
Il pressing del governo
Il governo, però, non vuole andare oltre: all’assemblea di Confindustria dello scorso 26 maggio il neo ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda pensava proprio a ulivi e Tap quando sottolineò che «non si può affrontare così la competizione internazionale». Eppure sono passati più di 3 mesi da fine aprile ma la prescrizione A44 (quella, delle 66 previste, che fa riferimento al ripristino ambientale) di fatto blocca i lavori preliminari. L’ok alla A44 deve arrivare dalla Regione Puglia, ente vigilante. Ma il semaforo, ad oggi, anziché verde è arancione: per la Regione guidata da Michele Emiliano la prescrizione è solo parzialmente ottemperata. Gli ostacoli sono (per la Regione) o erano (per Tap) tre: il no del Comune di Melendugno, alcune osservazioni dei Vigili del Fuoco e il divieto di movimentazione degli ulivi nelle zone della Xylella. Su quest’ultimo punto ha fatto chiarezza il ministero dell’Agricoltura; sulle osservazioni dei Vigili del Fuoco quello dell’Ambiente (riguardano alberi ad alto fusto); il no del Comune di Melendugno arriva da un ente coinvolto e non vigilante. «È la Regione che deve darci una risposta — spiega Michele Elia, ex ad Fs e oggi country manager Tap — che però ancora non arriva: non possiamo rimanere nel limbo». Ma l’ultimo atto di Emiliano su Tap è stato l’invio a Calenda dell’istanza di revoca in autotutela del titolo autorizzativo. Non proprio un via libera.
http://www.corriere.it/economia/16_agosto_10/i-231-ulivi-che-bloccano-gasdotto-albania-grecia-ruspe-tap-ma-puglia-ancora-tutto-fermo-d4d68450-5f2e-11e6-bfed-33aa6b5e1635.shtml
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