venerdì 30 dicembre 2011
EURO-CRAC IN TASCA - IN 10 ANNI LA PERDITA DEL POTERE D'ACQUISTO PER IL CETO MEDIO È STATA DEL 39,7% - IL CODACONS: E IN 10 ANNI UNA FAMIGLIA DI 4 PERSONE HA SUBITO UNA STANGATA, PER AUMENTO DEI PREZZI, RINCARI DELLE TARIFFE, MANOVRE ECONOMICHE, CARO-AFFITTI, CARO-CARBURANTI, DI CIRCA 10.850 EURO…
Corriere.it
EURO
EURO STRITOLATO
- Dieci anni dalla nascita dell'euro. Dieci anni che sono costati cari agli italiani, nonostante un'inflazione non elevata.
POTERE D'ACQUISTO - Da gennaio 2002 a gennaio 2012 la perdita del potere d'acquisto per il ceto medio è stato del 39,7%, e in 10 anni una famiglia di 4 persone ha subito una stangata, per aumento dei prezzi, rincari delle tariffe, manovre economiche, caro-affitti, caro-carburanti, di circa 10.850 euro. Lo afferma uno studio del Codacons che fa il punto sui 10 anni della moneta unica.
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L’AMERICA SCOMMETTE CONTRO L’EURO? E LA CINA SFANCULA IL DOLLARO (LA GUERRA DELLE VALUTE È PEGGIO DELLA BOMBA IRANIANA) - L’ACCORDO TRA PECHINO E TOKYO PER USARE YEN E YUAN INVECE DEL VERDONE AMERICANO PER I LORO SCAMBI È UN CAMBIAMENTO EPOCALE - LE DUE MONETE SI APPREZZERANNO, COSA CHE NEL BREVE TERMINE AIUTERÀ LE ESPORTAZIONI DI USA E EUROPA. MA NEL LUNGO PERIODO, SGANCIA L’ASIA DAL DOMINIO DEL DOLLARO, E RIAVVICINA DUE PAESI DA CUI DIPENDONO LE SORTI DELLA COREA DEL NORD E DELLA DIPLOMAZIA INTERNAZIONALE…
Francesco Sisci per "Il Sole 24 Ore"
IL PRIMO MINISTRO GIAPPONESE YOSHIHIKO NODA
Come in tutte le occasioni importanti non conta tanto chi c'è ma chi manca. Così ieri tra le migliaia di nordcoreani piangenti che sfilavano per l'ultimo saluto davanti alla salma del "Caro leader" Kim Jong-il e una manciata di ospiti stranieri, spiccava l'assenza di grandi dignitari di tutti i Paesi vicini, preoccupati per il futuro di Pyongyang. C'era un alto dirigente cinese, il vice premier Zhang Dejiang, che parla coreano, ma non gli altissimi leader che invece qualche ora prima, nei giorni di Natale e Santo Stefano, a Pechino avevano siglato un importante accordo monetario.
1000 YEN - SOLDI GIAPPONESI
I due Paesi, mettendo da parte le cocenti controversie sul confine marittimo delle isole Senkaku e i giacimenti di gas, hanno concluso un'intesa di scambio diretto yuan cinese contro yen giapponese. Lo yuan non è pienamente convertibile e in precedenza gli scambi avvenivano attraverso un passaggio per dollari americani. Inoltre i due Paesi si sono accordati per lasciare apprezzare le rispettive valute contro il dollaro e l'euro. Infine il Giappone si è dichiarato disposto ad acquistare debito cinese, anche se Pechino non ne ha bisogno.
OBAMA E WEN JIABAO
Tutti questi elementi sono molto importanti nel breve e nel lungo periodo. Nel breve un apprezzamento delle monete della seconda e terza economia del mondo significano uno sforzo dei due Paesi ad aiutare l'America e l'Europa oggi più in difficoltà. Le esportazioni cinesi e giapponesi dovrebbero avere più difficoltà e quelle americane ed europee essere facilitate. Ciò in concreto dovrebbe essere un danno sostenibile per le esportazioni dei due Paesi, ma dovrebbe invece aiutare le importazioni di prodotti stranieri. Più a lungo termine l'accordo rafforza il ruolo internazionale dello yuan ed è un passo molto importante per il libero scambio della moneta cinese.
WEN JIABAO
La Cina ha già accordi di scambio valutario con una dozzina di Paesi, ma il Giappone è il suo secondo partner commerciale e quindi l'impatto globale di questo accordo è molto più importante. Manca a questo punto solo un'intesa di scambio con l'area euro per affermare il nuovo pieno spazio globale dello yuan. Questo significa certo un passo indietro globale per il dollaro, ma ciò avviene con la rivalutazione dello yuan, cosa su cui Washington premeva, e poi senza sganciare lo yuan dalla banda di oscillazione bilaterale.
LA SALMA DI KIM JONG IL A PYONGYANG
C'è comunque un risvolto politico. L'accordo lega molto i destini dei due Paesi e quindi limita le tensioni che si erano accumulate negli ultimi mesi, come conferma il rinvio del vertice bilaterale previsto inizialmente per il 12-13 dicembre. La morte di Kim Jong-il invece sembra sia stato un catalizzatore dei rapporti. Per motivi paralleli Cina e Giappone sono entrambi preoccupati che un nuovo disordine possa emergere nella regione dopo la scomparsa di Kim, risucchiandola in un buco nero di tensione. Ma sono anche preoccupati dalla prospettiva di una Corea riunificata, molto nazionalista e con contese politiche e territoriali verso Cina e Giappone, che ospitano significative minoranze coreane.
EURO DOLLARO
L'accordo economico diventa così una piattaforma per una convergenza politica. Un riavvicinamento delle due diplomazie significa trovare nel concreto un modo di seguire e auspicabilmente anche pilotare le pericolose evoluzioni della penisola. Se ciò avvenisse intorno alle prospettive future della Corea del Nord, potrebbe costruirsi un nuovo ordine regionale e la Cina potrebbe trovare nel Giappone, allineato con l'America (che qui ha ottenuto nell'ultimo decennio successi significativi) un partner importante. Viceversa, nelle prossime settimane dovremmo aspettarci un'impennata di tensioni politiche ed economiche su scala globale.
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BENETTON? MALETTON! – DIMENTICATI GLI STRACCETTI COLORATI, IL POTERE DELLA FAMIGLIA DI PONZANO VENETO (PATRIMONIO PERSONALE DI 2,4 MILIARDI DI DOLLARI) SI REGGE PRINCIPALMENTE DALLE CONCESSIONI PUBBLICHE PER AUTOSTRADE E AUTOGRILL - AUTOSTRADE, UN AFFARE A RISCHIO ZERO E PROFITTI GARANTITI: DA DECENNI LE TARIFFE NON SERVONO PIÙ A RIPAGARE L’INVESTIMENTO MA SOLO AD ARRICCHIRE L’AZIONISTA - A FIUMICINO VOLA UN CONFLITTO D’INTERESSI DA 12 MILIARDI – MA LA CRISI NON LI TOCCA: IN ARRIVO L’AUMENTO DEI PEDAGGI MA GLI INVESTIMENTI NON SI VEDONO…
Giovanna Lantini per Il Fatto
GILBERTO BENETTON GETCONTENT ASP JPEG
"Siamo votati allo sviluppo e ci daremo da fare, nei limiti delle nostre responsabilità e delle nostre possibilità, per la ripresa del Paese, nel momento molto duro che stiamo attraversando, ognuno dovrà fare la sua parte". Si è preso un bell'impegno ieri a Venezia il presidente di Edizione srl Gilberto Benetton, dall'alto del suo impero familiare nato sui maglioncini colorati della sorella Giuliana. Un impero che oggi si regge principalmente dalle concessioni pubbliche via Autostrade e Autogrill, senza contare le posizioni di peso (e le disavventure) nella finanza che conta in Italia.
Benetton può fare affidamento su un patrimonio personale di 2,4 miliardi di dollari, secondo la stima della rivista americana Forbes nel marzo scorso. Una somma in crescita di 300 milioni sul 2010 e di 900 milioni rispetto al 2009 e identica a quelle attribuite agli altri tre fratelli Giuliana, Carlo e Luciano con i quali ha fondato l'impero di Ponzano Veneto.
GILBERTO BENETTON - AZIONISTA DELLA HOLDING SINTONIA
Assieme a loro occupa il quinto posto nella classifica degli uomini più ricchi d'Italia. "L'Italia purtroppo si trova a fronteggiare un debito molto alto, dovendosi dare da fare di più rispetto ad altri Paesi per essere all'altezza la situazione. Dovremo essere noi stessi, questa generazione, a pagare le malefatte del passato, dandoci da fare per risolvere il debito", ha poi puntualizzato dopo aver tributato fiducia al governo Monti e auspicato, come molti, le misure per lo sviluppo nel breve periodo.
Sacrifici per tutti, ma i Benetton, nel loro piccolo, si consoleranno con l'imminente adeguamento delle tariffe autostradali che per il 2012 dovrebbe aggirarsi intorno al due per cento.
Certo, non è il quattro per cento medio annuo che il mercato si aspettava qualche anno fa prima che gli aumenti venissero vincolati agli investimenti effettuati dalle concessionarie (per evitare che il regalo fosse troppo smaccato), ma coi tempi che corrono non è affatto poco. E soprattutto, a differenza dei salari e delle pensioni di molti comuni mortali, costituisce una rendita certa e continuativa anche con la crisi e la recessione in arrivo nel 2012.
GILBERTO BENETTON 01 LAP
L'incremento dell'1,92 per cento del 2011, per esempio, è valso un beneficio complessivo stimabile in 41,6 milioni, che ha quantomeno compensato il calo dei ricavi da pedaggio valutato in 19 milioni collegato alla diminuzione del traffico . Senza contare il ruolo chiave degli Autogrill (sempre in mano ai Benetton) che soltanto nei primi nove mesi del 2011 ha portato nelle casse di Ponzano Veneto 799,6 milioni (+2,9 per cento) di ricavi dalle vendite nei punti di ristoro.
Le due società presentano una posizione debitoria non rassicurante, specialmente Atlantia, cui fa capo Autostrade per l'Italia, che a fine settembre aveva un debito di 8,844 miliardi contro gli 1,441 miliardi di Autogrill. E nelle orecchie degli osservatori del settore delle infrastrutture echeggiano ancora le parole dell'ex governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, che nell'ultima relazione annuale del maggio scorso aveva denunciato i ritardi negli investimenti di Autostrade:
GILBERTO BENETTON
"A oggi sono stati completati poco più del 60 per cento degli ampliamenti concordati nel 1997 tra Anas e la principale concessionaria autostradale e meno del tre per cento di quelli decisi nel programma del 2004, il programma più recente, quello del 2008, è ancora in fase di studio", aveva tuonato.
GILBERTO BENETTON MOGLIE LAP
Parole che oltre a rinnovare la polemica sulle proporzioni di colpe tra privati e "sistema", avranno probabilmente riaperto le ferite per la mancata fusione - o cessione, come venne bollata all'epoca - con la spagnola Abertis, bloccata dal governo Prodi nel 2006.
Una delle conseguenze è stata che poi i soci stranieri nelle autostrade i Benetton se li sono trovati comunque, per di più in Lussemburgo, paradiso fiscale dove sono poi state trasferite le quote di maggioranza relativa delle infrastrutture di Ponzano che oggi fanno capo al fondo lussemburghese Sintonia partecipato da investitori finanziari e fondi stranieri e poi ricondotto all'Italia attraverso la controllante Edizione.
È lo stesso Gilberto, da sempre il più attivo nella finanza tra i fratelli di prima generazione, a dire che: "Possiamo protestare, inveire, ma siamo tutti colpevoli di questi problemi, anche perché i politici che ci hanno portato a questo punto li abbiamo nominati noi".
Ma è la stessa politica che ha privatizzato autogrill e autostrade. E sempre con la politica si intrecciano investimenti chiave come quelli negli aeroporti, ma anche operazioni sul filo dello scambio come l'ingresso in Telecom Italia accanto a Marco Tronchetti Provera. Quando quell'avventura è finita, nel 2009, il costo per il gruppo Benetton è stato una minusvalenza di 303 milioni.
BENETTON
O ancora l'avventura in Alitalia accanto a Roberto Colaninno e soci: quest'anno ha portato nel bilancio di Atlantia un segno negativo (per la rettifica del valore della partecipazione) di 25 milioni. Di contro la diversificazione dai maglioncini delle origini (60 milioni di utili a fine settembre contro i circa 125 di Autogrill e i 713 di Atlantia) sostenuta proprio da Gilberto ha spalancato ai Benetton le porte di snodi cardine del potere finanziario italiano come Mediobanca ed Rcs (l'editore del Corriere della Sera, di cui hanno il cinque per cento).
E, in generale, in postazioni chiave dalle quali la riservata famiglia veneta si trova spesso nel ruolo di ago della bilancia. Come accade anche oggi nella guerra per il controllo del campione nazionale di costruzioni Impregilo, dove i Benetton dovranno decidere se schierarsi con l'ex amico Gavio o con il rampante Salini. In ballo proprio le principali partite per il rilancio del Paese che il ministro Corrado Passera sceglierà di giocare. O, eventualmente, le contropartite. Ma per ora da Ponzano arrivano solo echi di no comment.
BENETTON
2- AUTOSTRADE, UN AFFARE A RISCHIO ZERO E PROFITTI GARANTITI
DA DECENNI LE TARIFFE NON SERVONO PIÙ A RIPAGARE L'INVESTIMENTO MA SOLO AD ARRICCHIRE L'AZIONISTA, PRIMA LO STATO POI I PRIVATI
Marco Palombi per Il Fatto
"La cuccagna è finita". Antonio Di Pietro riassunse così il suo programma sulle concessioni autostradali quando divenne ministro delle Infrastrutture nel 2006. Poi la cosa non andò proprio così e pure il leader di IdV dovette inchinarsi alla potenza di fuoco dell'Aiscat, la Confindustria delle società del settore.
L'espressione, dunque, vale ancora oggi: il sistema delle concessioni autostradali è una cuccagna per i fortunati che ne fanno parte visto che genera profitti enormi e pressocché certi. Praticamente un beauty contest per le frequenze tv moltiplicato per mille. Andiamo con ordine. La costruzione delle autostrade italiane comincia nella seconda metà degli anni '50 già in concessione (ma ad aziende o istituzioni pubbliche): "Le concessioni erano basate sulla logica della tariffa-remunerazione: i pedaggi dovevano servire a coprire i costi operativi e l'ammortamento dei debiti con i quali veniva finanziato l'investimento", spiega Giorgio Ragazzi nel suo ‘'I signori delle autostrade'' (Il Mulino).
LUCIANO BENETTON
Il grosso dei lavori finisce a metà degli anni '70 e in una ventina d'anni, il calcolo è sempre di Ragazzi, "molte concessionarie erano già state in grado di rimborsare i debiti finanziari e di ottenere una buona remunerazione sul capitale proprio versato (di regola modestissimo).
Molte convenzioni avrebbero quindi potuto scadere per avvenuto integrale recupero del capitale investito". E invece vengono prolungate. Perché? "Quasi due terzi della rete apparteneva allo Stato tramite l'Iri, e l'Iri aveva bisogno di tutto l'ossigeno che poteva venirgli dalla Autostrade (definita al tempo "gallina dalle uova d'oro"). Il resto della rete, con la sola eccezione della Torino-Milano, era di proprietà di Province e comuni e quindi anch'essa pubblica".
NEL 1999-2000, poi, la privatizzazione (a palazzo Chigi c'era D'Alema). "Il problema vero è che se consideriamo l'enorme allungamento delle concessioni e il sistema delle tariffe, il prezzo è stato troppo basso. Lo Stato ci ha perso dei soldi e per di più, con un regolatore debole come Anas, non è riuscito a trasferire i guadagni di efficienza agli utenti", spiega Andrea Giuricin, esperto dell'Istituto Bruno Leoni.
E così il governo concede ai concessionari tariffe adeguate a ripagare un investimento che è già stato ripagato nei decenni precedenti e gli chiede di fare investimenti in nuove infrastrutture che poi arrivano col contagocce. Risultato: guadagni inauditi.
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I Benetton in sei anni avevano quadruplicato l'investimento iniziale, Gavio l'aveva visto moltiplicarsi per venti. Oltre al prolungamento delle concessioni - l'ultimo regalo è di Berlusconi: da 30 a 50 anni - ci sono le tariffe, elaborate con un sistema definibile "price cup all'italiana": si tiene conto dell'inflazione, di obiettivi di efficienza, del traffico previsto e, incredibilmente, della qualità del servizio con criteri tutti sbilanciati a favore dei concessionari e capacità nulle di rivalsa dello Stato persino in caso di inadempienze. In Italia, per dire, col price cup si stabilisce di quanto debbano aumentare le tariffe, ma non si discute sulla base di partenza, cioè le tariffe già in vigore al momento della privatizzazione e che dovevano servire a ripagare la costruzione dell'autostrada: "Basta dare un'occhiata ai bilanci delle concessionarie italiane - scrive Ragazzi - per vedere che il valore residuo dell'autostrada è ormai generalmente una quota modesta dell'attivo, e in molti casi si è quasi azzerato (...) Se si applica la logica della tariffa-remunerazione i pedaggi dovrebbero dunque essere drasticamente ridotti o azzerati". Capito a cosa serve l'Authority indipendente che il governo non ha voluto nell'ultima manovra?
ALESSANDRO BENETTON
3- A FIUMICINO CONFLITTO D'INTERESSI DA 12 MILIARDI
Alessandro Ferrucci per Il Fatto
C'è un imprenditore agricolo, il più grande d'Italia, che rischia di vedere espropriati oltre 1000 ettari della sua tenuta. A regola dovrebbe incatenarsi al trattore, aggrapparsi agli alberi, scavare simbolicamente una fosse nella terra. Tutto il contrario: è pronto a stappare la migliore delle sue bottiglie di champagne per l'affare che gli risolverà molte rogne. Lui, anzi loro, è Benetton.
La tenuta è la "Maccarese spa". La questione è il raddoppio dell'Aeroporto di Fiumicino, opera madre di tutte le colate di cemento che a breve-lungo termine asfalteranno il nostro Paese. In ballo ci sono affari, affaristi, grandi imprese, costruttori, mezzi di comunicazione, una piccola comunità che protesta e, ovvio, miliardi. Tanti. Come mai se ne sono visti: ben dodici, esattamente il doppio di quanto previsto per l'immaginifico Ponte di Messina.
Fase uno: la storia non parte da molto lontano, dal quel 1998, quando i Benetton acquistano dall'Iri 3.300 ettari di Agro Romano, "l'orto" della Capitale con appena 93 miliardi di lire. Per l'affare il gruppo di Treviso batte colossi nazionali (e romani) come Cragnotti e Caltagirone, senza che nessuno punti il dito su un palese conflitto di interessi: la tenuta è a ridosso del Leonardo Da Vinci, e gli "United colors" sono anche nell'azionariato dell'aeroporto, e in maniera preponderante.
BENETTON
LA SECONDA. Nel 2008 i Benetton entrano a far parte di quel gruppetto di "eroi" pronti a salvare l'Alitalia, subito dopo l'appello di Silvio Berlusconi: entrano con l'8,85 per cento delle quote, in compagnia di partner diversamente interessati. Tra questi Air France (25 per cento), Fire spa (10,62), ma soprattutto Banca Intesa con l'attuale ministro Passera come protagonista (8,86) e Acqua Marcia finanziaria (1,77). Quest'ultima società è tra le big nel settore infrastrutture, è di proprietà di Caltagirone Bellavista, e nella cittadina di Fiumicino è già impegnata nella costruzione del porto, altra opera faraonica bloccata per assenza di fondi.
AUTOGRILL
Terza fase, quando tre punti vari diventano un triangolo equilatero. La società aeroporti di Fiumicino presenta all'Enac un piano per raddoppiare la struttura, da tre a sei piste, con l'obiettivo di passare dagli attuali 30 e rotti milioni di passeggeri l'anno, ai 60 del 2020, fino al massimo di 100 per il 2040. Come? "Il 50 per cento si finanzierà con gli introiti derivanti dalle tariffe aeroportuali - spiega il presidente di Adr, Fabrizio Palenzona - in gran parte pagate da soggetti stranieri". Insomma, la richiesta rivolta all'Ente di Stato è di aumentare il costo del passagio per il Leonardo da Vinci di almeno tre euro a persona, meglio se sono cinque. Conti alla mano parliamo di 90-150 milioni l'anno, con una concessione di oltre trent'anni.
CONCLUSIONE: per fare tutto questo bisogna allargarsi, crescere. Espropriare. Appunto. E qui rientra in campo Benetton. Nei piani presentati, la zona interessata è quasi tutta la sua (1000 ettari su 1300), e secondo le tabelle, potrebbe incassare almeno duecento milioni di euro (20 euro al metro quadro), ai quali vanno aggiunti i danni riconosciuti in caso di strutture già presenti.
AUTOSTRADE
Ecco il triangolo: il Benetton imprenditore sottrae al Benetton agricoltore per avvantaggiare anche il Benetton investitore dei cieli. Roba da far girare la testa. "Sì, la testa e anche qualcos'altro - interviene Andrea Guizzi del Comitato Fuoripista -. Siamo preda di una lobby romana, composta da politici come Alemanno e Polverini, giornali di proprietà di grandi costruttori come Messaggero e Tempo e imprenditori privi di scrupoli pronti a vendere quello che non c'è. Chi ci rimette siamo noi, vada a vedere gli indici tumorali, e poi ne riparliamo".
Eccoli qua: secondo i rapporti della Asl competente c'è un aumento dei ricoveri tra il 18 e il 24 % dei bambini tra i 0 e i 14 anni, un terzo dei ricoveri è per malattie dell'apparato respiratorio, altri per tumori maligni e insufficienza renale cronica. "Tutto questo - continua Guizzi - per fare un favore ad alcuni. Guardi lo scalo di Hethrow, a Londra, ha il doppio dei passeggeri di Fiumicino e le stesse piste. Hanno semplicemente riorganizzato il sistema di atterraggio e decollo". Troppo semplice, forse. O troppo poco remunerativo, per alcuni.
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La Merkel disse a Napolitano: «Berlusconi va tolto dalla guida del governo per salvare l'euro»
La ricostruzione del Wall Street Journal: ad ottobre vi fu una telefonata decisiva di Berlino al capo dello Stato
Angela Merkel e Silvio Berlusconi (Epa)
MILANO - La Cancelliera tedesca Angela Merkel avrebbe chiamato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo scorso ottobre per chiedergli di sostituire il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, con un altro premier, per evitare che l'avvitamento della tempesta finanziaria che stava colpendo pesantemente il nostro Paese facesse crollare l'economia europea. Lo rivela il Wall Street Journal in una ricostruzione, basata, secondo il quotidiano Usa, su notizie riferite da fonti diplomatiche.
LA RICOSTRUZIONE - Per il Wall Street Journal nella telefonata la Merkel disse a Napolitano di essere preoccupata per l'incapacità di Berlusconi di far fronte alla crisi italiana. Crisi che avrebbe potuto travolgere l'Europa e di conseguenza anche la Germania. Napolitano avrebbe risposto che non era rassicurante il fatto che Berlusconi fosse sopravvissuto poco prima a un voto di fiducia con soli pochi voti di scarto. La Merkel in quell'occasione ringraziò il presidente della Repubblica invitandolo a far qualsiasi cosa in suo potere per promuovere le riforme. Napolitano, secondo il quotidiano economico americano, avrebbe recepito il messaggio chiamando nei giorni successivi i responsabili dei vari partiti per verificare se fossero disponibili a sostenere un nuovo governo. La pressione della Germania sui vari esponenti politici sarebbe poi stata decisiva in tal senso. E quindi sarebbe nato il governo Monti.
Redazione Online
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giovedì 29 dicembre 2011
L’EURO COMPIE 10 ANNI (E LI DIMOSTRA TUTTI) - NEL BEL MEZZO DELLA CRISI, COME NON RICORDARE PER L’ENNESIMA VOLTA L’ALTRA GRANDE FREGATURA PROPINATACI DALL’AVVENTO DELLA MONETA UNICA? ALL’INIZIO DEL 2002 IN POCHI MESI I PREZZI RADDOPPIARONO MANDANDO A RAMENGO I RISPARMI DI MILIONI DI FAMIGLIE - UNA PIZZA DA 10 MILA LIRE OGGI COSTA 10 €, IL BIGLIETTO DEL TRAM A MILANO DA 1.500 LIRE È SALITO A 1 € - ALMENO I PREZZI DEI CENTRI COMMERCIALI SONO CRESCIUTI MENO DELL’INFLAZIONE…
Giuliana Ferraino per "Il Corriere della Sera"
DIECIMILA LIRE
Dalla tazzina di caffè alla pizza, dal lotto al canone Telecom e all'abbonamento Rai, dalla pasta all'abbigliamento: dieci anni di euro hanno portato a rincari generalizzati in tutti i settori merceologici, nei servizi pubblici come in quelli privati, mentre le buste paga degli italiani, in termini di potere d'acquisto, sono rimaste ferme e il peso fiscale, complice l'ultima manovra del governo Monti, continua ad aumentare. Però, è bene dirlo subito per non rafforzare le ragioni dei detrattori della moneta comune, che in Italia sono fin troppi: non è colpa soltanto dell'euro.
CINQUEMILA LIRE
Elettricità, treni, pedaggi autostradali, benzina, farmaci e servizi tendono ad aumentare comunque di anno in anno, a causa di fattori diversi, inclusi il prezzo del petrolio, di cui l'Italia è forte importatore, e soprattutto la mancanza di concorrenza vera in molti mercati. All'inizio del 2002 è successo che si sono sommati aumenti già programmati, soprattutto nei trasporti, con ritocchi ingiustificati.
EURO
IL CHANGEOVER
Ma sotto accusa è finito l'euro. Che la conversione alla moneta comune, arrivata nelle tasche degli italiani il primo gennaio 2002, facesse aumentare i prezzi era al primo posto tra le paure degli italiani alla vigilia del changeover. E a poco sono serviti gli accordi sottoscritti da associazioni dei consumatori e dei commercianti, con la promessa di congelare i cartellini per almeno 5 mesi, come chiesto dalla Commissione Europea. I vari comitati, incaricati di controllare, hanno controllato poco. E già una settimana dopo l'avvento dell'euro, si stimavano aumenti generalizzati tra lo 0,4% e lo 0,7% in media.
EURO
Con casi eclatanti. Come a Milano, dove il biglietto di tram e metro, che fino al 31 dicembre 2001 costava 1.500 lire all'inizio di gennaio 2002 è passato di colpo a un euro tondo invece di essere convertito in 0,77 euro. O la giocata minima del lotto, raddoppiata in una notte da mille lire a 1 euro.
Ma nel gruppo di chi ha approfittato del passaggio per aumentare i prezzi ci sono anche musei, giornali, bar e ristoranti.
CAFFE'
Alcuni hanno giocato d'anticipo e hanno accelerato i rincari a fine 2001. Così nelle settimane prima del passaggio alla moneta unica l'Autogrill, ad esempio, ha alzato il prezzo del panino da 4.500 a 4.850 lire, per poterlo poi convertire agevolmente in 2,5 euro da gennaio 2002. O qualche parrucchiere più furbo, sfidando la memoria dei propri clienti, ha rivisto all'insù il costo di taglio e piega già a dicembre.
Il problema vero è che nel decennio che sta per finire il potere d'acquisto degli italiani non solo è rimasto fermo ma, secondo la Confcommercio, tra il 2007 e il 2011 il reddito disponibile delle famiglie si è ridotto di oltre il 7%, con un calo dei consumi pro capite di oltre tre punti percentuali dall'inizio della crisi a oggi. Inevitabile quindi che a dieci anni di distanza dall'avvento dell'euro, confrontando i prezzi di alcuni prodotti e servizi, abbiamo l'impressione che la promessa di un mercato più trasparente con prezzi convergenti al ribasso nell'area dell'euro sia stata tradita.
CENTRO COMMERCIALE A BERNA DI DANIEL LIBESKIND
Qualche esempio? La pizza 4 stagioni costava 10 mila lire, oggi bisogna sborsare 10 euro, quasi il doppio. Per mangiare un Big Mac nel fast food vicino alla Stazione Centrale a Milano oggi si spendono 3,5 euro: dieci anni fa bastavano 4.900 lire (2,53 euro). Il canone Rai costava 179 mila lire: è salito a 112 euro, con un aumento del 21,1%. Anche il canone di Telecom Italia è passato da 24.840 lire mensili (12,83 euro) a 16,50 euro.
IL CROLLO DELL'ELETTRONICA
Impossibile paragonare i prezzi di molti articoli di elettronica, uno dei settori che invece ha visto crollare i prezzi: molti modelli del 2002 sono obsoleti e quindi fuori produzione, superati dallo straordinario progresso tecnologico a cui abbiamo assistito negli ultimi 10 anni. Un esempio. A fine 2001 una macchina fotografica digitale Canon PS A40, con 1,9 megapixel di risoluzione costava la bellezza di 893 mila lire. Oggi con un prezzo piuttosto contenuto si comprano macchine digitali da oltre 10 megapixel. Idem nel settore della telefonia mobile, dove la liberalizzazione e la concorrenza tra gli operatori hanno fatto cadere i listini prezzi, proprio nel decennio dell'euro.
CENTRO COMMERCIALE
Gli immobili rappresentano un caso a parte. Come sa bene chiunque abbia cercato di comprare casa nell'ultimo decennio, i prezzi sono esplosi, soprattutto nei centri storici di città come Milano e Roma e nelle località turistiche più rinomate.
Con un'impennata delle compravendite proprio a cavallo del changeover, come ricordano i notai, quando molti acquirenti si presentavano a firmare il rogito con la valigia piena di contante: meglio investire nel mattone che far emergere cifre cospicue al momento della conversione in euro. E l'ultima crisi economica, invece di fare scendere le quotazioni, ha piuttosto congelato le transazioni.
L'IMPATTO DELLA GRANDE DISTRIBUZIONE
In questi ultimi 10 anni, di fatto, abbiamo assistito a due grandi cambiamenti che hanno contribuito a influenzare non solo l'andamento dei prezzi, ma anche il comportamento dei consumatori. Il primo è la straordinaria espansione della grande distribuzione, che nel 2011 ha raggiunto un giro d'affari totale pari a 93,4 miliardi di euro, comprensivo di discount e tutte le merceologie vendute. L'altro fenomeno è il progressivo avanzare del commercio elettronico, che oggi in Italia vale circa 14 miliardi, lontano dai fatturati degli altri Paesi, soprattutto se il confronto è con gli Stati Uniti, ma in continua crescita.
Se nel gennaio del 2003, un anno dopo l'introduzione della moneta comune, l'Eurispes denunciava un aumento medio dei prezzi dei prodotti alimentari pari al 29%, l'Osservatorio inflazione della Nielsen racconta un'altra storia. Negli ultimi dieci anni l'andamento di tutti i prezzi dei beni di largo consumo venduti in supermercati, ipermercati e libero servizio, cioè le superfici tra i 100 e i 400 metri quadrati, si è dimezzato, scendendo dal 4,1% al 2,5% (dato di novembre 2011). Con una flessione assai maggiore rispetto all'inflazione ufficiale, salita invece al 3,4%.
L'avanzare delle grandi catene, che nel settore alimentare parlano soprattutto straniero, ha permesso un generale contenimento dei prezzi, non solo grazie alle economie di scala derivanti dalla taglia dei player in campo, ma anche per via della fortissima crescita delle promozioni commerciali e, parallelamente e, allo stesso tempo, alla spinta ai prodotti a marca privata, i cosiddetti «private label», che hanno contribuito a cambiare il mix di prodotti nel carrello della spesa degli italiani.
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mercoledì 28 dicembre 2011
RIGOR MONTI NON SI AZZARDA A TASSARE L’AZZARDO - PREFERISCE PESCARE NELLE TASCHE DEI PENSIONATI PIUTTOSTO CHE FAR PAGARE LE LICENZE (CONCESSE GRATIS DAL BANANA) AI SIGNORI DEL GIOCO. PRIMO FRA TUTTI FRANCESCO CORALLO DI BPLUS, INDAGATO CON LABOCCETTA PER I PRESTITI BPM - LE CONCESSIONARIE DOVREBBERO RISARCIRE 89 MILIARDI € ALLO STATO (QUATTRO VOLTE LA MANOVRA MONTI) PER LA TRUFFA DELLE GIOCATE NON REGISTRATE NEL 2006 - MA AL PROCESSO I MONOPOLI DI STATO NON PRESENTANO NEMMENO UNA CARTA E IL GOVERNO GIOCA AL RIBASSO CON LE PENALI…
Marco Lillo per "Il Fatto Quotidiano"
Dopo quello delle frequenze televisive c'è un secondo beauty contest che Mario Monti dovrebbe fermare. Sono rimaste poche ore ma è ancora possibile far pagare il giusto ai signori del gioco. Poco prima di Natale è circolata la voce che le concessioni per le slot machines stanno per essere assegnate, gratis. Manca ancora il decreto e c'è tempo per impedire l'ennesimo regalo ai dieci concessionari (Bplus, Sisal e Lottomatica in testa) del gioco, tuttora in causa con lo Stato per decine di miliardi di euro per le loro inadempienze del passato. Non è più ammissibile in un'epoca di sacrifici che queste società continuino a macinare utili milionari grazie a un quadro normativo e politico che le favorisce.
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Già conosciamo l'obiezione: le concessioni dovrebbero fruttare circa 135 milioni per il pagamento di un diritto di 15 mila euro per ognuna delle nuove VLT (grande slot di nuova generazione) e 200 euro per ciascuna nuova slot installata. In realtà questa cifra è una miseria rispetto ai miliardi di euro che i re del gioco incasseranno di qui fino al 2021. Il pallino è in mano all'Aams, l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato diretta da Raffaele Ferrara. La legge del Governo Berlusconi prevede che il settore più redditizio dell'economia sia assegnato in concessione gratuita per 9 anni. Ma se le licenze fossero assegnate a pagamento con una gara pubblica, come si vuole fare per le frequenze televisive, sarebbe possibile incassare una somma vicina al miliardo di euro.
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Segnate bene in mente questo numero: 42 miliardi di euro. A tanto ammonta la raccolta annuale delle slot machines legalizzate nel nostro paese nel 2011. Parliamo di un giro di affari superiore di dieci miliardi a quello realizzato in tutto il mondo dall'intero gruppo Fiat. Contribuiscono a questa cifra (preoccupante per le conseguenze sociali) due famiglie di apparecchi da intrattenimento: le piccole "new slot" disseminate nei bar che permettono di vincere fino a 100 euro e le più grandi e potenti VLT, presenti ormai in centinaia di grandi sale che non hanno nulla da invidiare a un vero casinò, che permettono di vincere fino a 500 mila euro con il jackpot. Introdotte alla fine del 2010 grazie al decreto Abruzzo hanno raccolto da gennaio a novembre del 2011 ben 11 miliardi di euro. Mentre le vecchie "new slot" hanno incassato poco meno di 27 miliardi. In tutto sono 38 miliardi ai quali bisogna aggiungere l'incasso previsto per dicembre per arrivare alla cifra mostruosa di 41 miliardi.
AMEDEO LABOCCETTA
Se si eliminano le vincite resta una cifra comunque enorme: da gennaio a novembre sono 7 miliardi e 636 milioni di euro. Si può prevedere che nel 2011 le slot e le vlt trattengano nelle loro casse una cifra superiore agli 8,3 miliardi di euro. Non a caso la società italiana cresciuta di più in borsa nel 2011 è Lottomatica, il più grande dei 10 concessionari per dimensioni ma non per quota di mercato.
In testa con un buon 25 per cento del parco macchine, infatti, troviamo Bplus, una limited company con sede a Londra controllata da Francesco Corallo, figlio di Gaetano, vecchio amico del boss catanese Nitto Santapaola. Gaetano è stato condannato negli anni ottanta a 7 anni e 6 mesi (poi ridotti a 4 dall'indulto) per associazione a delinquere per la scalata proprio ai casinò italiani di Sanremo e Campione. La società del figlio, che dice di non avere nulla a che fare con il padre e che è stato prosciolto in due inchieste della Procura di Roma (che lo vedevano indagato per traffico di droga e riciclaggio con il padre nel 2000 e 2009), ha ottenuto la concessione per riscuotere le tasse dello Stato italiano. Nonostante la struttura societaria della società basata alle Antille olandesi, Corallo jr è il primo esattore delle tasse del gioco in Italia.
MARIO MONTI ELSA FORNERO
Il beauty contest del gioco è stato indetto anche per sanare questa situazione paradossale ma il prezzo è troppo caro. Lo Stato italiano, dopo avere assegnato il compito di riscuotere miliardi di euro di imposte a società che non hanno rispettato gli impegni (come dimostra la storia dell'indagine della Corte dei Conti descritta da Sansa, qui a fianco) e che talvolta non si sa nemmeno a chi appartengono, ha deciso di donare loro una concessione novennale.
L'ennesimo regalo di una storia che inizia nel 2004. Quando Berlusconi decide di fare emergere questo enorme settore sommerso affida ai dieci concessionari il compito di collegare le slot in rete con il computer della Sogei e di controllare il rispetto delle regole. I requisiti per selezionare questi esattori e controllori del gioco erano però superficiali. Nessuno chiese informative prefettizie per conoscere nel dettaglio la storia degli amministratori né tanto meno fu imposta una struttura societaria italiana trasparente. Le dieci concessioni dovevano scadere nel 2008 ma sono state prorogate, sempre gratis, per tre volte, l'ultima pochi giorni fa fino all'aprile del 2012.
CORTE DEI CONTI
Non solo. Anche le nuove Vlt, molto più redditizie, sono state affidate senza gara ai dieci concessionari nella misura arbitraria di 14 vlt per ogni 100 esistenti nel parco macchine singolo concessionario. In tal modo lo Stato ha perpetuato il regalo del 2004 mantenendo intatte le quote di mercato anche nel nuovo settore delle vlt. A ottobre finalmente è arrivata la gara per le nuove concessioni. Un po' come nel beauty contest delle tv però sono stati privilegiati i concessionari attuali che potranno conservare le loro slot e vlt se rispetteranno i criteri stabiliti per legge, tra i quali finalmente c'è anche l'obbligo di far sapere chi è il proprietario. Mentre i tre nuovi entranti qualificati saranno costretti a crearsi prima una rete di vecchie slot per potere poi chiedere di entrare (sempre in ragione di 14 nuove VLT per ogni cento macchinette) nel nuovo mercato.
GUARDIA DI FINANZA
È difficile fare una stima del valore delle 13 concessioni in assegnazione. L'incasso netto delle vecchie slot si può stimare in 600 milioni di euro all'anno. Mentre l'importo che resta in cassa a Bplus, Lottomatica, Sisal e compagni per le vlt è più piccolo in valori assoluti ma molto più elevato in termini percentuali. Le grandi slot hanno trattenuto in cassa dopo il pagamento dei premi "solo" 1,2 miliardi di euro nel 2011. Ma lo Stato si è accontentato di una tassazione pari solo al 2 per cento contro l'11,5 per cento dell'aliquota chiesta alle vecchie slot. L'aliquota generosa (portata solo da pochi mesi al 4 per cento) è stata giustificata con un versamento una tantum di 15 mila euro per ogni macchina.
GUARDIA FINANZA CONTROLLI FISCALI
In realtà quel versamento si ripaga al massimo in un paio di anni mentre la concessione dura 9 anni. Se il trend si mantiene simile a quello della fine del 2011, si può stimare che per 7 anni almeno i concessionari incasseranno un miliardo all'anno dalle vlt al netto delle tasse . E altri 600 milioni di euro dalle slot, stavolta per nove anni. In tutto l'arco della concessione gli introiti potrebbero superare i 12 miliardi di euro. Anche considerando i costi fissi per l'affitto delle sale, per le macchine e per il personale, la concessione resta un ottimo affare, un asset che i tredici concessionari iscriveranno nel loro bilancio e che non c'è alcuna ragione che non paghino a caro prezzo.
BERLUSCA PAPA
2 - 89 MILIARDI È LA CIFRA CALCOLATA DALLA CORTE DEI CONTI: SOLDI CHE NON SONO MAI STATI INCASSATI...
Ferruccio Sansa per "Il Fatto Quotidiano"
Ottantanove miliardi e mezzo di euro. È la somma che, secondo la Procura della Corte dei conti, le concessionarie delle slot machine devono ai Monopoli, quindi allo Stato, per non aver rispettato la convenzione da loro stesse firmata. Avete letto bene, miliardi, con nove zeri. Quasi quattro volte la manovra del governo Monti. Se entrassero in cassa, non ci sarebbe più bisogno dei tagli alle pensioni, delle tasse sulla casa, di niente. L'Italia uscirebbe dalla crisi, senza chiedere un euro ai cittadini.
BERLUSCA
Già, ma il condizionale è d'obbligo. Tutti con il fiato sospeso: l'ultima udienza della Corte dei conti è del 23 novembre scorso, entro un mese potrebbe arrivare la sentenza che l'Italia aspetta da quattro anni. Da quando lo scandalo finì sul Secolo XIX e l'Espresso.
La battaglia sarà dura. Primo, perché i magistrati devono districarsi in un mare di ricorsi e controricorsi delle concessionarie, devono navigare tra norme e clausole di cui sono disseminate le convenzioni. Ma non solo: le manovre per spianare il cammino delle potentissime concessionarie sono state tante. Con lo Stato che non pare essersi battuto a sangue per ottenere il massimo risarcimento e riempire le sue casse esangui. Invece gli amici delle slot hanno contatti nel mondo politico: a cominciare da quella che fu An, proprio con i finiani.
LOTTOMATICA
Amedeo Laboccetta, ex plenipotenziario di Fini a Napoli era amministratore di Atlantis Group of Companies Nv (oggi è in Parlamento, vicino a Berlusconi e giura di non avere più niente a che fare con le slot). Non è comunque l'unico. Per non dire del convitato di pietra, la criminalità organizzata che ha scommesso sulle slot. Cosa Nostra, ma anche la camorra. Anzi, proprio intorno al gioco legale, secondo gli inquirenti napoletani, si sarebbe saldata un'alleanza che va dai Casalesi a Palermo. Il motivo è semplice: alla malavita ogni apparecchio può rendere oltre diecimila euro al giorno.
Ma torniamo alla nostra storia: è il 2006 quando il Gat-Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Finanza prende in mano la pratica. E comincia un'indagine capillare seguita dal procuratore Marco Smiroldo, giudice ragazzino tanto mite quanto tenace che a 35 anni si trova a fronteggiare le multinazionali del settore. Gli uomini della Finanza passano al setaccio ogni singolo apparecchio e scoprono che decine di migliaia di slot machine non sono collegate alla rete che registra le giocate.
MONOPOLI DI STATO
Addirittura in un locale di Riposto (Catania) risultano depositate 26.858 slot in 50 metri quadrati. Quando gli agenti tentano una stima del denaro dovuto allo Stato non credono ai loro occhi: si sfiorano i 90 miliardi. Il calcolo si basa sulle penali previste dalla concessione firmata da Monopoli e concessionari: in caso di mancato collegamento delle macchinette è previsto un tot per ora per il mancato versamento del prelievo legato al gioco. Una questione matematica.
Intanto lavora anche una commissione di esperti guidata da Alfiero Grandi (Pd), sottosegretario all'Economia del governo Prodi. Un tipo tosto. Con lui il generale delle Finanza Castore Palmerini. L'inchiesta produce un documento bomba. Ma in tanti sono interessati a disinnescarla .
Il lavoro della Commissione, del Gat e della Corte dei conti finisce, però, sui giornali. E l'opinione pubblica si scatena: migliaia di lettere arrivano a Palazzo Chigi. Romano Prodi promette: "Non ci sarà un colpo di spugna" (Silvio Berlusconi ha taciuto sulla vicenda). La Procura inizialmente parla di penali per 31 miliardi e 390 milioni per il concessionario Atlantis World. Poi Cogetech con 9 miliardi e 394 milioni, Snai con 8 miliardi e 176 milioni, Lottomatica con 7 miliardi e 690 milioni, Hbg con 7 miliardi e 82 milioni, Cirsa con 7 miliardi e 51 milioni, Codere con 6 miliardi e 853 milioni, Sisal con 4 miliardi e 459 milioni, Gmatica con 3 miliardi e 167 milioni e infine Gamenet con 2 miliardi e 873 milioni. In totale, 89,5 miliardi.
La battaglia, però, è soltanto all'inizio. Lontano dai riflettori gli uomini delle slot muovono le loro pedine. Le concessionarie ricorrono al Tar e al Consiglio di Stato; i Monopoli dello Stato, che sarebbero la controparte, non presentano nemmeno una carta. Tocca poi alle audizioni parlamentari per rinegoziare la convenzione. Dagli atti parlamentari dell'audizione di Giorgio Tino (l'allora numero uno dei Monopoli cui la Corte dei conti ha chiesto 1,3 miliardi di danni) emergono le posizioni degli onorevoli.
Gianfranco Conte (Forza Italia) disse: "Chi è esperto del settore si è accorto della stupidità della Commissione (gli esperti che denunciarono lo scandalo, ndr)". Insomma, la politica non usa il pugno di ferro con le concessionarie. Così si arriva a stabilire nuove penali, ridotte a meno di un centesimo: da 50 a 0,5 euro l'ora per ogni apparecchio non collegato. Con una sorpresa: "C'è chi sostiene che la nuova disciplina debba valere anche per il passato. Mai vista una cosa simile, di solito vale la convenzione in vigore al momento dell'inadempienza", sostiene un esperto del settore che resta anonimo.
La parola quindi alla commissione tecnica Oriani-Monorchio che dovrebbe indicare come vada interpretata la convenzione. Infine i magistrati della Corte dei conti chiedono una consulenza della Digit (Ente nazionale per la digitalizzazione della Pubblica amministrazione). A ogni passaggio il conto si assottiglia: prima si scende a 840 milioni. Un centesimo del calcolo della Procura.
Poi si applica la nuova convenzione a 70 milioni. Meno di un millesimo. Si mette l'accento sul ruolo dei Monopoli nel pasticciaccio delle slot, si alleggeriscono le responsabilità dei concessionari. Fino all'udienza 23 novembre scorso. Con Smiroldo che ripete la richiesta: 89 miliardi. In subordine 2,7 miliardi (comunque un decimo della manovra) oppure, appunto, 840 milioni. Ma le concessionarie sperano che alla fine il conto sia un altro: zero euro.
http://www.dagospia.com
martedì 27 dicembre 2011
MARPIONNE APPARE SEMPRE PIU' UN GIOCATORE DI POKER, AGGRESSIVO E CINICO, IL CUI BLUFF POTREBBE ESSERE PRESTO SCOPERTO. LE VENDITE DELLA FIAT 500 NEGLI STATI UNITI SONO A FINE ANNO MENO DELLA META' RISPETTO ALLE STIME DEL BUDGET 2011. UN CLAMOROSO, TERRIBILE FLOP, CHE NON HA NULLA A CHE FARE COL MERCATO O LA RECESSIONE MA SOLO CON IL LANCIO DI UN MODELLO SBAGLIATO E NON ADATTO AL MERCATO USA - 2- PER GLI AMERICANI “QUESTA E' UN'AUTO GIOCATTOLO CON IL PREZZO DI UNA GRANDE AUTO” - 3- DECINE DI DEALER USA CHE HANNO FIRMATO UN CONTRATTO DI ESCLUSIVA CON FIAT SONO OGGI SULL'ORLO DELLA BANCAROTTA, PER IMPEGNI FINANZIARI DIVENUTI INSOSTENIBILI - 4- AFFIBBIATO ALLA FIAT 500 UN RATING SULLA SICUREZZA DI 3 STELLE, IL PEGGIORE IN ASSOLUTO ASSEGNATO FINORA NEGLI STATI UNITI A UN NUOVO MODELLO. QUESTA NOTIZIA E' DESTINATA A INCIDERE PESANTEMENTE SULLE VENDITE CATASTROFICHE DELLA 500 IN AMERICA -
Da "Wall Street Italia" - http://www.wallstreetitalia.com/
MARCHIONNE SULLA COPERTINA DEL _TIME_
Alcune notizie riguardanti il gruppo Fiat/Chrysler vanno valutate in termini oggettivi, in questo scorcio di fine anno, a partire dal fatto che quasi tutte le news riguardanti Torino sono censurate in Italia dalla grande stampa, e Wall Street Italia ritiene invece doveroso pubblicarle. La verita' e' che il ceo del gruppo Fiat/Chrysler, Sergio Marchionne, appare sempre piu' un giocatore di poker, aggressivo e cinico, il cui bluff potrebbe essere presto scoperto.
Parliamo di fallacia di una strategia industriale da parte del leader di una grande azienda automobilistica, non ci sogneremmo mai di esaminare la questione dal solo "angolo" sindacale o da quello puramente finanziario (takeover di Fiat fino al 100% di Chrysler entro il 2012). Qui in ogni caso si parla di mercato Usa e non di Italia o Europa.
La Fiat di Marchionne resta comunque un pianeta in parte misterioso, infatti se molti analisti pensano che il ceo sia stato geniale a salvare il Lingotto dal crack qualche anno fa, molti altri esperti del settore auto ritengono che non siano piu' tempi di ambizione unita alla sola finanza, e' proprio l'industria - cioe' l'auto, i prodotti, i modelli che piacciono al mercato - che qui langue.
SERGIO MARCHIONNE
Marchionne e' riuscito a investire una bazzecola, meno di $2 miliardi di dollari in cash, consolidando in bilancio la piu' piccola delle tre Big di Detroit, Chrysler, che ne valeva 8,3 sulla base dei conteggi dell'amministrazione Obama ai tempi del salvataggio (fine 2008) ma con un patrimonio netto tangibile negativo per 9,2 miliardi di dollari.
SERGIO MARCHIONNE
Secondo alcune fonti (tra cui un articolo del Corriere della Sera, di cui Fiat e' azionista, intitolato Fiat-Chrysler, il ‘'Peso dei Debiti sull'Ascesa di Marchionne''), l'indebitamento complessivo del gruppo Fiat/Chrysler ammonta a 40,5 miliardi di euro e potrebbe arrivare presto a circa 45 miliardi, sommando ai debiti consolidati (26 miliardi, che si stanno avvicinando a 30) i 14,5 miliardi di Fga Capital, la joint venture con il Crédit Agricole avviata per finanziare gli acquisti della clientela.
Articolo "Corriere": http://www.corriere.it/economia/11_giugno_06/mucchetti-chrysler-fiat_9434a1dc-9032-11e0-bd7e-24c232303fed.shtml
SERGIO MARCHIONNE EMMA MARCEGAGLIA
Leggere anche: Bilanci e risultati Fiat primo semestre 2011: http://www.fiatspa.com/it-IT/media_center/FiatDocuments/2011/LUGLIO/CdA_Fiat_Risultati_secondo_trimestre_2011_ita.pdf
Nel 2010 il gruppo automobilistico controllato della famiglia Agnelli aveva quasi 31 miliardi di euro di indebitamento finanziario totale, pari al 255% del capitale netto ma con una posizione finanziaria netta inferiore (-43%) di 17,4 miliardi dovuta a 13,4 miliardi di liquidità.
Ma veniamo alle news dell' ultimo mese e mezzo non circolate in Italia. Sono le seguenti:
1) Laura Soave, 39 anni, responsabile del brand e marketing di Fiat 500 in Nord America, e' stata silurata dopo appena 20 mesi dalla nomina; al suo posto e' stato chiamato l'11 novembre scorso Timothy Kuniskis, 44 anni, veterano Chrysler con 19 anni di carriera a Detroit.
2) Le vendite della Fiat 500 negli Stati Uniti sono a fine anno meno della meta' rispetto alle stime previste nel budget 2011. Un clamoroso, terribile flop, che non ha nulla a che fare con il mercato o la recessione ma solo con il lancio di un modello sbagliato e non adatto al mercato americano.
MARCHIONNE MARCEGAGLIA
3) Decine di dealer Usa che hanno firmato un contratto di esclusiva con Fiat sono oggi sull'orlo della bancarotta, per impegni finanziari divenuti insostenibili: le vendite della 500 hanno gia' toccato un picco e sono stimate in ulteriore calo, stando agli ultimi report della stampa specializzata.
4) La National Highway Traffic Safety Administration Usa il 9 dicembre ha affibbiato alla Fiat 500 un rating sulla sicurezza di 3 stelle, il peggiore in assoluto assegnato finora negli Stati Uniti a un nuovo modello auto. Questa e' la notizia piu' recente ed e' destinata a incidere pesantemente sulle vendite gia' insoddisfacenti della 500 in America.
OBAMA E MARCHIONNE JUST MARRIED
Partendo da quest'ultima news, ci si chiede con quale superficialita' il vertice del Lingotto (Marchionne con i manager del team tecnico) possa aver pianificato il lancio di un'auto nuova negli Stati Uniti senza aver prima dato per acquisito l'ottenimento dei requisiti anche tecnici necessari al successo, in un mercato come quello Usa particolarmente competitivo e affollato dei migliori competitor mondiali.
Il giudizio dell'ente federale Usa sulla sicurezza e' netto. La National Highway Traffic Safety Administration (NHTSA) ha assegnato 4 stelle sulla sicurezza della Fiat 500 in un incidente frontale e negli incidenti in cui si verifica un capottamento ma ha affibbiato 2 stelle negli incidenti con impatto laterale.
OBAMA MARCHIONNE
L'agenzia federale americana lo ha annunciato sul suo website safercar.gov. Il rating e' peggiore di altre auto piccole della stessa categoria e soprattutto peggiore della grande maggioranza dei veicoli di ogni categoria venduti in America. Per adesso solo altre due auto - la Dodge Caliber (Chrysler) e il SUV Ford Escape hanno ricevuto 3 stelle per la sicurezza da parte della NHTSA (durata video: 6:16).
LAURA SOAVE
L'agenzia federale Usa segnala (vedere link sopra) che un maschio di media corporatura alla guida riceve 5 stelle in termini di protezione, ma una donna di media corporatura al posto del passeggero (sedile di destra) ha 2 stelle in termini di protezione. Secondo la NHTSA un passeggero sul sedile posteriore soffre ferite alle costole peggiori dell'usuale.
LAURA SOAVE PRESENTA LA C AL NY AUTO SHOW
Ma torniamo al management responsabile del lancio di Fiat 500 negli Usa. Per quanto riguarda Kuniskis, il nuovo manager che ha sostituito Laura Soave, "eredita una rete di concessionari che non ha avuto un attimo di tregua e che ha investito pesantemente in saloni di vendita per i quali il fatturato e' molto meno di quanto il ceo di Chrysler-Fiat Sergio Marchionne avesse progettato dal franchise di un modello singolo, la piccola Fiat 500", scrive l'autorevole Automotive News di Detroit.
Marchionne aveva predetto che la Fiat 500 avrebbe venduto 50.000 auto all'anno in Nord America. Dal lancio lo scorso marzo le vendite negli Stati Uniti, Canada e Messico sono state di 21.380 auto fino a ottobre, ha detto il portavoce di Chrysler Ariel Gavilan. Secondo l'azienda 130 concessionari vendono la Fiat 500 (dati di ottobre) "ma solo 101 hanno per ora effettuato vendite".
FIAT 500
Da notare che la BMW ha venduto quest'anno sul mercato Usa 47.050 Mini fino a ottobre, si tratta del modello diretto concorrente della 500, reperibile in 90 concessionari e per il cui marketing i tedeschi hanno un budget limitato. Fino a tutto novembre Chrysler ha venduto 17.444 Fiat 500 negli Stati Uniti, con 11.200 unita' ferme all'1 dicembre, un magazzino di 173 giorni. Chrysler Group riporta vendite di appena 1.618 Fiat 500 a novembre, il terzo mese consecutivo di vendite in calo rispetto al mese precedente.
Le vendite di Fiat 500 vanno cosi' male che Chrysler Group ha sospeso la produzione a dicembre del motore da 1.4 litri FIRE con cui e' equipaggiata l'auto, ha detto uno dei responsabiili sindacali della UAW (United Auto Worker) di Detroit.
Questa situazione "ha cominciato a preoccupare i concessionari - scrive Automotive News - alcuni dei quali hanno investito fino a $3 milioni in negozi con un franchise unico obbligatorio dove puo' essere venduto un solo prodotto. Alcuni di questi dealers dicono che stanno perdendo decine di migliaia di dollari ogni mese".
http://www.autonews.com/apps/pbcs.dll/article?AID=/20111128/OEM02/311289923/1306
FIAT500 MARCHIONNE DE MEO LAP
Tenendo conto che Timothy Kuniskis ha rilanciato una massiccia campagna pubblicitaria in tv, in onda in questi giorni negli Usa, con J-Lo (Jennifer Lopez) come testimonial (cio' potrebbe pero' alienare i potenziali acquirenti maschi) sentiamo cosa dicono gli analisti americani del settore auto. Joe Langley, senior analyst di LMC Automotive, dichiara: "Lo stile iconico e grazioso della 500 la portera' solo fino ad un certo punto del mercato, passata la fase di chi compra sull'onda dell'ultima moda. Senza prevedere un messaggio di marketing piu' preciso per il brand, la Fiat avra' difficolta' a strappare clienti da altri marchi che sono invece ben conosciuti e stabilizzati in America".
ALAN BAUM
Alan Baum di Baum and Associates dice che "la Fiat 500 non e' stata disegnata per il mercato degli Stati Uniti, ma invece semplicemente piazzata li'". Secondo Baum i problemi sperimentati con il lancio della Fiat - dopo 27 anni di assenza dal mercato - "hanno reso la vita difficile ai concessionari, ai quali e' stato chiesto di investire sostanziali somme di denaro per le nuove showrooms".
"Cio' continuera' ad avere un impatto, e sta gia' pesando sul rilancio dell'Alfa Romeo sul mercato Usa", ha spiegato Baum all'Agence France Press. Secondo Langley le vendite della Fiat 500 hanno toccato gia' il picco massimo, e nonostante gli sforzi e gli investimenti massicci del gruppo nella campagna di spot in Tv a livello nazionale (Usa) per i prossimi mesi i numeri cominceranno a calare.
TIMOTHY KUNISKIS
L'opinione generale e' comunque quella dettata dal buon senso. E' difficile vendere la Fiat 500 negli Stati Uniti perche' e' un'auto piccola che costa molto cara (15.500 dollari il modello di partenza, vedi Edmunds.com). Ecco alcuni commenti postati sul sito di Automotive News da esperti del settore che esprimono il loro sentiment sulla piccola auto "made in Italy" (con carrozzeria fabbricata in Messico):
"Il volume di vendita iniziale previsto in 50.000 Fiat 500 era semplicemente stupido in un paese che ama le automobili grandi e dove i veicoli che vendono di piu' sono da decenni i pickup e i SUV".
JENNIFER LOPEZ SPOT FIAT 500
"Sergio Marchionne ed altri ben pagati manager Fiat/Chrysler devono uscire ogni tanto dalla loro torre d'avorio e avvicinarsi alla gente comune. Poche persone che hanno come caratteristica la praticita', che vanno al lavoro tutti i giorni, che forse hanno un figlio o due, e hanno bisogno di una macchina sicura, affidabile ed economica, sono disposte a pagare un prezzo cosi' alto per una Fiat 500. Questa e' un'auto giocattolo con il prezzo di una grande auto. Il risultato, e' che le vendite sono patetiche, come di fatto lo sono. Sul lato americano - Chrysler era in rianimazione quasi morta, e forse avrebbe dovuto essere sacrificata per lasciare spazio ad aziende piu' competenti. Sul lato italiano - loro hanno chiaramente e severamente misinterpretato il mercato auto americano".
JENNIFER LOPEZ SPOT FIAT 500
"Ma Marchionne quando capira' che la 500 e' un'auto che non raggiungera' gli obiettivi, sovrastimata, prezzata troppo alta, troppo sbandierata e sovra-esposta, in questo mercato? Per $16.000 dollari chiunque potrebbe comprare una vera auto. Questo e' il terzo tentativo di ingresso della Fiat negli Stati Uniti da quando io ho cominciato a lavorare in questo settore nel '61. Gli italiani certamente apprendono con lentezza".
"Io penso, signor Conley, che il problema e' sempre stato l'incompatibilita' tra un business familiare in Italia e il consumismo americano del nercato di massa. L'istinto di base di praticamente tutti gli imprenditori italiani e' di vendere la lora benamata madre piuttosto che mollare sul fronte dei profitti. Ed e' proprio cio' che ha portato la FIAT a cercare una presentazione stile boutique ad un prezzo molto alto per la 500. Gli italiani odiano competere sul prezzo. Ma qui in America e' un desiderio di morte/suicidio per ogni uomo d'affari"
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La Federal Riserve è una proprietà privata
Riferimento originale: http://www.apfn.org/apfn/fed_reserve.htm
La Federal Riserve è una proprietà privata.
(di Thomas D. Schauf)
1992
Cari Americani
A seguito della vostra richiesta tenterò di far luce sulle vostre istanze relative alla Federal Riserve Bank (FED). Ho passato molto tempo a fare ricerche sulla FED e queste sono le scioccanti, eloquenti conclusioni.
LA FEDERAL RESERVE BANK E’ UNA PROPRIETA’ PRIVATA.
L’articolo 1, Sezione 8 della Costituzione stabilisce che il Congresso deve avere il potere di coniare moneta (creare) e di stabilirne il valore. Tuttavia, attualmente, la FED, che è una società privata, controlla e trae profitto dal produrre moneta attraverso il Tesoro, e controllandone il valore.
La FED ebbe inizio con circa 300 persone o banche, che diventarono proprietari (azionisti che hanno comprato il capitale azionario a $ 100 per azione – il capitale azionario non è commercializzato pubblicamente) del Sistema Bancario della Federal Riserve. Essi formarono un cartello bancario internazionale di ricchezza senza confronto (Riferimento 1, 14) Il sistema bancario della FED raccoglie miliardi di dollari (riferimento 8, 17) di interessi annui e distribuisce i profitti ai suoi azionisti. Illegalmente, il Congresso ha dato alla FED il diritto di stampare moneta (attraverso il Tesoro) senza alcun onere per la FED. La FED ha creato denaro dal nulla, e lo presta a noi attraverso le banche, e carica gli interessi sulla nostra moneta. La FED compra anche i debiti del Governo (ndr: obbligazioni) con il denaro stampato con una semplice pressa tipografica e carica gli interessi sui contribuenti degli Stati Uniti.
Molti deputati e presidenti dicono che questa è una frode (riferimento 1,2,3,5,17)
Chi possiede attualmente le Banche Centrali della Federal Riserve?
La proprietà delle 12 banche Centrali, un segreto ben mantenuto, è stato svelato:
La Banca Rothschild di Londra
La Banca Warburg di Amburgo
La Banca Rothschild di Berlino
La Lehman Brothers di New York
La Lazard Brothers di Parigi
La Banca Kuhln Loeb di New York
Le Banche Israel Moses Seif in Italia
La Goldman, Sachs di New York
La Banca Warburg di Amsterdam
La Chase Manhattam Bank di New York
(Riferimento 14, P, 13, Riferimento 12, P, 152)
Questi banchieri sono collegati ad Istituti bancari londinesi che ultimamente controllano la FED. Quando l’Inghilterra ha perso la guerra di Rivoluzione Americana (i nostri antenati stavano combattendo contro il loro governo) essi programmarono di controllarci controllando il nostro sistema bancario, lo stampaggio del denaro, ed il nostro debito (Riferimento 4, 22).
Gli individui elencati di seguito possedevano banche che a loro volta possedevano azioni della FED: Le banche elencate di seguito hanno un controllo significativo sul New York FED District, che controlla gli altri 11 FED Districts. Queste banche sono in parte possedute da stranieri e controllano la New York FED District Bank. (Riferimento 22).
q First National Bank di New York
q James Stllman National City Bank, New York
q Mary W. Harnman
q National Bank of Commerce, New York
q A.D. Jiullard
q Hanover National Bank, New York
q Jacob Schiff
q Chase National Bank, New York
q Thomas f: Ryan
q Paul Warburg
q William Rockfeller
q Levi P: Morton
q M.P. Pyne
q George F. Baker
q Percy Pyne
q Mrs.G.F. St. George
q J.W. Sterling
q Katherine St. George
q H.P. Davidson
q J.P. Morgan (Equitable Life/Mutual Life)
q Edith Brevour T. Baker
(Riferimentro 4, per quanto sopra, Riferimento 22 ha dettagli, P. 92,93,96,179)
Come è successo? Dopo il precedente tentativo di promuovere la legge per la Federal Riserve attraverso il Congresso, un gruppo di banchieri fondò e fornì di personale la campagna di Woodrow Wilson come Presidente. Egli si era impegnato a firmare questa legge. Nel 1913, un Senatore, Nelson Aldrich, nonno da parte materna dei Rockfeller, promosse la legge sulla Federal Riserve attraverso il Congresso proprio prima di Natale quando la maggior parte del Congresso era in vacanza (Riferimento 3,4,5,). Quando fu eletto, Wilson approvò la FED. In seguito, Wilson, pentito, disse (riferendosi alla FED), “ho, inconsapevolmente rovinato il mio paese” (riferimento 17, P, 31).
Ora le banche sostengono finanziariamente i candidati condiscendenti.
Non sorprende che la maggior parte di questi candidati vengano eletti (Riferimento 1, P. 2°8-210, Riferimento 12, P. 235, Riferimenti 14, P. 36). I banchieri impiegano i Membri del Congresso durante i weekends (Nomignolo T&T club- fuori giovedì…..dentro martedì) con lucrosi salari (Riferimento 1, P. 209). Inoltre, la FED cominciò a comprare i media negli anni 30 ed ora ne possiede o influenza in modo rilevante la maggioranza (Riferimento 3, 10, 11 P. 145).
I Presidenti Lincoln, Jackson e Kennedy cercarono di fermare questa famiglia di banchieri stampando dollari degli S.U. senza caricare gli interessi sui contribuenti (Riferimento 4). Oggi, se il governo presenta una gestione passiva, la FED stampa dollari tramite il Tesoro degli S.U, compra i debiti, ed i dollari circolano nell’economia. Nel 1992, i contribuenti hanno pagato al sistema bancario della FED 286 miliardi di dollari di interessi sul debito che la FED ha acquistato stampando denaro di fatto a costo zero (riferimento 12, P. 265). Il quaranta per cento di tasse del nostro introito personale federale serve a pagare questo interesse. I registri della FED non sono aperti al pubblico. Il Congresso deve ancora verificarli.,
Il CongressistaWright Patman è stato presidente del Comitato alla Camera dei Rappresentanti per il Sistema Bancario e la circolazione Monetaria per 40 anni. Per 20 di quegli anni ha presentato una legge per abrogare la legge sulla Federal Riserve Banking del 1913.
Il congressista Henry Gonzales, Presidente di un comitato bancario presenta una legge per abrogare la legge sulla Federal Riserve Banking del 1913 quasi ogni anno. Viene sempre sconfitto, i media restano in silenzio ed il pubblico non sa mai la verità. Gli stessi banchieri che posseggono la FED controllano i media e danno enormi contributi politici ai membri simpatizzanti del Congresso (Riferimento 12, P.155-163, Rif. 22, P. 158,159,166)
LA FED TEME CHE IL PUBBLICO DIVENTI CONSAPEVOLE DI QUESTA FRODE E CHIEDA DEI CAMBIAMENTI
Il rappresentante Louis McFadden (R:Pa) da fattorino diventò cassiere e poi presidente della First National Bank di Canton nell’Ohio. Per 12 anni fu presidente del Comitato per il Sistema Bancario e la Circolazione Monetaria, facendone un’eminente autorità in America. Egli combattè continuamente per l’integrità fiscale ed il ritorno al governo costituzionale (rif:1). Quello che segue sono parti del discorso del rappresentante McFadden inserite nelle annotazioni del Congresso, pagine 12595-12603:
“IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DELLA FEDERAL RESERVE, UN CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL GOVERNO HA TRUFFATO IL GOVERNO DEGLI STATI UNITI ED IL POPOLO DEGLI STATI UNITI PER UN AMMONTARE DI DENARO SUFFICIENTE A PAGARE IL DEBITO NAZIONALE .
I saccheggi e le iniquità del Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve e delle banche della Federal Riserve che agiscono insieme sono costati a questo Paese ABBASTANZA DENARO PER PAGARE IL DEBITO NAZIONALE DIVERSE VOLTE”
Per quanto riguarda le banche della Federal Riserve, il Rap. McFadden ha detto, “Esse sono monopoli di credito privati che predano il popolo degli Stati Uniti per il loro beneficio e per i clienti stranieri;speculatori e truffatori stranieri e nazionali; i ricchi predatori mutuanti di denaro. Questa è un’era di ristrettezze economiche ed il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e le banche della Federal Riserve ne sono in pieno responsabili”.
Sull’argomento del controllo dei media ha affermato, “è stato speso mezzo milione di dollari per una parte della propaganda organizzata da quegli stessi banchieri europei al fine di deviare l’opinione pubblica a questo riguardo”.
Il rappresentante McFadden ha continuato, “Il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve ha fatto ogni sforzo per occultare il suo potere ma la verità è che il Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve HA USURPATO IL GOVERNO DEGLI STATI UNITI. ESSO CONTROLLA TUTTO QUI E CONTROLLA TUTTI I NOSTRI RAPPORTI INTERNAZIONALI. FA E DISFA I GOVERNI A SUO VOLERE.
Nessuno ha un potere più consolidato dell’arrogante monopolio del credito che gestisce il Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e le banche della Federal Riserve. Questi malfattori hanno derubato questo paese di più denaro di quanto ne serve per pagare il debito nazionale. Quello che il governo ha permesso al Consiglio di Amministrazione della Federal Riserve di rubare al popolo dovrebbe ora essere restituito al popolo.
“il denaro del nostro popolo pari a $1.200.000.000, negli ultimi pochi mesi è stato mandato all’estero per riscattare le banconote della Federal Reservee per pagare i debiti speculativi dei traditori del Consiglio di amministrazione della Federal Reserve e delle banche della Federal Reserve. La maggior parte delle nostre riserve monetarie è stata inviata agli stranieri.Perché dovremmo promettere di pagare i debiti degli stranieri agli stranieri? Perché i contadini ed i salariati americani dovrebbero aggiungere milioni di stranieri al numero dei loro dipendenti? Perche al Consiglio di amministrazione della Federal Riserve e alle banche della Federal Riserve dovrebbe essere consentito di finanziare i nostri concorrenti in tutte le parti del mondo?” chiese il Rap. McFadden.
“La legge sulla Federal Riserve dovrebbe essere revocata e le banche della Federal Riserve dovrebbero essere abrogate e le banche della Federal Riserve, avendo violato i loro statuti, dovrebbero essere liquidate immediatamente”.
I FUNZIONARI GOVERNATIVI INFEDELI CHE HANNO VIOLATO I LORO GIURAMENTI DOVREBBERO ESSERE INCRIMINATI E PORTATI IN GIUIDIZIO”,concluse il Rap. McFadden (Rif.1 Contiene un intero capitolo sul discorso del Rap:McFadden).-
Se i media sono imparziali, indipendenti e completamente attenti perché non hanno messo in discussione la FED? Attualmente la metà degli stati ha almeno un movimento popolare in azione per abolire la FED ma non c’è copertura da parte della stampa. Nel mese di luglio del 1968il sottocomitato dell’istituto bancario ha riferito che Rockfeller, tramite la Chase Manhattan Bank controllava il 5,9%delle riserve della CBS. Inoltre, la banca, ha ottenuto consigli di amministrazione comuni con ABC
Nel 1974, il Congresso diramò un rapporto che affermava che la quota di partecipazione della Chase Manhattan Bank nella CBS era salita al 14,1% e nella NBC al 4,5% (tramite l’RCA, la società madre della NBC). Lo stesso rapporto diceva che la Chase Manhattan Bank deteneva risorse in 28 emittenti. Dopo questo rapporto, la Chase Manhattan Bank ottenne il 6,7% della ABC,ed oggi la percentuale potrebbe essere molto maggiore. Ci vuole soltanto il 5% della proprietà per influenzare i media in maniera significativa (Rif: 14,P. 56-57). Questo è soltanto uno dei 300 ricchi azionisti della FED. Si crede che altri proprietari della FED abbiano simili partecipazioni nei media.
Per controllare i media, i banchieri della FED richiedono il pagamento dei loro prestiti, se i media non sono d’accordo con loro (Rif. 25,P.134-137)
Rockfeller controlla anche il Consiglio per le Relazioni Estere (CFR), al solo scopo di aiutare nello stimolare un interesse maggiore negli affari esteri e in un solo governo mondiale.Quasi ogni speaker importante appartiene al Consiglio per le relazioni estere. Il Consiglio per le Relazioni Estere controlla molti giornali e molte riviste importanti. Inoltre, gli enti pubblici più importanti in possesso degli azionisti della FED rappresentano la fonte di enormi entrate pubblicitarie che sicuramente influenzano i media (Rif. 14, P. 56-59).Non c’è da meravigliarsi se gruppi come la FED-UP tm ricevano un’attenzione minima, ammesso che ce ne sia, da parte della stampa.…
AMERICA TRUFFATA
… In altre parole, con il Congresso che permette alla illegale FED di andare avanti, la maggior parte delle vostre tasse va agli azionisti della FED ed ai loro banchieri. Nota: le persone che approvarono la FED avviarono l’IRS, entro mesi dall’avvio della FED. La FED compra il debito degli S.U. con il denaro che stampa dal niente, poi carica l’interesse sui contribuenti degli S.U. Il Governo ha dovuto creare l’imposta sul reddito per pagare le spese per gli interessi agli azionisti della FED, ma l’imposta sul reddito non è stata mai approvata legalmente (il Rif.20 mostra i dettagli, stato per stato perché non è stata approvata legalmente). La FED è illegale, per l’articolo 1, Sezione 8 della Costituzione degli Stati Uniti. Non uno stato ha ratificato il 16° emendamento che rende legale l’imposta sul reddito. … Perché il Congresso ha consentito alla FED di continuare? Se una persona del Congresso cerca di abolire la FED, le banche finanziano l’oppositore di quella persona nell’elezione successiva (Rif. 17, P. 35). Il nuovo rappresentante del Congresso ovviamente sosterrà la FED. Quando la gente del Congresso si dimette, i fondi della campagna politica non sono tassati. Fatevi eleggere e sarete milionari se votate giusto. A proposito, neanche il profitto della FED viene tassato (Rif. 1,9). …Prendiamo in considerazione questo fatto. La maggior parte delle fonti date in questo opuscolo mostrano come la discendenza familiare dei banchieri che posseggono la FED ha finanziato entrambi i contendenti durante le guerre più importanti.Essi hanno creato falso denaro coloniale per distruggere gli americani durante la guerra di Rivolta ed hanno cercato di finanziare entrambi i contendenti nella Guerra Civile Americana. Abramo Lincoln rifiutò ed il Sud accettò. Molte pubblicazioni mostrano che questi banchieri hanno finanziato la I° guerra mondiale e la II° guerra mondiale, la Rivoluzione Russa che ha aiutato Napoleone, Lenin e Hitler a salire al potere. Essi hanno finanziato entrambe le parti con denaro creato dal nulla e ne hanno tratto grande profitto. Questi stessi banchieri hanno creato una quantità di depressioni americane per cambiare le leggi degli S.U ed appropriarsi della nostra ricchezza. Leggere le fonti per i dettagli. Ecco perché i nostri antenati scrissero nella Costituzione che solo il Congresso può emettere denaro – non le banche private (Rif. 18)
Più guerre creano più debito che significa più profitto per i banchieri (Rif. 1, 21). Questi banchieri hanno pianificato tre guerre mondiali così la gente avrebbe dato il benvenuto all’intervento delle Nazioni Unite per governare il mondo in pace,senza guerra.. (Il Rif. 22 dà dettagli specifici sulla I e la II guerra mondiale, mostrando esattamente come i banchieri fossero responsabili per l’inizio e la continuazione di queste guerre per il loro profitto.
Le banche hanno pubblicamente annunciato che ci costringeranno ad una società senza contanti per il 1997. Inoltre, programmano di creare un governo mondiale attraverso le Nazioni Unite capeggiato dalla FED, Trilaterali ed il Consiglio sulle Relazioni Estere (Rif.3). In base alla definizione di tradimento esse hanno commesso tradimento! Questo significa che perdete i vostri diritti in base alla Costituzione ed alla Carta dei Diritti. Vi suona allettante?₀. La FED ha annunciato pubblicamente che il loro primo obiettivo era di togliere il nazionalismo dalla testa degli americani perché il patriottismo in un paese non sarà un valore in futuro. I media ci fanno credere che le N.U ha tutte le risposte, ed a” pensare globalmente”. … ; il documento 7277 del Dipartimento di Stato chiede il dasarmo dell’America trasferendo così la nostra sovranità ad un unico governo mondiale. Inoltre i media spingono ad eliminare le armi. I nostri progenitori credevano che il diritto a portare armi avrebbe impedito un’assunzione di potere del nostro governo. La storia mostra che prima che si insediasse un qualsiasi governo, i cittadini venivano disarmati. Hitler lo fece, e prima della nostra guerra di Rivoluzione, il re Giorgio ci disse di disarmarci – è stato un bene che non lo abbiamo fatto.
In base alla Legge della Riserva Federale, i banchieri controllano la nostra economia. La FED controlla i tassi di interesse e la quantità di denaro nell’economia. Questi fattori determinano sia la prosperità economica che la sua assenza.I banchieri stanno facendo pressioni per un governo mondiale ed una società senza denaro contante. Perché senza contante? …. Quello che una società senza contanti significa realmente è che le banche possono controllarci. Oggi voi temete l’IRS. In una società senza contanti, se non siete d’accordo con gli obiettivi politici dei banchieri scoprirete che il vostro denaro è sparito per un errore del computer. (Per ulteriori informazioni sulla società senza contanti, leggete il Rif. 13, P. 174; il Rif.3; il Rif. 14, P. 9-12; il Rif.15, P. 136; il Rif. 25, P.216).
Se poteste prevedere con precisione i tassi di interesse, l’inflazione e la deflazione, sapreste quando comprare o vendere titoli di stato e fare un sacco di soldi. La FED tiene incontri segreti ( per documentazione del Congresso) per stabilire i futuri tassi di interesse e la quantità di denaro da stampare. La Commissione Governativa a cui è affidato il controllo dell’osservanza delle norme che regolano il funzionamento delle borse (SEC), per legge impedisce agli addetti ai lavori da trarre profitto da informazioni privilegiate. La documentazione del Congresso prova che i banchieri della
FED hanno incontri segreti abituali per trarre profitto dalla manipolazione del mercato azionario mediante tassi di interesse e l’ammontare di denaro che creano.I banchieri della FED traggono anche enormi profitti dai disastri economici come la Depressione (Rif. 22, P. 56) I banchieri creano inflazione, vendono i titoli di Stato prima che il mercato crolli, poi ricomprano i titoli ad un prezzo inferiore. I banchieri lo hanno ammesso al Congresso. Questo viola la legge, eppure il Congresso non agisce perché questi banchieri sono generosi contribuenti politici ( Rif. 17, P. 96-98); Rif. 1, P. 162-163; Rif. 22, P. 114-170 & P. 136): Thomas Jefferson ha predetto questo scenario se avessimo consentito alle banche private come la FED, di creare la nostra moneta (Rif.1, P. 247).
Il presidente della FED Burns afferma “ (A) Si può realizzare un grosso profitto semplicemente conoscendo in anticipo i giornali dei prossimi mesi. ” il Congressista Patman ha detto “ I funzionari della FED posseggono più di 10 milioni di dollari (di titoli di Stato) mentre prendono decisioni che influenzano i prezzi di questi titoli…” (Rif. 24, P.123). La storia prova che le banche traggono profitto dalla bancarotta di una nazione (Rif. 22, P. 56): …
La sezione 7 della Legge della Federal Riserve, approvata il 23 dicembre 1913, stabilisce che il profitto della FED dovrebbe andare al Tesoro degli S.U. Nel 1959, la nuova legge consentiva alla FED di trasferire obbligazioni alle banche commerciali senza nessun costo per la banca. Ora la FED riceve meno entrate per interessi e meno profitto per il Tesoro degli S.U. perché il denaro viene dirottato ad altre banche attraverso un’annotazione contabile (Rif. 17, P. 115-130). Il Congresso e l’IRS non hanno accesso agli archivi finanziari della FED: Ogni anno il Congresso presenta leggi per controllare la FED, ed ogni anno viene battuto. Il sistema bancario della FED potrebbe facilmente guadagnare centinaia di miliardi di profitto ogni anno. Attraverso la “contabilità creativa”il profitto può facilmente essere riclassificato come spesa (Rif. 14, P. 239). Entro i primi pochi anni, agli azionisti della FED è stato restituito il loro investimento iniziale senza alcun rischio. Tutte le entrate sono esenti da tasse, eccetto l’imposta patrimoniale, in base alla Legge della Federal Riserve. …
“ Noi il Popolo&8221; hanno spinto i seguenti stati ad approvare o presentare una legge per mettere fine alla FED: Arizona, Washington, Arkansas, Idaho, Oregon, Indiana e Texas: …: Abolendo la FED non pagheremmo l’ interesse sulle banconote della Federal Riserve. Finchè non è abolita, La FED ha il monopolio sul profitto sulla nostra moneta e se sarà aumentata o diminuita la nostra fornitura di denaro, l’inflazione o la depressione. Le banche sono in grado di controllare gli affari controllando chi può e chi non può ottenere un prestito. …
PERCHE I NOSTRI PROGENITORI COMBATTEVANO LA FED
“. Consentitemi di controllare le emissioni ed il denaro della nazione e non mi importa di chi fa le sue leggi!” La suddetta citazione è stata attribuita al banchiere del 18° secolo Amshell Rothschild ( la sua discendenza controlla la FED). Poiché, se ad un gruppo senza scrupoli viene consentito di stampare il denaro di una nazione – esso può alla fine usare il denaro per assicurarsi il controllo della stampa E dei politici – e così assicurarsi il controllo di fare le leggi di una nazione – ed infine – controllare la nazione stessa. (Rif. 4).
Se avrete tempo di leggere il materiale di riferimento elencato che è stato ricercato dai Professori delle Università, Persone del Congresso, ecc. scoprireste informazioni che potrebbero spaventarvi. Per esempio, nel 1921 gli azionisti della Federal Riserve finanziarono un’organizzazione chiamata “ Consiglio per le relazioni Estere” (CFR). La rivista Harpers l’ha definita la più potente organizzazione degli Stati Uniti. Il novanta per cento delle persone del Dipartimento di Stato ed in posizione chiave del Sistema Amministrativo sono membri del CFR: Il CFR pubblica una rivista chiamata “Affari Esteri”. Leggetela se volete saper cosa accadrà negli anni a venire. Il CFR è a
favore del Nuovo Ordine Mondiale (Rif. 3).
Il congressista Patman citò di nuovo Thomas Jefferson mostrando che i nostri padri fondatori conoscevano molto bene questo principio bancario.“. I credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di un esercito in armi…” “Esse hanno già prodotto un’aristocrazia del denaro che sfida il governo. Il potere di emissione (del denaro), ” ha detto, dovrebbe essere tolto alle banche e restituito al popolo al quale giustamente appartiene” La Rivoluzione Americana è stata una lotta per prendere il controllo della ricchezza dalla Banca d’Inghilterra e per restituire i centri del potere al popolo a cui “giustamente appartiene”: La Costituzione è chiara sull’autorità del popolo, attraverso i suoi rappresentanti eletti, per controllare il denaro, e così, gli affari del loro governo. (Rif. 5, P. 32).
Ben Franklin ha detto nella sua autobiografia che l’incapacità dei coloni di tenere il potere di emettere la loro propria moneta per sempre lontano dalle mani di Gorge III e dei banchieri internazionali è stata (una delle) Più IMPORTANTI ragioni della Guerra Rivoluzionaria. (Citato nel Rif. 4)
Thomas Jefferson affermò, “ se il popolo americano permetterà alle banche private di controllare l’emissione del denaro, prima con l’inflazione, poi con la deflazione, le banche e le corporazioni che nasceranno intorno a loro priveranno il popolo di tutte le proprietà finche i loro figli si sveglieranno senza casa sul continente che conquistarono i loro padri. ” (Rif. 1,P. 247).
Il congressista Charles A.. Lindberg del Minnesota ha detto:“ Questa (Federal Riserve) legge stabilisce il più gigantesco monopolio sulla terra: Quando il Presidente (Wilson)firma questa legge, sarà legalizzato il governo invisibile del Potere Monetario…il peggior crimine legislativo dei secoli, perpetuato da questa legge bancaria e monetaria. ” (Rif. 5, P.33)
Robert H.Hmphill (Direttore per il credito, Federal Reserve bank di Atlanta): “ Siamo completamenti dipendenti dalle banche commerciali. Qualcuno deve prendere in prestito ogni dollaro che abbiamo in circolazione, in contanti, o a credito. Se le banche creano molto denaro sintetico noi siamo prosperi; altrimenti moriamo di fame: Siamo assolutamente senza un sistema monetario permanente. Quando abbiamo una visione completa di questo quadro, la tragica assurdità della nostra posizione senza speranza è quasi incredibile, ma tant’è. Esso (il problema bancario) è il tema fondamentale che le persone intelligenti devono indagare e rifletterci sopra.E’ così importante che la nostra civiltà potrebbe collassare a meno che non venga ampiamente compreso ed i difetti vengano corretti molto presto.” (Rif. 1, P. 247).
Napoleone, che simpatizzava con i banchieri internazionali, si rivolse loro contro negli ultimi anni del suo governo: Egli disse: “ Quando un governo dipende per il denaro dai banchieri, sono i banchieri non i governanti a controllare la situazione, perché la mano che da è al di sopra della mano che prende… Il denaro non ha patria; i banchieri sono senza patriottismo e senza decenza; il loro obiettivo è il guadagno. ” (Rif. 4)
I congressisti hanno definito le Banconote della Federal Riserve come “ FIAT ” denaro (senza copertura). (Rif. 1, P. 128, 169)
Nel 1968 la Corte Suprema ha dichiarato che il Governo degli Stati Uniti può legalmente emettere Banconote degli Stati Uniti, senza debito e interesse, proprio come avevano tentato Lincoln e Kennedy: (Rif.1, P. 233)
Una banca che aveva tentato di pignorare una proprietà in base ad una inadempienza affrontò il giudice Manhoney in un processo con giuria: Jerome Daly fu ritenuto innocente. La banca non potè pignorare la proprietà essa basava il pignoramento sul nulla, come fanno molte banche. Usate questo come precedente la prossima volta che una banca cerca di pignorare la vostra casa. (Rif. 17, P. 82, 83 su annotazione del Tribunale)
La FED viola le regole della Commissione governativa per il controllo dell’osservanza delle norme che regolano il funzionamento delle borse (SEC). Rif. 17, P.96, 98)
La 9° Corte itinerante della California ha dichiarato che le banche della FED sono private, non governative. (Rif. 17, P. 273)
Mr. Marriner Eccles che è stato presidente del Consiglio dei Governatori del Sistema della Federal Riserve più a lungo di qualsiasi altra persona, testimoniò davanti al Comitato Economico Misto nell’agosto del 1962. Quando il Presidente Wright Patyman gli chiese se era o no un fatto che il Sistema della Federal Riserve aveva più potere sia del Presidente che del Congresso, Eccle rispose: “ nell’ambito del denaro e del credito, si”. /Rif. 1, P 206)
Il dr.Hans F. Sennhilz, Presidente del dipertimento di Economia al College di Grove City (PA) ha affermato:” il Sistema della Federal Riserve facilita il finanziamento inflazionistico del Governo in “periodi di emergenza”. Esso rende facile il finanziamento inflazionistico dei deficit di bilancio ed il rifinanziamento inflazionistico dei finanziamenti del Governo. Esso stabilizza il mercato obbligazionario attraverso metodi inflazionistici e manipola questo mercato a vantaggio del governo. Fa tutto questo demolendo il potere di acquisto del dollaro; rubando astutamente dal popolo di questo paese quello che esso così fornisce al governo, attraverso un processo esattamente simile alla tosatura delle monete degli antichi re ma molto meno visibile.” (Rif.1, P. 250, 251)
Fonti: legge bancaria del 1935, dibattimento davanti ad un Sottocomitato del Comitato Bancario e Valutario, Senato degli S.U., 74° Congresso, 1° Sessione, su S.1715, maggio 1935, pag.871-2. “ La Federal Riserve è nelle mani sbagliate. Nessuna repubblica costituzionale può funzionare quando il potere monetario del governo è nelle mani dell’oligarchia finanziaria come i finanzieri di New York
₀ controllando il Congresso, la FED ha potuto controllare gli accordi per la candidatura di entrambi i partiti politici. In questo modo è stata in grado di selezionare accuratamente le nomine presidenziali perciò non importa quale partito vince,il loro candidato a presidente è vincolato alla FED…(Rif. 1, P. 210, Rif. 22)
Nel 1975, il Rapporto della Fondazione Rockefeller esaminò il “ Interdipendenza” dei paesi del mondo reciproca . Esso ha stabilito che siamo un solo mondo e l’America deve diventare uno stato-nazione sotto un solo governo. Dicono anche che dobbiamo raggiungere una crescita demografica zero. La Fondazione Rockefeller ha affermato che hanno un eccesso di 747 milioni di dollari con cui raggiungere lo scopo (Rif.3)
Il deputato John R: Rarick afferma che il Consiglio per le Relazioni Estere (CFR) si impegna per un unico governo mondiale. I media rimangono per la maggior parte in silenzio. Il CFR vuole trasformare gli S.U. da una repubblica costituzionale sovrana in un servile stato membro di un’unica dittatura mondiale. Il 17 febbraio 1950, un membro del CFR, James Wamburg (banchiere ed architetto del Sistema della Federal Riserve) ha affermato davanti al Comitato per le Relazioni Estere del Senato “Dovremo avere un unico governo mondiale vi piaccia o no, con la forza o con il consenso”. Ed ancora i media restarono in silenzio. Nell’aprile del 1974 conclusione del giornale del CFR “ Affari Esteri”, pagina 558, Richard Gardener afferma che il nuovo ordine mondiale “ sarà costruito……ma una fine ottenuta con l’inganno della sovranità nazionale, erodendo pezzo per pezzo realizzerà molto di più di un vecchio assalto frontale”.Il deputato McDonald, Heinz and Tower affermarono che questa è una cospirazione. I media restarono di nuovo in silenzio. (Rif. 14, P. 17, 18, 32, 33).…
In una lettera a Thomas Jefferson, John Adams scrisse: “ Tutte le perplessità, la confusione e la sofferenza in America non deriva da difetti della Costituzione o della Confederazione, non dall’onore e dalla virtù, ma dall’assoluta ignoranza della natura della moneta, del credito e della circolazione”.
I banchieri inglesi hanno stabilito “ Coloro che creano ed emettono denaro ed il credito dirigono la politica del governo e detengono nello loro mani il destino del popolo”. /Rof. 1, P. 200-214), Adams, Jefferson, e Lincoln credevano che il capitalismo bancario fosse più pericoloso per le nostre libertà di eserciti armati. In una repubblica, le banche prestano il denaro ma non possono crearlo o produrlo.(Rif: 1, P.)
In seguito, Jefferson usò un linguaggio più forte e denunciò le istituzioni come “ una delle ostilità più letali contro i principi e la forma della nostra Costituzione.” Qualcuna ha detto che Jefferson non favorì una forte banca centrale. Quello che lui non favorì fu la consegna del nostro sistema monetario in mani private per essere gestito per profitto privato. (Rif.1, P. 230) Il Presidente James A. Garfield ha detto:”Chiunque controlla il denaro in qualsiasi paese è il padrone assoluto dell’industria (legislazione) e commercio “. (Rif.1, P.247, Rif. 4) &à8230 ;
Controllando il nostro denaro, Thomas Jefferson si aspettava che il governo non sarebbe incorso ad indebitamento, come era accaduto nel sistema europeo. (rif: 1, P. 243) le banche europee sono come la FED.
I FATTI:
L’Inghilterrra ha perso la guerra di Rivoluzione
L’Inghilterra ha quasi distrutto le colonie creando falso denaro coloniale ed iperinflazione
I Rothschils che controllano la Banca d’Inghilterra (come la nostra FED) hanno detto che controllando l’emissione del denaro (stampandolo) si può controllare il governo.
Gli autori della Costituzione avevano capito che le banche private “controllano i governi: La costituzione da al Congresso solo il diritto di stampare denaro.
Dall’inizio degli Stati Uniti ad oggi ci sono stati due modi per emettere nuova moneta:
Il primo modo è di far stampare la moneta al governo esente da debito ed interesse, e farla circolare nell’economia usandola come mezzo di scambio.Non c’è nessuna tassa imposta per pagare l’interesse sulla valuta in circolazione perché è esente da debito ed interesse.Questo è il sistema che ha usato Lincoln con la sua “banconote”, un sistema desiderato da Kennedy e chiesto da Jefferson.
Il secondo metodo è: I cittadini consentono alle banche di stampare 500 miliardi di dollari in moneta (contante): La banca paga il costo della stampa, dell’inchiostro e della carta. I cittadini non fanno pagare alla banca nessun interesse per l’uso dei 500 miliardi di dollari in moneta stampata. La banca usa i 500 miliardi di dollari in contanti per comprare 500 miliardi di dollari di obbligazioni che pagano l’ interesse ai banchieri. La banca tiene una parte delle obbligazioni e vende al pubblico un’altra parte, per una parcella (10%) La banca può ricomprare le obbligazioni dal pubblico semplicemente stampando altro denaro. I banchieri possono creare inflazione e depressioni manipolando la quantità di valuta in circolazione. La FED opera esattamente così oggi.Essa stampa denaro (attraverso il Tesoro degli S.U.) ed usa questo denaro stampato per pagare prestiti da altre banche. Questo denaro ha creato la nostra inflazione. Noi diamo alla banca contanti senza interesse poi loro caricano l’interesse sulla nostra moneta: … ANDREW JACKSON – UN GRANDE PRESIDENTE! Quando nel 1836 scadde lo statuto del 1816, Andrei Jackson vietò il suo rinnovo. Fu allora che fece due famose affermazioni: “ La Banca sta cercando di uccidermi – ma io la ucciderò!” In seguito disse “ Se gli americani soltanto capissero il livello di ingiustizia del nostro sistema bancario e monetario – ci sarebbe una rivoluzione prima di domani….” (Rif. 4)
ABRAHAM LINCOLN – UN ALTRO GRANDE PRESIDENTE! Il presidente Lincoln aveva bisogno di denaro per finanziare la Guerra Civile ed i banchieri internazionali gli offrirono un prestito al 24-36% di interesse; Lincoln rifiutò la loro richiesta perché non voleva gettare la nazione in tale enorme debito; Lincoln avanzò la proposta al Congresso perché approvasse una legge che autorizzasse a stampare banconote del Tesoro degli S.U.. Lincoln disse “ Abbiamo dato al popolo di questa repubblica la più grande benedizione che abbia mai avuto – la loro propria moneta per pagare i loro debiti…” Lincoln stampo oltre 400 milioni “ Dollari” (senza debito ne interesse) e pagò i soldati, gli impiegati degli S.U. e comprò forniture per la guerra. I banchieri internazionali non lo apprezzarono, volevano che Lincoln prendesse i soldi in prestito da loro in modo che gli americani fossero debitori di un interesse enorme sul prestito. La soluzione di Lincoln fece apparire questo ridicolo. (Rif.1, P. 46,47; Rif. 4)
Poco dopo la morte di Lincoln il governo revocò la legge sulle Banconote che mise fine al denaro esente da debito ed interesse di Lincoln.Fu approvata una nuova legge bancaria nazionale e tutto il denaro tornò ad essere gravato da interesse. (Rif.4)
Alla fine Thomas A. Edison spiegò il problema dell’emissione di denaro in questo modo:“ Se la nostra nazione può emettere un’obbligazione di un dollaro (gravato da interessi) può emettere una cambiale da un dollaro (senza interesse). L’elemento che rende buona un’obbligazione rende buona anche una cambiale. La differenza tra una un’obbligazione e una cambiale è che l’obbligazione fa avere all’intermediario finanziario un ammontare doppio dell’obbligazione ed un ulteriore 20 per cento, mentre la moneta non paga nessun altro che coloro che contribuiscono direttamente in qualche modo utile. E’ assurdo dire che il nostro paese può emettere 30 milioni di dollari in obbligazioni e non 30 milioni di dollari in moneta. Entrambe sono promesse di pagamento: Ma una promessa ingrassa gli usurai ( che raccolgono interessi) e l’altra aiuta la gente.” (Rif. 1, P. 46)
La FED è posseduta largamente da banche straniere che controllano l’economia ed il Congresso attraverso il potere del denaro e dei media che comprano con i profitti derivanti con profitti derivanti da debiti artificiali. …
Lincoln stampò debiti e dollari esenti da interessi (contanti) per finanziare una intera guerra.… Lincoln lo provò: John F. Kennedy – un presidente con lungimiranza! Il 4 giugno 1964, il presidente Kennedy emise l’Ordine Esecutivo 11110. Questo Ordine Esecutivo chiedeva l’emissione di nuovo denaro – le banconote degli Stati Uniti. Furono, allora, messi in circolazione $4.292.893 di questo denaro. Questa moneta nuova doveva essere distribuita tramite il Tesoro degli S.U. e non dal Sistema della Federal Riserve. Inoltre doveva essere emesso esente da debito ed interesse. A seguito dell’assassinio di Kennedy questa moneta fu ritirata dalla circolazione e non fu più emessa. I media rimasero in silenzio su come Kennedy avrebbe eliminato il pagamento del debito e dell’interesse, e perciò eliminato la FED.… La storia degli S.U. dimostra che emettendo moneta esente da debito ed interesse si consente all’economia di prosperare, fino a quando il Congresso controlla l’ammontare di denaro creato. …
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Tu sei di proprietà dei Rothschild, abbi FEDe!
pubblicata da Renzo Minari il giorno domenica 17 aprile 2011 alle ore 12.31
Oggi, in quasi tutti i Paesi, la manipolazione finanziaria globale è coordinata dalle Banche Centrali che sembrano essere indipendenti le une dalle altre ma che, in realtà, collaborano per un fine comune. La Banca d'Inghilterra (Bank of England), controllata dai Rothschild ed istituita con Statuto Reale da un membro di spicco della Nobiltà Nera che fu Guglielmo d'Orange, è il fulcro di questa rete assieme alla Federal Reserve, la Banca Centrale degli Stati Uniti sempre controllata dai Rothschild ed in mano a pochi privati, gioca un ruolo di primo piano del sistema economico mondiale. Nel 1910 alcuni importantissimi banchieri e politici si riunirono in un' isola chiamata Jekill Island, in Georgia, per tramare la loro strategia al fine di imporre la Federal Reserve, tra essi c'era il Senatore Nelson Aldrich, nonno di Nelson Aldrich Rockefeller (per quattro volte Sindaco di New Jork e Vice Presidente degli Stati Uniti durante il mandato del Presidente Ford). La figlia di Aldrich, Abby, sposò John D. Rockefeller junior. Per anni gli storici studiosi negarono l'esistenza di quell' incontro a Jekyll Island.
Nel 1902, subito dopo l'assassinio del Presidente degli Stati Uniti (William McKinley) contrarissimo allo strapotere dei Banchieri attraverso la crezione del denaro, i Rothschild inviarono in America uno dei loro uomini di punta, Paul Warburg, insieme a suo fratello Felix per "riordinare" il sistema bancario statunitense in modo che ben si adattasse ai loro interessi.
Fed. Res. Board: P. Warburg, J.S. Williams, W.G. Harding, A.C...
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L'altro fratello, Max Warburg, rimase a Francoforte, in Germania per continuare a gestire le banche di Famiglia. Max era Direttore della gigante industria chimica I.G. Farben che finanziava Hitler e gestiva il campo di concentramento Auschwitz, e Paul era Direttore della I.G. Farben in America.Come i Rothschild anche i Warburg discendono dai chazari, ma lavoravano a stretto contatto coi leader nazisti.Dopo il suo arrivo negli U.S.A. Paul Warburg sposò Nina Loeb (della Kuhn, Loeb and Company, controllata dai Rothschild), mentre Felix sposò Frieda Schiff, figlia di Jacob Schiff, capo della Kuhn, Loeb and Company e sostenitore della Rivoluzione Russa. Ne conseguì qualche incrocio consanguineo, la classica modalità d'azione di queste stirpi, ovvero matrimoni per motivi genetici e finanziari. Quando Jacob Schiff era arrivato in America, per entrare a far parte della Kuhn, Loeb and Company, aveva sposato la figlia di Loeb. E' risaputo che le famiglie reali ufficiali hanno sempre combinato matrimoni e, di conseguenza, le discendenze.
Il Federal Reserve Bill, noto anche come Decreto Aldrich, fu approvato nel 1913 e da allora il debito americano è cresciuto sempre di più, proprio come era stato pianificato. Il sistema della Federal Reserve è composto da un cartello di banche private di cui la più potente è la Bank of New York, la banca di New York.Contrariamente a quanto la gente viene indotta a credere, la Federal Reserve non è di proprietà degli Stati Uniti. Il Cartello dice al Presidente chi nominare in veste di chairman della Federal Reserve, come Paul Volcker (Commissione Trilaterale, CFR e Gruppo Bilderberg) e Alan Greenspan (Commissione Trilaterale, CFR e Gruppo Bilderberg). Il Governo degli Stati Uniti si fa prestare il denaro o, piuttosto, il credito dalla Fed., ed i contribuenti pagano gli interessi che fanno aumentare i profitti delle Banche private che costituiscono il Sistema della Federal Reserve. Se osservate una banconota americana vi leggerete "Federal Reserve Note" e cioè "Questa banconota è valuta legale per tutti i debiti, pubblici e privati".
La Federal Reserve è un cartello privato di banche e la valuta cartacea negli U.S.A. è denominata "banconota della Federal Reserve". La cricca dei Rothschild è proprietaria del dollaro così come della sterlina e di tutte le altre valute. In verità questo denaro di carta non ha nessun valore, non possiede alcuna garanzia e non significa nient' altro che "ti sono debitore" o "ti pagherò"!
Le banconote inglesi "promettono di pagare a vista al portatore la somma di" ("i promise to pay the bearer on demand the sum of") qualunque sia il valore stampato.
Il nostro denaro ci permette di comprare alcune cose soltanto perchè pensiamo che abbia qualche valore. In realtà è come una banconota contraffatta che ha potere solo fino a quando non la si mette in controluce e ci si accorge che è falsa.La politica delle Banche Centrali viene coordinata dalla Bank for International Settlements (BIS, la Banca dei Regolamenti Internazionali), fondata nel 1930, e dalla sua rete di associate.
Lo Statuto della Banca venne redatto durante la Conferenza Internazionale dei Banchieri. La BIS ha la sua sede in Svizzera, uno dei luoghi più importanti per la rete finanziaria dei più grandi Banchieri Internazionali, ed è per questo che tale nazione non è mai bersaglio di falsi attentati o non viene mai coinvolta nelle guerre. Questo è anche il motivo per cui in Svizzera ci sia un sistema di controllo cantonale basato su maggiore partecipazione della popolazione a livello decisionale ed in Referendum con potere decisionale vigenmte ne è la dimostrazione; in sostanza si da maggior libertà al popolo a livello politico per tenersi buono sotto il controllo dei grandi gruppi economici.La Banca dei Regolamenti Internazionali è collegata alla Banca Centrale Europea (fondata nel 1998 guarda caso proprio a Francoforte), alla Banca Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale, all' Organizzazione Mondiale per il Commercio ed ad altre ancora con le quali forma la morsa che controlla la finanza ed il commercio globali e, di conseguenza, le scelte e le opportunità di popoli e nazioni. I Governi sono alla mercé del sistema finanziario e, a causa di ciò, i Banchieri controllano i Governi. fonti:I segreti della Federal ReserveGuida alla Cospirazione GlobaleThe Rothschild Dynasty
Fonte
http://www.informarmy.com
Tutti i consigli per un capodanno esclusivo Tante idee per festeggiare la fine dell'anno in grande stile: sulla neve, al mare ma anche per chi sta a casa. E poi, si fa il bis...
Volge al termine un anno tutto fuorché facile. Come già detto, finanche le discoteche sono state travolte dalla crisi. Che da un lato ha spronato i gestori ad abbassare i prezzi e a proporre pacchetti convenienti (cena, disco e top dj senza spendere un'ira di dio), dall'altro ha spinto la gente a cercare il divertimento intelligente e, appunto, conveniente, magari spulciando per bene i siti web e le guide cartacee. Certo, dicevamo, a Capodanno è difficile che avvengano i miracoli. Quindi qualche soldino di più bisogna pur spenderlo, se proprio si è allergici ai festeggiamenti casalinghi. Eppure il fil rouge che lega gli eventi che abbiamo selezionato è costituito da un binomio indissolubile: qualità e prezzi ragionevoli. Non da nababbi, insomma. L'ultimo dell'anno e pure qualche giorno dopo. Per chi ha sempre voglia di fare il bis.
Partiamo da Viareggio, dove al B2K, suona "in casa", visto che è toscano, Andrea Paci, fresco fresco di una bella produzione come We Wanna dance, realizzata con i Winning Triplets e cantata da Barbara Tucker, icona della house e non solo. Dance elettronica e dal sapore europeo per l'Ator di Frosinone, dove è ospite Cristian Marchi, protagonista su iTunes con il suo album We Are Perfect, pieno di grandi successi da ballare & cantare. Tra questi, il recente U Got Me Rockin' Feat. Skye 'n' Sugarstarr, dove al microfono esplode la versatilità vocale della sempreverde Lisa Millett. Sull'innevata Madonna di Campiglio, al Cliffhanger, come di prassi, prima si mangia (bene, anzi a cinque stelle, dato che in cucina c'è Carmine Della Rocca, spesso dietro ai fornelli di ristoranti stellati Michelin) e poi ci si scatena con Paso ai piatti, accompagnato dal vocalist Alex The Voice. Cena su prenotazione a 100 euro e buffet a 30, invece, per il Capannina di Giussano (Mb): al mixer Steve Cremonesi, che spazia a 360 gradi tra italiani e revival 70/80/90, per arrivare, poi, alla musica dei giorni nostri. Per chi desidera cenare, l'appuntamento è per le 20.30. Buffet dalle 21.30. Le danze si aprono a mezzanotte e mezza. Per divertirsi, mangiare e, soprattutto, brindare, all'Hangar 73 di Orio Al Serio (Bg) bastano soltanto 50 euro. In programma c'è il live-set di Steve Romei e Batman, che propongono un mix di dance, anni '90 e balli di gruppo. Ingresso riservato ai soci Acsi.
Anche all'estero - Per chi vola all'estero, segnaliamo il Capodanno di Ben Dj, al Viva Wyndham Dominicus Beach, a Bayahibe, in Repubblica Dominicana. In calendario, sempre nel citato resort, un pool party, il 4/1, e la presentazione di Rock It, il nuovo esplosivo singolo del dj milanese. Sono previsti svariati collegamenti con Radio Studio Più, dove Ben, ogni lunedì pomeriggio a partire dalle 17, conduce Ben Detto. A Mosca c'è l'imbarazzo della scelta, perché si esibiscono addirittura due artisti tricolore: Sergio Mauri al Lookin Lounge e Stefano Pain al Versal Club; il primo ben piazzato tra compilation e classifiche con Love Is A Journey Feat. Mr V. e il secondo pronto a far uscire anche su Pilot 6, etichetta del gruppo Armada, la sua (e di Alex Guesta) Ran Tam Tam.
Per fare il bis - Non vi basta? Il 5/1, durante la notte delle Befane, al Bolgia di Dalmine, nel bergamasco, girano i dischi del solido e simpatico Chris Liebing, maestro della techno che si mescola con la house. Con lui, Tommy Four Seven, Dj Machine e gli scatenati resident Monkey Lovers. Inizio d'anno pirotecnico anche per chi decide di venire a ballare in Puglia. Sempre il cinque, a Castellaneta Marina (Ta), in quello splendido anfiteatro chiamato Cromie, per dirla con un noto attore comico, arriva "una truppa esagerata", e cioè il trio Raresh, Reboot & Robert Dietz. Con la speranza che i tre, a differenza di Ricardo Villalobos (ospite del citato locale qualche settimana fa), non abbiano a che fare con aerei ritardatari, e che almeno per le cinque del mattino siano in consolle. Suvvia, non chiediamo mica la luna...
di Leonardo Filomeno
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