Giuliano Zulin per ''Libero Quotidiano''
Natale
è passato, ma il governo (e la Bce) si apprestano a fare un bel regalo
agli italiani: una tassa di 251 euro a famiglia. L'altro ieri abbiamo
scoperto che l'aumento di capitale di Montepaschi non sarà più di 5
miliardi, bensì di 8,8. Dei quali ben 6,5 saranno a carico del
contribuente. Il conto dunque è presto fatto.
Basta
dividere 6,5 miliardi per quasi 26 milioni di famiglie e spunta fuori
l' obolo per Siena: 251 euro, appunto. Le associazioni dei consumatori
hanno dato altri numeri, prendendo a riferimento tutta la dote del
cosiddetto decreto salva-risparmio, 20 miliardi, votato a tempo di
record dal Parlamento (dieci minuti esatti): 330 euro a italiano,
compresi neonati e ultracentenari, che fanno 774 euro a famiglia. Che
sberla, eh...
RENZI MPS
Però
quello che fa più arrabbiare è il caso Mps. Innanzitutto per un motivo
politico: fino a fine novembre la banca più antica del mondo teneva
botta, ma dopo il referendum è scattata la fuga di correntisti e
risparmiatori per timori di un crac. Da qui l' allargarsi del buco e la
richiesta della Bce di iniettare più soldi nelle casse malandate di
Siena.
Eppure
l'idea di fare le pulizie finali dalle sofferenze nei bilanci è di fine
luglio. Perché si sono sprecati cinque mesi? Lo capiamo il motivo: il
governo Renzi non voleva usare denari pubblici per salvare l'istituto
che fu del Pd. Va bene, ma quei 3,8 miliardi aggiuntivi? In fondo sono
soldi nostri, no? È come aver buttato al vento il gettito della tassa
sulla prima casa...
Quello
che però fa veramente incazzare è anche la gestione allegra di Siena
nel concedere prestiti. Ci hanno spiegato che le banche sono in crisi
perché da otto anni il Pil è agonizzante, per cui molti finanziamenti
alle imprese si sono trasformati in sofferenze. Giusto, peccato che, a
un'analisi sommaria, si scopra che il 70% dei cattivi debitori del Monte
non siano l' artigiano o il commerciante travolti dalla crisi.
No,
precisamente il 69,7% dei crediti in sofferenza erano prestiti a
ricchi. Neanche 10mila clienti in tutto. In particolare le pratiche con
importi compresi tra uno e tre milioni rappresentano il 24,3% delle
sofferenze per un valore di quasi 2,5 miliardi, mentre quelle superiori
ai tre milioni sono il 32,4%, per un valore di oltre 3 miliardi.
LA LISTA
Chi
sono questi signori? Qui sta il vero mistero di Mps. Perché tutta
questa fretta nello statalizzare la banca? Forse per non far vedere chi
sono i signori che hanno tirato il pacco alla banca? La lista dei
cattivi pagatori è il vero tesoro, forse ormai l'unico, dell'istituto. E
chi la conserva tiene per le palle tutti i potenti d'Italia, perché è
quasi inevitabile che imprenditori, politici e vip abbiano avuto
rapporti con il terzo istituto del Paese...
Noi
sappiamo alcuni nomi, quelli che si possono ricostruire dai vecchi
comunicati di Mps. E già ci bastano per farci salire la pressione. Tipo
la famiglia De Benedetti. Ricordate Sorgenia? A un certo momento il
gruppo energetico non stava più in piedi, oberato da 600 milioni di
perdite. Le banche che avevano finanziato le attività della società
chiedevano di rientrare dei loro prestiti, ma dalle parti dell'Ingegnere
non ne hanno voluto sapere di metter mano al portafogli. Così Mps e le
sue sorelle hanno dovuto convertire i crediti in azioni, mettendosi poi a
gestire l'azienda.
E
poi c' è la storia del gruppo Marcegaglia. La società attiva nell'
acciaio di proprietà di Antonio ed Emma Marcegaglia. A marzo hanno
ricevuto un nuovo finanziamento di quasi mezzo miliardo, nonostante
abbiano già 1,5 miliardi di debiti. Soldi che sulla carta serviranno ad
agevolare i piani di sviluppo del gruppo. Anche qui, ci ha messo del suo
Mps. Sette anni durerà il prestito. Quando la liquidità di Siena è
appena di quattro mesi, come certificato dalla Bce.
IL CAVALLO DI TROIKA
Ecco
il terzo motivo per non stare sereni, dopo il varo del decreto
salva-risparmi. La Banca centrale europea, insieme all'Unione Europea,
ormai decideranno il nostro futuro più di quanto non lo facciano già. La
questione è semplice: la Ue è anche disponibile a concederci un aumento
di 20 miliardi del debito pubblico per mettere in sicurezza le banche,
anche se nei trattati dovremmo invece diminuirlo...
Perché?
Beh, ci penserà Bruxelles a far rispettare le regole del Fiscal
Compact, cioè diminuire il debito un tot all' anno, nelle prossime leggi
di bilancio. Come dire: aumenti il debito? Va bene, taglierai di più la
spesa. Oppure aumenterai le tasse, tipo quella di successione che è
troppo bassa rispetto alla media Ue (sostengono sempre gli eurocrati), o
quella sulla casa (ricordate i mugugni dopo che Renzi cancellò la
Tasi?). In ogni caso il conto arriverà a noi.
Tutti
capiscono che non si possono far saltare le banche, perché non sono
imprese come le altre, però è da incoscienti perdere tempo per poi farsi
dettare gli interventi da Bruxelles o da Francoforte. Dopo non
lamentiamoci se nel 2018 la gente voterà Salvini o Grillo. Il cosiddetto
populismo non nasce sugli alberi: è figlio del dilettantismo di chi ha
gestito l' Italia fino ad ora.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/monte-piet-70-cattivi-debitori-mps-non-sono-artigiani-138450.htm
Nessun commento:
Posta un commento