giovedì 1 settembre 2016

GIRA E RIGIRA FINISCONO TUTTI A “GOLDMAN SACHS” - L’EX PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE AI TEMPI DELLO SCANDALO DEI SUBPRIME, BARROSO, VA A LAVORARE PER LA BANCA D’AFFARI USA, CHE IN QUELLO SCANDALO ERA INVISCHIATA FINO AL COLLO - I DIPENDENTI DI BRUXELLES: “RINUNCI ALLA BUONISCITA DI 10 MILA EURO AL MESE PER 30 MESI”


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Sale la protesta a Bruxelles contro la decisione dell’ex-Commissario Ue José Manuel Barroso di iniziare a lavorare per Goldman Sachs. Alcuni dipendenti dell’Unione europea hanno lanciato una petizione su Change.org chiedendo che l’Ue cancelli lo stipendio- buonuscita (circa 10mila euro al mese per 30 mesi secondo le indiscrezioni) dell’ex numero uno. Il suo ingresso tra i dirigenti della banca d’affari - dice l’appello - è «irresponsabile e moralmente discutibile».

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Barroso, ricordano i lavoratori Ue, era presidente della Commissione durante l’era dei subprime, scandalo di cui Goldman è stato tra i principali attori. La stessa società statunitense - è l’accusa - sarebbe stata tra gli artefici dei magheggi sulla contabilità greca che hanno portato al crac di Atene.

La raccolta di firme, lanciata un po’ in sordina nei corridoi dei palazzi dell’Unione, ha fatto invece il pieno di adesioni. In poche settimane ne sono state raccolte 81mila, cifra di gran lunga superiore al numero dei dipendenti comunitari.

mutui subprimeMUTUI SUBPRIME 
Le nozze d’affari tra Barroso e la banca d’affari hanno lasciato l’amaro in bocca a più di un paese membro. Jean Claude Juncker, il suo successore, ha chiarito urbi et orbi che lui «non andrà mai a lavorare con Goldman», senza però prendere posizione sul singolo caso. Sul piede di guerra è in particolare la Francia. I socialisti, alle prese con gli anti-europeisti di Marine Le Pen, hanno chiesto senza successo - al politico portoghese (maoista in gioventù e poi leader del centro-destra a Lisbona) di abbandonare la poltrona in Goldman e vogliono che la Ue inasprisca il codice di comportamento.

GOLDMAN SACHSGOLDMAN SACHS 
Barroso però da uomo con un certo fiuto per gli affari - sembra aver fatto le cose per bene: le norme dell’Unione prevedono che il presidente non possa assumere incarichi in conflitto di interesse fino a 18 mesi dopo l’incarico. Lui è entrato in Goldman 20 mesi dopo l’uscita di scena e - come ovvio - gli uffici legali della Ue non hanno potuto che certificare la correttezza (salvo forse che sotto il profilo estetico) del suo operato.

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La valanga di firme su Change.Org, insomma, non riuscirà a congelare lo stipendio- buonuscita che viene corrisposto per 30 mesi dall’Europa ai suoi ex-dirigenti e vale circa il 60% della loro busta paga originale. La petizione verrà comunque girata a Juncker, al presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk e a quello del Parlamento Martin Schulz entro settembre o appena saranno raggiunte 150mila adesioni. Barroso nel frattempo non ha perso tempo e - ingnorando le polemiche - ha iniziato la sua nuova vita da super-consulente.

Primo appuntamento a luglio, quando - firmato il contratto - ha fatto da advisor ai maggiori clienti del gruppo per aiutarli a valutare le conseguenze della Brexit. Goldman Sachs, da parte sua, è più che soddisfatta dell’assunzione: «Seguiamo alla lettera le norme per l’assunzione di ex politici - ha scritto in una nota l’azienda - L’esperienza di Josè Manuel - come dimostrano i suoi primi impegni ci sarà molto utile in tempi incerti come questi».

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/gira-rigira-finiscono-tutti-goldman-sachs-ex-presidente-131210.htm 

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