Elia Pietra per "Lettera43.it"
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Per anni è stato l'avvocato dell'Avvocato. E ancora oggi, Franzo Grande Stevens rappresenta un punto di riferimento importante per la famiglia Elkann e per il gruppo automobilistico torinese. In Fiat spa, dopo la riorganizzazione e la divisione tra auto e veicoli industriali, ricopre il ruolo di segretario del consiglio di amministrazione.
Ma in generale, per i vertici del colosso italiano dell'automotive, l'avvocato è l'uomo di fiducia che John Elkann ha ringraziato pubblicamente lo scorso 21 dicembre nel corso del tradizionale appuntamento di fine anno con i dirigenti del gruppo, indicandolo fra coloro i quali (assieme a Gianluigi Gabetti) gli sono stati più vicini, dal 2003 in poi, nell'affrontare le sfide del dopo Agnelli alla guida delle aziende di famiglia.
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CAMBIANO I RAPPORTI CON FIAT
Per lunghi anni, il rapporto che legava Franzo Grande Stevens alla famiglia Agnelli si rifletteva anche sull'assidua collaborazione tra la boutique legale da lui fondata negli anni Cinquanta a Torino e la società automobilistica.
Ma qualcosa sta cambiando. Il fatto che il giovane Elkann abbia esordito nel suo intervento rivolto ai 1.700 manager del gruppo parlando in inglese, la dice lunga sulla dimensione multinazionale in cui si collocano, oggi, l'azienda e le sue società e sulla complessità delle esigenze legali che un'organizzazione così articolata ha bisogno di affrontare. Esigenze a cui non sempre, una boutique legale, per quanto prestigiosa, è in grado di rispondere adeguatamente.
IL LINGOTTO VUOLE AVVOCATI INTERNAZIONALI
Il recente scorporo e la successiva quotazione di Fiat Industrial, per esempio, hanno visto fare capolino nel novero degli advisor legali del gruppo, gli avvocati dello studio Legance.
A dispetto del nome esotico, si tratta di un grosso studio d'affari, fondato circa tre anni fa da un'ottantina di professionisti fuoriusciti dallo studio Gianni Origoni Grippo.
Per lo scorporo del settore veicoli industriali, lo studio Grande Stevens ha operato al fianco degli americani di Sullivan & Cromwell.
Logo "Fiat"
I professionisti di Legance, invece, hanno assistito Fiat Industrial. Gli stessi avvocati, poi, hanno accompagnato la società in Piazza Affari (dove il titolo è negoziato dalla scorsa settimana) stavolta lavorando assieme a Michele Briamonte, socio di Grande Stevens.
TOGHE ESTERE PER CHRYSLER
Ma forse, l'esempio più significativo è l'acquisizione di Chrysler del 2009. Per l'operazione, Fiat si è avvalsa di un pool di studi internazionali guidato sempre da Sullivan & Cromwell e costitutito anche da Davis Ward Phillips & Vineberg, McKenna Long & Aldridge e Deloitte & Touche Legal.
Le questioni di diritto italiano dell'affare (che la controparte aveva affidato allo studio legale Chiomenti e a Legance) sono state gestite internamente alla società che conta su un'ampia squadra di giuristi d'impresa guidata dal general counsel Roberto Russo, uomo di fiducia di Sergio Marchionne.
RADICI ITALIANE, PROSPETTIVE MONDIALI
Proprio l'amministratore delegato, durante l'incontro del 21 dicembre, non ha usato perifrasi per affermare che le radici del gruppo sono in Italia, ma il futuro è nel mondo. Si tratta di un dato di fatto che non interessa solo gli operai di Pomigliano o Mirafiori.
Ma è un'evoluzione che sta avendo le sue ripercussioni anche sul versante dei fornitori di servizi legali con l'ampliamento del numero di studi di riferimento, in base alle varie aree di specializzazione.
CHRYSLER
NUOVI INGRESSI IN FIAT
L'arrivo di Legance è solo l'ultimo che si segnala in ordine di tempo. Già da qualche anno, poi, Fiat ha avviato un rapporto di collaborazione con la sede italiana della law firm americana Cleary Gottlieb Steen & Hamilton che a luglio 2009 aveva assistito la società negli aspetti di diritto italiano, statunitense e internazionali relativi all'emissione obbligazionaria da 1,25 miliardi effettuata da Fiat Finance and Trade.
CALA IL BUSINESS PER GRANDE STEVENS
Insomma, il flusso di mandati che dal Lingotto potranno approdare negli uffici di via del Carmine a Torino, sede dello studio Grande Stevens, sembra destinato a ridursi per due ragioni principali: l'inarrestabile processo di internazionalizzazione dell'universo Fiat che favorirà sempre più gli advisor internazionali; e l'apparente volontà della società di affidarsi, anche per le questioni italiane, a più studi legali a seconda delle diverse esigenze e competenze.
John Elkann
I LEGALI IN CORSA
Ma quali sono gli studi che potrebbero competere per intercettare una quota del lavoro generato dal gruppo? Fra i torinesi, i nomi che circolano più insistentemente sono quelli delle boutique legali Tosetto Weigmann, studio di grande tradizione che sembra aver ben gestito il passaggio generazionale e Pavesio e associati, piccola struttura con indole internazionale (nel recente passato ha fatto parte del network Allen & Overy).
Allontanandosi dalla Mole, oltre agli studi già citati, potrebbero scendere in campo anche gli studi Pedersoli e associati di Milano e la filiale italiana della law firm Paul Hastings.
Il primo, nell'ultimo anno, ha preso ben tre soci (Carlo Re, Andrea Gandini e Marcello Magro) proprio dallo studio Grande Stevens. Paul Hastings, invece, è guidato, fin dalla sua apertura in Italia da Bruno Cova ex general counsel Fiat e quindi ben addentro alle specifiche problematicità del gruppo.
by dagospia
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