mercoledì 19 gennaio 2011

QUANDO A SINISTRA IL POLITICO ARRAPATO NON ERA UN PROBLEMA - “TEMPI” RISPOLVERA L’affettuosa INTERVISTA DI EZIO MAURO A GIANNI AGNELLI SUL CASO CLINTON-lewinski - FRASI CHE RILETTE ALLA LUCE DEL BUNGA BUNGA FANNO SORRIDERE: “QUESTA STORIA HA MANDATO IN PEZZI PER SEMPRE IL CONCETTO DI PRIVACY...È un meccanismo più adatto a una dittatura che a una democrazia" - IMPAREGGIABILE EZIOLO: “AVVOCATO, TUTTO CIÒ IN EUROPA NON SUCCEDE. SIAMO PIÙ SAGGI O PIÙ IPOCRITI?” (POI SI LAMENTANO SE OGGI LA GENTE NON SI SCANDALIZZA PIÙ DI TANTO)…

Emanuele Boffi per "Tempi" (www.tempi.it)


stile10 ezio mauro
«Volete forse un eunuco alla Casa Bianca?», così disse l'avvocato Gianni Agnelli, presidente onorario Fiat, ad un adorante Ezio Mauro in un'intervista apparsa su Repubblica il 16 settembre 1998 (Agnelli sul Sexgate "Clinton resterà", pagina 7).

Allora, come oggi, si discuteva di leader politici e delle loro debolezze, o - per dirla con le parole che usò allora Mauro nell'intervista - di una vicenda che si sviluppava in un «momento di confusione e disorientamento in cui la morale e la democrazia si mescolano in uno scandalo sessuale che si è ormai trasformato in un dramma politico».

Solo che, allora, nel centro del mirino mediatico-giudiziario non si trovava Silvio Berlusconi, ma il presidente democratico degli Stati Uniti. E la sua Ruby si chiamava Monica Lewinsky. Riletto oggi, quel dialogo risulta assai interessante. Agnelli spiegava di vedere «un'America mortificata e la cosa riguarda anche noi. Perché Clinton è il leader del mondo. Può piacerci oppure no, e probabilmente è un male che ci sia oggi un leader solo per tutto il pianeta. Ma le cose stanno così. E quel leader oggi è fatto a pezzi da questo scandalo. Ecco il problema».


Gianni Agnelli Una constatazione che faceva sorgere in Mauro una domanda spontanea: «Ma non le sembra assurdo che l'America distrugga la sua leadership per uno scandalo sessuale, in un momento di forte consenso per il presidente, con l'economia che va bene?». E poi, ad un altro interrogativo del direttore («Cosa doveva fare il presidente davanti ad un'accusa come quella che gli muoveva Starr - il giudice, ndr -?»), Agnelli rispondeva caustico: «Non lo so. So però quel che fece Jefferson, quando mise tutti a tacere domandando: volete forse un eunuco alla Casa Bianca?».

Da ritagliare le ultime battute della conversazione che, qui di seguito, riproponiamo ai nostri lettori.


Monica Lewinsky
Agnelli: «Le giornate che ha appena vissuto e che sta vivendo sono state per lui umilianti. Veramente umilianti. E ci dovrebbero far riflettere, tutti».

Mauro: «A che cosa pensa?».
Agnelli: «Al momento in cui è stato reso pubblico il rapporto Starr, più di quattrocento pagine in pasto alla gente. Ero davanti alla Cnn, quella notte. Vedevo scorrere brani di quel rapporto, sentivo avvocati che li commentavano in diretta. Mi sono fermato a pensare a quel che stava succedendo: un rapporto giudiziario e politico finisce su Internet, rimbalza in diretta sulle televisioni, si carica di opinioni e accuse, cento o duecento milioni di persone guardano tutto questo e premono sul Congresso con le loro emozioni prima e più ancora che con le loro opinioni. Un circuito infernale. Anzi, un cortocircuito tra democrazia, morale, politica, assemblearismo, populismo».


Monica Lewinsky e Bill Clinton
berlusconi ruby f d a d fde bd d b b c Mauro: «Qualcosa che serve ad emozionare la gente più che a informare i cittadini?».

Agnelli: «Sì, con l'aggravante che attraverso Internet e il circuito mediatico tutto finisce per scaricarsi sul Congresso, influenzandolo in diretta. È un meccanismo più adatto - se ci pensa bene - a una dittatura che a una democrazia. Ancora un passo, e si potrebbe far assistere la gente ad un processo via Internet, per poi farle decretare in diretta l'impiccagione, con sentenza universale, sommaria e spaventosa».


Bocassini Berlusconi RubyMauro: «Avvocato, tutto ciò in Europa non succede. Siamo più saggi o più ipocriti?».
Agnelli: «Senza dubbio siamo diversi, anche se in Inghilterra ci sono stati scandali politico-sessuali. Ma è vero, la Francia non si è affatto scandalizzata per la figlia naturale di Mitterrand. Ed è certo meglio così. Vede, tutti dicono che Clinton aveva il dovere di comportarsi diversamente, ed è vero, o almeno di essere più prudente, ed è vero anche questo. Lui ne sta pagando il prezzo, che è salato. Ma questa storia, attraverso Clinton, ha mandato in pezzi per sempre il concetto di privacy e questo riguarda tutti noi. Perché, alla fine, dovremo farci una brutta domanda: che vita sarà mai, questa nostra vita sorvegliata, controllata e prudente?».






[19-01-2011]


by dagospia

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