forte amicizia[5][6]. Per esprimere la sua gratitudine a Maggiali, stando agli atti, Tanzi gli avrebbe concesso il libero uso dei mezzi di trasporto della Parmalat[2]. Non solo, in seguito agli accertamenti sui movimenti finanziari della Parmalat nel 1993, la procura individuò diversi assegni circolari destinati alla Rayton Fissore, azienda automobilistica di Maggiali che versava in cattive acque, per un totale di 1,5 miliardi di lire. Questi finanziamenti illeciti furono rendicontati in bilancio a beneficio di una società fantasma[1]. A seguito di questi rilevamenti, il procuratore ipotizzò che Tanzi dirottasse grosse somme di denaro alla DC tramite la “Rayton Fissore”: De Mita fu indagato per concussione, ma l'indagine fu in seguito archiviata[1]. Diverse circostanze sembrano sottolineare l'influenza dell'amicizia tra De Mita e Tanzi nelle scelte della Parmalat. Nel 1984 la società apre un secondo stabilimento nel sud Italia, a Nusco, paese natale di De Mita[5]: la scelta non fu felice, sia per ragioni logistiche (la fabbrica distava oltre quaranta chilometri dall'autostrada) che per ragioni di salute pubblica: un giorno furono trovati rifiuti tossici provenienti da La Spezia[1]. Inoltre gli impianti furono commissionati e costruiti a Michele De Mita, segretario locale della DC e fratello di Ciriaco[1]. Altra coincidenza evidenziata dagli inquirenti è rappresentata dai finanziamenti previsti dalla legge 216 per la ricostruzione post terremoto dell'Irpinia: Tanzi chiese aiuti per otto miliardi di lire con dieci giorni di ritardo dalla scadenza, e gliene furono erogati undici[1][5]. Infine per commercializzare il latte a lunga conservazione, che la Parmalat aveva iniziato a produrre, servivano delle normative a livello nazionale, attraverso una legge che arrivò nel 1989, sotto il governo De Mita: in una ricostruzione della trasmissione televisiva Report, pare che, per restituire il favore, Tanzi abbia acquisito sotto l'egida della Parmalat un'ottantina di agenzie viaggio riconducibili a De Mita, che rischiavano l'insolvenza[1]. Successivamente, la Parmalat acquistò la Margherita Yoghurt, fortemente indebitata, su indicazione di Cossiga[7] che, secondo quanto dichiarato dall'ex-direttore finanziario della Parmalat Fausto Tonna, aveva nell'azienda alcuni parenti soci; e la Cipro Sicilia, oberata da debiti per 150 miliardi di lire, acquisizione riconducibile all'influenza di Calogero Antonio Mannino[1][7]. Sempre Tonna ha fatto il nome di Donatella Zingone, moglie del politico Lamberto Dini, e di Franco Bonferroni. La prima aveva posseduto una linea di supermercati in Costarica: uno stabilimento di questi sarebbe stato comprato da un consulente di Tanzi, Ottone, «a un prezzo a dir poco osceno» con i soldi di Parmalat Nicaragua[7]. Il secondo avrebbe consigliato l'acquisto di certi stabilimenti in Vietnam e Cambogia, operazioni per cui avrebbe percepito delle commissioni.
Durante il processo che lo vede imputato per il crac, Tanzi ha dichiarato alla Magistratura di aver finanziato fin dagli anni sessanta diverse banche, per ottenere crediti e condizionarne le nomine. Dai verbali di queste dichiarazioni inoltre risultano tra i finanziati molti nomi di politici, sia di centrodestra che di centrosinistra, ma comunque gran parte di essi sono riconducibili alla Democrazia Cristiana di allora: Forlani, Colombo, Pomicino, Fabbri, Signorile, Mannino, Fracanzani, Speroni, Stefani, D'Alema, Dini, Fini, De Mita, Tabacci, Sansa, Scalfaro, Pier Luigi Bersani, Lusetti, Gargani, i quali hanno peraltro tutti negato. Hanno invece ammesso di aver ricevuto somme inferiori ai cinquemila euro, e quindi esenti da dichiarazione, Casini, Prodi, Buttiglione, Castagnetti e Segni. Mentre la procura di Parma ha accertato e rintracciato questi flussi di denaro, molti si sono difesi in virtù del fatto che pensavano che i soldi provenissero direttamente da Tanzi, e non dalle casse della sua società[1].
Con il passaggio alla "Seconda Repubblica", dai verbali è emerso che Tanzi aveva dapprima versato ingenti somme a favore della campagna elettorale di Prodi per le elezioni politiche del 1996, e poi, in occasione delle elezioni del 2001, aveva sostenuto la campagna di Berlusconi[1][5]. La procura di Milano sta tuttavia indagando, a partire da alcune dichiarazioni di Tanzi, su finanziamenti risalenti già all'anno della nascita di Forza Italia, finanziamenti che sarebbero stati erogati mediante un meccanismo di mancato sconto agli spot pubblicitari in onda sulle reti Mediaset[1]. In questo modo il potenziale sconto di cui poteva godere una grande azienda come la Parmalat con le sue campagne pubblicitarie massive sarebbe confluito indirettamente a Forza Italia: a questo proposito Tanzi ha dichiarato di aver trasferite quote di pubblicità destinate a essere trasmesse dalla RAI a Publitalia. L'autore di questo accordo sarebbe stato Genesio Fornari, che è però deceduto[1]. Poi, nel 1996, quando era salito al potere Prodi, Tanzi aveva partecipato al potenziamento del capitale di Nomisma, società di cui Prodi ne è stato fondatore, diventandone socio[5]. In questi anni, tra il 1995 e il 1996, si collocherebbe inoltre la promozione di alcune joint-venture tra diverse agenzie viaggi controllate dalla Parmalat e la Cit viaggi, società turistiche delle Ferrovie dello Stato: questo progetto secondo la ricostruzione del pubblico ministero Pierfilippo Laviani a partire dagli interrogatori di Tanzi, sarebbe stato avallato da Ciriaco De Mita e Claudio Burlando, allora Ministro dei Trasporti e della Navigazione per il governo Prodi I e attuale Presidente della Giunta regionale della Liguria, e avrebbe permesso a Tanzi di scaricare i debiti della Parmalat sul partner pubblico. A questo proposito la procura di Roma ha iscritto sul registro degli indagati anche l'ex-amministratore delegato delle Ferrovie, Lorenzo Necci. Su questa faccenda Burlando ha dichiarato che non fosse di sua competenza, e che peraltro Cimoli, poi nominato amministratore delle FS, ha ritenuto di non procedere alla trattativa[8].
Tanzi si preoccupò anche di stipulare accordi finanziari con i mass-media cartacei: attraverso una sua società, la “Europa Service”, aveva acquistato azioni per 250 milioni di lire del quotidiano di sinistra il manifesto, regolarmente registrati[1]. Meno chiaro è invece il presunto finanziamento a Il Foglio, di Giuliano Ferrara: Tanzi ha dichiarato di aver versato dai 500 milioni al miliardo di lire, ma interpellato dal procuratore di Bologna, Vito Zincani, Ferrara non ha ritenuto di dover deporre[1]. La Magistratura ha rilevato che sono uscite dalle casse della Parmalat, coperti in bilancio dalla voce sponsorizzazione, circa 12 milioni di euro[1]. Si presume però che circa un miliardo e cento milioni di euro siano passate, mezzo la finanziaria uruguaiana Wishaw Trading, a persone ignote[1]: il tramite sarebbe stato Sergio Piccini, il quale è tuttavia deceduto. Al suo posto Tanzi aveva indicato Romano Bernardoni, già venditore d'auto.
Nel 2001 Parmalat commercializzò un nuovo tipo di latte chiamato "Fresco Blu", ampiamente pubblicizzato perché portava la data di scadenza a otto giorni dal momento che era microfiltrato e pastorizzato secondo un procedimento esclusivo. Tuttavia dal momento che le aziende concorrenti insorsero contro la scritta "fresco" che, per legge, doveva essere applicato solo a quel latte la cui data di scadenza era di quattro giorni, la Parmalat fu multata per frode. Così Tanzi decise di mandare Bernardoni da Gianni Alemanno, allora Ministro per le Politiche Agricole e Forestali sotto il governo Berlusconi II: il Ministro fu prosciolto per l'accusa di corruzione, per cui era stato indagato avendo rinunciato all'immunità parlamentare. Ciò nonostante il via libera della Commissione Interministeriale sulla vicenda, come ha evidenziato la Guardia di Finanza, è avvenuta il 28 dicembre 2002, contestualmente ai viaggi del ministro, e della sua segretaria, in un villaggio Parmatour, saldati solo a seguito del crac. Anche Bernardoni è stato prosciolto dall'accusa di corruzione, ma è stato rinviato a giudizio a Parma per finanziamento illecito a partiti. Si è ipotizzato che la fallimentare gestione dei villaggi Parmatour sia da ricondurre al loro utilizzo, ovvero incamerare i favori di politici, banchieri o aziende. Una delle operazioni più contestate è stato l'acquisto di Eurolat dal gruppo Cirio che comportò un aumento vertiginoso dell'esposizione debitoria[9] con una operazione contestata anche dall'Autorità per la Concorrenza[10].
Occultamento dei debiti [modifica]
I debiti della Parmalat ammontavano a un centinaio di miliardi di lire già verso la fine degli anni ottanta: per evitare il peggio, Tanzi decise di quotare alla Borsa Italiana il gruppo. Diventare una società per azioni richiede all'azienda un risanamento dei conti, ma le forti perdite di Odeon Tv, controllata dal gruppo di Collecchio, obbligarono Tanzi a rivolgersi alle banche per un prestito: nonostante l'opposizione del presidente e di alcuni sindaci revisori, l'Icle, un istituto di credito, erogò 120 miliardi di lire. Per completare l'operazione Parmalat dovette liberarsi anche dell'emittente oberata da debiti per 160 miliardi e a questo proposito si affidò alla Sasea, società estera di Florio Fiorini, già dirigente ENI: questi acquistò Odeon Tv, che in seguito fallì. Così la Parmalat poté entrare in Borsa, senza subire particolari controlli dalla Consob. Evidentemente i conti della società dopo la quotazione non migliorarono e i debiti avrebbero potuto decretarne il fallimento già negli anni novanta: per occultare questi dati, Tanzi affidò per anni all'avvocato Gian Paolo Zini il compito di creare una rete di società distribuite tra i Caraibi, il Delaware e le isole Cayman. L'avvocato Zini operava direttamente da New York e aveva creato il fondo Epicurum, ideato da Tonna, con cui la Parmalat riversava un'ingente quantità di denaro, circa 400 milioni di euro, sulla Parmatour: questi soldi venivano registrati come crediti per la società e conferiti nel fondo. L'operazione era, ovviamente, falsa, ma utile per ingannare il mercato. Allo stesso modo per simulare l'ottima salute economica della società, si emettevano false fatture. Dal momento che le fatture figurano come crediti, e questi crediti vanno incassati, Tonna e Bocchi si inventarono un fittizio conto corrente presso la “Bank of America”, intestato alla società Bonlat con sede alle Cayman, in cui figuravano 3,9 miliardi di euro. Ne derivò che le banche continuarono a erogare prestiti al gruppo, «malgrado i bilanci non fossero il massimo della trasparenza e [...] pur affermando di possedere liquidità consistente», come ha dichiarato Tanzi[11].
Quando il buco fu scoperto nel 2003, le banche si professarono vittime della frode della Parmalat, e lo stesso Governatore della Banca d'Italia del tempo, Antonio Fazio, in un'audizione al Senato del 2004, affermò che era evidente che non solo le banche italiane, ma anche quelle straniere, non erano consapevoli della situazione in cui versava la società di Tanzi. Tuttavia già nel 1995, a seguito di un'interrogazione parlamentare sui prestiti concessi alla Parmalat dalla Cassa di Risparmio di Parma (per 650 miliardi di lire) e dal Monte dei Paschi di Siena (per 90 miliardi di lire), la procura incaricò il ragionere Mario Valla di Parma di rivederne i bilanci degli ultimi tre anni. Dallo studio emerse un indebitamento elevatissimo: la società viveva dei prestiti bancari, perché come rivelò poi Tanzi, egli stesso aveva fatto pressione su Goria e De Mita affinché Luciano Silingardi venisse messo a capo della Cassa di Risparmio di Parma; e ugualmente era intervenuto sulla nomina di Franco Gorreri al Monte dei Paschi, premendo su Craxi. Presumibilmente Tanzi intendeva crearsi delle vie privilegiate per ottenere facili prestiti dai due gruppi bancari: d'altro canto Silingardi era stato sindaco per la Parmalat e Gorreri ne era un dipendente. La perizia del rag. Valla fu depositata in procura, ma il giudice per le indagini preliminari Antonio Padula archiviò l'inchiesta. Lo stesso Padula nel 1998 assolse Tanzi e Tonna dall'accusa di false comunicazioni sociali. Quando nel 2005 però, il Ministro di Grazia e Giustizia Roberto Castelli avviò un'ispezione sul gip di Parma, emerse che Padula aveva insistito con Tanzi per avere sconti per i viaggi nei villaggi Parmatour, che pagò peraltro solo dopo che fu scoperto il crac, oltre due anni dopo. Per questo Padula fu sanzionato dal Consiglio Superiore della Magistratura.
L'attuale amministratore delegato di Parmalat, Bondi, ha deciso di intraprendere un'azione legale contro le banche creditrici prima del crac, accusandole di aver emesso bond fino all'ultimo momento pur essendo consapevoli della situazione disastrosa in cui versavano i bilanci dell'azienda. Bondi stima che Deutsche Bank abbia, a fronte di un prestito di 140 milioni di euro, guadagnato di interessi 217 milioni (+140%), Unicredit Banca da 171 milioni di euro ne ha ricavati 212 (+124%), Capitalia ha incassato il 123% in più di quanto aveva prestato alla Parmalat. Paradigmatico a questo proposito fu il bond emesso dalla banca svizzera UBS a Parmalat di 420 milioni di euro, dei quali effettivamente solo 110 milioni furono incassati, mentre i restanti 290 milioni tornarono indietro alla banca, come assicurazione in caso di insolvenza: cosa che, a posteriori, si verificò. Le strabilianti cifre che le banche concedevano a Tanzi, servirono anche per acquisizioni, in modo da dare l'idea che la Parmalat fosse una società solida e in crescita: ad esempio, la Citigroup, banca statunitense, ha caldeggiato l'acquisto di bond ai risparmiatori fino a pochi giorni prima del crac, facendo leva sulla maschera dorata che la Parmalat si era creata. I finanziamenti, erogati per questo fine, venivano occultati dalle banche internazionali grazie a società site in paradisi fiscali: tra queste la “Buconero Spa”, dietro al cui nome emblematico si presume operasse la Citibank, che, secondo quanto riportato dallo scrittore Vittorio Malagutti, riuscì a far fluire 100 miliardi di lire attraverso un contratto di associazione di partecipazione, senza dunque che comparisse tra i debiti del gruppo Parmalat. Analogamente la Bank of America istituì una holding che, in compartecipazione alla Parmalat, si servì di un ente caritatevole delle Cayman per raccogliere quasi 300 milioni di dollari tra gli obbligazionisti e finanziare così la Parmalat Brasile, tecnicamente già fallita: l'accordo fu siglato tra Gregory Johnson, responsabile della security della banca statunitense, e Fausto Tonna.
Quando nel 2002 Tanzi necessitava di 50 milioni di euro per risollevare le perdite generate da Parmatour, si rivolse a Cesare Geronzi e alla sua Banca di Roma, per la quale era consigliere d'amministrazione. Matteo Arpe, amministratore delegato dell'istituto di Medio Credito Centrale attraverso il quale sarebbe stato concesso il prestito, si oppose all'operazione, ma Geronzi riuscì in ogni caso a far arrivare alle casse di Parmalat la cifra richiesta, che fu poi deviata al settore turismo. Contestualmente Tanzi acquisì la società sicula di acque minerali Ciappazzi, oberata di debiti sospesi per la maggior parte con la Banca di Roma. I magistrati ipotizzano che l'operazione sia frutto di una costrizione imposta da Geronzi a Tanzi. La fallimentare acquisizione ha avuto dei risvolti paradossali: in una regione spesso vittima di crisi idriche come la Sicilia, la Ciappazzi perdeva circa quindicimila litri di acqua al minuto, riversata in mare, poiché mancava della licenza di imbottigliare. Anche quando il crac venne a galla, la Ciappazzi non beneficiò dell'amministrazione straordinaria dato che Tanzi l'aveva comprata attraverso la Cosal, una società non direttamente riconducibile alla Parmalat. Geronzi, accusato di usura, dichiarò di ignorare che il gruppo di Collecchio fosse prossimo alla bancarotta e che a quanto sapeva Tanzi meditava da tempo di entrare nel mercato delle acque minerali.
Scoperta del crac [modifica]
Nel 2003 la Consob avviò dei controlli ai bilanci della Parmalat. Per ovviare a una situazione che avrebbe inevitabilmente portato alla scoperta del catastrofico stato della società, Tanzi, come si evince dai verbali degli interrogatori, chiese aiuto a Silvio Berlusconi[senza fonte] per un suo intervento presso le banche e presso la Consob: «Devo aggiungere che in occasione di un incontro che ho avuto in Consob, ho potuto constatare che la Consob mi ha trattato con gentilezza e mi ha dato tempo per chiarire gli aspetti della vicenda Parmalat», ha dichiarato Tanzi. Le banche tuttavia non rimasero impassibili al mancato rientro dei prestiti e cominciarono a fare pressione su Tanzi: quando iniziarono a trapelare i primi sintomi di insolvenza, il patron della Parmalat fu messo da parte, le banche imposero alla guida del gruppo in qualità di amministratore straordinario Enrico Bondi e il titolo Parmalat fu sospeso dalle trattative in Borsa.
Il 4 dicembre si scoprì che i 600 milioni di euro del fondo Epicurum non esistevano. L'8 dicembre era il termine entro cui la Parmalat era costretta a onorare il bond da 150 milioni di euro che aveva emesso: Bondi promise di restituire i soldi entro il 15 dicembre, ma quando quattro giorni dopo riuscì a saldare il debito[12], si accorse anche che ne mancavano 80. Intanto dopo tre giorni di sospensione, il titolo Parmalat fu riammesso alle contrattazioni: da un valore precedente di 2,2375 euro, l'11 dicembre il titolo chiuse a 1,1900 euro, in calo del 46,8%[13]. Il 15 dicembre il consiglio di amministrazione, tra cui figuravano Tanzi, Tonna e Gorreri, si dimise. La notizia che accese i riflettori sullo scandalo arrivò però il 19 dicembre 2003: in quella data la Bank of America dichiarò che i 3,95 miliardi di euro che rappresentavano l'attivo della Parmalat non esistevano: qualche giorno dopo fu appurato il documento che ne attestava l'esistenza era stato contraffatto[14]. Il 22 dicembre Tanzi fu iscritto al registro degli indagati per falso in bilancio presso la procura di Milano e nel frattempo il valore di un'azione della Parmalat era sceso a 0,1100 euro, ma anche gli indici delle banche connesse al crac persero punti (Capitalia -6%, Monte dei Paschi -5%); lo stesso giorno gli obbligazionisti statunitensi, onde scongiurare il rischio di cross default, decisero di non intraprendere richieste di risarcimento fintantoché Bondi non avesse redatto un piano di salvataggio[15].
Il 1º gennaio Bondi stabilì che il primo asset che la Parmalat avrebbe ceduto sarebbe stata la Parma Calcio[16] e qualche giorno più tardi la Consob depositò una richiesta di annullamento del bilancio dell'anno precedente della Parmalat[17]. Il 20 gennaio seguirono le dimissioni di Silingardi[18], mentre il 23 gennaio un ex-collaboratore dei direttori finanziari Tonna e Del Soldato, Alessandro Bassi, il quale era stato già sentito come testimone dai pm, fu trovato morto, precipitato da un ponte[19]: l'ipotesi più accreditata dagli inquirenti fu il suicidio. Non mancano però ipotesi di omicidio come quella formulata nel libro di Livio Consigli "Il tesoro di Tanzi" (www.iltesoroditanzi.it). Nel contempo sia lo Stato, attraverso un finanziamento di 150 milioni[20], sia alcune banche[21], si occuparono del risanamento del gruppo di Collecchio perché potesse continuare l'attività.
Evoluzioni nel quadriennio 2004-2008 [modifica]
Dopo alcuni arresti e indagini, viene stabilito dalla Cassazione, il 1º marzo 2004, la celebrazione di due indagini (e processi) paralleli. Alla procura di Milano viene attribuita la competenza delle indagini per aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza, falso in comunicazioni (sociali e ai revisori) e ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza della Consob. A Parma l'associazione a delinquere e bancarotta.
Il 29 maggio 2004 la procura di Milano ottiene il rinvio a giudizio per 29 persone fisiche e tre persone giuridiche, tra cui Calisto Tanzi, componenti del consiglio di amministrazione Parmalat, sindaci, direttori, contabili, revisori dei conti, funzionari di “Bank of America”. Tra le persone giuridiche imputate la “Bank of America” e le società di revisione “Grant Thornton” (ora Italaudit) e “Deloitte & Touche”.
Il 18 dicembre 2008 il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza, definita "a sorpresa", sul caso Parmalat. Dei 29 imputati, dopo patteggiamenti e applicazioni di leggi "controverse" (come la ex Cirielli), tra le persone fisiche giudicate con rito ordinario, risulta condannato il solo Calisto Tanzi, a 10 anni di reclusione. Tra le persone giuridiche, anche la Grant Thornton/Italaudit, sanzionata con 240.000 euro e ad una confisca di 455.000 euro[22].
Tra quelli che avevano scelto il patteggiamento: condannate, con una serie di pene che vanno dai cinque mesi e 10 giorni ai due mesi, otto persone fisiche, tra le quali Paola Visconti (nipote di Calisto Tanzi), la Deloitte & Touche e Dianthus (che avevano, nel frattempo, già risarcito migliaia di parti civili).
Tra i prosciolti figurano: Enrico Barachin, Giovanni Bonici (di Parmalat Venezuela), Paolo Sciumè (ex membro del C.d.A. di Parlamat di Collecchio) e il banchiere Luciano Silingardi. Per quanto riguarda la posizione di Bank of America, prosciolta, il P.M. Francesco Greco dichiara che «è stata riconosciuta la prescrizione per altro modificata dalla legge Cirielli»[22].
Voci correlate [modifica]
Calisto Tanzi
Note [modifica]
^ a b c d e f g h i j k l m n o p Report.rai.it
^ a b Notizie.parma.it, Rassegna stampa del Wall Street Journal, redazione di Parma: "Behind Parmalat Chief's Rise: Ties to Italian Power Structure"
^ Paolo Biondani, Associazione per delinquere nel crac Parmalat, «Corriere della Sera», 5 novembre 2004, p. 18.
^ Notizie.parma.it, Rassegna stampa del Corriere della Sera: "Parmalat, ecco tutte le accuse a Tanzi"
^ a b c d e Osservatorio sulla Legalità ONLUS: Notiziaro del 9 gennaio 2003
^ La Stampa, articolo del 24 gennaio 2002
^ a b c Il Sole 24 Ore.com: "Tonna fa i nomi di politici e banchieri"
^ Repubblica.it: "Inchiesta Cit-Parmalat, indagato anche l'ex-ministro Burlando"
^ Eurolat era una azienda che nasceva dall'unione delle aziende latte rilevate dalla Fedital del gruppo Federconsorzi e dalla Centrale del Latte di Roma. Pur avendo un grande fatturato, presentava un indebitamento ritenuto eccessivo. La magistratura ha supposto che l'operazione d'acquisto da parte di Parmalat era stata pilotata da gruppi bancari per alleggerire la loro esposizione in posizioni incagliate IlSole24Ore.com
^ Agcm.it
^ Le convulse operazioni finanziarie erano dettate dal timore che anche una sola rata di prestito non onorato avrebbe provocato, come era successo alla Cirio, sulla base delle clausole del cross default il rientro precipitoso di tutta l'esposizione verso le banche e il mercato finanziario [1]
^ Repubblica.it: "Parmalat rimborsa il bond da 150 milioni di euro"
^ Repubblica.it: "Parmalat torna in Borsa e perde quasi il 50%"
^ Repubblica.it: "Parmalat, indagini serrato sul falso documento"
^ Repubblica.it: "Parmalat, Tanzi indagato a Milano. Il titolo crolla. Male le banche
^ Repubblica.it: "Bondi: prima dismissione la squadra di calcio"
^ Corriere.it: "Consob, nullo il bilancio 2002 di Parmalat"
^ Notizie.parma.it: "Parmalat, Silingardi si dimette dalla Fondazione Cariparma"
^ Repubblica.it: "Parmalat: collaboratore di Tonna si uccide gettandosi da un ponte"
^ Repubblica.it: "Parmalat, prestito di 150 milioni arriva il via libera del governo"
^ Corriere.it: "Banca Intesa, aderiremo al prestito Parmalat
^ a b Sole24Ore, 18 dicembre 2008
Bibliografia [modifica]
Sigfrido Ranucci. BUCONERO S.p.a.. inchiesta di Report, trasmesso il 28 ottobre 2007. URL consultato il 2009-07-07.
Gabriele Capolino, Fabrizio Massaro, Paolo Panerai, Parmalat: la grande truffa, Milano Finanza, 366 ISBN 977-15-9467701-5 40221
Arnaldo Mauri, La tutela del risparmio dopo i casi Argentina e Parmalat, Dipartimento di Scienze economiche, aziendali e statistiche, Università degli Studi di Milano, Working Paper n. 8 2005 (Repec),
Giulio Sapelli, Giochi proibiti. Enron e Parmalat capitalismi a confronto, Mondadori Bruno, 2004
Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Crac_Parmalat"
Categorie: Processi celebri | Scandali italiani | [altre]
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mercoledì 1 dicembre 2010
CHI C’È DIETRO IL DIAVOLO ASSANGE? CHI FINANZIA ’STO BIONDINO SLAVATO? CHI LO NASCONDE? COME È POSSIBILE CHE NESSUN MOSSAD O CIA RIESCA A CATTURARE LA "SPIA"? - 2- GLI "ADDETTI AI LIVORI" SI DOMANDANO: A CHI GIOVA IL TERREMOTO DI WIKILEAKS? DI SICURO, IL GIORNO DOPO IL SISMA PER NULLA DIPLOMATICO TUTTI HANNO BUSSATO AIUTO ALLE SOCIETÀ CHE LAVORANO ALLA PROTEZIONE DATI DI TRASMISSIONE INTERNET - 3- IN PISTA CI SONO SOPRATTUTTO SOCIETÀ CINESI E ISRAELIANE E GUARDA CASO, SU CINA E ISRAELE, PUR ESSENDO DA DECENNI AL CENTRO DEL CAOS POLITICO MONDIALE, NON È USCITO NIENTE DI CLAMOROSO DALLE MIGLIAIA DI FILE ROVESCIATI DA ASSANGE... - 4- UN GIORNALISTA DI WIKILEAKS ANNUNCIA L’USCITA DI DIVERSI DOCUMENTI SUL VATICANO -
- DAGOREPORT
Chi c'è dietro il diavolo Assange? Anziché preoccuparsi sul tenore dei "cablo-dispacci" svelati da Wikileaks, grandi cervelli si agitano per scoprire l'arcano: chi chi lo paga 'sto biondino slavato? chi lo nasconde? come è possibile che nessun Mossad o Cia riesca a catturare l'hacker australiano?
Leader secondo rivelazioni wikileaks
Ecco, gira a proposito una teoria, da prendere con le mollette, of course, che risponde alla fatidica domanda: cui prodest? A chi giova il terremoto di Wikileaks?
Di sicuro, il giorno dopo il sisma poco diplomatico tutti sono corsi a chiedere aiuto alle società che lavorano alla protezione dati. Governi, società, partiti: tutti impegnatissimi oggi a consolidare la loro bucatissima rete di trasmissione. E a chi si rivolgono Lor Signori?
In ballo ci sono soprattutto società cinesi e israeliane particolarmente valide in questo campo, aggiungono gli "addetti ai livori". E guarda caso, su Cina e Israele, pur essendo da decenni al centro del caos politico mondiale, non è uscito niente di clamoroso, dicono....
Ex bunker atomico con i server di Wikileaks
2- RETI OCCULTE! MA SCAMUFFE
M. Mag. per "Il Sole 24 Ore"
Nel settembre del 1991, quando l'internet era già stata dismessa dal Pentagono eppure restava sconosciuta al di fuori delle università, il governo americano pensa bene di costruirsene un'altra parallela, per esplicite questioni di sicurezza. Anzi, due. È così che nascono Niprnet e Siprnet. La prima per i messaggi sensibili ma unclassified, e la seconda per quelli più riservati, da classified a secret.
Mappa dei documenti in mano a Wikileaks da "El Pais"
I documenti della diplomazia americana finiti in questi giorni sotto gli occhi del mondo, vengono dal circuito digitale ritenuto più invalicabile: il Siprnet, che gli addetti ai lavori pronunciano sipper-net.
Il guaio è che gli addetti ai lavori sono gli oltre due milioni di dipendenti dell'esercito e del network diplomatico più grande del mondo. E l'ironia è che, nei primi mesi della guerra in Iraq, alle richieste di Londra di poter accedere al Siprnet, Washington rispondeva picche: il rischio di accessi non autorizzati era troppo alto.
der spiegel -wikileaks
Invece è bastato che uno solo, di quell'oceano di utenti autorizzati, prelevasse i messaggi dal server e li mettesse nel megafono del mondo: la stessa internet inventata dal Pentagono, eppure diventata il monumento della libertà di parola.
Certo, il colpevole (forse Bradley Manning, già arrestato in giugno per download non autorizzati quand'era di stanza in Iraq) si è dovuto impegnare a frugare nei server del Siprnet, perché - come accade nell'internet che tutti conosciamo - non è uno scherzo intercettare le email altrui. Ma il fatto incredibile è che sia possibile andare a frugare nel server di posta del Secret Internet Protocol Router Network, senza che un campanello d'allarme si metta subito a suonare.
wikileaks-manning, analista Pentagono che ha consegnatoi i codici di accesso ad Assange
Di reti parallele, che funzionano con il protocollo Ip dell'internet, ce ne sono molte: quella della Nato si chiama Cronos, ad esempio. La loro utilità è chiara: stando fuori dell'internet, non si rischiano incidenti come quello dell'8 aprile scorso, quando per 18 minuti il traffico web dell'amministrazione americana è stato intercettato da un misterioso hacker cinese.
3- «WIKILEAKS FA TERRORISMO» HILLARY SCATENA - L'FBI: IL FONDATORE DEL SITO È UNA SPIA
Maurizio Stefanini per "Libero"
Tre sono le strategie con cui l'Amministrazione Obama risponderà a Wikileaks, come si desume anche dalle parole di Hillary Clinton. Anche se c'è forse una quarta strategia cui gli Stati Uniti dovrebbero ricorrere e che va più a monte del caso Wikileaks; e una quinta strategia che Assange sta offrendo involontariamente. A meno che non sia a sua volta la più raffinata delle contromosse.
wikileaks-assange
Innanzitutto, dunque, l'Amministrazione Obama ha portato avanti una strategia che potremmo definire "per lo ieri": avvertire subito tutti gli Alleati che sarebbero saltate fuori un bel po' di rivelazioni in apparenza imbarazzanti, ma da non prendere troppo sul serio; perché si sa che quando la gente parla in privato va a ruota libera. Appunto, come ha spiegato Hillary: "posso comunque dire che gli Stati Uniti sono profondamente dispiaciuti di questa rivelazioni di documenti nati per rimanere confidenziali, frutto di discussioni private tra controparti o osservazioni dei nostri diplomatici".
Julian Assange Fondatore di Wikileaks Ovviamente chi ha interessi strategici per essere amico degli Usa non si lascia distrarre da questo gossip, e chi era nemico lo resterà comunque. Però è vero che da ora in poi chi parla con un diplomatico americano ci penserà due volte prima di esporsi troppo. Infine il Dipartimento di Stato ha disconnesso il network militare Siprnet, da cui sono stati rubati i 250mila documenti.
La seconda strategia è quella per l'oggi: togliere in qualche modo di mezzo Assange il prima possibile. Per la verità, mosse del genere erano già cominciate da tempo: dalle noie al sito, alle due accuse per stupro che sul 39enne australiano sono piombate addosso tra capo e collo. Ma si trattava di mosse indirette, mentre ora gli ultimi sviluppi permettono un'incriminazione diretta per violazione della legge Usa sullo spionaggio. E i federali sono già al lavoro.
ASSANGE «Puniremo chi ruba i dati», ha avvertito Hillary. «Non commenterò e non confermerò le informazioni rubate e pubblicate al Dipartimento Stato». Come ha ricordato l'ex-consulente della Cia Jeffrey H.Smith, la lettera inviata sabato scorso dal Dipartimento di Stato Usa ad Assange, per invitarlo a non pubblicare i documenti e a restituire tutti i file classificati, serviva appunto a far scattare i rigori della norma, secondo cui chiunque entri «in possesso in maniera non autorizzata di informazioni riguardanti la difesa nazionale» che ritiene possano danneggiare gli Stati Uniti, può essere perseguito se le diffonde o le trattiene «deliberatamente», quando invece il governo ne ha chiesto la restituzione.
assange-greenberg
La terza strategia è sul domani, e corrisponde a quella parte del suo commento in cui Hillary ha promesso che "non accadrà mai più". Si tratta semplicemente di tappare il buco: ma qui entra in campo anche quella che abbiamo definito la quarta strategia, e che riguarda uno storico problema degli Usa con i servizi segreti.
Quando Assange difende le sue azioni richiamandosi ai valori americani, in effetti fa appello a una certa retorica che si insegna nelle scuole Usa e per cui ad esempio George Washington "non diceva bugie", la Costituzione prescrive che i trattati internazionali vanno ratificati a maggioranza dei due terzi e Wilson al primo dei suoi famosi Quattordici Punti del 1918 mise il no alla "diplomazia segreta".
wikileaks
In realtà, poi, senza l'accordo segreto stipulato nel 1778 tra Franklin e la Francia gli Stati Uniti non sarebbero neanche nati. Ma fino al 1947 gli Usa non ebbero servizi segreti permanenti. Poi nacque la Cia, ma a quel punto nel clima della Guerra Fredda un po' tutti si misero a creare servizi, e in questo momento ce ne sono ben 16: oltre alla Cia quelli di esercito, marina, aviazione, marines, guardia costiera, Dipartimento della Difesa nel suo complesso, agenzia geospaziale, satelliti artificiali, Dipartimento dell'Energia, nuovo Dipartimento alla Sicurezza interna stabilito nel 2002, Dipartimenti di Stato e del Tesoro, oltre alla National Security Agency specialista in decrittazione, all'Fbi e alla la Dea anti-droga.
assange
Il Direttore della Cia doveva coordinarli tutti, ma in seguito al botto dell'11 settembre dal 2005 l'incarico gli è stato tolto, per darlo a un nuovo Direttore della National Intelligence. Adesso, viene forse da pensare che minimo un certo accorpamento dovrebbe avere luogo, per prevenire nuove crisi. Il quinto problema, però, è quello dello stesso Assange.
Che forse avrebbe creato più impatto se avesse dato ad esempio la notizia dello spionaggio all'Onu da sola, invece di annegarla nel mare di tutti questi pettegolezzi. Dunque, forse una mano agli Usa a parare il disastro la sta dando involontariamente il suo eccesso di protagonismo. A meno che anch'esso non sia una finta per indurre Obama e Hillary ad abbassare la guardia, del tipo «va be', il peggio è passato».
assange
Per poi far partire i colpi veramente devastanti dopo. Certo che questa stessa strategia da parte dello hacker australiano può suggerire le contromisure ai suoi avversari. Aspettiamoci quindi un'ondata di controinformazione con una dose massiccia di nuove "indiscrezioni" e "cable" rivelati - una quantità tale di "rumore" tale da rendere indistinguibili o addirittura noiose le poche notizie vere rivelate dal sito.
4- NIENTE PAURA. MA L'AFFARE S'INGROSSA ANCHE IN VATICANO
Paolo Rodari per Il Foglio.it
In Vaticano fanno sapere che non son preoccupati. Ma intanto oggi, in un'intervista con il Telegraph, James Ball, un giornalista che lavora per Wikileaks, ha fatto sapere che diversi documenti sul Vaticano devono ancora uscire.
Ecco qui il video dell'intervista di Ball: Vatican, Israel and North Korea in firing line as disclosures to continue 'for months'. http://bit.ly/dOm6g1
wikileaks-assange
5- PALADINO DELLA LIBERTÀ DI STAMPA O, COME CREDE L'EX CONSIGLIERE DI JIMMY CARTER, BRZEZINSKI, UOMO DEI SERVIZI DI UN PAESE NEMICO DEGLI USA (LA CINA?) - IL "NY TIMES" PUBBLICA ARTICOLI NON TROPPO BENEVOLI E LUI GLI NEGA I DOCUMENTI (CNN E "WSJ" NON HANNO ACCETTATO CONDIZIONI CAPESTRO) E CHI LO CONOSCE LO DIPINGE COME UN UOMO SOLO, TIRANNICO E PARANOICO, TANTO CHE I SUOI EX COMPAGNI FONDERANNO L'ANTI-WIKILEAKS ACCUSANDOLO DI CULTO DELLA PERSONALITÀ...
Alessandro Carlini per "Libero"
L'uomo che proclama di «voler rivelare a tutto il mondo i documenti che fanno la Storia» ha una storia personale tutt'altro che trasparente. Julian Assange, 39 anni, è un personaggio oscuro, paranoico, inafferrabile. Vive come un fuggitivo e di lui non si conosce nemmeno la data esatta di nascita. Ha fondato Wikileaks nel 2006, ma solo quest'anno è stato pubblicato il materiale riservato che lo ha fatto diventare famoso, amato da pochi e odiato da molti. E la sua vita si è trasformata in un incubo. Si sposta di continuo, abita da amici di amici, si rifiuta di dire da dove viene e dove è diretto, cambia ripetutamente numero di telefono e lo diffonde col contagocce.
Grattacielo del New York Times by Renzo Piano Alto, magro, il sorriso sarcastico, pesa ogni parola con lentezza e voce monocorde. Taglia e tinge di nero i suoi capelli biondo platino che gli danno un aspetto un po' dandy, un po' agente segreto.
Uno così non poteva non avere nemici e rivali. Fino a ora è sfuggito a tutti, alla polizia svedese che ha emesso nei suoi confronti un mandato d'arresto per violenze sessuali, agli australiani e agli americani che lo vedrebbero bene dietro le sbarre. Tanti i lati oscuri. Come quelli emersi nella trattativa con i media americani e britannici che hanno pubblicato in anteprima i dispacci del Dipartimento di Stato Usa, da cui è nato lo scandalo internazionale di questi giorni.
Assange si era rifiutato di darli al New York Times a causa di alcuni articoli non molto lusinghieri che lo riguardavano. Quindi ha preferito altre testate, prima fra tutte il Guardian, rivelando così che quando si tratta del suo conto e della sua vita il giornalista-hacker non è più così tanto trasparente.
Brzezinsky
Ma il New York Times è comunque riuscito ad avere il materiale, grazie a un accordo col Guardian. Assange si era rivolto anche ad altri, Cnn e Wall Street Journal, ma non hanno voluto i suoi dispacci riservati perchè consideravano inaccettabili le condizioni dell'accordo, che comprendeva una penale di 100mila dollari.
Non solo, Wikileaks si riservava il diritto di scegliere presso quale tribunale fare ricorso in caso di contenzioso.
C'è poi chi è pronto a sfidarlo. Si tratta dell'ex portavoce del sito di "spioni", il tedesco Daniel Domscheit-Berg, che il prossimo mese lancerà un portale concorrente, così per contrastare, come ha detto lui stesso, il culto della personalità dell'australiano. Con lui c'è anche uno studente islandese di 25 anni, Herbert Snorrason, che era stato un collaboratore di Assange.
Snorrason ha detto che il fondatore australiano «agisce come un imperatore» e ha tradito lo spirito originario del sito. Se non bastasse il Pentagono ha arruolato uno dei migliori hacker per fermare Wikileaks. E mentre l'Ecuador offre asilo ad Assange, l'ex consigliere di Carter, Zibi Brzezinski, adombra il fatto che dietro Wikileaks ci siano i servizi di un Paese nemico di Washington.
by dagospia
Chi c'è dietro il diavolo Assange? Anziché preoccuparsi sul tenore dei "cablo-dispacci" svelati da Wikileaks, grandi cervelli si agitano per scoprire l'arcano: chi chi lo paga 'sto biondino slavato? chi lo nasconde? come è possibile che nessun Mossad o Cia riesca a catturare l'hacker australiano?
Leader secondo rivelazioni wikileaks
Ecco, gira a proposito una teoria, da prendere con le mollette, of course, che risponde alla fatidica domanda: cui prodest? A chi giova il terremoto di Wikileaks?
Di sicuro, il giorno dopo il sisma poco diplomatico tutti sono corsi a chiedere aiuto alle società che lavorano alla protezione dati. Governi, società, partiti: tutti impegnatissimi oggi a consolidare la loro bucatissima rete di trasmissione. E a chi si rivolgono Lor Signori?
In ballo ci sono soprattutto società cinesi e israeliane particolarmente valide in questo campo, aggiungono gli "addetti ai livori". E guarda caso, su Cina e Israele, pur essendo da decenni al centro del caos politico mondiale, non è uscito niente di clamoroso, dicono....
Ex bunker atomico con i server di Wikileaks
2- RETI OCCULTE! MA SCAMUFFE
M. Mag. per "Il Sole 24 Ore"
Nel settembre del 1991, quando l'internet era già stata dismessa dal Pentagono eppure restava sconosciuta al di fuori delle università, il governo americano pensa bene di costruirsene un'altra parallela, per esplicite questioni di sicurezza. Anzi, due. È così che nascono Niprnet e Siprnet. La prima per i messaggi sensibili ma unclassified, e la seconda per quelli più riservati, da classified a secret.
Mappa dei documenti in mano a Wikileaks da "El Pais"
I documenti della diplomazia americana finiti in questi giorni sotto gli occhi del mondo, vengono dal circuito digitale ritenuto più invalicabile: il Siprnet, che gli addetti ai lavori pronunciano sipper-net.
Il guaio è che gli addetti ai lavori sono gli oltre due milioni di dipendenti dell'esercito e del network diplomatico più grande del mondo. E l'ironia è che, nei primi mesi della guerra in Iraq, alle richieste di Londra di poter accedere al Siprnet, Washington rispondeva picche: il rischio di accessi non autorizzati era troppo alto.
der spiegel -wikileaks
Invece è bastato che uno solo, di quell'oceano di utenti autorizzati, prelevasse i messaggi dal server e li mettesse nel megafono del mondo: la stessa internet inventata dal Pentagono, eppure diventata il monumento della libertà di parola.
Certo, il colpevole (forse Bradley Manning, già arrestato in giugno per download non autorizzati quand'era di stanza in Iraq) si è dovuto impegnare a frugare nei server del Siprnet, perché - come accade nell'internet che tutti conosciamo - non è uno scherzo intercettare le email altrui. Ma il fatto incredibile è che sia possibile andare a frugare nel server di posta del Secret Internet Protocol Router Network, senza che un campanello d'allarme si metta subito a suonare.
wikileaks-manning, analista Pentagono che ha consegnatoi i codici di accesso ad Assange
Di reti parallele, che funzionano con il protocollo Ip dell'internet, ce ne sono molte: quella della Nato si chiama Cronos, ad esempio. La loro utilità è chiara: stando fuori dell'internet, non si rischiano incidenti come quello dell'8 aprile scorso, quando per 18 minuti il traffico web dell'amministrazione americana è stato intercettato da un misterioso hacker cinese.
3- «WIKILEAKS FA TERRORISMO» HILLARY SCATENA - L'FBI: IL FONDATORE DEL SITO È UNA SPIA
Maurizio Stefanini per "Libero"
Tre sono le strategie con cui l'Amministrazione Obama risponderà a Wikileaks, come si desume anche dalle parole di Hillary Clinton. Anche se c'è forse una quarta strategia cui gli Stati Uniti dovrebbero ricorrere e che va più a monte del caso Wikileaks; e una quinta strategia che Assange sta offrendo involontariamente. A meno che non sia a sua volta la più raffinata delle contromosse.
wikileaks-assange
Innanzitutto, dunque, l'Amministrazione Obama ha portato avanti una strategia che potremmo definire "per lo ieri": avvertire subito tutti gli Alleati che sarebbero saltate fuori un bel po' di rivelazioni in apparenza imbarazzanti, ma da non prendere troppo sul serio; perché si sa che quando la gente parla in privato va a ruota libera. Appunto, come ha spiegato Hillary: "posso comunque dire che gli Stati Uniti sono profondamente dispiaciuti di questa rivelazioni di documenti nati per rimanere confidenziali, frutto di discussioni private tra controparti o osservazioni dei nostri diplomatici".
Julian Assange Fondatore di Wikileaks Ovviamente chi ha interessi strategici per essere amico degli Usa non si lascia distrarre da questo gossip, e chi era nemico lo resterà comunque. Però è vero che da ora in poi chi parla con un diplomatico americano ci penserà due volte prima di esporsi troppo. Infine il Dipartimento di Stato ha disconnesso il network militare Siprnet, da cui sono stati rubati i 250mila documenti.
La seconda strategia è quella per l'oggi: togliere in qualche modo di mezzo Assange il prima possibile. Per la verità, mosse del genere erano già cominciate da tempo: dalle noie al sito, alle due accuse per stupro che sul 39enne australiano sono piombate addosso tra capo e collo. Ma si trattava di mosse indirette, mentre ora gli ultimi sviluppi permettono un'incriminazione diretta per violazione della legge Usa sullo spionaggio. E i federali sono già al lavoro.
ASSANGE «Puniremo chi ruba i dati», ha avvertito Hillary. «Non commenterò e non confermerò le informazioni rubate e pubblicate al Dipartimento Stato». Come ha ricordato l'ex-consulente della Cia Jeffrey H.Smith, la lettera inviata sabato scorso dal Dipartimento di Stato Usa ad Assange, per invitarlo a non pubblicare i documenti e a restituire tutti i file classificati, serviva appunto a far scattare i rigori della norma, secondo cui chiunque entri «in possesso in maniera non autorizzata di informazioni riguardanti la difesa nazionale» che ritiene possano danneggiare gli Stati Uniti, può essere perseguito se le diffonde o le trattiene «deliberatamente», quando invece il governo ne ha chiesto la restituzione.
assange-greenberg
La terza strategia è sul domani, e corrisponde a quella parte del suo commento in cui Hillary ha promesso che "non accadrà mai più". Si tratta semplicemente di tappare il buco: ma qui entra in campo anche quella che abbiamo definito la quarta strategia, e che riguarda uno storico problema degli Usa con i servizi segreti.
Quando Assange difende le sue azioni richiamandosi ai valori americani, in effetti fa appello a una certa retorica che si insegna nelle scuole Usa e per cui ad esempio George Washington "non diceva bugie", la Costituzione prescrive che i trattati internazionali vanno ratificati a maggioranza dei due terzi e Wilson al primo dei suoi famosi Quattordici Punti del 1918 mise il no alla "diplomazia segreta".
wikileaks
In realtà, poi, senza l'accordo segreto stipulato nel 1778 tra Franklin e la Francia gli Stati Uniti non sarebbero neanche nati. Ma fino al 1947 gli Usa non ebbero servizi segreti permanenti. Poi nacque la Cia, ma a quel punto nel clima della Guerra Fredda un po' tutti si misero a creare servizi, e in questo momento ce ne sono ben 16: oltre alla Cia quelli di esercito, marina, aviazione, marines, guardia costiera, Dipartimento della Difesa nel suo complesso, agenzia geospaziale, satelliti artificiali, Dipartimento dell'Energia, nuovo Dipartimento alla Sicurezza interna stabilito nel 2002, Dipartimenti di Stato e del Tesoro, oltre alla National Security Agency specialista in decrittazione, all'Fbi e alla la Dea anti-droga.
assange
Il Direttore della Cia doveva coordinarli tutti, ma in seguito al botto dell'11 settembre dal 2005 l'incarico gli è stato tolto, per darlo a un nuovo Direttore della National Intelligence. Adesso, viene forse da pensare che minimo un certo accorpamento dovrebbe avere luogo, per prevenire nuove crisi. Il quinto problema, però, è quello dello stesso Assange.
Che forse avrebbe creato più impatto se avesse dato ad esempio la notizia dello spionaggio all'Onu da sola, invece di annegarla nel mare di tutti questi pettegolezzi. Dunque, forse una mano agli Usa a parare il disastro la sta dando involontariamente il suo eccesso di protagonismo. A meno che anch'esso non sia una finta per indurre Obama e Hillary ad abbassare la guardia, del tipo «va be', il peggio è passato».
assange
Per poi far partire i colpi veramente devastanti dopo. Certo che questa stessa strategia da parte dello hacker australiano può suggerire le contromisure ai suoi avversari. Aspettiamoci quindi un'ondata di controinformazione con una dose massiccia di nuove "indiscrezioni" e "cable" rivelati - una quantità tale di "rumore" tale da rendere indistinguibili o addirittura noiose le poche notizie vere rivelate dal sito.
4- NIENTE PAURA. MA L'AFFARE S'INGROSSA ANCHE IN VATICANO
Paolo Rodari per Il Foglio.it
In Vaticano fanno sapere che non son preoccupati. Ma intanto oggi, in un'intervista con il Telegraph, James Ball, un giornalista che lavora per Wikileaks, ha fatto sapere che diversi documenti sul Vaticano devono ancora uscire.
Ecco qui il video dell'intervista di Ball: Vatican, Israel and North Korea in firing line as disclosures to continue 'for months'. http://bit.ly/dOm6g1
wikileaks-assange
5- PALADINO DELLA LIBERTÀ DI STAMPA O, COME CREDE L'EX CONSIGLIERE DI JIMMY CARTER, BRZEZINSKI, UOMO DEI SERVIZI DI UN PAESE NEMICO DEGLI USA (LA CINA?) - IL "NY TIMES" PUBBLICA ARTICOLI NON TROPPO BENEVOLI E LUI GLI NEGA I DOCUMENTI (CNN E "WSJ" NON HANNO ACCETTATO CONDIZIONI CAPESTRO) E CHI LO CONOSCE LO DIPINGE COME UN UOMO SOLO, TIRANNICO E PARANOICO, TANTO CHE I SUOI EX COMPAGNI FONDERANNO L'ANTI-WIKILEAKS ACCUSANDOLO DI CULTO DELLA PERSONALITÀ...
Alessandro Carlini per "Libero"
L'uomo che proclama di «voler rivelare a tutto il mondo i documenti che fanno la Storia» ha una storia personale tutt'altro che trasparente. Julian Assange, 39 anni, è un personaggio oscuro, paranoico, inafferrabile. Vive come un fuggitivo e di lui non si conosce nemmeno la data esatta di nascita. Ha fondato Wikileaks nel 2006, ma solo quest'anno è stato pubblicato il materiale riservato che lo ha fatto diventare famoso, amato da pochi e odiato da molti. E la sua vita si è trasformata in un incubo. Si sposta di continuo, abita da amici di amici, si rifiuta di dire da dove viene e dove è diretto, cambia ripetutamente numero di telefono e lo diffonde col contagocce.
Grattacielo del New York Times by Renzo Piano Alto, magro, il sorriso sarcastico, pesa ogni parola con lentezza e voce monocorde. Taglia e tinge di nero i suoi capelli biondo platino che gli danno un aspetto un po' dandy, un po' agente segreto.
Uno così non poteva non avere nemici e rivali. Fino a ora è sfuggito a tutti, alla polizia svedese che ha emesso nei suoi confronti un mandato d'arresto per violenze sessuali, agli australiani e agli americani che lo vedrebbero bene dietro le sbarre. Tanti i lati oscuri. Come quelli emersi nella trattativa con i media americani e britannici che hanno pubblicato in anteprima i dispacci del Dipartimento di Stato Usa, da cui è nato lo scandalo internazionale di questi giorni.
Assange si era rifiutato di darli al New York Times a causa di alcuni articoli non molto lusinghieri che lo riguardavano. Quindi ha preferito altre testate, prima fra tutte il Guardian, rivelando così che quando si tratta del suo conto e della sua vita il giornalista-hacker non è più così tanto trasparente.
Brzezinsky
Ma il New York Times è comunque riuscito ad avere il materiale, grazie a un accordo col Guardian. Assange si era rivolto anche ad altri, Cnn e Wall Street Journal, ma non hanno voluto i suoi dispacci riservati perchè consideravano inaccettabili le condizioni dell'accordo, che comprendeva una penale di 100mila dollari.
Non solo, Wikileaks si riservava il diritto di scegliere presso quale tribunale fare ricorso in caso di contenzioso.
C'è poi chi è pronto a sfidarlo. Si tratta dell'ex portavoce del sito di "spioni", il tedesco Daniel Domscheit-Berg, che il prossimo mese lancerà un portale concorrente, così per contrastare, come ha detto lui stesso, il culto della personalità dell'australiano. Con lui c'è anche uno studente islandese di 25 anni, Herbert Snorrason, che era stato un collaboratore di Assange.
Snorrason ha detto che il fondatore australiano «agisce come un imperatore» e ha tradito lo spirito originario del sito. Se non bastasse il Pentagono ha arruolato uno dei migliori hacker per fermare Wikileaks. E mentre l'Ecuador offre asilo ad Assange, l'ex consigliere di Carter, Zibi Brzezinski, adombra il fatto che dietro Wikileaks ci siano i servizi di un Paese nemico di Washington.
by dagospia
martedì 30 novembre 2010
I soci privati delle Banche Centrali (private)
I SOCI DELLA BANCA D’ITALIA
Gruppo Intesa (27,2%), BNL (2,83%)
Gruppo San Paolo (17,23%) Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Gruppo Capitalia (11,15%) Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%) Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%) Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%) RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%) privati (5,65%)
I SOCI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE)
Banca Nazionale del Belgio (2,83%) Banca centrale del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale della Danimarca (1,72%) Banca d’Olanda (4,43%)
Banca Nazionale della Germania (23,40%) Banca nazionale d'Austria (2,30%)
Banca della Grecia (2,16%) Banca del Portogallo (2,01%)
Banca della Spagna (8,78%) Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Francia (16,52%) Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca Centrale d’Irlanda (1,03%) Banca d’Inghilterra (15,98%) (Non ha l’euro)
Banca d'Italia (14,57%)
I SOCI DELLA FEDERAL RESERVE U.S.A.
Rothschild Bank di Londra Kuhn Loeb Bank di New York
Warburg Bank di Amburgo Israel Moses Seif Banks d’Italia
Rothschild Bank di Berlino Goldman, Sachs di New York
Lehman Brothers di New York Warburg Bank di Amsterdam
Lazard Brothers di Parigi Chase Manhattan Bank di New York
I personaggi qui sotto possedevano banche che a loro volta possedevano azioni della FED. Le banche elencate hanno un controllo significativo sul New York FED District, che controlla gli altri 11 FED Districts. Queste banche sono in parte possedute da stranieri e controllano la New York FED District Bank:
First National Bank di New York Levi P. Morton
James Stllman National City Bank, New York M.P. Pyne
Mary W. Harnman George F. Baker
National Bank of Commerce, New York Percy Pyne
A.D. Jiullard Mrs.G.F. St. George
Hanover National Bank, New York J.W. Sterling
Jacob Schiff Katherine St. George
Chase National Bank, New York H.P. Davidson
Thomas F. Ryan J.P. Morgan (Equitable Life/Mutual Life)
Paul Warburg Edith Brevour T. Baker
William Rockefeller
Siti utili:
- www.centrostudimonetari.org
- www.signoraggio.com
www.disinformazione.it
Gruppo Intesa (27,2%), BNL (2,83%)
Gruppo San Paolo (17,23%) Monte dei Paschi di Siena (2,50%)
Gruppo Capitalia (11,15%) Gruppo La Fondiaria (2%)
Gruppo Unicredito (10,97%) Gruppo Premafin (2%)
Assicurazioni Generali (6,33%) Cassa di Risparmio di Firenze (1,85%)
INPS (5%) RAS (1,33%)
Banca Carige (3,96%) privati (5,65%)
I SOCI DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA (BCE)
Banca Nazionale del Belgio (2,83%) Banca centrale del Lussemburgo (0,17%)
Banca Nazionale della Danimarca (1,72%) Banca d’Olanda (4,43%)
Banca Nazionale della Germania (23,40%) Banca nazionale d'Austria (2,30%)
Banca della Grecia (2,16%) Banca del Portogallo (2,01%)
Banca della Spagna (8,78%) Banca di Finlandia (1,43%)
Banca della Francia (16,52%) Banca Centrale di Svezia (2,66%)
Banca Centrale d’Irlanda (1,03%) Banca d’Inghilterra (15,98%) (Non ha l’euro)
Banca d'Italia (14,57%)
I SOCI DELLA FEDERAL RESERVE U.S.A.
Rothschild Bank di Londra Kuhn Loeb Bank di New York
Warburg Bank di Amburgo Israel Moses Seif Banks d’Italia
Rothschild Bank di Berlino Goldman, Sachs di New York
Lehman Brothers di New York Warburg Bank di Amsterdam
Lazard Brothers di Parigi Chase Manhattan Bank di New York
I personaggi qui sotto possedevano banche che a loro volta possedevano azioni della FED. Le banche elencate hanno un controllo significativo sul New York FED District, che controlla gli altri 11 FED Districts. Queste banche sono in parte possedute da stranieri e controllano la New York FED District Bank:
First National Bank di New York Levi P. Morton
James Stllman National City Bank, New York M.P. Pyne
Mary W. Harnman George F. Baker
National Bank of Commerce, New York Percy Pyne
A.D. Jiullard Mrs.G.F. St. George
Hanover National Bank, New York J.W. Sterling
Jacob Schiff Katherine St. George
Chase National Bank, New York H.P. Davidson
Thomas F. Ryan J.P. Morgan (Equitable Life/Mutual Life)
Paul Warburg Edith Brevour T. Baker
William Rockefeller
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www.disinformazione.it
LA FEDERAL RESERVE BANK E’ UNA PROPRIETA’ PRIVATA.
Riferimento originale: http://www.apfn.org/apfn/fed_reserve.htm
La Federal Riserve è una proprietà privata.
(di Thomas D. Schauf)
1992
Cari Americani
A seguito della vostra richiesta tenterò di far luce sulle vostre istanze relative alla Federal Riserve Bank (FED). Ho passato molto tempo a fare ricerche sulla FED e queste sono le scioccanti, eloquenti conclusioni.
LA FEDERAL RESERVE BANK E’ UNA PROPRIETA’ PRIVATA.
L’articolo 1, Sezione 8 della Costituzione stabilisce che il Congresso deve avere il potere di coniare moneta (creare) e di stabilirne il valore. Tuttavia, attualmente, la FED, che è una società privata, controlla e trae profitto dal produrre moneta attraverso il Tesoro, e controllandone il valore.
La FED ebbe inizio con circa 300 persone o banche, che diventarono proprietari (azionisti che hanno comprato il capitale azionario a $ 100 per azione – il capitale azionario non è commercializzato pubblicamente) del Sistema Bancario della Federal Riserve. Essi formarono un cartello bancario internazionale di ricchezza senza confronto (Riferimento 1, 14) Il sistema bancario della FED raccoglie miliardi di dollari (riferimento 8, 17) di interessi annui e distribuisce i profitti ai suoi azionisti. Illegalmente, il Congresso ha dato alla FED il diritto di stampare moneta (attraverso il Tesoro) senza alcun onere per la FED. La FED ha creato denaro dal nulla, e lo presta a noi attraverso le banche, e carica gli interessi sulla nostra moneta. La FED compra anche i debiti del Governo (ndr: obbligazioni) con il denaro stampato con una semplice pressa tipografica e carica gli interessi sui contribuenti degli Stati Uniti.
Molti deputati e presidenti dicono che questa è una frode (riferimento 1,2,3,5,17)
Chi possiede attualmente le Banche Centrali della Federal Riserve?
La proprietà delle 12 banche Centrali, un segreto ben mantenuto, è stato svelato:
La Banca Rothschild di Londra
La Banca Warburg di Amburgo
La Banca Rothschild di Berlino
La Lehman Brothers di New York
La Lazard Brothers di Parigi
La Banca Kuhln Loeb di New York
Le Banche Israel Moses Seif in Italia
La Goldman, Sachs di New York
La Banca Warburg di Amsterdam
La Chase Manhattam Bank di New York
(Riferimento 14, P, 13, Riferimento 12, P, 152)
Questi banchieri sono collegati ad Istituti bancari londinesi che ultimamente controllano la FED. Quando l’Inghilterra ha perso la guerra di Rivoluzione Americana (i nostri antenati stavano combattendo contro il loro governo) essi programmarono di controllarci controllando il nostro sistema bancario, lo stampaggio del denaro, ed il nostro debito (Riferimento 4, 22).
Gli individui elencati di seguito possedevano banche che a loro volta possedevano azioni della FED: Le banche elencate di seguito hanno un controllo significativo sul New York FED District, che controlla gli altri 11 FED Districts. Queste banche sono in parte possedute da stranieri e controllano la New York FED District Bank. (Riferimento 22).
q First National Bank di New York
q James Stllman National City Bank, New York
q Mary W. Harnman
q National Bank of Commerce, New York
q A.D. Jiullard
q Hanover National Bank, New York
q Jacob Schiff
q Chase National Bank, New York
q Thomas f: Ryan
q Paul Warburg
q William Rockfeller
q Levi P: Morton
q M.P. Pyne
q George F. Baker
q Percy Pyne
q Mrs.G.F. St. George
q J.W. Sterling
q Katherine St. George
q H.P. Davidson
q J.P. Morgan (Equitable Life/Mutual Life)
q Edith Brevour T. Baker
(Riferimentro 4, per quanto sopra, Riferimento 22 ha dettagli, P. 92,93,96,179)
Come è successo? Dopo il precedente tentativo di promuovere la legge per la Federal Riserve attraverso il Congresso, un gruppo di banchieri fondò e fornì di personale la campagna di Woodrow Wilson come Presidente. Egli si era impegnato a firmare questa legge. Nel 1913, un Senatore, Nelson Aldrich, nonno da parte materna dei Rockfeller, promosse la legge sulla Federal Riserve attraverso il Congresso proprio prima di Natale quando la maggior parte del Congresso era in vacanza (Riferimento 3,4,5,). Quando fu eletto, Wilson approvò la FED. In seguito, Wilson, pentito, disse (riferendosi alla FED), “ho, inconsapevolmente rovinato il mio paese” (riferimento 17, P, 31).
Ora le banche sostengono finanziariamente i candidati condiscendenti.
Non sorprende che la maggior parte di questi candidati vengano eletti (Riferimento 1, P. 2°8-210, Riferimento 12, P. 235, Riferimenti 14, P. 36). I banchieri impiegano i Membri del Congresso durante i weekends (Nomignolo T&T club- fuori giovedì…..dentro martedì) con lucrosi salari (Riferimento 1, P. 209). Inoltre, la FED cominciò a comprare i media negli anni 30 ed ora ne possiede o influenza in modo rilevante la maggioranza (Riferimento 3, 10, 11 P. 145).
I Presidenti Lincoln, Jackson e Kennedy cercarono di fermare questa famiglia di banchieri stampando dollari degli S.U. senza caricare gli interessi sui contribuenti (Riferimento 4). Oggi, se il governo presenta una gestione passiva, la FED stampa dollari tramite il Tesoro degli S.U, compra i debiti, ed i dollari circolano nell’economia. Nel 1992, i contribuenti hanno pagato al sistema bancario della FED 286 miliardi di dollari di interessi sul debito che la FED ha acquistato stampando denaro di fatto a costo zero (riferimento 12, P. 265). Il quaranta per cento di tasse del nostro introito personale federale serve a pagare questo interesse. I registri della FED non sono aperti al pubblico. Il Congresso deve ancora verificarli.,
Il CongressistaWright Patman è stato presidente del Comitato alla Camera dei Rappresentanti per il Sistema Bancario e la circolazione Monetaria per 40 anni. Per 20 di quegli anni ha presentato una legge per abrogare la legge sulla Federal Riserve Banking del 1913.
Il congressista Henry Gonzales, Presidente di un comitato bancario presenta una legge per abrogare la legge sulla Federal Riserve Banking del 1913 quasi ogni anno. Viene sempre sconfitto, i media restano in silenzio ed il pubblico non sa mai la verità. Gli stessi banchieri che posseggono la FED controllano i media e danno enormi contributi politici ai membri simpatizzanti del Congresso (Riferimento 12, P.155-163, Rif. 22, P. 158,159,166)
LA FED TEME CHE IL PUBBLICO DIVENTI CONSAPEVOLE DI QUESTA FRODE E CHIEDA DEI CAMBIAMENTI
Il rappresentante Louis McFadden (R:Pa) da fattorino diventò cassiere e poi presidente della First National Bank di Canton nell’Ohio. Per 12 anni fu presidente del Comitato per il Sistema Bancario e la Circolazione Monetaria, facendone un’eminente autorità in America. Egli combattè continuamente per l’integrità fiscale ed il ritorno al governo costituzionale (rif:1). Quello che segue sono parti del discorso del rappresentante McFadden inserite nelle annotazioni del Congresso, pagine 12595-12603:
“IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FEDERAL RESERVE, UN CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL GOVERNO HA TRUFFATO IL GOVERNO DEGLI STATI UNITI ED IL POPOLO DEGLI STATI UNITI PER UN AMMONTARE DI DENARO SUFFICIENTE A PAGARE IL DEBITO NAZIONALE .
I saccheggi e le iniquità del Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve e delle banche della Federal Riserve che agiscono insieme sono costati a questo Paese ABBASTANZA DENARO PER PAGARE IL DEBITO NAZIONALE DIVERSE VOLTE”
Per quanto riguarda le banche della Federal Riserve, il Rap. McFadden ha detto, “Esse sono monopoli di credito privati che predano il popolo degli Stati Uniti per il loro beneficio e per i clienti stranieri;speculatori e truffatori stranieri e nazionali; i ricchi predatori mutuanti di denaro. Questa è un’era di ristrettezze economiche ed il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e le banche della Federal Riserve ne sono in pieno responsabili”.
Sull’argomento del controllo dei media ha affermato, “è stato speso mezzo milione di dollari per una parte della propaganda organizzata da quegli stessi banchieri europei al fine di deviare l’opinione pubblica a questo riguardo”.
Il rappresentante McFadden ha continuato, “Il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve ha fatto ogni sforzo per occultare il suo potere ma la verità è che il Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve HA USURPATO IL GOVERNO DEGLI STATI UNITI. ESSO CONTROLLA TUTTO QUI E CONTROLLA TUTTI I NOSTRI RAPPORTI INTERNAZIONALI. FA E DISFA I GOVERNI A SUO VOLERE.
Nessuno ha un potere più consolidato dell’arrogante monopolio del credito che gestisce il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e le banche della Federal Riserve. Questi malfattori hanno derubato questo paese di più denaro di quanto ne serve per pagare il debito nazionale. Quello che il governo ha permesso al Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve di rubare al popolo dovrebbe ora essere restituito al popolo.
“il denaro del nostro popolo pari a $1.200.000.000, negli ultimi pochi mesi è stato mandato all’estero per riscattare le banconote della Federal Reservee per pagare i debiti speculativi dei traditori del Consiglio di amministrazione della Federal Reserve e delle banche della Federal Reserve. La maggior parte delle nostre riserve monetarie è stata inviata agli stranieri.Perché dovremmo promettere di pagare i debiti degli stranieri agli stranieri? Perché i contadini ed i salariati americani dovrebbero aggiungere milioni di stranieri al numero dei loro dipendenti? Perche al Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e alle banche della Federal Riserve dovrebbe essere consentito di finanziare i nostri concorrenti in tutte le parti del mondo?” chiese il Rap. McFadden.
“La legge sulla Federal Riserve dovrebbe essere revocata e le banche della Federal Riserve dovrebbero essere abrogate e le banche della Federal Riserve, avendo violato i loro statuti, dovrebbero essere liquidate immediatamente”.
I FUNZIONARI GOVERNATIVI INFEDELI CHE HANNO VIOLATO I LORO GIURAMENTI DOVREBBERO ESSERE INCRIMINATI E PORTATI IN GIUIDIZIO”,concluse il Rap. McFadden (Rif.1 Contiene un intero capitolo sul discorso del Rap:McFadden).-
Se i media sono imparziali, indipendenti e completamente attenti perché non hanno messo in discussione la FED? Attualmente la metà degli stati ha almeno un movimento popolare in azione per abolire la FED ma non c’è copertura da parte della stampa. Nel mese di luglio del 1968il sottocomitato dell’istituto bancario ha riferito che Rockfeller, tramite la Chase Manhattan Bank controllava il 5,9%delle riserve della CBS. Inoltre, la banca, ha ottenuto consigli di amministrazione comuni con ABC
Nel 1974, il Congresso diramò un rapporto che affermava che la quota di partecipazione della Chase Manhattan Bank nella CBS era salita al 14,1% e nella NBC al 4,5% (tramite l’RCA, la società madre della NBC). Lo stesso rapporto diceva che la Chase Manhattan Bank deteneva risorse in 28 emittenti. Dopo questo rapporto, la Chase Manhattan Bank ottenne il 6,7% della ABC,ed oggi la percentuale potrebbe essere molto maggiore. Ci vuole soltanto il 5% della proprietà per influenzare i media in maniera significativa (Rif: 14,P. 56-57). Questo è soltanto uno dei 300 ricchi azionisti della FED. Si crede che altri proprietari della FED abbiano simili partecipazioni nei media.
Per controllare i media, i banchieri della FED richiedono il pagamento dei loro prestiti, se i media non sono d’accordo con loro (Rif. 25,P.134-137)
Rockfeller controlla anche il Consiglio per le Relazioni Estere (CFR), al solo scopo di aiutare nello stimolare un interesse maggiore negli affari esteri e in un solo governo mondiale.Quasi ogni speaker importante appartiene al Consiglio per le relazioni estere. Il Consiglio per le Relazioni Estere controlla molti giornali e molte riviste importanti. Inoltre, gli enti pubblici più importanti in possesso degli azionisti della FED rappresentano la fonte di enormi entrate pubblicitarie che sicuramente influenzano i media (Rif. 14, P. 56-59).Non c’è da meravigliarsi se gruppi come la FED-UP tm ricevano un’attenzione minima, ammesso che ce ne sia, da parte della stampa.…
AMERICA TRUFFATA
… In altre parole, con il Congresso che permette alla illegale FED di andare avanti, la maggior parte delle vostre tasse va agli azionisti della FED ed ai loro banchieri. Nota: le persone che approvarono la FED avviarono l’IRS, entro mesi dall’avvio della FED. La FED compra il debito degli S.U. con il denaro che stampa dal niente, poi carica l’interesse sui contribuenti degli S.U. Il Governo ha dovuto creare l’imposta sul reddito per pagare le spese per gli interessi agli azionisti della FED, ma l’imposta sul reddito non è stata mai approvata legalmente (il Rif.20 mostra i dettagli, stato per stato perché non è stata approvata legalmente). La FED è illegale, per l’articolo 1, Sezione 8 della Costituzione degli Stati Uniti. Non uno stato ha ratificato il 16° emendamento che rende legale l’imposta sul reddito. … Perché il Congresso ha consentito alla FED di continuare? Se una persona del Congresso cerca di abolire la FED, le banche finanziano l’oppositore di quella persona nell’elezione successiva (Rif. 17, P. 35). Il nuovo rappresentante del Congresso ovviamente sosterrà la FED. Quando la gente del Congresso si dimette, i fondi della campagna politica non sono tassati. Fatevi eleggere e sarete milionari se votate giusto. A proposito, neanche il profitto della FED viene tassato (Rif. 1,9). …Prendiamo in considerazione questo fatto. La maggior parte delle fonti date in questo opuscolo mostrano come la discendenza familiare dei banchieri che posseggono la FED ha finanziato entrambi i contendenti durante le guerre più importanti.Essi hanno creato falso denaro coloniale per distruggere gli americani durante la guerra di Rivolta ed hanno cercato di finanziare entrambi i contendenti nella Guerra Civile Americana. Abramo Lincoln rifiutò ed il Sud accettò. Molte pubblicazioni mostrano che questi banchieri hanno finanziato la I° guerra mondiale e la II° guerra mondiale, la Rivoluzione Russa che ha aiutato Napoleone, Lenin e Hitler a salire al potere. Essi hanno finanziato entrambe le parti con denaro creato dal nulla e ne hanno tratto grande profitto. Questi stessi banchieri hanno creato una quantità di depressioni americane per cambiare le leggi degli S.U ed appropriarsi della nostra ricchezza. Leggere le fonti per i dettagli. Ecco perché i nostri antenati scrissero nella Costituzione che solo il Congresso può emettere denaro – non le banche private (Rif. 18)
Più guerre creano più debito che significa più profitto per i banchieri (Rif. 1, 21). Questi banchieri hanno pianificato tre guerre mondiali così la gente avrebbe dato il benvenuto all’intervento delle Nazioni Unite per governare il mondo in pace,senza guerra.. (Il Rif. 22 dà dettagli specifici sulla I e la II guerra mondiale, mostrando esattamente come i banchieri fossero responsabili per l’inizio e la continuazione di queste guerre per il loro profitto.
Le banche hanno pubblicamente annunciato che ci costringeranno ad una società senza contanti per il 1997. Inoltre, programmano di creare un governo mondiale attraverso le Nazioni Unite capeggiato dalla FED, Trilaterali ed il Consiglio sulle Relazioni Estere (Rif.3). In base alla definizione di tradimento esse hanno commesso tradimento! Questo significa che perdete i vostri diritti in base alla Costituzione ed alla Carta dei Diritti. Vi suona allettante?₀. La FED ha annunciato pubblicamente che il loro primo obiettivo era di togliere il nazionalismo dalla testa degli americani perché il patriottismo in un paese non sarà un valore in futuro. I media ci fanno credere che le N.U ha tutte le risposte, ed a” pensare globalmente”. … ; il documento 7277 del Dipartimento di Stato chiede il dasarmo dell’America trasferendo così la nostra sovranità ad un unico governo mondiale. Inoltre i media spingono ad eliminare le armi. I nostri progenitori credevano che il diritto a portare armi avrebbe impedito un’assunzione di potere del nostro governo. La storia mostra che prima che si insediasse un qualsiasi governo, i cittadini venivano disarmati. Hitler lo fece, e prima della nostra guerra di Rivoluzione, il re Giorgio ci disse di disarmarci – è stato un bene che non lo abbiamo fatto.
In base alla Legge della Riserva Federale, i banchieri controllano la nostra economia. La FED controlla i tassi di interesse e la quantità di denaro nell’economia. Questi fattori determinano sia la prosperità economica che la sua assenza.I banchieri stanno facendo pressioni per un governo mondiale ed una società senza denaro contante. Perché senza contante? …. Quello che una società senza contanti significa realmente è che le banche possono controllarci. Oggi voi temete l’IRS. In una società senza contanti, se non siete d’accordo con gli obiettivi politici dei banchieri scoprirete che il vostro denaro è sparito per un errore del computer. (Per ulteriori informazioni sulla società senza contanti, leggete il Rif. 13, P. 174; il Rif.3; il Rif. 14, P. 9-12; il Rif.15, P. 136; il Rif. 25, P.216).
Se poteste prevedere con precisione i tassi di interesse, l’inflazione e la deflazione, sapreste quando comprare o vendere titoli di stato e fare un sacco di soldi. La FED tiene incontri segreti ( per documentazione del Congresso) per stabilire i futuri tassi di interesse e la quantità di denaro da stampare. La Commissione Governativa a cui è affidato il controllo dell’osservanza delle norme che regolano il funzionamento delle borse (SEC), per legge impedisce agli addetti ai lavori da trarre profitto da informazioni privilegiate. La documentazione del Congresso prova che i banchieri della
FED hanno incontri segreti abituali per trarre profitto dalla manipolazione del mercato azionario mediante tassi di interesse e l’ammontare di denaro che creano.I banchieri della FED traggono anche enormi profitti dai disastri economici come la Depressione (Rif. 22, P. 56) I banchieri creano inflazione, vendono i titoli di Stato prima che il mercato crolli, poi ricomprano i titoli ad un prezzo inferiore. I banchieri lo hanno ammesso al Congresso. Questo viola la legge, eppure il Congresso non agisce perché questi banchieri sono generosi contribuenti politici ( Rif. 17, P. 96-98); Rif. 1, P. 162-163; Rif. 22, P. 114-170 & P. 136): Thomas Jefferson ha predetto questo scenario se avessimo consentito alle banche private come la FED, di creare la nostra moneta (Rif.1, P. 247).
Il presidente della FED Burns afferma “ (A) Si può realizzare un grosso profitto semplicemente conoscendo in anticipo i giornali dei prossimi mesi. ” il Congressista Patman ha detto “ I funzionari della FED posseggono più di 10 milioni di dollari (di titoli di Stato) mentre prendono decisioni che influenzano i prezzi di questi titoli…” (Rif. 24, P.123). La storia prova che le banche traggono profitto dalla bancarotta di una nazione (Rif. 22, P. 56): …
La sezione 7 della Legge della Federal Riserve, approvata il 23 dicembre 1913, stabilisce che il profitto della FED dovrebbe andare al Tesoro degli S.U. Nel 1959, la nuova legge consentiva alla FED di trasferire obbligazioni alle banche commerciali senza nessun costo per la banca. Ora la FED riceve meno entrate per interessi e meno profitto per il Tesoro degli S.U. perché il denaro viene dirottato ad altre banche attraverso un’annotazione contabile (Rif. 17, P. 115-130). Il Congresso e l’IRS non hanno accesso agli archivi finanziari della FED: Ogni anno il Congresso presenta leggi per controllare la FED, ed ogni anno viene battuto. Il sistema bancario della FED potrebbe facilmente guadagnare centinaia di miliardi di profitto ogni anno. Attraverso la “contabilità creativa”il profitto può facilmente essere riclassificato come spesa (Rif. 14, P. 239). Entro i primi pochi anni, agli azionisti della FED è stato restituito il loro investimento iniziale senza alcun rischio. Tutte le entrate sono esenti da tasse, eccetto l’imposta patrimoniale, in base alla Legge della Federal Riserve. …
“ Noi il Popolo&8221; hanno spinto i seguenti stati ad approvare o presentare una legge per mettere fine alla FED: Arizona, Washington, Arkansas, Idaho, Oregon, Indiana e Texas: …: Abolendo la FED non pagheremmo l’ interesse sulle banconote della Federal Riserve. Finchè non è abolita, La FED ha il monopolio sul profitto sulla nostra moneta e se sarà aumentata o diminuita la nostra fornitura di denaro, l’inflazione o la depressione. Le banche sono in grado di controllare gli affari controllando chi può e chi non può ottenere un prestito. …
PERCHE I NOSTRI PROGENITORI COMBATTEVANO LA FED
“. Consentitemi di controllare le emissioni ed il denaro della nazione e non mi importa di chi fa le sue leggi!” La suddetta citazione è stata attribuita al banchiere del 18° secolo Amshell Rothschild ( la sua discendenza controlla la FED). Poiché, se ad un gruppo senza scrupoli viene consentito di stampare il denaro di una nazione – esso può alla fine usare il denaro per assicurarsi il controllo della stampa E dei politici – e così assicurarsi il controllo di fare le leggi di una nazione – ed infine – controllare la nazione stessa. (Rif. 4).
Se avrete tempo di leggere il materiale di riferimento elencato che è stato ricercato dai Professori delle Università, Persone del Congresso, ecc. scoprireste informazioni che potrebbero spaventarvi. Per esempio, nel 1921 gli azionisti della Federal Riserve finanziarono un’organizzazione chiamata “ Consiglio per le relazioni Estere” (CFR). La rivista Harpers l’ha definita la più potente organizzazione degli Stati Uniti. Il novanta per cento delle persone del Dipartimento di Stato ed in posizione chiave del Sistema Amministrativo sono membri del CFR: Il CFR pubblica una rivista chiamata “Affari Esteri”. Leggetela se volete saper cosa accadrà negli anni a venire. Il CFR è a
favore del Nuovo Ordine Mondiale (Rif. 3).
Il congressista Patman citò di nuovo Thomas Jefferson mostrando che i nostri padri fondatori conoscevano molto bene questo principio bancario.“. I credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di un esercito in armi…” “Esse hanno già prodotto un’aristocrazia del denaro che sfida il governo. Il potere di emissione (del denaro), ” ha detto, dovrebbe essere tolto alle banche e restituito al popolo al quale giustamente appartiene” La Rivoluzione Americana è stata una lotta per prendere il controllo della ricchezza dalla Banca d’Inghilterra e per restituire i centri del potere al popolo a cui “giustamente appartiene”: La Costituzione è chiara sull’autorità del popolo, attraverso i suoi rappresentanti eletti, per controllare il denaro, e così, gli affari del loro governo. (Rif. 5, P. 32).
Ben Franklin ha detto nella sua autobiografia che l’incapacità dei coloni di tenere il potere di emettere la loro propria moneta per sempre lontano dalle mani di Gorge III e dei banchieri internazionali è stata (una delle) Più IMPORTANTI ragioni della Guerra Rivoluzionaria. (Citato nel Rif. 4)
Thomas Jefferson affermò, “ se il popolo americano permetterà alle banche private di controllare l’emissione del denaro, prima con l’inflazione, poi con la deflazione, le banche e le corporazioni che nasceranno intorno a loro priveranno il popolo di tutte le proprietà finche i loro figli si sveglieranno senza casa sul continente che conquistarono i loro padri. ” (Rif. 1,P. 247).
Il congressista Charles A.. Lindberg del Minnesota ha detto:“ Questa (Federal Riserve) legge stabilisce il più gigantesco monopolio sulla terra: Quando il Presidente (Wilson)firma questa legge, sarà legalizzato il governo invisibile del Potere Monetario…il peggior crimine legislativo dei secoli, perpetuato da questa legge bancaria e monetaria. ” (Rif. 5, P.33)
Robert H.Hmphill (Direttore per il credito, Federal Reserve bank di Atlanta): “ Siamo completamenti dipendenti dalle banche commerciali. Qualcuno deve prendere in prestito ogni dollaro che abbiamo in circolazione, in contanti, o a credito. Se le banche creano molto denaro sintetico noi siamo prosperi; altrimenti moriamo di fame: Siamo assolutamente senza un sistema monetario permanente. Quando abbiamo una visione completa di questo quadro, la tragica assurdità della nostra posizione senza speranza è quasi incredibile, ma tant’è. Esso (il problema bancario) è il tema fondamentale che le persone intelligenti devono indagare e rifletterci sopra.E’ così importante che la nostra civiltà potrebbe collassare a meno che non venga ampiamente compreso ed i difetti vengano corretti molto presto.” (Rif. 1, P. 247).
Napoleone, che simpatizzava con i banchieri internazionali, si rivolse loro contro negli ultimi anni del suo governo: Egli disse: “ Quando un governo dipende per il denaro dai banchieri, sono i banchieri non i governanti a controllare la situazione, perché la mano che da è al di sopra della mano che prende… Il denaro non ha patria; i banchieri sono senza patriottismo e senza decenza; il loro obiettivo è il guadagno. ” (Rif. 4)
I congressisti hanno definito le Banconote della Federal Riserve come “ FIAT ” denaro (senza copertura). (Rif. 1, P. 128, 169)
Nel 1968 la Corte Suprema ha dichiarato che il Governo degli Stati Uniti può legalmente emettere Banconote degli Stati Uniti, senza debito e interesse, proprio come avevano tentato Lincoln e Kennedy: (Rif.1, P. 233)
Una banca che aveva tentato di pignorare una proprietà in base ad una inadempienza affrontò il giudice Manhoney in un processo con giuria: Jerome Daly fu ritenuto innocente. La banca non potè pignorare la proprietà essa basava il pignoramento sul nulla, come fanno molte banche. Usate questo come precedente la prossima volta che una banca cerca di pignorare la vostra casa. (Rif. 17, P. 82, 83 su annotazione del Tribunale)
La FED viola le regole della Commissione governativa per il controllo dell’osservanza delle norme che regolano il funzionamento delle borse (SEC). Rif. 17, P.96, 98)
La 9° Corte itinerante della California ha dichiarato che le banche della FED sono private, non governative. (Rif. 17, P. 273)
Mr. Marriner Eccles che è stato presidente del Consiglio dei Governatori del Sistema della Federal Riserve più a lungo di qualsiasi altra persona, testimoniò davanti al Comitato Economico Misto nell’agosto del 1962. Quando il Presidente Wright Patyman gli chiese se era o no un fatto che il Sistema della Federal Riserve aveva più potere sia del Presidente che del Congresso, Eccle rispose: “ nell’ambito del denaro e del credito, si”. /Rif. 1, P 206)
Il dr.Hans F. Sennhilz, Presidente del dipertimento di Economia al College di Grove City (PA) ha affermato:” il Sistema della Federal Riserve facilita il finanziamento inflazionistico del Governo in “periodi di emergenza”. Esso rende facile il finanziamento inflazionistico dei deficit di bilancio ed il rifinanziamento inflazionistico dei finanziamenti del Governo. Esso stabilizza il mercato obbligazionario attraverso metodi inflazionistici e manipola questo mercato a vantaggio del governo. Fa tutto questo demolendo il potere di acquisto del dollaro; rubando astutamente dal popolo di questo paese quello che esso così fornisce al governo, attraverso un processo esattamente simile alla tosatura delle monete degli antichi re ma molto meno visibile.” (Rif.1, P. 250, 251)
Fonti: legge bancaria del 1935, dibattimento davanti ad un Sottocomitato del Comitato Bancario e Valutario, Senato degli S.U., 74° Congresso, 1° Sessione, su S.1715, maggio 1935, pag.871-2. “ La Federal Riserve è nelle mani sbagliate. Nessuna repubblica costituzionale può funzionare quando il potere monetario del governo è nelle mani dell’oligarchia finanziaria come i finanzieri di New York
₀ controllando il Congresso, la FED ha potuto controllare gli accordi per la candidatura di entrambi i partiti politici. In questo modo è stata in grado di selezionare accuratamente le nomine presidenziali perciò non importa quale partito vince,il loro candidato a presidente è vincolato alla FED…(Rif. 1, P. 210, Rif. 22)
Nel 1975, il Rapporto della Fondazione Rockefeller esaminò il “ Interdipendenza” dei paesi del mondo reciproca . Esso ha stabilito che siamo un solo mondo e l’America deve diventare uno stato-nazione sotto un solo governo. Dicono anche che dobbiamo raggiungere una crescita demografica zero. La Fondazione Rockefeller ha affermato che hanno un eccesso di 747 milioni di dollari con cui raggiungere lo scopo (Rif.3)
Il deputato John R: Rarick afferma che il Consiglio per le Relazioni Estere (CFR) si impegna per un unico governo mondiale. I media rimangono per la maggior parte in silenzio. Il CFR vuole trasformare gli S.U. da una repubblica costituzionale sovrana in un servile stato membro di un’unica dittatura mondiale. Il 17 febbraio 1950, un membro del CFR, James Wamburg (banchiere ed architetto del Sistema della Federal Riserve) ha affermato davanti al Comitato per le Relazioni Estere del Senato “Dovremo avere un unico governo mondiale vi piaccia o no, con la forza o con il consenso”. Ed ancora i media restarono in silenzio. Nell’aprile del 1974 conclusione del giornale del CFR “ Affari Esteri”, pagina 558, Richard Gardener afferma che il nuovo ordine mondiale “ sarà costruito……ma una fine ottenuta con l’inganno della sovranità nazionale, erodendo pezzo per pezzo realizzerà molto di più di un vecchio assalto frontale”.Il deputato McDonald, Heinz and Tower affermarono che questa è una cospirazione. I media restarono di nuovo in silenzio. (Rif. 14, P. 17, 18, 32, 33).…
In una lettera a Thomas Jefferson, John Adams scrisse: “ Tutte le perplessità, la confusione e la sofferenza in America non deriva da difetti della Costituzione o della Confederazione, non dall’onore e dalla virtù, ma dall’assoluta ignoranza della natura della moneta, del credito e della circolazione”.
I banchieri inglesi hanno stabilito “ Coloro che creano ed emettono denaro ed il credito dirigono la politica del governo e detengono nello loro mani il destino del popolo”. /Rof. 1, P. 200-214), Adams, Jefferson, e Lincoln credevano che il capitalismo bancario fosse più pericoloso per le nostre libertà di eserciti armati. In una repubblica, le banche prestano il denaro ma non possono crearlo o produrlo.(Rif: 1, P.)
In seguito, Jefferson usò un linguaggio più forte e denunciò le istituzioni come “ una delle ostilità più letali contro i principi e la forma della nostra Costituzione.” Qualcuna ha detto che Jefferson non favorì una forte banca centrale. Quello che lui non favorì fu la consegna del nostro sistema monetario in mani private per essere gestito per profitto privato. (Rif.1, P. 230) Il Presidente James A. Garfield ha detto:”Chiunque controlla il denaro in qualsiasi paese è il padrone assoluto dell’industria (legislazione) e commercio “. (Rif.1, P.247, Rif. 4) &à8230 ;
Controllando il nostro denaro, Thomas Jefferson si aspettava che il governo non sarebbe incorso ad indebitamento, come era accaduto nel sistema europeo. (rif: 1, P. 243) le banche europee sono come la FED.
I FATTI:
L’Inghilterrra ha perso la guerra di Rivoluzione
L’Inghilterra ha quasi distrutto le colonie creando falso denaro coloniale ed iperinflazione
I Rothschils che controllano la Banca d’Inghilterra (come la nostra FED) hanno detto che controllando l’emissione del denaro (stampandolo) si può controllare il governo.
Gli autori della Costituzione avevano capito che le banche private “controllano i governi: La costituzione da al Congresso solo il diritto di stampare denaro.
Dall’inizio degli Stati Uniti ad oggi ci sono stati due modi per emettere nuova moneta:
Il primo modo è di far stampare la moneta al governo esente da debito ed interesse, e farla circolare nell’economia usandola come mezzo di scambio.Non c’è nessuna tassa imposta per pagare l’interesse sulla valuta in circolazione perché è esente da debito ed interesse.Questo è il sistema che ha usato Lincoln con la sua “banconote”, un sistema desiderato da Kennedy e chiesto da Jefferson.
Il secondo metodo è: I cittadini consentono alle banche di stampare 500 miliardi di dollari in moneta (contante): La banca paga il costo della stampa, dell’inchiostro e della carta. I cittadini non fanno pagare alla banca nessun interesse per l’uso dei 500 miliardi di dollari in moneta stampata. La banca usa i 500 miliardi di dollari in contanti per comprare 500 miliardi di dollari di obbligazioni che pagano l’ interesse ai banchieri. La banca tiene una parte delle obbligazioni e vende al pubblico un’altra parte, per una parcella (10%) La banca può ricomprare le obbligazioni dal pubblico semplicemente stampando altro denaro. I banchieri possono creare inflazione e depressioni manipolando la quantità di valuta in circolazione. La FED opera esattamente così oggi.Essa stampa denaro (attraverso il Tesoro degli S.U.) ed usa questo denaro stampato per pagare prestiti da altre banche. Questo denaro ha creato la nostra inflazione. Noi diamo alla banca contanti senza interesse poi loro caricano l’interesse sulla nostra moneta: … ANDREW JACKSON – UN GRANDE PRESIDENTE! Quando nel 1836 scadde lo statuto del 1816, Andrei Jackson vietò il suo rinnovo. Fu allora che fece due famose affermazioni: “ La Banca sta cercando di uccidermi – ma io la ucciderò!” In seguito disse “ Se gli americani soltanto capissero il livello di ingiustizia del nostro sistema bancario e monetario – ci sarebbe una rivoluzione prima di domani….” (Rif. 4)
ABRAHAM LINCOLN – UN ALTRO GRANDE PRESIDENTE! Il presidente Lincoln aveva bisogno di denaro per finanziare la Guerra Civile ed i banchieri internazionali gli offrirono un prestito al 24-36% di interesse; Lincoln rifiutò la loro richiesta perché non voleva gettare la nazione in tale enorme debito; Lincoln avanzò la proposta al Congresso perché approvasse una legge che autorizzasse a stampare banconote del Tesoro degli S.U.. Lincoln disse “ Abbiamo dato al popolo di questa repubblica la più grande benedizione che abbia mai avuto – la loro propria moneta per pagare i loro debiti…” Lincoln stampo oltre 400 milioni “ Dollari” (senza debito ne interesse) e pagò i soldati, gli impiegati degli S.U. e comprò forniture per la guerra. I banchieri internazionali non lo apprezzarono, volevano che Lincoln prendesse i soldi in prestito da loro in modo che gli americani fossero debitori di un interesse enorme sul prestito. La soluzione di Lincoln fece apparire questo ridicolo. (Rif.1, P. 46,47; Rif. 4)
Poco dopo la morte di Lincoln il governo revocò la legge sulle Banconote che mise fine al denaro esente da debito ed interesse di Lincoln.Fu approvata una nuova legge bancaria nazionale e tutto il denaro tornò ad essere gravato da interesse. (Rif.4)
Alla fine Thomas A. Edison spiegò il problema dell’emissione di denaro in questo modo:“ Se la nostra nazione può emettere un’obbligazione di un dollaro (gravato da interessi) può emettere una cambiale da un dollaro (senza interesse). L’elemento che rende buona un’obbligazione rende buona anche una cambiale. La differenza tra una un’obbligazione e una cambiale è che l’obbligazione fa avere all’intermediario finanziario un ammontare doppio dell’obbligazione ed un ulteriore 20 per cento, mentre la moneta non paga nessun altro che coloro che contribuiscono direttamente in qualche modo utile. E’ assurdo dire che il nostro paese può emettere 30 milioni di dollari in obbligazioni e non 30 milioni di dollari in moneta. Entrambe sono promesse di pagamento: Ma una promessa ingrassa gli usurai ( che raccolgono interessi) e l’altra aiuta la gente.” (Rif. 1, P. 46)
La FED è posseduta largamente da banche straniere che controllano l’economia ed il Congresso attraverso il potere del denaro e dei media che comprano con i profitti derivanti con profitti derivanti da debiti artificiali. …
Lincoln stampò debiti e dollari esenti da interessi (contanti) per finanziare una intera guerra.… Lincoln lo provò: John F. Kennedy – un presidente con lungimiranza! Il 4 giugno 1964, il presidente Kennedy emise l’Ordine Esecutivo 11110. Questo Ordine Esecutivo chiedeva l’emissione di nuovo denaro – le banconote degli Stati Uniti. Furono, allora, messi in circolazione $4.292.893 di questo denaro. Questa moneta nuova doveva essere distribuita tramite il Tesoro degli S.U. e non dal Sistema della Federal Riserve. Inoltre doveva essere emesso esente da debito ed interesse. A seguito dell’assassinio di Kennedy questa moneta fu ritirata dalla circolazione e non fu più emessa. I media rimasero in silenzio su come Kennedy avrebbe eliminato il pagamento del debito e dell’interesse, e perciò eliminato la FED.… La storia degli S.U. dimostra che emettendo moneta esente da debito ed interesse si consente all’economia di prosperare, fino a quando il Congresso controlla l’ammontare di denaro creato. …
http://www.signoraggio.com/fedprivata.html
La Federal Riserve è una proprietà privata.
(di Thomas D. Schauf)
1992
Cari Americani
A seguito della vostra richiesta tenterò di far luce sulle vostre istanze relative alla Federal Riserve Bank (FED). Ho passato molto tempo a fare ricerche sulla FED e queste sono le scioccanti, eloquenti conclusioni.
LA FEDERAL RESERVE BANK E’ UNA PROPRIETA’ PRIVATA.
L’articolo 1, Sezione 8 della Costituzione stabilisce che il Congresso deve avere il potere di coniare moneta (creare) e di stabilirne il valore. Tuttavia, attualmente, la FED, che è una società privata, controlla e trae profitto dal produrre moneta attraverso il Tesoro, e controllandone il valore.
La FED ebbe inizio con circa 300 persone o banche, che diventarono proprietari (azionisti che hanno comprato il capitale azionario a $ 100 per azione – il capitale azionario non è commercializzato pubblicamente) del Sistema Bancario della Federal Riserve. Essi formarono un cartello bancario internazionale di ricchezza senza confronto (Riferimento 1, 14) Il sistema bancario della FED raccoglie miliardi di dollari (riferimento 8, 17) di interessi annui e distribuisce i profitti ai suoi azionisti. Illegalmente, il Congresso ha dato alla FED il diritto di stampare moneta (attraverso il Tesoro) senza alcun onere per la FED. La FED ha creato denaro dal nulla, e lo presta a noi attraverso le banche, e carica gli interessi sulla nostra moneta. La FED compra anche i debiti del Governo (ndr: obbligazioni) con il denaro stampato con una semplice pressa tipografica e carica gli interessi sui contribuenti degli Stati Uniti.
Molti deputati e presidenti dicono che questa è una frode (riferimento 1,2,3,5,17)
Chi possiede attualmente le Banche Centrali della Federal Riserve?
La proprietà delle 12 banche Centrali, un segreto ben mantenuto, è stato svelato:
La Banca Rothschild di Londra
La Banca Warburg di Amburgo
La Banca Rothschild di Berlino
La Lehman Brothers di New York
La Lazard Brothers di Parigi
La Banca Kuhln Loeb di New York
Le Banche Israel Moses Seif in Italia
La Goldman, Sachs di New York
La Banca Warburg di Amsterdam
La Chase Manhattam Bank di New York
(Riferimento 14, P, 13, Riferimento 12, P, 152)
Questi banchieri sono collegati ad Istituti bancari londinesi che ultimamente controllano la FED. Quando l’Inghilterra ha perso la guerra di Rivoluzione Americana (i nostri antenati stavano combattendo contro il loro governo) essi programmarono di controllarci controllando il nostro sistema bancario, lo stampaggio del denaro, ed il nostro debito (Riferimento 4, 22).
Gli individui elencati di seguito possedevano banche che a loro volta possedevano azioni della FED: Le banche elencate di seguito hanno un controllo significativo sul New York FED District, che controlla gli altri 11 FED Districts. Queste banche sono in parte possedute da stranieri e controllano la New York FED District Bank. (Riferimento 22).
q First National Bank di New York
q James Stllman National City Bank, New York
q Mary W. Harnman
q National Bank of Commerce, New York
q A.D. Jiullard
q Hanover National Bank, New York
q Jacob Schiff
q Chase National Bank, New York
q Thomas f: Ryan
q Paul Warburg
q William Rockfeller
q Levi P: Morton
q M.P. Pyne
q George F. Baker
q Percy Pyne
q Mrs.G.F. St. George
q J.W. Sterling
q Katherine St. George
q H.P. Davidson
q J.P. Morgan (Equitable Life/Mutual Life)
q Edith Brevour T. Baker
(Riferimentro 4, per quanto sopra, Riferimento 22 ha dettagli, P. 92,93,96,179)
Come è successo? Dopo il precedente tentativo di promuovere la legge per la Federal Riserve attraverso il Congresso, un gruppo di banchieri fondò e fornì di personale la campagna di Woodrow Wilson come Presidente. Egli si era impegnato a firmare questa legge. Nel 1913, un Senatore, Nelson Aldrich, nonno da parte materna dei Rockfeller, promosse la legge sulla Federal Riserve attraverso il Congresso proprio prima di Natale quando la maggior parte del Congresso era in vacanza (Riferimento 3,4,5,). Quando fu eletto, Wilson approvò la FED. In seguito, Wilson, pentito, disse (riferendosi alla FED), “ho, inconsapevolmente rovinato il mio paese” (riferimento 17, P, 31).
Ora le banche sostengono finanziariamente i candidati condiscendenti.
Non sorprende che la maggior parte di questi candidati vengano eletti (Riferimento 1, P. 2°8-210, Riferimento 12, P. 235, Riferimenti 14, P. 36). I banchieri impiegano i Membri del Congresso durante i weekends (Nomignolo T&T club- fuori giovedì…..dentro martedì) con lucrosi salari (Riferimento 1, P. 209). Inoltre, la FED cominciò a comprare i media negli anni 30 ed ora ne possiede o influenza in modo rilevante la maggioranza (Riferimento 3, 10, 11 P. 145).
I Presidenti Lincoln, Jackson e Kennedy cercarono di fermare questa famiglia di banchieri stampando dollari degli S.U. senza caricare gli interessi sui contribuenti (Riferimento 4). Oggi, se il governo presenta una gestione passiva, la FED stampa dollari tramite il Tesoro degli S.U, compra i debiti, ed i dollari circolano nell’economia. Nel 1992, i contribuenti hanno pagato al sistema bancario della FED 286 miliardi di dollari di interessi sul debito che la FED ha acquistato stampando denaro di fatto a costo zero (riferimento 12, P. 265). Il quaranta per cento di tasse del nostro introito personale federale serve a pagare questo interesse. I registri della FED non sono aperti al pubblico. Il Congresso deve ancora verificarli.,
Il CongressistaWright Patman è stato presidente del Comitato alla Camera dei Rappresentanti per il Sistema Bancario e la circolazione Monetaria per 40 anni. Per 20 di quegli anni ha presentato una legge per abrogare la legge sulla Federal Riserve Banking del 1913.
Il congressista Henry Gonzales, Presidente di un comitato bancario presenta una legge per abrogare la legge sulla Federal Riserve Banking del 1913 quasi ogni anno. Viene sempre sconfitto, i media restano in silenzio ed il pubblico non sa mai la verità. Gli stessi banchieri che posseggono la FED controllano i media e danno enormi contributi politici ai membri simpatizzanti del Congresso (Riferimento 12, P.155-163, Rif. 22, P. 158,159,166)
LA FED TEME CHE IL PUBBLICO DIVENTI CONSAPEVOLE DI QUESTA FRODE E CHIEDA DEI CAMBIAMENTI
Il rappresentante Louis McFadden (R:Pa) da fattorino diventò cassiere e poi presidente della First National Bank di Canton nell’Ohio. Per 12 anni fu presidente del Comitato per il Sistema Bancario e la Circolazione Monetaria, facendone un’eminente autorità in America. Egli combattè continuamente per l’integrità fiscale ed il ritorno al governo costituzionale (rif:1). Quello che segue sono parti del discorso del rappresentante McFadden inserite nelle annotazioni del Congresso, pagine 12595-12603:
“IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FEDERAL RESERVE, UN CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL GOVERNO HA TRUFFATO IL GOVERNO DEGLI STATI UNITI ED IL POPOLO DEGLI STATI UNITI PER UN AMMONTARE DI DENARO SUFFICIENTE A PAGARE IL DEBITO NAZIONALE .
I saccheggi e le iniquità del Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve e delle banche della Federal Riserve che agiscono insieme sono costati a questo Paese ABBASTANZA DENARO PER PAGARE IL DEBITO NAZIONALE DIVERSE VOLTE”
Per quanto riguarda le banche della Federal Riserve, il Rap. McFadden ha detto, “Esse sono monopoli di credito privati che predano il popolo degli Stati Uniti per il loro beneficio e per i clienti stranieri;speculatori e truffatori stranieri e nazionali; i ricchi predatori mutuanti di denaro. Questa è un’era di ristrettezze economiche ed il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e le banche della Federal Riserve ne sono in pieno responsabili”.
Sull’argomento del controllo dei media ha affermato, “è stato speso mezzo milione di dollari per una parte della propaganda organizzata da quegli stessi banchieri europei al fine di deviare l’opinione pubblica a questo riguardo”.
Il rappresentante McFadden ha continuato, “Il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve ha fatto ogni sforzo per occultare il suo potere ma la verità è che il Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve HA USURPATO IL GOVERNO DEGLI STATI UNITI. ESSO CONTROLLA TUTTO QUI E CONTROLLA TUTTI I NOSTRI RAPPORTI INTERNAZIONALI. FA E DISFA I GOVERNI A SUO VOLERE.
Nessuno ha un potere più consolidato dell’arrogante monopolio del credito che gestisce il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e le banche della Federal Riserve. Questi malfattori hanno derubato questo paese di più denaro di quanto ne serve per pagare il debito nazionale. Quello che il governo ha permesso al Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve di rubare al popolo dovrebbe ora essere restituito al popolo.
“il denaro del nostro popolo pari a $1.200.000.000, negli ultimi pochi mesi è stato mandato all’estero per riscattare le banconote della Federal Reservee per pagare i debiti speculativi dei traditori del Consiglio di amministrazione della Federal Reserve e delle banche della Federal Reserve. La maggior parte delle nostre riserve monetarie è stata inviata agli stranieri.Perché dovremmo promettere di pagare i debiti degli stranieri agli stranieri? Perché i contadini ed i salariati americani dovrebbero aggiungere milioni di stranieri al numero dei loro dipendenti? Perche al Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e alle banche della Federal Riserve dovrebbe essere consentito di finanziare i nostri concorrenti in tutte le parti del mondo?” chiese il Rap. McFadden.
“La legge sulla Federal Riserve dovrebbe essere revocata e le banche della Federal Riserve dovrebbero essere abrogate e le banche della Federal Riserve, avendo violato i loro statuti, dovrebbero essere liquidate immediatamente”.
I FUNZIONARI GOVERNATIVI INFEDELI CHE HANNO VIOLATO I LORO GIURAMENTI DOVREBBERO ESSERE INCRIMINATI E PORTATI IN GIUIDIZIO”,concluse il Rap. McFadden (Rif.1 Contiene un intero capitolo sul discorso del Rap:McFadden).-
Se i media sono imparziali, indipendenti e completamente attenti perché non hanno messo in discussione la FED? Attualmente la metà degli stati ha almeno un movimento popolare in azione per abolire la FED ma non c’è copertura da parte della stampa. Nel mese di luglio del 1968il sottocomitato dell’istituto bancario ha riferito che Rockfeller, tramite la Chase Manhattan Bank controllava il 5,9%delle riserve della CBS. Inoltre, la banca, ha ottenuto consigli di amministrazione comuni con ABC
Nel 1974, il Congresso diramò un rapporto che affermava che la quota di partecipazione della Chase Manhattan Bank nella CBS era salita al 14,1% e nella NBC al 4,5% (tramite l’RCA, la società madre della NBC). Lo stesso rapporto diceva che la Chase Manhattan Bank deteneva risorse in 28 emittenti. Dopo questo rapporto, la Chase Manhattan Bank ottenne il 6,7% della ABC,ed oggi la percentuale potrebbe essere molto maggiore. Ci vuole soltanto il 5% della proprietà per influenzare i media in maniera significativa (Rif: 14,P. 56-57). Questo è soltanto uno dei 300 ricchi azionisti della FED. Si crede che altri proprietari della FED abbiano simili partecipazioni nei media.
Per controllare i media, i banchieri della FED richiedono il pagamento dei loro prestiti, se i media non sono d’accordo con loro (Rif. 25,P.134-137)
Rockfeller controlla anche il Consiglio per le Relazioni Estere (CFR), al solo scopo di aiutare nello stimolare un interesse maggiore negli affari esteri e in un solo governo mondiale.Quasi ogni speaker importante appartiene al Consiglio per le relazioni estere. Il Consiglio per le Relazioni Estere controlla molti giornali e molte riviste importanti. Inoltre, gli enti pubblici più importanti in possesso degli azionisti della FED rappresentano la fonte di enormi entrate pubblicitarie che sicuramente influenzano i media (Rif. 14, P. 56-59).Non c’è da meravigliarsi se gruppi come la FED-UP tm ricevano un’attenzione minima, ammesso che ce ne sia, da parte della stampa.…
AMERICA TRUFFATA
… In altre parole, con il Congresso che permette alla illegale FED di andare avanti, la maggior parte delle vostre tasse va agli azionisti della FED ed ai loro banchieri. Nota: le persone che approvarono la FED avviarono l’IRS, entro mesi dall’avvio della FED. La FED compra il debito degli S.U. con il denaro che stampa dal niente, poi carica l’interesse sui contribuenti degli S.U. Il Governo ha dovuto creare l’imposta sul reddito per pagare le spese per gli interessi agli azionisti della FED, ma l’imposta sul reddito non è stata mai approvata legalmente (il Rif.20 mostra i dettagli, stato per stato perché non è stata approvata legalmente). La FED è illegale, per l’articolo 1, Sezione 8 della Costituzione degli Stati Uniti. Non uno stato ha ratificato il 16° emendamento che rende legale l’imposta sul reddito. … Perché il Congresso ha consentito alla FED di continuare? Se una persona del Congresso cerca di abolire la FED, le banche finanziano l’oppositore di quella persona nell’elezione successiva (Rif. 17, P. 35). Il nuovo rappresentante del Congresso ovviamente sosterrà la FED. Quando la gente del Congresso si dimette, i fondi della campagna politica non sono tassati. Fatevi eleggere e sarete milionari se votate giusto. A proposito, neanche il profitto della FED viene tassato (Rif. 1,9). …Prendiamo in considerazione questo fatto. La maggior parte delle fonti date in questo opuscolo mostrano come la discendenza familiare dei banchieri che posseggono la FED ha finanziato entrambi i contendenti durante le guerre più importanti.Essi hanno creato falso denaro coloniale per distruggere gli americani durante la guerra di Rivolta ed hanno cercato di finanziare entrambi i contendenti nella Guerra Civile Americana. Abramo Lincoln rifiutò ed il Sud accettò. Molte pubblicazioni mostrano che questi banchieri hanno finanziato la I° guerra mondiale e la II° guerra mondiale, la Rivoluzione Russa che ha aiutato Napoleone, Lenin e Hitler a salire al potere. Essi hanno finanziato entrambe le parti con denaro creato dal nulla e ne hanno tratto grande profitto. Questi stessi banchieri hanno creato una quantità di depressioni americane per cambiare le leggi degli S.U ed appropriarsi della nostra ricchezza. Leggere le fonti per i dettagli. Ecco perché i nostri antenati scrissero nella Costituzione che solo il Congresso può emettere denaro – non le banche private (Rif. 18)
Più guerre creano più debito che significa più profitto per i banchieri (Rif. 1, 21). Questi banchieri hanno pianificato tre guerre mondiali così la gente avrebbe dato il benvenuto all’intervento delle Nazioni Unite per governare il mondo in pace,senza guerra.. (Il Rif. 22 dà dettagli specifici sulla I e la II guerra mondiale, mostrando esattamente come i banchieri fossero responsabili per l’inizio e la continuazione di queste guerre per il loro profitto.
Le banche hanno pubblicamente annunciato che ci costringeranno ad una società senza contanti per il 1997. Inoltre, programmano di creare un governo mondiale attraverso le Nazioni Unite capeggiato dalla FED, Trilaterali ed il Consiglio sulle Relazioni Estere (Rif.3). In base alla definizione di tradimento esse hanno commesso tradimento! Questo significa che perdete i vostri diritti in base alla Costituzione ed alla Carta dei Diritti. Vi suona allettante?₀. La FED ha annunciato pubblicamente che il loro primo obiettivo era di togliere il nazionalismo dalla testa degli americani perché il patriottismo in un paese non sarà un valore in futuro. I media ci fanno credere che le N.U ha tutte le risposte, ed a” pensare globalmente”. … ; il documento 7277 del Dipartimento di Stato chiede il dasarmo dell’America trasferendo così la nostra sovranità ad un unico governo mondiale. Inoltre i media spingono ad eliminare le armi. I nostri progenitori credevano che il diritto a portare armi avrebbe impedito un’assunzione di potere del nostro governo. La storia mostra che prima che si insediasse un qualsiasi governo, i cittadini venivano disarmati. Hitler lo fece, e prima della nostra guerra di Rivoluzione, il re Giorgio ci disse di disarmarci – è stato un bene che non lo abbiamo fatto.
In base alla Legge della Riserva Federale, i banchieri controllano la nostra economia. La FED controlla i tassi di interesse e la quantità di denaro nell’economia. Questi fattori determinano sia la prosperità economica che la sua assenza.I banchieri stanno facendo pressioni per un governo mondiale ed una società senza denaro contante. Perché senza contante? …. Quello che una società senza contanti significa realmente è che le banche possono controllarci. Oggi voi temete l’IRS. In una società senza contanti, se non siete d’accordo con gli obiettivi politici dei banchieri scoprirete che il vostro denaro è sparito per un errore del computer. (Per ulteriori informazioni sulla società senza contanti, leggete il Rif. 13, P. 174; il Rif.3; il Rif. 14, P. 9-12; il Rif.15, P. 136; il Rif. 25, P.216).
Se poteste prevedere con precisione i tassi di interesse, l’inflazione e la deflazione, sapreste quando comprare o vendere titoli di stato e fare un sacco di soldi. La FED tiene incontri segreti ( per documentazione del Congresso) per stabilire i futuri tassi di interesse e la quantità di denaro da stampare. La Commissione Governativa a cui è affidato il controllo dell’osservanza delle norme che regolano il funzionamento delle borse (SEC), per legge impedisce agli addetti ai lavori da trarre profitto da informazioni privilegiate. La documentazione del Congresso prova che i banchieri della
FED hanno incontri segreti abituali per trarre profitto dalla manipolazione del mercato azionario mediante tassi di interesse e l’ammontare di denaro che creano.I banchieri della FED traggono anche enormi profitti dai disastri economici come la Depressione (Rif. 22, P. 56) I banchieri creano inflazione, vendono i titoli di Stato prima che il mercato crolli, poi ricomprano i titoli ad un prezzo inferiore. I banchieri lo hanno ammesso al Congresso. Questo viola la legge, eppure il Congresso non agisce perché questi banchieri sono generosi contribuenti politici ( Rif. 17, P. 96-98); Rif. 1, P. 162-163; Rif. 22, P. 114-170 & P. 136): Thomas Jefferson ha predetto questo scenario se avessimo consentito alle banche private come la FED, di creare la nostra moneta (Rif.1, P. 247).
Il presidente della FED Burns afferma “ (A) Si può realizzare un grosso profitto semplicemente conoscendo in anticipo i giornali dei prossimi mesi. ” il Congressista Patman ha detto “ I funzionari della FED posseggono più di 10 milioni di dollari (di titoli di Stato) mentre prendono decisioni che influenzano i prezzi di questi titoli…” (Rif. 24, P.123). La storia prova che le banche traggono profitto dalla bancarotta di una nazione (Rif. 22, P. 56): …
La sezione 7 della Legge della Federal Riserve, approvata il 23 dicembre 1913, stabilisce che il profitto della FED dovrebbe andare al Tesoro degli S.U. Nel 1959, la nuova legge consentiva alla FED di trasferire obbligazioni alle banche commerciali senza nessun costo per la banca. Ora la FED riceve meno entrate per interessi e meno profitto per il Tesoro degli S.U. perché il denaro viene dirottato ad altre banche attraverso un’annotazione contabile (Rif. 17, P. 115-130). Il Congresso e l’IRS non hanno accesso agli archivi finanziari della FED: Ogni anno il Congresso presenta leggi per controllare la FED, ed ogni anno viene battuto. Il sistema bancario della FED potrebbe facilmente guadagnare centinaia di miliardi di profitto ogni anno. Attraverso la “contabilità creativa”il profitto può facilmente essere riclassificato come spesa (Rif. 14, P. 239). Entro i primi pochi anni, agli azionisti della FED è stato restituito il loro investimento iniziale senza alcun rischio. Tutte le entrate sono esenti da tasse, eccetto l’imposta patrimoniale, in base alla Legge della Federal Riserve. …
“ Noi il Popolo&8221; hanno spinto i seguenti stati ad approvare o presentare una legge per mettere fine alla FED: Arizona, Washington, Arkansas, Idaho, Oregon, Indiana e Texas: …: Abolendo la FED non pagheremmo l’ interesse sulle banconote della Federal Riserve. Finchè non è abolita, La FED ha il monopolio sul profitto sulla nostra moneta e se sarà aumentata o diminuita la nostra fornitura di denaro, l’inflazione o la depressione. Le banche sono in grado di controllare gli affari controllando chi può e chi non può ottenere un prestito. …
PERCHE I NOSTRI PROGENITORI COMBATTEVANO LA FED
“. Consentitemi di controllare le emissioni ed il denaro della nazione e non mi importa di chi fa le sue leggi!” La suddetta citazione è stata attribuita al banchiere del 18° secolo Amshell Rothschild ( la sua discendenza controlla la FED). Poiché, se ad un gruppo senza scrupoli viene consentito di stampare il denaro di una nazione – esso può alla fine usare il denaro per assicurarsi il controllo della stampa E dei politici – e così assicurarsi il controllo di fare le leggi di una nazione – ed infine – controllare la nazione stessa. (Rif. 4).
Se avrete tempo di leggere il materiale di riferimento elencato che è stato ricercato dai Professori delle Università, Persone del Congresso, ecc. scoprireste informazioni che potrebbero spaventarvi. Per esempio, nel 1921 gli azionisti della Federal Riserve finanziarono un’organizzazione chiamata “ Consiglio per le relazioni Estere” (CFR). La rivista Harpers l’ha definita la più potente organizzazione degli Stati Uniti. Il novanta per cento delle persone del Dipartimento di Stato ed in posizione chiave del Sistema Amministrativo sono membri del CFR: Il CFR pubblica una rivista chiamata “Affari Esteri”. Leggetela se volete saper cosa accadrà negli anni a venire. Il CFR è a
favore del Nuovo Ordine Mondiale (Rif. 3).
Il congressista Patman citò di nuovo Thomas Jefferson mostrando che i nostri padri fondatori conoscevano molto bene questo principio bancario.“. I credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di un esercito in armi…” “Esse hanno già prodotto un’aristocrazia del denaro che sfida il governo. Il potere di emissione (del denaro), ” ha detto, dovrebbe essere tolto alle banche e restituito al popolo al quale giustamente appartiene” La Rivoluzione Americana è stata una lotta per prendere il controllo della ricchezza dalla Banca d’Inghilterra e per restituire i centri del potere al popolo a cui “giustamente appartiene”: La Costituzione è chiara sull’autorità del popolo, attraverso i suoi rappresentanti eletti, per controllare il denaro, e così, gli affari del loro governo. (Rif. 5, P. 32).
Ben Franklin ha detto nella sua autobiografia che l’incapacità dei coloni di tenere il potere di emettere la loro propria moneta per sempre lontano dalle mani di Gorge III e dei banchieri internazionali è stata (una delle) Più IMPORTANTI ragioni della Guerra Rivoluzionaria. (Citato nel Rif. 4)
Thomas Jefferson affermò, “ se il popolo americano permetterà alle banche private di controllare l’emissione del denaro, prima con l’inflazione, poi con la deflazione, le banche e le corporazioni che nasceranno intorno a loro priveranno il popolo di tutte le proprietà finche i loro figli si sveglieranno senza casa sul continente che conquistarono i loro padri. ” (Rif. 1,P. 247).
Il congressista Charles A.. Lindberg del Minnesota ha detto:“ Questa (Federal Riserve) legge stabilisce il più gigantesco monopolio sulla terra: Quando il Presidente (Wilson)firma questa legge, sarà legalizzato il governo invisibile del Potere Monetario…il peggior crimine legislativo dei secoli, perpetuato da questa legge bancaria e monetaria. ” (Rif. 5, P.33)
Robert H.Hmphill (Direttore per il credito, Federal Reserve bank di Atlanta): “ Siamo completamenti dipendenti dalle banche commerciali. Qualcuno deve prendere in prestito ogni dollaro che abbiamo in circolazione, in contanti, o a credito. Se le banche creano molto denaro sintetico noi siamo prosperi; altrimenti moriamo di fame: Siamo assolutamente senza un sistema monetario permanente. Quando abbiamo una visione completa di questo quadro, la tragica assurdità della nostra posizione senza speranza è quasi incredibile, ma tant’è. Esso (il problema bancario) è il tema fondamentale che le persone intelligenti devono indagare e rifletterci sopra.E’ così importante che la nostra civiltà potrebbe collassare a meno che non venga ampiamente compreso ed i difetti vengano corretti molto presto.” (Rif. 1, P. 247).
Napoleone, che simpatizzava con i banchieri internazionali, si rivolse loro contro negli ultimi anni del suo governo: Egli disse: “ Quando un governo dipende per il denaro dai banchieri, sono i banchieri non i governanti a controllare la situazione, perché la mano che da è al di sopra della mano che prende… Il denaro non ha patria; i banchieri sono senza patriottismo e senza decenza; il loro obiettivo è il guadagno. ” (Rif. 4)
I congressisti hanno definito le Banconote della Federal Riserve come “ FIAT ” denaro (senza copertura). (Rif. 1, P. 128, 169)
Nel 1968 la Corte Suprema ha dichiarato che il Governo degli Stati Uniti può legalmente emettere Banconote degli Stati Uniti, senza debito e interesse, proprio come avevano tentato Lincoln e Kennedy: (Rif.1, P. 233)
Una banca che aveva tentato di pignorare una proprietà in base ad una inadempienza affrontò il giudice Manhoney in un processo con giuria: Jerome Daly fu ritenuto innocente. La banca non potè pignorare la proprietà essa basava il pignoramento sul nulla, come fanno molte banche. Usate questo come precedente la prossima volta che una banca cerca di pignorare la vostra casa. (Rif. 17, P. 82, 83 su annotazione del Tribunale)
La FED viola le regole della Commissione governativa per il controllo dell’osservanza delle norme che regolano il funzionamento delle borse (SEC). Rif. 17, P.96, 98)
La 9° Corte itinerante della California ha dichiarato che le banche della FED sono private, non governative. (Rif. 17, P. 273)
Mr. Marriner Eccles che è stato presidente del Consiglio dei Governatori del Sistema della Federal Riserve più a lungo di qualsiasi altra persona, testimoniò davanti al Comitato Economico Misto nell’agosto del 1962. Quando il Presidente Wright Patyman gli chiese se era o no un fatto che il Sistema della Federal Riserve aveva più potere sia del Presidente che del Congresso, Eccle rispose: “ nell’ambito del denaro e del credito, si”. /Rif. 1, P 206)
Il dr.Hans F. Sennhilz, Presidente del dipertimento di Economia al College di Grove City (PA) ha affermato:” il Sistema della Federal Riserve facilita il finanziamento inflazionistico del Governo in “periodi di emergenza”. Esso rende facile il finanziamento inflazionistico dei deficit di bilancio ed il rifinanziamento inflazionistico dei finanziamenti del Governo. Esso stabilizza il mercato obbligazionario attraverso metodi inflazionistici e manipola questo mercato a vantaggio del governo. Fa tutto questo demolendo il potere di acquisto del dollaro; rubando astutamente dal popolo di questo paese quello che esso così fornisce al governo, attraverso un processo esattamente simile alla tosatura delle monete degli antichi re ma molto meno visibile.” (Rif.1, P. 250, 251)
Fonti: legge bancaria del 1935, dibattimento davanti ad un Sottocomitato del Comitato Bancario e Valutario, Senato degli S.U., 74° Congresso, 1° Sessione, su S.1715, maggio 1935, pag.871-2. “ La Federal Riserve è nelle mani sbagliate. Nessuna repubblica costituzionale può funzionare quando il potere monetario del governo è nelle mani dell’oligarchia finanziaria come i finanzieri di New York
₀ controllando il Congresso, la FED ha potuto controllare gli accordi per la candidatura di entrambi i partiti politici. In questo modo è stata in grado di selezionare accuratamente le nomine presidenziali perciò non importa quale partito vince,il loro candidato a presidente è vincolato alla FED…(Rif. 1, P. 210, Rif. 22)
Nel 1975, il Rapporto della Fondazione Rockefeller esaminò il “ Interdipendenza” dei paesi del mondo reciproca . Esso ha stabilito che siamo un solo mondo e l’America deve diventare uno stato-nazione sotto un solo governo. Dicono anche che dobbiamo raggiungere una crescita demografica zero. La Fondazione Rockefeller ha affermato che hanno un eccesso di 747 milioni di dollari con cui raggiungere lo scopo (Rif.3)
Il deputato John R: Rarick afferma che il Consiglio per le Relazioni Estere (CFR) si impegna per un unico governo mondiale. I media rimangono per la maggior parte in silenzio. Il CFR vuole trasformare gli S.U. da una repubblica costituzionale sovrana in un servile stato membro di un’unica dittatura mondiale. Il 17 febbraio 1950, un membro del CFR, James Wamburg (banchiere ed architetto del Sistema della Federal Riserve) ha affermato davanti al Comitato per le Relazioni Estere del Senato “Dovremo avere un unico governo mondiale vi piaccia o no, con la forza o con il consenso”. Ed ancora i media restarono in silenzio. Nell’aprile del 1974 conclusione del giornale del CFR “ Affari Esteri”, pagina 558, Richard Gardener afferma che il nuovo ordine mondiale “ sarà costruito……ma una fine ottenuta con l’inganno della sovranità nazionale, erodendo pezzo per pezzo realizzerà molto di più di un vecchio assalto frontale”.Il deputato McDonald, Heinz and Tower affermarono che questa è una cospirazione. I media restarono di nuovo in silenzio. (Rif. 14, P. 17, 18, 32, 33).…
In una lettera a Thomas Jefferson, John Adams scrisse: “ Tutte le perplessità, la confusione e la sofferenza in America non deriva da difetti della Costituzione o della Confederazione, non dall’onore e dalla virtù, ma dall’assoluta ignoranza della natura della moneta, del credito e della circolazione”.
I banchieri inglesi hanno stabilito “ Coloro che creano ed emettono denaro ed il credito dirigono la politica del governo e detengono nello loro mani il destino del popolo”. /Rof. 1, P. 200-214), Adams, Jefferson, e Lincoln credevano che il capitalismo bancario fosse più pericoloso per le nostre libertà di eserciti armati. In una repubblica, le banche prestano il denaro ma non possono crearlo o produrlo.(Rif: 1, P.)
In seguito, Jefferson usò un linguaggio più forte e denunciò le istituzioni come “ una delle ostilità più letali contro i principi e la forma della nostra Costituzione.” Qualcuna ha detto che Jefferson non favorì una forte banca centrale. Quello che lui non favorì fu la consegna del nostro sistema monetario in mani private per essere gestito per profitto privato. (Rif.1, P. 230) Il Presidente James A. Garfield ha detto:”Chiunque controlla il denaro in qualsiasi paese è il padrone assoluto dell’industria (legislazione) e commercio “. (Rif.1, P.247, Rif. 4) &à8230 ;
Controllando il nostro denaro, Thomas Jefferson si aspettava che il governo non sarebbe incorso ad indebitamento, come era accaduto nel sistema europeo. (rif: 1, P. 243) le banche europee sono come la FED.
I FATTI:
L’Inghilterrra ha perso la guerra di Rivoluzione
L’Inghilterra ha quasi distrutto le colonie creando falso denaro coloniale ed iperinflazione
I Rothschils che controllano la Banca d’Inghilterra (come la nostra FED) hanno detto che controllando l’emissione del denaro (stampandolo) si può controllare il governo.
Gli autori della Costituzione avevano capito che le banche private “controllano i governi: La costituzione da al Congresso solo il diritto di stampare denaro.
Dall’inizio degli Stati Uniti ad oggi ci sono stati due modi per emettere nuova moneta:
Il primo modo è di far stampare la moneta al governo esente da debito ed interesse, e farla circolare nell’economia usandola come mezzo di scambio.Non c’è nessuna tassa imposta per pagare l’interesse sulla valuta in circolazione perché è esente da debito ed interesse.Questo è il sistema che ha usato Lincoln con la sua “banconote”, un sistema desiderato da Kennedy e chiesto da Jefferson.
Il secondo metodo è: I cittadini consentono alle banche di stampare 500 miliardi di dollari in moneta (contante): La banca paga il costo della stampa, dell’inchiostro e della carta. I cittadini non fanno pagare alla banca nessun interesse per l’uso dei 500 miliardi di dollari in moneta stampata. La banca usa i 500 miliardi di dollari in contanti per comprare 500 miliardi di dollari di obbligazioni che pagano l’ interesse ai banchieri. La banca tiene una parte delle obbligazioni e vende al pubblico un’altra parte, per una parcella (10%) La banca può ricomprare le obbligazioni dal pubblico semplicemente stampando altro denaro. I banchieri possono creare inflazione e depressioni manipolando la quantità di valuta in circolazione. La FED opera esattamente così oggi.Essa stampa denaro (attraverso il Tesoro degli S.U.) ed usa questo denaro stampato per pagare prestiti da altre banche. Questo denaro ha creato la nostra inflazione. Noi diamo alla banca contanti senza interesse poi loro caricano l’interesse sulla nostra moneta: … ANDREW JACKSON – UN GRANDE PRESIDENTE! Quando nel 1836 scadde lo statuto del 1816, Andrei Jackson vietò il suo rinnovo. Fu allora che fece due famose affermazioni: “ La Banca sta cercando di uccidermi – ma io la ucciderò!” In seguito disse “ Se gli americani soltanto capissero il livello di ingiustizia del nostro sistema bancario e monetario – ci sarebbe una rivoluzione prima di domani….” (Rif. 4)
ABRAHAM LINCOLN – UN ALTRO GRANDE PRESIDENTE! Il presidente Lincoln aveva bisogno di denaro per finanziare la Guerra Civile ed i banchieri internazionali gli offrirono un prestito al 24-36% di interesse; Lincoln rifiutò la loro richiesta perché non voleva gettare la nazione in tale enorme debito; Lincoln avanzò la proposta al Congresso perché approvasse una legge che autorizzasse a stampare banconote del Tesoro degli S.U.. Lincoln disse “ Abbiamo dato al popolo di questa repubblica la più grande benedizione che abbia mai avuto – la loro propria moneta per pagare i loro debiti…” Lincoln stampo oltre 400 milioni “ Dollari” (senza debito ne interesse) e pagò i soldati, gli impiegati degli S.U. e comprò forniture per la guerra. I banchieri internazionali non lo apprezzarono, volevano che Lincoln prendesse i soldi in prestito da loro in modo che gli americani fossero debitori di un interesse enorme sul prestito. La soluzione di Lincoln fece apparire questo ridicolo. (Rif.1, P. 46,47; Rif. 4)
Poco dopo la morte di Lincoln il governo revocò la legge sulle Banconote che mise fine al denaro esente da debito ed interesse di Lincoln.Fu approvata una nuova legge bancaria nazionale e tutto il denaro tornò ad essere gravato da interesse. (Rif.4)
Alla fine Thomas A. Edison spiegò il problema dell’emissione di denaro in questo modo:“ Se la nostra nazione può emettere un’obbligazione di un dollaro (gravato da interessi) può emettere una cambiale da un dollaro (senza interesse). L’elemento che rende buona un’obbligazione rende buona anche una cambiale. La differenza tra una un’obbligazione e una cambiale è che l’obbligazione fa avere all’intermediario finanziario un ammontare doppio dell’obbligazione ed un ulteriore 20 per cento, mentre la moneta non paga nessun altro che coloro che contribuiscono direttamente in qualche modo utile. E’ assurdo dire che il nostro paese può emettere 30 milioni di dollari in obbligazioni e non 30 milioni di dollari in moneta. Entrambe sono promesse di pagamento: Ma una promessa ingrassa gli usurai ( che raccolgono interessi) e l’altra aiuta la gente.” (Rif. 1, P. 46)
La FED è posseduta largamente da banche straniere che controllano l’economia ed il Congresso attraverso il potere del denaro e dei media che comprano con i profitti derivanti con profitti derivanti da debiti artificiali. …
Lincoln stampò debiti e dollari esenti da interessi (contanti) per finanziare una intera guerra.… Lincoln lo provò: John F. Kennedy – un presidente con lungimiranza! Il 4 giugno 1964, il presidente Kennedy emise l’Ordine Esecutivo 11110. Questo Ordine Esecutivo chiedeva l’emissione di nuovo denaro – le banconote degli Stati Uniti. Furono, allora, messi in circolazione $4.292.893 di questo denaro. Questa moneta nuova doveva essere distribuita tramite il Tesoro degli S.U. e non dal Sistema della Federal Riserve. Inoltre doveva essere emesso esente da debito ed interesse. A seguito dell’assassinio di Kennedy questa moneta fu ritirata dalla circolazione e non fu più emessa. I media rimasero in silenzio su come Kennedy avrebbe eliminato il pagamento del debito e dell’interesse, e perciò eliminato la FED.… La storia degli S.U. dimostra che emettendo moneta esente da debito ed interesse si consente all’economia di prosperare, fino a quando il Congresso controlla l’ammontare di denaro creato. …
http://www.signoraggio.com/fedprivata.html
I SEGRETI DELLA FEDERAL RESERVE
Capitolo SEI - La connessione Londinese
(a cura* di Sandro Pascucci - www.signoraggio.com)
Il sesto capitolo dell'imperdibile testo-verità di Eustance Mullins
sulla Federal Reserve e sul mondo dei creatori di moneta.
«Dunque vedi, mio caro Coningsby, che il mondo è governato da personaggi molto differenti da quello che si immaginano quelli che non sono dietro le quinte.»[1]
[Disraeli, Primo Ministro Inglese durante il regno della regina Vittoria]
Nel 1775, i coloni Americani dichiararono la loro indipendenza dalla Gran Bretagna ed in seguito ottennero la libertà attraverso la Rivoluzione Americana. Sebbene avessero ottenuto la libertà politica, l’indipendenza finanziaria si rivelò una materia un po’ più difficile. Nel 1791 Alexander Hamilton, al soldo dei banchieri Europei, formò la prima Banca degli Stati Uniti, una banca centrale con molti dei poteri come quelli della Banca d’Inghilterra. Le influenze straniere dietro questa banca, più di un secolo dopo furono in grado di portare il Federal Reserve Act al Congresso, dotandoli infine di una banca centrale di emissione per la loro economia.
Sebbene la Federal Reserve Bank non fosse né Federale, essendo posseduta da azionisti privati, né una Riserva, poiché era progettata per creare moneta, invece di tenerla di riserva, la Banca acquisì un enorme potere finanziario, ad un punto tale da soppiantare gradualmente il governo eletto dal popolo degli Stati Uniti. Attraverso il Sistema della Riserva Federale l’indipendenza fu furtivamente ma indomabilmente riassorbita nella sfera d’influenza inglese. Quindi la Connessione Londinese divenne l’arbitro della politica degli Stati Uniti. In seguito alla perdita dell’impero coloniale da parte dell’Inghilterra dopo la Seconda Guerra Mondiale, sembrò che la sua influenza come potere politico mondiale fosse in declino. Essenzialmente ciò era vero.
L’Inghilterra del 1980 non è quella del 1880. Non è più in grado di dominare le onde; è diventata una potenza militare di secondo piano, forse anche terzo ma paradossalmente, mentre il suo potere politico e militare declinò, il suo potere finanziario crebbe. Nel Capital City troviamo: "secondo qualsiasi metro di misura vogliate adottare, Londra è il centro finanziario leader del mondo… Negli anni 60 la prevalenza Londinese aumentò…."[2]
Ecco una parziale spiegazione di questo fatto:
"Daniel Davison, capo della London's Morgan Grenfell, disse: «Le banche Americane adottarono la moneta necessaria, i clienti, il capitale e l’esperienza che hanno determinato l’attuale preminenza di Londra.. solo le Banche Americane hanno un prestatore d’emergenza. Il Consiglio d’Amministrazione della Federal Reserve degli Stati Uniti puo', e lo fa, creare dollari quando necessario. Senza gli Americani, i grandi affari del dollaro non si potrebbero mettere su. Senza di loro, Londra non sarebbe credibile come centro internazionale finanziario.»"[3]
Quindi Londra è il centro finanziario del mondo, in quanto può comandare enormi somme di capitali, create a suo commando dal Consiglio d’Amministrazione della Federal Reserve degli Stati Uniti. Ma come è possibile? Abbiamo già stabilito che le politiche monetarie degli Stati Uniti, i tassi d’interesse, il volume ed il valore della moneta, le vendite delle obbligazioni, sono decise non dai prestanome del Consiglio dei Governatori della Federal Reserve, ma dalla Federal Reserve Bank di New York.
La pretesa decentralizzazione del Sistema della Riserva Federale e delle sue dodici banche “regionali” egualmente autonome, è stata una frode fin da quando il Federal Reserve Act divenne legge nel 1913. Il fatto che la politica monetaria degli Stati Uniti derivi unicamente dalla Federal Reserve Bank di New York è un’altra errata credenza. Che la dalla Federal Reserve Bank di New York sia essa stessa autonoma e libera di stabilire la politica monetaria degli interi Stati Uniti senza alcuna interferenza esterna, è particolarmente falsa. Potremmo credere in questa autonomia se non sapessimo che la maggioranza delle azioni dalla Federal Reserve Bank di New York fu acquistata da tre banche di New York: First National Bank, National City Bank, National Bank of Commerce.
Da un’esame dei principali azionisti in questa banche, nel 1914, ed anche oggi, rivela una Connessione Londinese. Nel 1812, la National City Bank cominciò a fare affari come la City Bank, nella stessa stanza dove faceva affari la defunta Banca degli Stati Uniti, la cui concessione era scaduta. Essa rappresentava molti degli stessi azionisti, che ora operavano con una licenza legittima.
Durante i primi anni del 1800 il nome più famoso associato con la City Bank fu Mose Taylor (1806 – 1882). Il padre di Taylor era stato un agente di fiducia utilizzato per acquistare proprietà nell’interesse di Astor, nascondendo il fatto che era Astor il vero acquirente. Tramite questa tattica, Astor riuscì ad acquistare parecchie fattorie ed anche un bel po’ di proprietà immobiliari a Manhattan di grande valore potenziale. Sebbene il capitale di Astor fosse considerato provenire dal suo commercio di pellicce, diverse fonti indicano che egli rappresentasse interessi stranieri.
LaRouche[4] afferma che Astor, in cambio della fornitura di informazioni agli Inglesi negli anni precedenti e successivi alla Guerra di Secessione, e per aver incitato gli Indiani ad attaccare ed uccidere i coloni Americani lungo le frontiere, ricevette una considerevole ricompensa. Non fu pagato in contanti, ma gli fu riconosciuta una percentuale sul traffico Inglese di oppio con la Cina. Fu il ricavo di questa lucrosa concessione che diede le basi alla fortuna di Astor. Attraverso la connessione di suo padre con gli Astor, il giovane Moses Taylor non ebbe difficoltà a trovare un posto come apprendista in una banca all’età di 15 anni. Come molti altri citati in queste pagine, egli trovo le sue migliori opportunità quando molti cittadini americani fecero fallimento durante una repentina contrazione del credito.
Durante il Panico del 1837, quando più di metà delle società commerciali di New York fallirono, raddoppiò la sua fortuna. Nel 1855 divenne presidente della City Bank. Durante il Panico del 1837, la City Bank trasse profitto dal fallimento di molti dei suoi concorrenti. Come George Peabody e Junius Morgan, sembrò che Taylor possedesse un grande fondo cassa disponibile per comprare azioni deprezzate. Acquistò praticamente quasi tutte le azioni della Ferrovia Delaware Lackawanna per circa 5 dollari ad azione. Sette anni dopo, le vendeva a 240 dollari ad azione. Moses Taylor valeva a quel punto cinquanta milioni di dollari. Nell’agosto del 1861, Taylor venne nominato Presidente del Comitato del Mutuo per finanziare il Governo dell’Unione durante la Guerra Civile. Il comitato scioccò Lincoln offrendo al governo 5 milioni di dollari al 12% per finanziare la guerra. Lincoln rifiutò e finanziò la guerra emettendo i famosi "Greebacks" tramite il Ministero del tesoro degli Stati Uniti, che erano garantiti dall’oro.
Taylor continuò ad incrementare il suo patrimonio e, negli anni successivi, adottò come suo protetto il giovane James Stillman. Nel 1882, quando Moses Taylor morì, lasciò un patrimonio di settanta milioni di dollari[5]. Suo genero, Percy Pine, gli succedette come Presidente della City Bank, che era nel frattempo diventata la National City Bank. Pyne era paralizzato ed era a mala pena in grado di funzionare nella banca. Per nove anni la banca ristagnò, essendo più o meno tutto il suo patrimonio i possedimenti di Mose Taylor. William Rockefeller, fratello di John D. Rockefeller, aveva supportato la banca ed ere ansioso di vederne il progresso. Nel 1891 persuase Pyne a farsi da parte in favore di James Stillman e presto la National City Bank divenne il principale deposito dei guadagni petroliferi dei Rockefeller.
Il figlio di William Rockefeller, di nome anche lui William, sposò la figlia di James Stillman. Suo padre, Don Carlos Stillman, era venuto da Bronwswille, Texas, come agente Britannico ed ostruzionista durante la Guerra Civile. Tramite le sue conoscenze in ambito bancario a New York, Don Carlos era riuscito a trovare un posto per suo figlio come apprendista in una banca. Nel 1914, quando la National City Bank acquistò circa il dieci per cento delle azioni dell’appena creata Federal Reserve Bank di New York, due dei nipoti di Mose Taylor, Moses Taylor Pine e Percy Pyne, possedevano 15.000 azioni della National City Bank. Il figlio di Moses Taylor, H.A.C. Taylor, possedeva 76.699 azioni della National City Bank. Il procuratore della banca, John W. Sterling, della ditta Shearman and Sterling, possedeva 6.000 azioni della National City Bank. Nondimeno James Stillman possedeva 47.498 azioni, ovvero circa il venti per cento del totale delle azioni. [Vedi Grafico 1]
Il secondo maggior acquirente delle azioni della Federal Reserve Bank of New York nel 1914, la First National Bank, era generalmente conosciuta come la "Morgan Bank", a causa della rappresentanza dei Morgan nel Consiglio d’Amministrazione, nonostante il fatto che il fondatore della banca, Gorge F. Baker, possedesse 20.000 azioni e suo figlio, G. F. Baker jr, avesse anche lui 5.000 azioni, pari al venticinque per cento del pachetto azionario di 100.000 azioni. La figlia di George F. Baker sr sposò Gorge F. St. George di Londra. I St. Georges più tardi si sistemarono negli Stati Uniti, dove la loro figlia Katerine St. George, divenne un’eminente membro del Congresso per parecchi anni.
Il Dott. E. M. Josephson[6] scrisse a suo proposito: «La Signora St. George, cugina carnale di FDR ed esponente del New Deal, disse: La democrazia è un fallimento». La figlia di George Baker jr, Edith Brevoort Baker, sposò il nipote di Jacob Schiff, John M. Schiff, nel 1934. John M. Schiff oggi è il presidente onorario della Lehman Brothers Kuhn Loeb.
Il terzo grande acquirente della Federal Reserve Bank of New York nel 1914 fu la National Bank of Commerce che emise 250.000 azioni. J.P. Morgan, attraverso le sue controllate Equitable Life, che possedeva 24.700 azioni, e Mutual Life, che possedeva 17.294 azioni della National Bank of Commerce, aveva anche 10.000 azioni della National Bank of Commerce tramite la J.P. Morgan and Company (7.800 azioni), J.P. Morgan Jr. (11.000 azioni), il socio di Morgan H.P. Davidson (11.000 azioni).
Paul Warburg, un Governatore del Consiglio della Federal Reserve, aveva anche 3.000 azioni della National Bank of Commerce. Il suo socio Jacob Schiff ne aveva 1.000. Questa banca era evidentemente controllata da Morgan, che era in effetti una sussidiaria della Junius S. Morgan Company di Londra e della N.M. Rotschild di Londra e della Kuhn-Loeb che era conosciuta come la principale rappresentante dei Rotschild.
Il finanziere Thomas Fortune Ryan aveva anche lui 5.100 azioni della National Bank of Commerce nel 1914. Suo figlio, John Barry Ryan, sposò la figlia di Otto Kahn. Kahn era socio di Warburg e Schiff nella Kuhn, Loeb Company. La nipote di Ryan, Virginia Fortune Ryan, sposò Lord Arlie, il presente capo della J. Henry Schroeder Banking Corportion a Londra e New York.
A.D. Juillard, un altro direttore della National Bank of Commerce nel 1914, era presidente della A.D. Juillard Company. Juillard possedeva 2.000 azioni della National Bank of Commerce ed era anche uno dei direttori della Chemical Bank. Nel libro "The Robber Barons" (I baroni ladri*), di Matthew Josephson, sostiene che Morgan controllava la New York Life, Equitable Life e Mutual Life dal 1900, che avevano un miliardo di dollari di patrimonio e che aveva da investire 50 milioni di dollari l’anno. Egli afferma:
«In questa campagna di alleanze segrete, egli (Morgan) acquisì un controllo diretto della National Bank of Commerce; poi una parziale proprietà nella First National Bank, alleandosi con un finanziere molto forte e conservatore: George F. Baker, che ne era a capo. Quindi, attraverso una rete di proprietà azionarie e di cariche dirigenziali che si agganciavano le une alle altre, si legò alle primarie banche che controllavano le altre banche: Hanover, Liberty, e Chase.» [7]
La vedova di E.H. Harriman, Mary, a sua volta era proprietaria di 5.000 azioni della National Bank of Commerce nel 1914. L’impero ferroviario di E.H. Harriman era stato interamente finanziato da Jacob Schiff della Kuhn, Loeb Company. Levi P. Morton possedeva 1.500 azioni della National Bank of Commerce nel 1914. Era stato il ventiduesimo vice presidente degli Stati Uniti, era un ex ministro degli Stati Uniti in Francia e presidente della L.P. Morton Company di New York e della Morton-Rose Company e della Morton Chaplin di Londra. Era anche direttore della Equitable Life Insurance Company, della Home Insurance Company, della Guaranty Trust e della Newport Trust.
La sbalorditiva idea che la Federal Reserve degli Stati Uniti sia in realtà manovrata da Londra sarà probabilmente rifiutata a prima vista dalla maggioranza degli Americani. Ad ogni modo, Minsky è diventato famoso per la sua teoria della "cornice dominante". Egli afferma che, in ogni particolare situazione, c’è una "cornice dominante" a cui ogni elemento di quella situazione è correlato e tramite la quale può essere interpretato.
La "cornice dominante" nelle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve System è che queste decisioni sono prese da coloro che trarranno beneficio dalle stesse. Ad una prima occhiata potrebbero identificarsi negli azionisti della Federal Reserve Bank di New York. Ad ogni modo abbiamo visto come tutti questi azionisti avessero una "Connessione Londinese". Tale connessione risulta essere in modo maggiormente evidente come il potere dominante quando osserviamo che nella Capital City [6] solo diciassette imprese hanno il permesso di operare come banchieri mercanti nella City di Londra, il distretto finanziario dell’Inghilterra. Ognuna di esse deve essere approvata dalla Banca d’Inghilterra. In effetti, la maggior parte dei Governatori della Banca d’Inghilterra proviene dai soci di queste diciassette imprese. Clarke ha compilato una graduatoria in base al loro capitale. La numero 2 è la Schroder Bank. La numero 6 è la Morgan Grenfell, il ramo Londinese della House of Morgan ed attualmente il ramo più importante. Al numero 8 troviamo la Lazard Brothers. N.M. Rotschild è al numero 9. La Brown Shipley Company, il ramo inglese della Brown Brothers Harriman si trova al numero 14. Queste cinque banche d’affari di Londra effettivamente controllano le banche di New York che possiedono il pacchetto di controllo della Federal Reserve di New York.
Il controllo sulle decisioni della Federal Reserve System è anche basato su un’altra situazione particolare. Ogni giorno, delle rappresentanze di quattro altre compagnie bancarie si incontrano negli uffici della N.M. Rothschild Company a Londra per stabilire il prezzo dell’oro per quel giorno. Gli altri quattro banchieri provengono dalla Samuel Montagu Company che occupa il quinto posto in classifica nella lista delle diciassette imprese di banche d’affari di Londra, Sharp Pixley, Johnson Matheson e Mocatta e Goldsmith. Nonostante l’immensa marea di moneta cartacea piramidale e banconote che stanno allagando il mondo, ad un certo punto, ogni concessione di credito deve poter essere ricondotta, almeno per una piccola quota a qualche deposito aureo in qualche banca da qualche parte del mondo.
A causa di questo fattore, i banchieri d’affari Londinesi, con il loro potere di stabilire il prezzo dell’oro ogni giorno, diventano gli arbitri finali del volume delle monete e del prezzo delle monete in quei paesi che devono inchinarsi al loro potere. Non ultimo tra questi si trovano gli Stati Uniti. Nessun direttore della Federal Reserve Bank di New York, o della Federal Reserve Board of Governors, può avere potere sulla moneta del mondo che è esercitato da questi banchieri d’affari Londinesi. La Gran Bretagna, mentre è in declino come potenza militare e politica, esercita il più grande potere finanziario. E’ per questo motivo che Londra è al presente il centro finanziario del mondo.
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[1] Coningsby, by Disraeli, Longmans Co., London, 1881, p. 252
[2] McRae and Cairncross, Capital City, Eyre Methuen, London, 1963, p. 1
[3] Ibid, p. 225
[4] Lyndon H. LaRouche, Dope, Inc., New Benjamin Franklin House Publishing Co., N.Y. 1978
[5] The New York Times noted on May 24, 1882 that Moses Taylor was chairman of the Loan Committee of the Associated Banks of New York City in 1861. Two hundred million dollars worth of securities were entrusted to him. It is probably due to him more than any other one man that the government in 1861 found itself with the means to prosecute the war.
[6] Matthew Josephson, The Robber Barons, p. 409
[7] E.M. Josephson, The Strange Death of Franklin D. Roosevelt, Chedney Press, N.Y. 1948
*nota mia: versione italiana: “Capitalisti rapaci” di Matthew Josephson http://www.ormeeditori.it/stampa/rslibro1a.html
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04/06/2008 : signet@work : sandro pascucci : www.signoraggio.com v.0.5
[http://www.signoraggio.com/signoraggio_jekyll_island_06.html]
* si ringrazia sandros per la traduzione
(a cura* di Sandro Pascucci - www.signoraggio.com)
Il sesto capitolo dell'imperdibile testo-verità di Eustance Mullins
sulla Federal Reserve e sul mondo dei creatori di moneta.
«Dunque vedi, mio caro Coningsby, che il mondo è governato da personaggi molto differenti da quello che si immaginano quelli che non sono dietro le quinte.»[1]
[Disraeli, Primo Ministro Inglese durante il regno della regina Vittoria]
Nel 1775, i coloni Americani dichiararono la loro indipendenza dalla Gran Bretagna ed in seguito ottennero la libertà attraverso la Rivoluzione Americana. Sebbene avessero ottenuto la libertà politica, l’indipendenza finanziaria si rivelò una materia un po’ più difficile. Nel 1791 Alexander Hamilton, al soldo dei banchieri Europei, formò la prima Banca degli Stati Uniti, una banca centrale con molti dei poteri come quelli della Banca d’Inghilterra. Le influenze straniere dietro questa banca, più di un secolo dopo furono in grado di portare il Federal Reserve Act al Congresso, dotandoli infine di una banca centrale di emissione per la loro economia.
Sebbene la Federal Reserve Bank non fosse né Federale, essendo posseduta da azionisti privati, né una Riserva, poiché era progettata per creare moneta, invece di tenerla di riserva, la Banca acquisì un enorme potere finanziario, ad un punto tale da soppiantare gradualmente il governo eletto dal popolo degli Stati Uniti. Attraverso il Sistema della Riserva Federale l’indipendenza fu furtivamente ma indomabilmente riassorbita nella sfera d’influenza inglese. Quindi la Connessione Londinese divenne l’arbitro della politica degli Stati Uniti. In seguito alla perdita dell’impero coloniale da parte dell’Inghilterra dopo la Seconda Guerra Mondiale, sembrò che la sua influenza come potere politico mondiale fosse in declino. Essenzialmente ciò era vero.
L’Inghilterra del 1980 non è quella del 1880. Non è più in grado di dominare le onde; è diventata una potenza militare di secondo piano, forse anche terzo ma paradossalmente, mentre il suo potere politico e militare declinò, il suo potere finanziario crebbe. Nel Capital City troviamo: "secondo qualsiasi metro di misura vogliate adottare, Londra è il centro finanziario leader del mondo… Negli anni 60 la prevalenza Londinese aumentò…."[2]
Ecco una parziale spiegazione di questo fatto:
"Daniel Davison, capo della London's Morgan Grenfell, disse: «Le banche Americane adottarono la moneta necessaria, i clienti, il capitale e l’esperienza che hanno determinato l’attuale preminenza di Londra.. solo le Banche Americane hanno un prestatore d’emergenza. Il Consiglio d’Amministrazione della Federal Reserve degli Stati Uniti puo', e lo fa, creare dollari quando necessario. Senza gli Americani, i grandi affari del dollaro non si potrebbero mettere su. Senza di loro, Londra non sarebbe credibile come centro internazionale finanziario.»"[3]
Quindi Londra è il centro finanziario del mondo, in quanto può comandare enormi somme di capitali, create a suo commando dal Consiglio d’Amministrazione della Federal Reserve degli Stati Uniti. Ma come è possibile? Abbiamo già stabilito che le politiche monetarie degli Stati Uniti, i tassi d’interesse, il volume ed il valore della moneta, le vendite delle obbligazioni, sono decise non dai prestanome del Consiglio dei Governatori della Federal Reserve, ma dalla Federal Reserve Bank di New York.
La pretesa decentralizzazione del Sistema della Riserva Federale e delle sue dodici banche “regionali” egualmente autonome, è stata una frode fin da quando il Federal Reserve Act divenne legge nel 1913. Il fatto che la politica monetaria degli Stati Uniti derivi unicamente dalla Federal Reserve Bank di New York è un’altra errata credenza. Che la dalla Federal Reserve Bank di New York sia essa stessa autonoma e libera di stabilire la politica monetaria degli interi Stati Uniti senza alcuna interferenza esterna, è particolarmente falsa. Potremmo credere in questa autonomia se non sapessimo che la maggioranza delle azioni dalla Federal Reserve Bank di New York fu acquistata da tre banche di New York: First National Bank, National City Bank, National Bank of Commerce.
Da un’esame dei principali azionisti in questa banche, nel 1914, ed anche oggi, rivela una Connessione Londinese. Nel 1812, la National City Bank cominciò a fare affari come la City Bank, nella stessa stanza dove faceva affari la defunta Banca degli Stati Uniti, la cui concessione era scaduta. Essa rappresentava molti degli stessi azionisti, che ora operavano con una licenza legittima.
Durante i primi anni del 1800 il nome più famoso associato con la City Bank fu Mose Taylor (1806 – 1882). Il padre di Taylor era stato un agente di fiducia utilizzato per acquistare proprietà nell’interesse di Astor, nascondendo il fatto che era Astor il vero acquirente. Tramite questa tattica, Astor riuscì ad acquistare parecchie fattorie ed anche un bel po’ di proprietà immobiliari a Manhattan di grande valore potenziale. Sebbene il capitale di Astor fosse considerato provenire dal suo commercio di pellicce, diverse fonti indicano che egli rappresentasse interessi stranieri.
LaRouche[4] afferma che Astor, in cambio della fornitura di informazioni agli Inglesi negli anni precedenti e successivi alla Guerra di Secessione, e per aver incitato gli Indiani ad attaccare ed uccidere i coloni Americani lungo le frontiere, ricevette una considerevole ricompensa. Non fu pagato in contanti, ma gli fu riconosciuta una percentuale sul traffico Inglese di oppio con la Cina. Fu il ricavo di questa lucrosa concessione che diede le basi alla fortuna di Astor. Attraverso la connessione di suo padre con gli Astor, il giovane Moses Taylor non ebbe difficoltà a trovare un posto come apprendista in una banca all’età di 15 anni. Come molti altri citati in queste pagine, egli trovo le sue migliori opportunità quando molti cittadini americani fecero fallimento durante una repentina contrazione del credito.
Durante il Panico del 1837, quando più di metà delle società commerciali di New York fallirono, raddoppiò la sua fortuna. Nel 1855 divenne presidente della City Bank. Durante il Panico del 1837, la City Bank trasse profitto dal fallimento di molti dei suoi concorrenti. Come George Peabody e Junius Morgan, sembrò che Taylor possedesse un grande fondo cassa disponibile per comprare azioni deprezzate. Acquistò praticamente quasi tutte le azioni della Ferrovia Delaware Lackawanna per circa 5 dollari ad azione. Sette anni dopo, le vendeva a 240 dollari ad azione. Moses Taylor valeva a quel punto cinquanta milioni di dollari. Nell’agosto del 1861, Taylor venne nominato Presidente del Comitato del Mutuo per finanziare il Governo dell’Unione durante la Guerra Civile. Il comitato scioccò Lincoln offrendo al governo 5 milioni di dollari al 12% per finanziare la guerra. Lincoln rifiutò e finanziò la guerra emettendo i famosi "Greebacks" tramite il Ministero del tesoro degli Stati Uniti, che erano garantiti dall’oro.
Taylor continuò ad incrementare il suo patrimonio e, negli anni successivi, adottò come suo protetto il giovane James Stillman. Nel 1882, quando Moses Taylor morì, lasciò un patrimonio di settanta milioni di dollari[5]. Suo genero, Percy Pine, gli succedette come Presidente della City Bank, che era nel frattempo diventata la National City Bank. Pyne era paralizzato ed era a mala pena in grado di funzionare nella banca. Per nove anni la banca ristagnò, essendo più o meno tutto il suo patrimonio i possedimenti di Mose Taylor. William Rockefeller, fratello di John D. Rockefeller, aveva supportato la banca ed ere ansioso di vederne il progresso. Nel 1891 persuase Pyne a farsi da parte in favore di James Stillman e presto la National City Bank divenne il principale deposito dei guadagni petroliferi dei Rockefeller.
Il figlio di William Rockefeller, di nome anche lui William, sposò la figlia di James Stillman. Suo padre, Don Carlos Stillman, era venuto da Bronwswille, Texas, come agente Britannico ed ostruzionista durante la Guerra Civile. Tramite le sue conoscenze in ambito bancario a New York, Don Carlos era riuscito a trovare un posto per suo figlio come apprendista in una banca. Nel 1914, quando la National City Bank acquistò circa il dieci per cento delle azioni dell’appena creata Federal Reserve Bank di New York, due dei nipoti di Mose Taylor, Moses Taylor Pine e Percy Pyne, possedevano 15.000 azioni della National City Bank. Il figlio di Moses Taylor, H.A.C. Taylor, possedeva 76.699 azioni della National City Bank. Il procuratore della banca, John W. Sterling, della ditta Shearman and Sterling, possedeva 6.000 azioni della National City Bank. Nondimeno James Stillman possedeva 47.498 azioni, ovvero circa il venti per cento del totale delle azioni. [Vedi Grafico 1]
Il secondo maggior acquirente delle azioni della Federal Reserve Bank of New York nel 1914, la First National Bank, era generalmente conosciuta come la "Morgan Bank", a causa della rappresentanza dei Morgan nel Consiglio d’Amministrazione, nonostante il fatto che il fondatore della banca, Gorge F. Baker, possedesse 20.000 azioni e suo figlio, G. F. Baker jr, avesse anche lui 5.000 azioni, pari al venticinque per cento del pachetto azionario di 100.000 azioni. La figlia di George F. Baker sr sposò Gorge F. St. George di Londra. I St. Georges più tardi si sistemarono negli Stati Uniti, dove la loro figlia Katerine St. George, divenne un’eminente membro del Congresso per parecchi anni.
Il Dott. E. M. Josephson[6] scrisse a suo proposito: «La Signora St. George, cugina carnale di FDR ed esponente del New Deal, disse: La democrazia è un fallimento». La figlia di George Baker jr, Edith Brevoort Baker, sposò il nipote di Jacob Schiff, John M. Schiff, nel 1934. John M. Schiff oggi è il presidente onorario della Lehman Brothers Kuhn Loeb.
Il terzo grande acquirente della Federal Reserve Bank of New York nel 1914 fu la National Bank of Commerce che emise 250.000 azioni. J.P. Morgan, attraverso le sue controllate Equitable Life, che possedeva 24.700 azioni, e Mutual Life, che possedeva 17.294 azioni della National Bank of Commerce, aveva anche 10.000 azioni della National Bank of Commerce tramite la J.P. Morgan and Company (7.800 azioni), J.P. Morgan Jr. (11.000 azioni), il socio di Morgan H.P. Davidson (11.000 azioni).
Paul Warburg, un Governatore del Consiglio della Federal Reserve, aveva anche 3.000 azioni della National Bank of Commerce. Il suo socio Jacob Schiff ne aveva 1.000. Questa banca era evidentemente controllata da Morgan, che era in effetti una sussidiaria della Junius S. Morgan Company di Londra e della N.M. Rotschild di Londra e della Kuhn-Loeb che era conosciuta come la principale rappresentante dei Rotschild.
Il finanziere Thomas Fortune Ryan aveva anche lui 5.100 azioni della National Bank of Commerce nel 1914. Suo figlio, John Barry Ryan, sposò la figlia di Otto Kahn. Kahn era socio di Warburg e Schiff nella Kuhn, Loeb Company. La nipote di Ryan, Virginia Fortune Ryan, sposò Lord Arlie, il presente capo della J. Henry Schroeder Banking Corportion a Londra e New York.
A.D. Juillard, un altro direttore della National Bank of Commerce nel 1914, era presidente della A.D. Juillard Company. Juillard possedeva 2.000 azioni della National Bank of Commerce ed era anche uno dei direttori della Chemical Bank. Nel libro "The Robber Barons" (I baroni ladri*), di Matthew Josephson, sostiene che Morgan controllava la New York Life, Equitable Life e Mutual Life dal 1900, che avevano un miliardo di dollari di patrimonio e che aveva da investire 50 milioni di dollari l’anno. Egli afferma:
«In questa campagna di alleanze segrete, egli (Morgan) acquisì un controllo diretto della National Bank of Commerce; poi una parziale proprietà nella First National Bank, alleandosi con un finanziere molto forte e conservatore: George F. Baker, che ne era a capo. Quindi, attraverso una rete di proprietà azionarie e di cariche dirigenziali che si agganciavano le une alle altre, si legò alle primarie banche che controllavano le altre banche: Hanover, Liberty, e Chase.» [7]
La vedova di E.H. Harriman, Mary, a sua volta era proprietaria di 5.000 azioni della National Bank of Commerce nel 1914. L’impero ferroviario di E.H. Harriman era stato interamente finanziato da Jacob Schiff della Kuhn, Loeb Company. Levi P. Morton possedeva 1.500 azioni della National Bank of Commerce nel 1914. Era stato il ventiduesimo vice presidente degli Stati Uniti, era un ex ministro degli Stati Uniti in Francia e presidente della L.P. Morton Company di New York e della Morton-Rose Company e della Morton Chaplin di Londra. Era anche direttore della Equitable Life Insurance Company, della Home Insurance Company, della Guaranty Trust e della Newport Trust.
La sbalorditiva idea che la Federal Reserve degli Stati Uniti sia in realtà manovrata da Londra sarà probabilmente rifiutata a prima vista dalla maggioranza degli Americani. Ad ogni modo, Minsky è diventato famoso per la sua teoria della "cornice dominante". Egli afferma che, in ogni particolare situazione, c’è una "cornice dominante" a cui ogni elemento di quella situazione è correlato e tramite la quale può essere interpretato.
La "cornice dominante" nelle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve System è che queste decisioni sono prese da coloro che trarranno beneficio dalle stesse. Ad una prima occhiata potrebbero identificarsi negli azionisti della Federal Reserve Bank di New York. Ad ogni modo abbiamo visto come tutti questi azionisti avessero una "Connessione Londinese". Tale connessione risulta essere in modo maggiormente evidente come il potere dominante quando osserviamo che nella Capital City [6] solo diciassette imprese hanno il permesso di operare come banchieri mercanti nella City di Londra, il distretto finanziario dell’Inghilterra. Ognuna di esse deve essere approvata dalla Banca d’Inghilterra. In effetti, la maggior parte dei Governatori della Banca d’Inghilterra proviene dai soci di queste diciassette imprese. Clarke ha compilato una graduatoria in base al loro capitale. La numero 2 è la Schroder Bank. La numero 6 è la Morgan Grenfell, il ramo Londinese della House of Morgan ed attualmente il ramo più importante. Al numero 8 troviamo la Lazard Brothers. N.M. Rotschild è al numero 9. La Brown Shipley Company, il ramo inglese della Brown Brothers Harriman si trova al numero 14. Queste cinque banche d’affari di Londra effettivamente controllano le banche di New York che possiedono il pacchetto di controllo della Federal Reserve di New York.
Il controllo sulle decisioni della Federal Reserve System è anche basato su un’altra situazione particolare. Ogni giorno, delle rappresentanze di quattro altre compagnie bancarie si incontrano negli uffici della N.M. Rothschild Company a Londra per stabilire il prezzo dell’oro per quel giorno. Gli altri quattro banchieri provengono dalla Samuel Montagu Company che occupa il quinto posto in classifica nella lista delle diciassette imprese di banche d’affari di Londra, Sharp Pixley, Johnson Matheson e Mocatta e Goldsmith. Nonostante l’immensa marea di moneta cartacea piramidale e banconote che stanno allagando il mondo, ad un certo punto, ogni concessione di credito deve poter essere ricondotta, almeno per una piccola quota a qualche deposito aureo in qualche banca da qualche parte del mondo.
A causa di questo fattore, i banchieri d’affari Londinesi, con il loro potere di stabilire il prezzo dell’oro ogni giorno, diventano gli arbitri finali del volume delle monete e del prezzo delle monete in quei paesi che devono inchinarsi al loro potere. Non ultimo tra questi si trovano gli Stati Uniti. Nessun direttore della Federal Reserve Bank di New York, o della Federal Reserve Board of Governors, può avere potere sulla moneta del mondo che è esercitato da questi banchieri d’affari Londinesi. La Gran Bretagna, mentre è in declino come potenza militare e politica, esercita il più grande potere finanziario. E’ per questo motivo che Londra è al presente il centro finanziario del mondo.
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[1] Coningsby, by Disraeli, Longmans Co., London, 1881, p. 252
[2] McRae and Cairncross, Capital City, Eyre Methuen, London, 1963, p. 1
[3] Ibid, p. 225
[4] Lyndon H. LaRouche, Dope, Inc., New Benjamin Franklin House Publishing Co., N.Y. 1978
[5] The New York Times noted on May 24, 1882 that Moses Taylor was chairman of the Loan Committee of the Associated Banks of New York City in 1861. Two hundred million dollars worth of securities were entrusted to him. It is probably due to him more than any other one man that the government in 1861 found itself with the means to prosecute the war.
[6] Matthew Josephson, The Robber Barons, p. 409
[7] E.M. Josephson, The Strange Death of Franklin D. Roosevelt, Chedney Press, N.Y. 1948
*nota mia: versione italiana: “Capitalisti rapaci” di Matthew Josephson http://www.ormeeditori.it/stampa/rslibro1a.html
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04/06/2008 : signet@work : sandro pascucci : www.signoraggio.com v.0.5
[http://www.signoraggio.com/signoraggio_jekyll_island_06.html]
* si ringrazia sandros per la traduzione
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