Giuseppe Ayala ha diffamato Salvatore Borsellino, fondatore delle Agende Rosse e fratello del magistrato assassinato in via d'Amelio assieme a cinque uomini della scorta. Lo stabilisce la sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato l'ex pm del maxiprocesso a Cosa nostra a pagare 2mila euro di multa più le spese processuali e il risarcimento di 15 mila euro nei confronti della famiglia Borsellino.
Borsellino aveva sporto querela nei confronti di Ayala dopo che questi (nel 2010) lo aveva definito un "Caino" nei confronti del fratello e "una persona con problemi di salute mentale", un "caso umano". Perchè tutto questo astio nei confronti di Salvatore Borsellino? La colpa del fondatore delle Agende Rosse è aver ricordato 1) che Ayala non faceva parte del pool di Palermo assieme a Falcone e Borsellino 2) le incongruenze delle varie versioni di Ayala sull'Agenda Rossa di Paolo Borsellino, scomparsa dal luogo della strage, il 19 luglio 1992. L'ex magistrato, all'epoca parlamentare, era presente in via d'Amelio pochi minuti dopo la strage.
1998:."Tornai indietro verso la blindata della procura anche perché nel frattempo un carabiniere in divisa, quasi certamente un ufficiale, se mal non ricordo aveva aperto lo sportello posteriore sinistro dell'auto (di Borsellino, ndr). Guardammo insieme in particolare verso il sedile posteriore dove notammo tra questo e il sedile anteriore una borsa di cuoio marrone scuro con tracce di bruciacchiature e tuttavia integra, l'ufficiale tirò fuori la borsa e fece il gesto di consegnarmela. Gli feci presente che non avevo alcuna veste per riceverla e lo invitai pertanto a trattenerla per poi consegnarla ai magistrati della procura di Palermo".
2005: "Scorsi sul sedile posteriore una borsa di pelle bruciacchiata.Istintivamente la presi, ma mi resi subito conto che non avevo alcun titolo per fare ciò, per cui ricordo di averla affidata immediatamente ad un ufficiale dei carabinieri che era a pochi passi".
2006: "Ebbi modo di vedere una persona in abiti borghesi...prelevava dall'autovettura attraverso lo sportello posteriore sinistro una borsa. Io mi trovavo a pochissima distanza dallo sportello e la persona in divisa si volse verso di me e mi consegnò la borsa...accanto alla macchina vi era anche un ufficiale in divisa quasi istintivamente la consegnai al predetto ufficiale".
2009: "La borsa nera di Borsellino l'ho trovata io dopo l'esplosione, sulla macchina. Che ci fosse, nessuno lo può sapere meglio di me, perché l'ho presa io. Non l'ho aperta io perché ero già deputato e non avevo nessun titolo per farlo.... Quando l'ho trovata l'ho consegnata ad un ufficiale dei carabinieri. E' verosimile che l'agenda fosse dentro la borsa e che sia stata fatta sparire".
2013: "Non ricordo chi mi consegnò la borsa di Paolo Borsellino subito dopo la strage di via D'Amelio. Non ricordo se la prese un carabiniere della scorta, ricordo solo che la consegnai a un ufficiale dei Carabinieri. Non ricordo se ci fossero oggetti rossi sul luogo della strage in via D'Amelio. Ma è anche vero che in quel momento le nostre preoccupazioni erano ben altre. Io ero chino su quello che restava del corpo di Paolo Borsellino per cercare elementi per riconoscerne le sembianze
Ayala ha fatto parlare di sè anche per il dietrofront su un altro passaggio chiave della trattativa stato-mafia: l'incontro tra Paolo Borsellino e Nicola Mancino avvenuto il 1° luglio 1992, appuntamento segnato nell'agenda grigia del magistrato. Intervistato da Affari Italiani nel 2009 dice: "Nicola Mancino mi ha detto che il 1° luglio incontrò Paolo Borsellino. Le dirò di più, mi ha fatto vedere la sua agenda con l'annotazione dell'incontro". Poi smentì se stesso, sostenendo che quella frase era frutto di un "lapsus".
Di Redazione IBTimes Italia - 18 ottobre 2013
http://19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=7496:ayala-ha-diffamato-salvatore-borsellino&catid=20:altri-documenti&Itemid=38
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