martedì 25 gennaio 2011

QUANTO MANCA AL GOVERNO TREMONTI-LETTA? GIULIETTO HA L’APPOGGIO DELLA LEGA, DELL’EUROPA, DELLE BANCHE ED È PRONTO A RICEVERE IL NULLA OSTA PIÙ OSTICO, QUELLO DEL VATICANO. DALL’OPUS DEI A CL, DALLO IOR DI (LIN)GOTTI TEDESCHI AL CARDINALE SCOLA PASSANDO PER ’’L’OSSERVATORE ROMANO’’ DI VIAN, LA TELA DEL "COMMECIARLISTA DEGLI EVASORI FISCALI" (COPY D’ALEMA) ARRIVA FINO A PAPA RATZINGER - 2- SILENZIOSO E RISERVATO, LETTA-LETTA HA INIZIATO LA MANOVRA DI SMARCAMENTO DAL SULTANO CON LA POMPETTA, CHE SE N’è FREGATO DI TUTTI I SUOI CONSIGLI: DALL’ABBANDONO DELLE SERATE ZOCCOLECCE ALLA TUTELA DELL’ASSE COL QUIRINALE, ALL’ACCORDO CON L’UDC. E QUALCUNO NEL PDL SOSPETTA DELLA SUA MANINA DIETRO I SERVIZI… - 3- LETTA PORTA IN DOTE AL NUOVO GOVERNO IL SOSTEGNO DEL TERZO POLO FINI-CASINI-RUTELLI E PUÒ RASSICURARE ANCHE “LIBERAMENTE” (FRATTINI, GELMINI, BONDI, PRESTIGIACOMO) - 4- GARANTE DEL MESCOLONE, IL QUIRINALE DI NONNO NAPOLITANO, CHE CONCEDEREBBE SUBITO LA POLIZZA ASSICURATIVA AL NUOVO GOVERNO: UN BEL SALVACONDOTTO GIUDIZIARIO AL CAVALIERE DEL CULO DI RUBY CON LA NOMINA A SENATORE A VITA... - 5- EMMA MARCEGAGLIA VA DA FAZIO: AFFONDA BERLUSCONI E APRE A TREMENDINO PREMIER -

- DAGOREPORT - LETTA-LETTA SI SGANCIA DAL CAVALIERE E SI PREPARA PER IL NUOVO GOVERNO
Lo ha scritto "Il Riformista" giovedì scorso, lo ha ribadito il "Secolo XIX" il giorno dopo: l'idillio tra Silvio Berlusconi e il suo braccio destro di sempre, Gianni Letta, si è rotto. Complici gli scandali (ma non solo), che fiaccano l'immagine pubblica del premier e inevitabilmente rischiano di portarsi dietro anche l'eminenza azzurrina, il rapporto pare compromesso.


Letta Tremonti Alemanno
Ecco come veniva titolato lo scorso 20 gennaio un articolo di Alessandro De Angelis sul quotidiano arancione ora diretto dal sorprendente Stefano Cappellini: "Per evitare Letta premier, Berlusconi torna falco. Il premier sospetta dei servizi. I fedelissimi: ‘Hanno giocato di sponda con i loro referenti politici'. L`incubo che il sottosegretario non li controlli o che sia il terminale dei fautori del governo di transizione. E allora sceglie la controffensiva mediatica".


Tremonti e Gianni Letta Dal Riformista Il concetto viene ribadito il 21 gennaio da Angelo Bocconetti sul "Secolo XIX", con ulteriori particolari: Letta aveva messo in guardia il Cavaliere dalla vicenda della minorenne, non ascoltato. Scriveva Bocconetti: "Il ‘ciclone Ruby' sta scavando un solco tra Silvio Berlusconi e Gianni Letta, tra i pochissimi esponenti della maggioranza ancora in grado di interloquire con le istituzioni.

Voci allarmatissime si rincorrono tra Palazzo Chigi e Montecitorio: Letta sarebbe pronto a fare lui il ‘passo indietro' che Berlusconi si rifiuta di compiere; si sente stanco e imbarazzato; ha voglia di staccare la spi9na. Lui, da lunedì, ha quasi interrotto i rapporti con il presidente del Consiglio, se si eccettua il colloquio che entrambi hanno avuto con Napolitano".


Giulio Tremonti ed Enrico Letta
Scrive Amedeo La Mattina su "La Stampa" di sabato 22 gennaio: "'Il cerchio si stringe e Berlusconi, che non si rassegna mai, non sembra rendersene conto. E` convinto di poter raddrizzare il piano inclinato in cui lui e noi tutti stiamo scivolando'.


HIULIO TREMONTI ENRICO LETTA PERLUIGI BERSANI - copyright Pizzi
Un ministro, che mai e poi mai abbandonerà la nave berlusconiana, confida questi sentimenti di scoramento che sono comuni a Gianni Letta, il «Grande Mediatore» che non ha più nulla su cui mediare. Bruciati i ponti con Casini; telefoni spenti con il Quirinale dove il Capo dello Stato è furibondo perché il premier non ha seguito i suoi consigli di difendersi davanti ai giudici di Milano: anzi si prepara a sollevare il conflitto di attribuzione e a scendere in piazza. No, la scimitarra non è l`arma di un Ciambellano abituato a sottigliezze e sfumature, ai passi felpati quando bisogna fare i conti con il Colle e la Chiesa.

Il gentiluomo di Sua Santità ha cercato di capire il senso profondo delle parole pronunciate dal cardinal Bertone e dal Papa. Ha telefonato al segretario di Stato vaticano e si è reso conto che dentro le cosiddette sacre mura la candela dell`inquilino di Palazzo Chigi si va spegnendo. Rimane invece sempre più acceso il cero di Giulio Tremonti, uno dei pochissimi ministri che il Santo Padre conosce e apprezza. Ne ammira le doti intellettuali. Lo chiama il «professor Tremonti»".


gianni letta giu tremonti LaStampa
Fini Casini Rutelli Nel nuovo governo Tremonti-Letta, l'Eminenza Azzurrina garantirebbe tutti quei settori che con Giulietto non hanno nessun dialogo. Innanzitutto il Terzo polo di Fini-Casini-Rutelli: tutti e tre con un rapporto personale forte con il sottosegretario, tanto che lo hanno proposto più volte come premier. Anche il mondo forzista di "Liberamente" (Frattini, Gelmini, Bondi, Prestigiacomo), che dal Tesoro si è visto tagliare tutti i fondi possibili ai propri ministeri, si sentirebbe garantito.


IL CRANIO DELLO IOR ETTORE GOTTI TEDESCHI
Da parte sua il titolare di Via XX Settembre si porta dietro l'appoggio incondizionato della Lega, dell'Europa, delle banche e fondazioni bancarie varie, ora anche del Vaticano. Il tutto sotto l'ala protettrice del Quirinale di Napolitano, che concederebbe subito la polizza assicurativa al nuovo esecutivo: il salvacondotto giudiziario per il premier con la nomina a senatore a vita.


2- IL VATICANO PRONTO A SOSTENERE GIULIETTO TREMONTI: DA CL ALL'OPUS DEI, DA GOTTI TEDESCHI AL CARDINALE SCOLA, LA CHIESA SI PREPARA AL SUCCESSORE DI SILVIO
Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

Niente elezioni anticipate e sganciamento «soft» dal presidente del Consiglio. La prospettiva più accreditata Oltretevere è un altro anno di Berlusconi a Palazzo Chigi (con l'approvazione del ddl Calabrò anti-eutanasia e di altri provvedimenti a difesa di vita, famiglia, libera istruzione) poi, scongiurando il ricorso alle urne, il passaggio di mano ad «altro esponente del centrodestra», in primis Giulio Tremonti.


Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti insieme a papa Ratzinger (FOTO ANSA)
NELLE BRACCIA DI MORFEO ETTORE GOTTI TEDESCHI
«Meglio terminare la legislatura che scegliere tra un Berlusconi sempre più isolato e una sinistra vendoliana-zapaterista - spiegano in Segreteria di Stato -. La governabilità a rischio espone l'Italia all'attacco della speculazione finanziaria internazionale, una fase di instabilità è una minaccia per il sistema Paese. Il conflitto permanente nuoce a tutti».

Oggi il Papa discuterà della situazione italiana nell'udienza al presidente Cei, Angelo Bagnasco (titolare delle relazioni con la politica nazionale) alla vigilia del Consiglio permanente in programma da lunedì ad Ancona. «Che il premier lasci subito è improbabile, perciò sono pienamente condivisibili le preoccupazioni di Napolitano», ragionano al Palazzo Apostolico, dove si teme «un salto nel buio» e si ritengono «pericolose» le elezioni «in piena crisi economica».


SILVIO BERLUSCONI GIANNI LETTA La ricerca vaticana di un «nuovo referente» è condivisa e sostenuta nella Chiesa a vari livelli Affiorano, infatti, malumori verso il premier in Cei (Mogavero, Pennisi, Forte, Bregantini), in Curia (Girotti e settori della diplomazia pontificia), nell'associazionismo (Acli, Libera), negli ordini religiosi (Paolini, Comboniani, Saveriani).


Cardinale Scola
Un ruolo di «interlocutore privilegiato» è riconosciuto al ministro dell'Economia, che può contare su sponsor d'eccellenza come il patriarca ciellino Angelo Scola (al quale, subito dopo la vittoria elettorale di Zaia in Veneto, ha presentato Bossi) e il banchiere del Papa, Ettore Gotti Tedeschi. Sono stati loro a intercedere negli ultimi mesi per alcuni incontri riservati tra Benedetto XVI e Tremonti, editorialista dell'Osservatore Romano che pochi giorni fa ha scritto sul quotidiano vaticano una riflessione-manifesto sulla politica economica.

Il caso-Ruby ha accresciuto nei Sacri Palazzi l'attenzione verso «soluzioni alternative» a Berlusconi. In Curia si apprezza la «capacità di mediazione» sulla quale garantiscono per Tremonti il vecchio amico Ravasi e il neo-banchiere centrale Nicora, con il quale creò l'8 per mille. Ma soprattutto è Bertone che individua nel ministro dell'Economia (e nel suo patto d'acciaio con la Lega) una promettente sponda per la Santa Sede.


marcegaglia tremonti
Il segretario di Stato ha pubblicamente riconosciuto ai leghisti un presidio di territorio paragonabile a quello della Chiesa negli anni Cinquanta e il ministro vaticano della Bioetica, Fisichella, ha elogiato il «cattolico Cota» per le critiche alla pillola abortiva Ru486.

L'apertura di credito della Santa Sede per Tremonti nel «dopo Berlusconi» corrisponde al crescente ruolo della Lega nella maggioranza. Al consueto ponte tra le sponde del Tevere assicurato dal gentiluomo di Sua Santità, Gianni Letta, si è affiancato da tempo un nuovo «ambasciatore» Oltretevere del governo.


Letta e Berlusconi
Benedetto XVI ha una particolare stima per Tremonti, uomo-cerniera tra Pdl e Lega e possibile leader per assicurare governabilità all'Italia senza il ricorso alle urne. A fare da «trait d'union» è stata la comune riflessione sulla globalizzazione che ha portato Joseph Ratzinger a scrivere l'enciclica sociale «Caritas in veritate» e Tremonti «La paura e la speranza».


ENRICO LETTA GIULIO TREMONTI - copyright Pizzi
Una conoscenza rafforzata durante le vacanze in Cadore e a Bressanone. Tra le montagne il Papa accademico è rimasto ben impressionato dall'economista, tanto che al team di teologi coinvolti nella redazione dell'enciclica sociale i testi di Tremonti erano stati segnalati da Ratzinger in persona.



by dagospia

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