martedì 2 agosto 2011

ANCHE (RINO) FORMICA NEL SUO PICCOLO S’INCAZZA - L’EX ESPONENTE SOCIALISTA INCALZA LA BINDI RIVANGANDO UN FINANZIAMENTO DI 50 MILIONI DI LIRE (INDISCREZIONE BY POMICINO) CHE ROSY AVREBBE RICEVUTO DAGLI ANDREOTTIANI PER LE EUROPEE DEL 1989 (“NON È CHIARO SE I SOLDI FOSSERO DELLA MAFIA DI LIMA O DELLA BANDA DELLA MAGLIANA”) - FORMICA RIVENDICA IL PASSATO GLORIOSO DEL PSI MA ‘GERONIMO’ LO SMONTA: “SONO DOVUTO INTERVENIRE IO PER DIFENDERE L’ONORE DEL SOCIALISMO ITALIANO. NON SI TROVAVA UN SOCIALISTA PRONTO A FARLO”…


Alessandro Trocino per il "Corriere della Sera"
ROSI BINDIROSI BINDI
«Non si fanno le campagne elettorale portando la croce. E senza soldi non si canta la messa. Non capisco perché Rosy Bindi si senta offesa» . Paolo Cirino Pomicino sfodera antiche massime di matrice democristiana e interviene nella querelle di cui è stato involontario promotore e che vede contrapposti Rino Formica e la presidente del Partito democratico.
Oggetto del contendere: un finanziamento di 50 milioni di lire che la Bindi avrebbe ricevuto dalla corrente andreottiana per le elezioni europee del 1989. Indiscrezione rivelata a suo tempo in un libro a firma Geronimo (alias Pomicino), «Strettamente riservato» , pubblicato nel ' 95 dalla Mondadori. La Bindi non solo smentisce, ma ricorda di avere già vinto una querela e annuncia nuove richieste danni per chi insista. Formica insiste. Mercoledì aveva affondato il colpo, infastidito da una battuta della Bindi su Alberto Tedesco: «Bisognava saperlo che Tedesco era un peccatore. È un ex socialista».
PAOLO CIRINO POMICINOPAOLO CIRINO POMICINO
E così, da fiero socialista di 84 anni, Formica ha definito l'esponente Dc una «guardiana della rivoluzione» , riesumando la vecchia vicenda del finanziamento elettorale. Con una postilla velenosa: «Pomicino non ci dice se i soldi erano della mafia di Lima o della banda della Magliana» . Sul Foglio di ieri, dopo la risposta della Bindi, Formica ha rincarato la dose. Spiegando che un'eredità, nello specifico quella della Dc, «non si può cogliere con il beneficio dell'inventario».
Rino FormicaRINO FORMICA
E che «non si può scegliere nella propria storia la sorgente più conveniente». Insomma, non è giusto prendere le distanze dal proprio partito di origine: «Non oserei dire che la Bindi sia uguale al libertino Pomicino, ma non è corretto dire che erano separati in casa». Quanto alla querela, Formica riferisce che non risultano querele né a Pomicino né alla Mondadori. La Bindi è piuttosto irritata dalla vicenda. Non ha alcuna voglia di parlare della storia dei finanziamenti: «Ho già risposto al Foglio ieri e nel 2010, su una vicenda sulla quale avevo fatto chiarezza nel 2003. Questa storia deve finire» .
Bettino CraxiBETTINO CRAXI
La querela, fa sapere, fu per il settimanale L'Europeo, che riprese l'indiscrezione. Quella dell' 89 fu la sua prima campagna elettorale. La Bindi aveva 38 anni, veniva dall'Azione cattolica ed era la numero sei nella lista della circoscrizione Nord-est, capolista Giulio Andreotti. Raccolse 211 mila voti, risultando la seconda degli eletti. Nella lettera al Foglio del 2010 spiegò che gli unici soldi che le arrivarono «furono raccolti alla luce del sole, con una sottoscrizione tra amici e conoscenti». Ma al di là della vicenda di cronaca, c'è in gioco anche una questione politico-culturale.
ALBERTO TEDESCOALBERTO TEDESCO
Alla Bindi Formica rimprovera il giudizio sommario sul Psi ma anche di aver rinnegato le sue origini e la Dc, per proporsi come paladina del nuovo. Pomicino osserva: «In passato, dal mio letto di ospedale dove ero in fin di vita, sono dovuto intervenire io, democristiano doc, per difendere l'onore del socialismo italiano. Non si trovava un socialista pronto a difenderlo».
Giulio Andreotti - Copyright PizziGIULIO ANDREOTTI - COPYRIGHT PIZZI
Invece ci vorrebbe un po' più di orgoglio per il passato e per la Prima Repubblica, spiega Pomicino: «Certo, qualcuno ha sbagliato in passato. Ma quando vado alla stazione mi chiedono sempre più spesso: quando tornate? Questa Repubblica è allo sfascio» . E chi proviene dalla Prima dovrebbe ricordarlo: «Non si rinnega la propria storia. Non dovrebbe farlo neanche la Bindi, che pure è un politico di valore».
Quanto a Formica, «stimo molto anche lui: ma dovrei picchiarlo perché mi chiama libertino. Rispetto a quelli che sono in circolazione ora, io ero il principe della compostezza». Comunque sia, la Bindi non ci sta a sentirsi rivangare questa vecchia storia: «Ho appena vinto una causa per diffamazione contro Don Verzè e la Mondadori. Se si insiste nel dire falsità, dovrò prendere provvedimenti e far partire altre querele» . Quanto alla sua vecchia famiglia Dc, la Bindi lo scrisse nel 2010: «Cristianamente prego sempre per tutti i fratelli defunti, ma porto i fiori solo sulle tombe di amici e a volte di conoscenti» .
 by dagospia

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