martedì 27 dicembre 2011
DOVE ANDREMO A FINIRE? - LA RICETTA DI ZINGALES: “SE I TEDESCHI GARANTISSERO IL NOSTRO DEBITO O LASCIASSERO LA BCE INTERVENIRE IN MODO MASSICCIO SUL MERCATO, IL RISCHIO DI PRECIPITARE SPARIREBBE. MA ANCHE IN PERIODO NATALIZIO È DIFFICILE CREDERE A BABBO NATALE. SE I TEDESCHI NON CI FANNO IL REGALO, CHE COSA FACCIAMO? - SE IL NOSTRO SPREAD NON SCENDE L'ITALIA DEBBA CONSIDERARE SERIAMENTE UN ALLUNGAMENTO FORZOSO DELLE SCADENZE, DICIAMO DI 4 ANNI. UN DEFAULT CHE NON COSTEREBBE NULLA AI CREDITORI. ANZI”…
Luigi Zingales per il Sole 24 Ore
Quando un teatro va in fiamme e gli spettatori si precipitano disordinatamente verso l'uscita ostacolandosi l'un l'altro, si rischia la strage. Anche un liberista come me riconosce che è meglio che intervenga la polizia e forzi la gente a uscire in modo ordinato. Solo così si salva il maggior numero di spettatori. Questa immagine ci aiuta a capire cosa fare per uscire dalla crisi che coinvolge i titoli di stato italiani.
ITALIA COMMISSARIATA
Nella maggior parte dei mercati , delle aspettative pessimiste non possono alterare l'equilibrio di lungo periodo. Se molti consumatori diventano (eccessivamente) pessimisti sui futuri raccolti di patate, il prezzo delle patate sale. L'aumento di prezzo riduce il consumo di patate e ne aumenta l'offerta, calmierando il prezzo e riportandolo all'equilibrio originario. Il mercato dei titoli di Stato è diverso.
EURO
Se prevalgono delle aspettative (eccessivamente) pessimiste sulla capacità di un paese di sostenere il debito, il tasso di interesse richiesto dal mercato per rifinanziare il debito esistente sale. Più sale il tasso, più difficile è per il paese sostenere il peso del debito e quindi più pessimistiche diventano le aspettative.
In altri termini nel mercato dei titoli di stato delle aspettative inizialmente infondate possono trasformarsi in realtà, spostando il mercato da un equilibrio buono (in cui tutti credono che un paese sia solvente e il paese lo è) ad un equilibrio cattivo (dove tutti credono che il paese sia insolvente e lo diventa). L'esistenza di questo problema di equilibri multipli è ben noto a economisti e policy maker. E viene spesso abusato.
Ogni stato sull'orlo dell'insolvenza pretende si tratti semplicemente di un cattivo equilibrio. L'Unione Europea ha invocato questa storia per la Grecia nel 2010, quando era chiaro che la Grecia era insolvente. Ma il fatto che Pierino abbia urlato troppe volte "al lupo" invano, non elimina la possibilità che prima o poi il lupo ci sia davvero. A questo punto io sono convinto che l'Italia si trovi in questa situazione.
EURO SPACCATO
A luglio, con un Governo travolto dagli scandali e incapace di una manovra economica seria, la situazione era diversa. Ma oggi, dopo l'approvazione della manovra del governo Monti è più facile credere nella solvibilità dell'Italia. Se Monti riesce ad imporre un serio programma di privatizzazioni e liberalizzazioni, sono convinto che l'Italia ce la possa fare. Purtroppo questo non basta.
VIGNETTA GIANNELLI EURO MORENTE
La paura prevale sui mercati internazionali e c'è il serio rischio che, nonostante tutti i sacrifici, facciamo la stessa fine della Grecia. Il persistere dello spread intorno ai 500 punti base è un brutto segnale in questo senso. È possibile che questo problema venga risolto dalle linee di credito della Bce, se le banche le usano massicciamente per comprare titoli di stato. Se questa manovra non funziona, però, quali opzioni abbiamo?
Certamente se i tedeschi garantissero il nostro debito o lasciassero la Bce intervenire in modo massiccio sul mercato, il rischio di precipitare nel cattivo equilibrio sparirebbe. Ma anche in periodo natalizio è difficile credere a Babbo Natale. Se i tedeschi non ci fanno il regalo, che cosa facciamo?
ANGELA MERKEL E NICOLAS SARKOZY
Un'opzione è quella di aspettare e vedere. Se i tassi scendono siamo salvi, se no dobbiamo chiedere aiuto al Fondo Monetario. Come è successo per la Grecia, l'aiuto del Fondo serve principalmente a far uscire indenni i creditori internazionali, facendo ricadere tutto il peso dell'aggiustamento sull'Italia.
Se la Grecia avesse fatto un parziale default nel 2010, un haircut del 20-30% applicato su tutto il debito poteva bastare. Oggi, quando quasi metà del debito è detenuto da organizzazioni internazionali che hanno priorità sugli altri creditori, c'è bisogno di un haircut del 60 percento. Nel frattempo le uniche vincitrici sono state le banche tedesche che tra il 2010 e il 2011 hanno venduto i titoli greci in portafoglio alla Bce.
EUROTOWER
Vogliamo fare la fine della Grecia? Quando un debitore solvente si trova ad affrontare una crisi di liquidità chiede ai suoi creditori un allungamento delle scadenze. Purtroppo nel caso dell'Italia i creditori sono troppi per mettersi d'accordo su una tale manovra. Proprio per questo si precipitano tutti verso l'uscita, creando il rischio di una strage.
Per questo penso che se il nostro spread non scende l'Italia debba considerare seriamente un allungamento forzoso delle scadenze, diciamo di 4 anni. Secondo gli standard internazionali si tratterebbe di un default. Ma nei fatti sarebbe un default che non costerebbe nulla ai creditori. Anzi, li farebbe guadagnare.
COPERTINA ECONOMIST ITALIA EURO
Come è possibile? Proprio come nel caso del teatro in fiamme. Forzando gli spettatori a uscire lentamente, si riescono a salvare tutti. Lo stesso vale per il nostro debito. Il motivo per cui il prezzo dei nostri titoli è così basso è perché c'è un rischio di rifinanziamento. Se eliminiamo questo rischio con un allungamento delle scadenze, il debito diventa più sicuro ed il suo valore di mercato sale.
EURO
Quindi i creditori collettivamente ci guadagnano. Se questa manovra è così conveniente per i creditori, perché non la fanno volontariamente? Perché, come gli spettatori di un teatro in fiamme, fanno fatica a mettersi d'accordo. Ci vuole la polizia.
A differenza della Grecia, dell'Irlanda, e del Portogallo, l'Italia può permettersi questa manovra perché è vicina al pareggio di bilancio. Una volta allungate le scadenze, il governo italiano può, con qualche privatizzazione, permettersi il lusso di non ritornare sul mercato nei prossimi anni.
Non sto dicendo che siamo arrivati a questo punto, ma che quest'opzione non deve esclusa a priori. Può diventare il minore dei mali. Tutela nei fatti, se non nella forma, i nostri risparmiatori. È anche un'opzione utile in sede di trattative a livello Europeo, per difendere gli interessi italiani. Sarebbe un vero peccato se, dopo tanti sacrifici, l'Italia dovesse finire alla mercé del Fondo e degli interessi egoistici dei nostri partner europei.
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