Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'improvvisa
morte di papa Giovanni Paolo I, avvenuta nella notte del 28 settembre
1978, dopo soli 33 giorni dalla sua elezione al soglio pontificio, ha dato via a tutta una serie di ipotesi e speculazioni.
La versione ufficiale
Stando alle fonti Vaticane, papa Luciani morì tra le ore 21:30 del 28 settembre
1978 e le ore 4:45 del giorno successivo nei suoi appartamenti, per
infarto miocardico acuto. A scoprire il Pontefice morto nel suo letto sarebbe stato il suo secondo segretario personale
John Magee; sul suo comodino era posata una copia dell'
Imitazione di Cristo, opera medievale che, dopo la
Bibbia, è il testo più diffuso di tutta la
letteratura cristiana occidentale.
Il decesso venne annunciato dal seguente comunicato:
« Questa mattina, 29
settembre 1978, verso le 5,30, il segretario privato del Papa, non
avendo trovato il Santo Padre nella cappella del suo appartamento
privato, lo ha cercato nella sua camera e lo ha trovato morto nel letto,
con la luce accesa, come se fosse intento a leggere. Il medico, dott.
Buzzonetti, accorso immediatamente, ne ha constatato il decesso,
avvenuto presumibilmente verso le 11 di ieri sera, per infarto acuto del
miocardio. » |
(comunicato ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede) |
Gli eventi successivi
Dopo la morte del papa, il collegio cardinalizio prese la decisione di non autorizzare l'
autopsia,
che avrebbe potuto accertare le cause del decesso, dichiarando che non
si era mai fatta un'autopsia sul corpo di uno dei successori di Pietro,
nonostante in passato sia stata eseguita su
Pio VIII[1].
Successivamente, grazie alle testimonianze di chi era presente quella
notte nella camera da letto del defunto, emersero alcune imprecisioni
nella versione ufficiale dei fatti. La prima a trovare il papa morto
sarebbe stata in realtà la fedele suor Vincenza Taffarel; inoltre sul
suo comodino non ci sarebbe stato il summenzionato testo medievale ma
dei fogli contenenti appunti e annotazioni personali. Chi ha compilato
il comunicato ufficiale avrebbe preferito sorvolare sulla presenza di
una donna (suor Vincenza) nella stanza del Papa
[2].
Anche la causa del decesso, l'infarto del miocardio, è stata oggetto di discussione. C'è chi
[senza fonte] a proposito sostiene l'ipotesi dell'
embolia polmonare, che provoca una morte quasi istantanea: un'embolia, in questo caso ad un
occhio, già aveva colpito Luciani nel
1975 di ritorno da un viaggio in
Brasile.
Gli errori, le incongruenze, le omissioni della versione ufficiale,
la mancata autopsia favorirono l'emergere, dopo alcuni mesi, di versioni
alternative a quella ufficiale, anche a carattere
complottista. Esse chiamano in causa soprattutto la
massoneria, la
mafia, i
servizi segreti.
Le condizioni di salute del Papa
Le testimonianze sullo stato di salute di Giovanni Paolo I risultano estremamente discordanti.
Prima di essere eletto Pontefice, Albino Luciani era stato sottoposto
a una serie di interventi chirurgici ma presentava un quadro clinico
decisamente buono, anche se da alcuni ritenuto alquanto cagionevole;
quel che è certo è che negli anni immediatamente precedenti alla sua
elezione la sua salute era del tutto stabile, anche perché in caso di
infermità o cagionevolezza il Conclave non avrebbe proceduto
all'investitura pontificale, visto il notevole impegno richiesto dalla
carica
[2].
I parenti di Luciani non escludono la naturalità del decesso
improvviso, posto che sostengono l'esistenza di almeno altri due casi,
nella loro famiglia, di decessi improvvisi senza alcun particolare
elemento premonitore. L'ipotesi da essi sostenuta propende per
un'embolia, anche alla luce del fatto, di cui si è già fatto cenno
poc'anzi, che tre anni prima del suo decesso all'allora card. Luciani
era stato riscontrato un embolo a un occhio: lui stesso aveva
considerato con la sorella Nina che se quell'embolo si fosse fermato nel
cuore o nei polmoni, egli sarebbe morto istantaneamente, senza nemmeno
accorgersene
[2].
Nel
1987, durante la trasmissione "
Giallo" condotta da
Enzo Tortora,
uno dei segretari privati di Giovanni Paolo I, Don Diego Lorenzi,
asserì che la sera precedente il suo decesso, intorno alle 18.30, il
papa aveva ricevuto in udienza privata il
segretario di Stato Vaticano,
cardinale Villot, per poi congedarlo dopo circa un'ora, alle 19.30.
Al termine dell'udienza, Luciani avrebbe esternato a Lorenzi i
sintomi di un malessere in termini di "dolori e fitte al centro del
petto, con un senso di forte peso e oppressione".
La dichiarazione scatenò un gran numero di polemiche: innanzitutto
perché si trattava dell'unica testimonianza che deponesse in tal senso,
posto che tutti coloro che avevano interagito col papa, fino al momento
in cui si era ritirato nelle sue stanze private, non avevano mancato di
evidenziarne l'apparente ottimo stato di salute; secondariamente, per
via dell'intempestività della dichiarazione di padre Lorenzi, giunta a
quasi dieci anni di distanza dalla morte del pontefice, peraltro
giustificata dall'interessato con l'affermazione:
« Non l'ho mai rivelato a nessuno perché nessuno è mai venuto a chiedermi spiegazioni o lumi al riguardo » |
In terzo luogo, poiché poche ore prima del suo decesso (e poco dopo
l'asserita esternazione di malessere a Don Diego Lorenzi), alle 21.30
del 28 settembre il papa aveva parlato al telefono con il suo medico
personale, il dott. Antonio Da Ros, il quale ripeterà a più riprese nel
corso degli anni che in quell'occasione Giovanni Paolo I non aveva fatto
il minimo riferimento a dolori, oppressioni o malesseri di sorta
[2].
L'ipotesi emotiva
Il cardinal Siri
|
Questa voce o sezione sull'argomento cattolicesimo non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
Commento: la sezione si basa interamente su una fonte non verificabile
|
La causa naturale della morte fu spiegata in privato
[3] dal cardinale
Giuseppe Siri,
arcivescovo di Genova:
il nuovo Papa, persona di estrema semplicità evangelica, aveva una
spiccata emotività, come risulta dal fatto che arrossiva al trovarsi in
situazioni che potevano essere motivo di vergogna
[4] e non ne fece mai mistero, ammettendolo anche durante una sua celebre udienza papale.
Papa Luciani, a detta del cardinal Siri, avrebbe confermato sine die le cariche curiali occupate dai cardinali nelle congregazioni romane;
ciò l'avrebbe portato a ritrovarsi contornato di persone che non
godevano della sua piena stima e fiducia, e il cuore non avrebbe retto a
questa angosciosa situazione[senza fonte].
Lo psicanalista Cesare Musatti
|
Questa voce o sezione sull'argomento religione è ritenuta da controllare.
Motivo: Quale sarebbe questa "celebre rievocazione a transazione psicanalitica"? Cosa c'entra don Germano Pattaro (vedi nota) con lui?
|
Cesare Musatti, nella sua celebre rievocazione a transazione
psicanalitica della morte di papa Luciani, parla di una sorta di sublime fuga
mistica, la cui simbologia è rappresentata dalla presenza sul suo
comodino dell'
Imitazione di Cristo, e soprattutto da quel fatale numero
trentatré che rappresenta la sintesi di una identificazione totale con il
Cristo,
unico vero porto di salvezza, in questo caso dalle fauci di una corte
che non risparmiava occasioni, ritiene il Musatti, per fargli presente
la sua inadeguatezza.
Musatti ritiene che Luciani fosse una persona umile e semplice, ma
non un sempliciotto e neanche uno sprovveduto. Tuttavia, al di fuori
della dimensione pastorale (l'unica nella quale si sentiva a suo agio,
da vero
sacerdote),
non era particolarmente brillante nei rapporti umani. C'è chi conclude
che effettivamente sarebbe stato lasciato solo, persino dai suoi
segretari
[5].
In questa visione, l'"uscita" di papa Luciani è interpretata come
drammaticamente coerente e misteriosa al tempo stesso, non nel
significato dato da
Yallop e altri, quanto in quello di trovare "nella
profezia che si avvera" l'unico rimedio di salvezza, mediante un
olocausto che Musatti ritiene non sia stato vano nella vita della
chiesa. Le debolezze fisiche (
cuore,
polmoni, ecc.) di Luciani e la probabile caduta, in una situazione di estremo
stress, delle
difese immunitarie, non sarebbero state altro che un facile veicolo di realizzazione di questo inconscio
sacrificio.
La ricostruzione di Cornwell
John Cornwell, un giornalista e scrittore inglese specializzatosi
nelle biografie papali ha condotto nel 1987 un'inchiesta sulle cause di
morte del papa e sulle "stranezze" ad essa connesse.
Egli esclude ogni forma di avvelenamento fisico, ma si diffonde con
diverse esemplificazioni su altri gravi fattori di turbamento morale,
relazionale e psicologico tra i quali, secondo l'autore:
- i difficili rapporti con la curia, che instaurarono in lui
fortissime preoccupazioni, ansie, tensioni e un senso di impotenza e di
solitudine;
- la scarsa armonia regnante all'interno della stessa "famiglia pontificia", soprattutto da parte dei due segretari;
- la mancanza di attenzione verso alcuni sintomi manifestatisi nel
corso degli ultimi giorni di vita (gonfiore ai piedi, oppressione allo
sterno, piccoli mancamenti ecc,) che avrebbero dovuto allarmare
segretari e suore, costringendo il papa, pur riluttante, a farsi
visitare e curare.
Cornwell propone anche una ricostruzione dell'ora della morte, che
sarebbe avvenuta alle ore 23 ma sarebbe state comunicata più tardi per
consentire di spostare e sistemare sul letto il corpo del papa.
Le ipotesi del delitto
La più celebre tesi alternativa alla versione ufficiale riguarda un presunto
complotto a sfondo politico terminato con un omicidio.
Questo sarebbe stato commissionato in quanto Luciani, sostenitore di un'idea di "
banca etica" fin dai tempi del suo
episcopato vittoriese, pochi giorni prima di morire avrebbe convocato i principali responsabili delle
finanze vaticane per verificare come venivano gestiti gli introiti curiali, ma senza fare in tempo ad approfondire l'argomento.
Il papa infatti fin dai primi giorni di pontificato aveva espresso la necessità di un ritorno ad una povertà
evangelica per la
Chiesa,
affermando di voler procedere ad una profonda revisione della presenza
del Vaticano nei mercati finanziari mondiali, gestione in quegli anni
affidata all'arcivescovo statunitense
Paul Marcinkus[6], a capo dello
I.O.R., e di voler devolvere ai paesi poveri l'1% degli introiti del clero
[7].
Secondo papa Luciani, infatti, «Lo IOR deve essere integralmente
riformato. La Chiesa non deve avere potere, né possedere ricchezze. Il
mondo deve sapere le finalità dello IOR, come vengono raccolti i denari e
come vengono spesi. Si deve arrivare alla trasparenza ...»
[8].
Particolarmente sgradite, inoltre, erano le idee innovative e
riformiste espresse da papa Giovanni Paolo I, in particolare quelle
attinenti alla riforma della
Curia[8], della nomina cardinalizia di alcuni vescovi dell'Africa, dell'Asia e delle Americhe
[8], sul ruolo della donna
[8] e sul tema della contraccezione, sulla quale aveva espresso timide aperture nella commissione sul controllo delle nascite al
Concilio Vaticano II parlando di "maternità responsabile" (in parziale disaccordo con l'
Humanae Vitae di
Paolo VI)
[9], nonché a seguito di un convegno delle
Nazioni Unite sulla
sovrappopolazione mondiale
[7].
La tesi del libro-inchiesta di David Yallop
|
Questa voce o sezione sull'argomento letteratura è ritenuta da controllare.
Motivo: Non si distinguono bene i fatti dalle ipotesi di Yallop. Chi ha il libro controlli e metta i "citazione necessaria" al resto.
|
Su queste basi, sei anni dopo la morte di Luciani, il giornalista investigativo britannico
David Yallop pubblicò il
best-seller In nome di Dio,
dove esponeva la tesi secondo la quale la morte sarebbe da attribuirsi
ad avvelenamento, probabilmente ad azione cardiaca (del tipo della
Digitale), e il delitto sarebbe riconducibile ad ambienti massonici deviati, legati alla
P2 di
Licio Gelli.
L'elezione di Luciani avrebbe scontentato parecchi esponenti della gerarchia e degli ambienti vaticani
[10]. Tra questi, monsignor
Marcinkus, che fino all'ultimo istante sperò nell'elezione di un altro candidato,
Giuseppe Siri, esponente dell'ala tradizionalista e
delfino di
Pio XII.
L'arcivescovo statunitense, figura di spicco nel panorama della finanza vaticana, protagonista delle relazioni dell'
Istituto per le Opere di Religione
(IOR, la Banca Vaticana) con le grandi banche straniere per
l'accrescimento dei capitali gestiti dall'Istituto, intuì immediatamente
il potenziale pericolo rappresentato (a lui è stata attribuita la frase
"
Questo Papa non è come quello di prima, vedrete che le cose cambieranno"
[11])
dall'elezione di Luciani che, sin dai suoi primi discorsi, aveva
appunto lasciato chiaramente trasparire l'intenzione di ricondurre la
chiesa cattolica agli ideali di carità cristiana del primo
cristianesimo, rifiutando l'ingerenza della Chiesa negli affari
economici internazionali e respingendo ogni gestione speculativa dei
suoi beni, alla stregua di una banca qualunque, nonché di contrastare
fermamente l'appartenenza di ecclesiastici alla
massoneria. Di personaggi come
Roberto Calvi e
Michele Sindona, Luciani aveva approfondito la conoscenza disponendo apposite indagini; subito dopo la sua elezione, il periodico
OP-Osservatore Politico (
secondo molti "strumento di comunicazione" dei servizi segreti italiani per veicolare messaggi all'ambiente politico[senza fonte]) pubblicò un ampio servizio riportando un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria, in buona parte componenti l'
entourage papale, fra cui
Jean-Marie Villot (
cardinale segretario di Stato),
Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano),
Pasquale Macchi (segretario di
Paolo VI), monsignor
Donato De Bonis (alto esponente dello I.O.R.),
Ugo Poletti (
vicario generale di Roma), don
Virgilio Levi (vicedirettore de
L'Osservatore Romano) e
Roberto Tucci (direttore di
Radio Vaticana)
[12]. Direttore di O.P. era
Mino Pecorelli, ucciso in circostanze misteriose un anno dopo l'elezione di Luciani e la cui morte viene ricondotta al
caso Moro.
Yallop nel libro evidenziò le già citate incongruenze tra la versione ufficiale del Vaticano e le dichiarazioni dei testimoni oculari:
- Luciani, come già affermato in precedenza, sarebbe stato trovato morto con in mano il testo medievale Imitazione di Cristo, poi si parlò di fogli di appunti, quindi di un discorso per i gesuiti e, infine, di un elenco di eccellenti nomine e rimozioni che sarebbero state rese note l'indomani.
- L'ora della morte fu inizialmente fissata verso le 23, poi posticipata alle 4.
- Il corpo senza vita del Papa sarebbe stato scoperto dal secondo
segretario, John Magee; si disse poi invece che a trovarlo fu una delle
suore che gli prestavano assistenza.
Al crescere dei sospetti e degli interrogativi sulla morte di
Luciani, la stampa italiana e una parte del clero si spinse a chiedere
l'
autopsia della salma del Pontefice, ipotesi respinta dal collegio cardinalizio.
L'inchiesta di
Yallop
evidenziò, inoltre, numerose incongruenze e circostanze poco chiare,
come la scomparsa di tutti gli oggetti personali dalla camera del Papa
(occhiali, pantofole, appunti, il flacone di Effortil, un farmaco per l'
ipotensione):
la prima autorità a poter entrare nella stanza del defunto fu il
segretario di Stato, Jean-Marie Villot (figurante nella lista dei
cardinali-massoni pubblicata da O.P.
[12]), accompagnato da suor Vincenza Taffarel, indicata quale autrice materiale delle sottrazioni.
Sulla scrivania di Luciani venne ritrovata una copia del settimanale «
Il Mondo»
aperta su un articolo titolato «Santità... è giusto?», un
documento-inchiesta circa la dubbia moralità dei fini perseguiti dalla
Banca Vaticana.
Secondo
Yallop, Luciani fu assassinato per volontà di Licio Gelli, con il supporto diretto o indiretto di:
- Michele Sindona e Roberto Calvi, che avevano buone ragioni per desiderarne la morte, nonché capacità e mezzi per organizzarla;
- Paul Marcinkus, indicato quale "regista" dell'intera operazione;
- John Patrick Cody,
perché passibile di esonero dalla sede di Chicago per motivi legati ad
una discutibile gestione finanziaria, di cui la corte federale iniziava
ad interessarsi;
- Jean-Marie Villot, che avrebbe appoggiato e permesso il compimento dell'operazione.
Anche a seguito delle rivelazioni di Yallop, nel 1997 e negli anni seguenti, un gruppo di deputati e senatori italiani presentò in Parlamento
alcuni atti di sindacato ispettivo (quali interrogazioni parlamentari,
interpellanze ecc.) richiedendo delucidazioni in merito al misterioso
decesso di Papa Luciani.[senza fonte]
Le motivazioni del presunto omicidio
|
Questa voce o sezione sull'argomento religione è ritenuta da controllare.
Motivo: Dalla voce Papa Giovanni Paolo I
lo scioglimento della sezione della FUCI di Venezia sarebbe dovuto alle
sue posizioni in tema di divorzio, perché nella nota 12 è citata a
proposito del controllo delle nascite?
|
Secondo
Yallop,
erano due i temi scottanti sui quali Luciani era in contrasto con il
gruppo di potere vaticano e gli ambienti massonici: questione
demografica (controllo delle nascite) e gestione finanziaria.
Villot e pochissimi altri sapevano del dialogo in corso tra il nuovo
Papa e il Dipartimento di Stato americano sulla questione demografica e
dell'udienza privata che era stata fissata tra Papa Luciani e una
delegazione di parlamentari americani, appunto per discutere il tema del
controllo delle nascite. Le discussioni con Luciani avevano dissipato
in Villot ogni dubbio sulle posizioni innovative del nuovo Papa su
questo tema. Egli era certo che ci sarebbe stata una drastica inversione
di marcia
[13].
Alcuni, come Villot e altri conservatori, ritenevano che questa svolta
sarebbe stata un tradimento del pensiero di Paolo VI. Molti, invece,
l'avrebbero acclamata come il maggior contributo della Chiesa al
superamento del più drammatico tra i problemi del XX secolo.
Il nuovo Papa aveva deciso un generale
repulisti degli uomini più vicini alla Banca Vaticana, lo IOR
[6][8]. E il 20 settembre
1978
era ormai chiaro che cinque uomini - Marcinkus, Villot, Cody, Sindona e
Gelli - avevano moltissimo da temere se Giovanni Paolo I fosse vissuto e
moltissimo da guadagnare se fosse morto improvvisamente.
Il memoriale Calcara
Nel memoriale del pentito di
Cosa Nostra Vincenzo Calcara sulle rivelazioni fatte a
Paolo Borsellino, rese pubbliche a inizio
2008, Calcara racconta di essere venuto a conoscenza di una congiura di quattro cardinali (
Jean-Marie Villot,
Pasquale Macchi,
Giovanni Benelli e un certo
Gianvio[14]), tutti membri, come Marcinkus, dell'
Ordine del Santo Sepolcro[15] e in diretto contatto con Antonio Albano (notaio personale di Giulio Andreotti, del boss
Luciano Liggio e di
Frank Coppola[16]
e «fiore all'occhiello» di Cosa Nostra) che, usando Marcinkus, uccisero
il papa «con una gran quantità di gocce di calmante», «con l'aiuto del
suo medico personale»
[17].
Alla base del gesto, sarebbe stata l'insofferenza di Papa Luciani
verso «l'idea che cardinali e vescovi amministrassero tramite lo I.O.R.
enormi ricchezze. La prima cosa che aveva già deciso di fare sarebbe
stata quella di rimuovere alcuni cardinali che gestivano, usavano e
manipolavano il vescovo Marcinkus sfruttando non solo la sua posizione
all'interno dello I.O.R., ma anche e soprattutto i contatti e le potenti
amicizie internazionali che il monsignore aveva»
[17].
L'idea "rivoluzionaria" di Luciani era di «distribuire il 90% delle
ricchezze in diverse parti del mondo, costruendo case, scuole, ospedali
etc., dopodiché il 10% dei restanti beni sarebbe stato affidato, per i
bisogni della Chiesa, allo Stato italiano»
[17], progetto inaccettabile per i vertici delle finanze vaticane.
La "visione" di suor Erika
È inoltre documentato
[18] che una religiosa
tedesca, suor
Erika Holzach,
già segretaria del professor Feiner, teologo e perito al Concilio,
affermasse di essere stata scelta da Dio, negli ultimi anni della sua
vita, per ricevere "visioni" riguardanti eventi ecclesiali importanti.
Giovanni Paolo I sarebbe apparso più volte nelle visioni di suor Erika.
La religiosa, scomparsa nel
1987, "vide" la morte di Papa Luciani, senza essere a conoscenza del libro di
Yallop:
« Vedevo Papa Luciani
era presente, sicuro e reale... Ieri sera, quasi alla fine della
preghiera... mi è stato dato di conoscere qualcosa in modo molto chiaro:
nella notte in cui fu ucciso, due uomini entrarono nella stanza da
letto del Papa. Il primo aveva una siringa, l'altro doveva solo fare la
guardia. Ma il Santo Padre si è svegliato e ha capito subito che
volevano ucciderlo. Ha visto anche il secondo uomo, non poteva e non
voleva difendersi. Ha accettato volontariamente di morire per amore.
Tutto è successo molto velocemente. La cara Madre di Dio
mi ha rivelato che il Santo Padre si è consegnato totalmente
nell'ultimo istante, raccomandando a Lei la Chiesa e il futuro Papa. » |
(suor Erika Holzak) |
Il caso Nikodim
Il 5 settembre 1978, durante l'udienza privata concessa dal Papa al vescovo metropolita russo di Leningrado
Nikodim, questi si accasciò in terra e spirò improvvisamente.
Si ipotizzò che la morte di Nikodim, che si vociferava fosse al servizio del KGB,
fosse avvenuta a causa dell'incauta ingestione di un caffè alterato,
destinato a Papa Luciani probabilmente alterato da chi dopo, nella
teoria cospiratoria, lo uccise, ossia la massoneria interna al Vaticano.[senza fonte]
Contro la tesi dell'omicidio
La
Chiesa cattolica ha sempre respinto con forza ogni ipotesi dell'omicidio, teoria sposata, seppure in maniera velata, anche dalla discussa
fiction sul Papa prodotta da
RaiUno nel
2006, anche se la stessa fiction contiene la battuta
«La stampa inglese non va mai per il sottile quando è in ballo la Chiesa Cattolica», pronunciata dal protagonista
Neri Marcorè-Albino
Luciani nel corso dello sceneggiato, che si sposa con la posizione
della Chiesa nei riguardi di chi ha sostenuto ogni ipotesi di complotto.
Anche in ambienti laici, l'opera del giornalista inglese è stata bollata come poco attendibile,[senza fonte] per il suo taglio più al limite del
romanzo
che dell'inchiesta giornalistica, per l'immagine distorta che mostra
della personalità del pontefice e per alcune incongruenze fra le
affermazioni in esso contenute e la realtà dei fatti
[19].
Ad esempio è da considerare che buona parte degli ecclesiastici
sospettati di appartenere alla massoneria cui fa riferimento il libro
facevano parte dell'area riformatrice della chiesa e avevano avuto un
ruolo di primo piano nelle riforme che Paolo VI intraprese dopo il
concilio. Sono state pertanto avanzate delle perplessità circa il
collegamento fra la massoneria e gli ambienti tradizionalisti e
conservatori, che non avrebbero visto di buon occhio l'elezione di
Luciani, considerando che questi ultimi sono da sempre i più accaniti
avversari della massoneria mentre quasi tutti i presunti massoni interni
al vaticano erano di posizioni progressiste.
Papa Luciani respinse le dimissioni di Marcinkus, uno dei presunti
cospiratori, nonostante l'operato di gestione delle finanze vaticane
operata dal monsignore americano fosse ben lontano dall'idea di banca
etica del pontefice bellunese.
Le voci sulle premonizioni
L'insolita repentina scomparsa del pontefice da poco eletto si
circondò d'aneddoti di tematica paranormale, tendenti ad accreditare
l'esistenza d'una qualche premonizione o addirittura della
consapevolezza della morte imminente da parte dello stesso Albino
Luciani.
Una prima voce di questo tipo riguarda l'incontro con la religiosa
Lucia dos Santos, nota come
veggente di Fátima.
La suora avrebbe predetto i due eventi (l'elezione al soglio pontificio
e l'improvviso decesso) allo stesso cardinal Luciani nel
1977. L'episodio è però screditato da fonti ecclesiastiche.
Altro noto richiamo al destino di papa Luciani è stato letto nella celebre
profezia di Malachia, dalla quale risulterebbe assegnato a Giovanni Paolo I il motto
De medietate Lunae
(che potrebbe essere interpretato come «Il tempo medio d'una luna»).
V'è stato visto un riferimento alla durata del pontificato (33 giorni),
vagamente paragonabile a quella d'una
fase lunare (29 giorni).
Un "Giovanni Paolo I" ne Il Padrino
La trama de
Il padrino - Parte III
contiene degli evidenti richiami, con alcune licenze, alla teoria
dell'omicidio sulla morte di questo papa. Nel film il protagonista
Michael Corleone
decide di prendere il controllo di una società controllata dal
Vaticano; alla morte di Paolo VI, il nuovo pontefice Giovanni Paolo I
decide di ratificare il contratto che permetterebbe la scalata dei
Corleone al potere e per questo viene assassinato su ordine dei
concorrenti, quattro personaggi che si ispirano chiaramente alle figure
di
Paul Marcinkus,
Licio Gelli,
Giulio Andreotti e
Roberto Calvi.
[senza fonte]
https://it.wikipedia.org/wiki/Teorie_sulla_morte_di_Giovanni_Paolo_I