martedì 26 febbraio 2013
UN PAESE A PEZZI PERCHÉ MANCA IL LAVORO, SPAVENTATO DA TASSE, BUROCRAZIA ONNIPOTENTE, STATO CHE NON PAGA, HA SCELTO LA PROTESTA COME IL PRIMO PARTITO ITALIANO - 2. L'IRRITAZIONE DALLE PARTI DI BERSANI VERSO MONTI NON HA LIMITI: LA SUA PRESUNTUOSA SALITA IN CAMPO HA TOLTO VOTI DECISIVI AL PD SENZA COMPENSARLI CON I PROPRI - 3. LA PROTESTA SI È CATALIZZATA CONTRO UN SISTEMA DI CUI FANNO PARTE PEZZI IMPORTANTI DELLA CLASSE DIRIGENTE, GRAN PARTE DEL GIORNALISMO A COMINCIARE DALLA RAI, DAL ‘’CORRIERE E DA ‘’REPUBBLICA’’, GLI ALTI GRADI DELLA BUROCRAZIA, LA CHIESA ATTACCATA AL POTERE, LA MASSONERIA INTRECCIATA CON GLI EX COMUNISTI A SIENA, ETC. - 4. BEPPE GRILLO NON HA NESSUNA FRETTA, E' IL PRIMO O IL SECONDO PARTITO QUASI DAPPERTUTTO, VUOLE AMBIENTARSI TRA LE REGOLE DEL PARLAMENTO PERCHE’ SA BENE CHE GLI BASTA STARE FERMO PER VINCERE ANCORA. SA ANCHE BENE CHE SARANNO PER LORO DECISIVI LE PROSSIME ELEZIONI COMUNALI IN CITTÀ IMPORTANTISSIME COME ROMA -
DAGOREPORT
GRILLO IN VOLO
Un Paese in gravi difficoltà perché manca il lavoro, perché le aziende che non riescono ad esportare sono in crisi nera, un Paese spaventato da tasse, risparmi che evaporano, burocrazia onnipotente, Stato che non paga, ha scelto quanto segue.
BEPPE GRILLO AD UN COMIZIO
UNO.
La protesta e' il primo enorme partito italiano: ai voti a Grillo Beppe va aggiunta l'area del non voto pari a qualche decimale meno del 25 per cento e, del tutto legittimamente, i consensi a Berlusconi Silvio che è riuscito a restare decisivo riuscendo a presentare se stesso ancora una volta come l'antipolitica che in oltre diciotto anni non è riuscita a governare perché il sistema dominante riassunto nella triade magistratura, giornali, Europa cattiva non glielo ha consentito.
PIERLUIGI BERSANI
DUE.
Il cosiddetto sistema contro il quale si è organizzata la protesta e' sostanzialmente quello rappresentato dal Pd/Sel (anche perché quest'ultima facendo la scelta responsabile di stare con Bersani Pierluigi ha ridotto le sue potenzialità contro) e dalle truppe di Sherpa Monti che è riuscito a superare di pochi voti la soglia della morte politica alla Camera, ha sacrificato Fini/Tulliani Gianfranco e, in parte, Casini già Pierfurby.
Ma la cosa più importante che la sua presuntuosa salita in campo ha generato e' aver tolto voti decisivi al Pd senza compensarli con i propri. L'irritazione dalle parti di Bersani non ha limiti e confini ora che le peggiori previsioni si sono tristemente avverate.
GIANFRANCO FINI E MARIO MONTI
Di questo sistema contro il quale si è catalizzata la protesta hanno fatto parte a vario titolo pezzi importanti della classe dirigente, dalla magistratura non schierata con Ingroia e Di Pietro (il primo si è rivelato totalmente inadeguato e il secondo e' finalmente arrivato al capolinea di una carriera da arruffapopolo ignorante durata purtroppo vent'anni), gran parte del giornalismo a cominciare dalla Rai, dal Corriere della Sera e da Repubblica, gli alti gradi della burocrazia sempreverde, la Chiesa attaccata al potere (copyright Papa dimissionario), la massoneria intrecciata con gli ex comunisti a Siena e dintorni, e ciascuno può aggiungere chi crede.
MONTI CASINI E FINI
TRE.
Poiché tornare a votare e' impensabile, e tra l'altro sarebbe uno spreco di tempo, di denaro, di attese che sarebbero frustrate, di ulteriore prolungamento del coma per l'economia, e poi nemmeno si può perché il nuovo scioglimento delle Camere non rientra tra i poteri del Presidente della Repubblica uscente, va trovata una soluzione per assicurare al Paese il governo possibile nelle condizioni date.
EZIO MAURO
QUATTRO.
Non ci saranno tecnici o uomini della Provvidenza. Chi ha avuto i voti, sia pure mutilati, di protesta, gonfiati dalla legge elettorale, ha il dovere di trovare una soluzione, di metterci la faccia, di non accampare alibi che in una situazione straordinaria, economica e civile, come questa non reggono.
Altrimenti, davvero, si arrendano e lascino ordinatamente il Paese per posti dove con la loro pensione possono tranquillamente vivere meglio che in Italia. Ma devono essere posti poco frequentati da turisti italiani. Ne' vale dire dalle parti del Pd "era meglio, a questo punto, se avesse vinto il giaguaro"' perché per il Paese sarebbe stato peggio (vedi borse e dintorni di oggi).
FERRUCCIO DE BORTOLI
CINQUE.
Soprattutto, non usino lo spauracchio/alibi dei grillini e di Grillo Beppe. Il Movimento Cinque Stelle non ha nessuna fretta, e' il primo o il secondo partito quasi dappertutto, vuole ambientarsi in Parlamento e capire le regole con calma e sa bene che gli basta stare fermo per vincere ancora. Sa anche bene che saranno per loro decisivi le prossime elezioni comunali in città importantissime come Roma. È in tali situazioni che non possono restare alla finestra e devono trovare candidati all'altezza.
GUBITOSI E TARANTOLA JPEG
SEI.
La battaglia per la presidenza della Repubblica non può essere giocata secondo i vecchi schemi, quelli della settimana scorsa, e i vecchi candidati. Serve fantasia, responsabilità, gioco sulle ali e capacità di giocare in trasferta.
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