Nel gennaio 1976 la Commissione Pike della Camera dei deputati degli Stati uniti completò il
suo rapporto sulla CIA e sull'FBI. benché fosse ufficialmente coperto da segreto il documento
trapelò alla stampa e comparve il 16 e il 23 febbraio sul Village Voice. Il rapporto definitivo
della
Commissione senatoriale (Commissione Church) sulle attività dei servizi segreti fu reso pubblico
in aprile. Il documento veniva a integrare la vasta serie di formazioni provenienti dalle aule dei
tribunali e da altre fonti. L'analisi di questo materiale dà modo di comprendere a fondo il ruolo
dei servizi segreti americani all'interno e all'esterno del paese e l'evoluzione della politica
nazionale e internazionale degli Stati uniti dal dopoguerra ad oggi.
I documenti rivelano che la CIA e l'FBI sono
stati impegnati in azioni sovversive, terroristiche, di
istigazione alla violenza e di disgregazione dei movimenti d'opposizione in tutto il mondo. Non
si trattò di attività sporadiche o "prive di controllo", bensì di azioni sistematiche,
relativamente
indipendenti da cambiamenti politici e in generale organizzate ai più alti livelli dello stato. Ma
quali furono queste attività della CIA?
Secondo il Comitato Pike, tutte le prove indicano che la
CIA, lungi dall'essere priva di controllo,
ha eseguito fedelmente le istruzioni del Presidente e dell'addetto alla sicurezza nazionale. La
"stragrande maggioranza" delle sue "attività segrete" furono ispirate da organismi esterni alla
CIA, cioè da quegli organismi civili che di fatto utilizzano la CIA come il braccio armato della
presidenza.
Una delle funzioni della CIA, fin dalle sue origini, fu quella di minare i governi nei paesi
alleati o
sottoposti al dominio degli Stati Uniti. Dal 1948 al 1968 la CIA e "organizzazioni collegate"
spesero solo in Italia più di 65.000.000 di dollari per sconvolgere il quadro politico di quel paese.
Tutto questo rientrava nel quadro delle iniziative prese dal governo degli Stati Uniti, e favorite
dalla burocrazia del lavoro, per spaccare e indebolire il movimento operaio e, in generale, per
rafforzare il capitalismo e garantire agli USA il dominio del mondo industriale. La Commissione
Pike fornisce i seguenti dati: dal 1965 ad oggi, il 32% delle attività segrete approvato dalla
Commissione dei Quaranta avevano come obiettivo il finanziamento di campagne elettorali a
favore di partiti e uomini politici stranieri. La Commissione dei Quaranta è un organo cui
spetta
la supervisione e l'approvazione delle attività dei servizi segreti ed è sottoposto al diretto
controllo del Presidente. I tentativi di indebolire i governi costituiscono di gran lunga l'attività
principale della CIA e sono diretti soprattutto verso il Terzo Mondo. Tra questi non sono
compresi i tentativi del governo e di altri organismi ad esso collegati di interferire in paesi come
il Cile o, più recentemente, la Thailandia.
Lo stesso vale per la politica interna. La Commissione Church
riferisce che tutte le
amministrazioni, da quella di Franklin D. Roosevelt a quella di Richard Nixon, hanno avallato e
a volte addirittura incoraggiato le attività di spionaggio del governo in campo politico. Il
bersaglio principale, ma non l'unico, fu la sinistra. Le indagini sul N.A.A.C.P. (National
Association for the Advancement of Colored People) ad esempio, si protrassero per oltre 25
anni, anche se non si riuscì mai a scoprire nulla che smentisse i risultati del primo anno di
indagine, e cioè la spiccata tendenza di questa organizzazione a non compromettersi con attività
comuniste.
Le indagini e il tentativo di smembrare il Socialist Workes Party furono portati avanti per 34
anni
e di fatto continuarono per molto tempo anche dopo che presumibilmente il partito aveva cessato
di esistere. Ciò che la Commissione Pike chiama razzismo dell'FBI raggiunse il culmine negli
anni '60, con la crescita del movimento dei neri e di quello per i diritti civili. Le azioni
programmate per indebolire questi movimenti e screditarne i leaders iniziarono al tempo di
Kennedy, si fecero più massicce sotto la presidenza di Johnson e Nixon, per arrivare infine ad
una vera e propria istigazione alla violenza e all'omicidio e, pare, alla complicità dell'FBI
nell'assassinio dei leaders della Pantere Nere Fred Hampton e Mark Clark. Anche la CIA
esercitava un'intensa attività all'interno del paese. La Commissione Church riferisce, per
esempio, che circa 250.000 lettere private furono aperte e fotografate dalla CIA negli Stati Uniti
tra il 1953 e il 1973, consentendo la schedatura a mezzo computers di 1 milione o 1 milione e
mezzo di persone.
Le attività sovversive dei principali servizi segreti sono state volta a volta
ridimensionate in
rapporto alla gravità dei fenomeni che si presumeva presentassero una minaccia per la politica
del governo. La violenza diretta contro il movimento pacifista e le provocazioni ad opera di
agenti infiltrati crebbero negli anni '60. Verso la metà del decennio tutte le "università libere"
erano controllate dall'FBI. La Commissione Church riferisce che l'FBI nel 1970 promosse
indagini su tutti i membri dell'SDS (Students for Democratic Society) e su tutti i gruppi di
studenti neri e altre organizzazioni simili. In tutto il paese, agenti dell'FBI, infiltrati e gruppi
terroristici clandestini alimentarono la violenza con attentati dinamitardi, omicidi, rapimenti,
pestaggi, rapine e così via. All'estero la situazione non era diversa.
Il rapporto Pike fa luce sulle gravi
conseguenze della incompetenza dei servizi segreti.
Nell'ottobre '73, per esempio, le proteste sovietiche per le violazioni del cessate il fuoco in Egitto
da parte degli israeliani portarono il mondo sull'orlo di un conflitto nucleare. Secondo la
Commissione Pike, i servizi segreti americani si fidarono ciecamente (sic) dei bollettini di
guerra israeliani, eccessivamente ottimisti. L'Unione Sovietica, che disponeva di informazioni
più precise al riguardo, reagì duramente alla violazione della tregua e giunse perciò a un
diverbio con gli Stati Uniti. Le minacce di un intervento militare sovietico misero in allarme le
truppe americane in tutto il mondo. L'ottusità e la leggerezza dei servizi segreti avevano portato
l'America sull'orlo della guerra.
Leggendo tra le righe potremmo supporre che le violazioni di cui parlavano i
rapporti
eccessivamente ottimisti apparissero da questi assai meglio riuscite di quanto non fossero
realmente e di quanto avessero constatato i servizi segreti russi. Indirettamente perciò il rapporto
della Commissione Pike induce ad alcune interessanti riflessioni sulla politica perseguita in
quegli anni dal governo americano.
Alcune delle attività della CIA spiccano per particolare cinismo.
Per limitarci a un solo esempio:
la CIA appoggiò in Iraq la rivolta dei curdi, mentre il governo degli Stati Uniti cercava di
impedire la creazione di un assetto politico che avrebbe potuto garantire a quel popolo un
minimo di autonomia. Inoltre, Kissinger, Nixon e lo Scià si accordarono per una politica di "non-vittoria",
per far continuare la rivolta e compromettere sia le sorti del paese, sia quelle del
movimento curdo. Un brusco mutamento nella linea politica internazionale rappresentò infine la
condanna dei curdi e gli USA negarono ai loro ex-alleati, schiacciati con la forza, anche la più
elementare assistenza sul piano umanitario. Un alto funzionario del governo giustificò questo
fatto presso la Commissione Pike dicendo: le attività segrete non devono essere confuse con
l'opera missionaria. 200.000 curdi riuscirono a trovare scampo nella fuga. L'Iran, tuttavia, ne
rimandò indietro a viva forza 40.000 e il governo americano si rifiutò di concedere loro asilo
politico, anche se ne avrebbero avuto pieno diritto.
Tuttavia, il rapporto della Commissione Pike non
prende in esame tutte le più sordide attività
delle organizzazioni terroristiche governative. Non dice nulla, perciò, della guerra segreta della
CIA nel Laos o del programma Phoenix nel Vietnam, che, secondo il governo di Saigon, causò
oltre 40.000 vittime e fu un vero e proprio massacro indiscriminato. La Commissione Church
porta numerose prove per dimostrare che l'FBI tentò di scatenare guerriglie tra bande rivali nei
ghetti neri, ma non parla a sufficienza delle atrocità perpetrate nel corso della campagna per
l'eliminazione e la distruzione del Black Panther Party, così come non indaga sulle istigazioni
alla violenza, sui finanziamenti e il rifornimento di armi ai gruppi terroristici, sulla copertura di
attività criminali e simili di cui i servizi segreti si resero responsabili a San Diego e in altre città
americane. Il rapporto, comunque, fornisce elementi sufficienti a farci comprendere fino a che
punto il governo degli Stati Uniti si adoperò attivamente per garantire, in patria e all'estero, un
ferreo controllo sociale attraverso l'uso di mezzi illeciti, quali l'istigazione alla sovversione, la
forza e la violenza.
Un'indagine più accurata farebbe risalire le attività dei servizi segreti politici
al Terrore Rosso
degli anni immediatamente successivi alla I guerra mondiale, quando Edgar J. Hoover guadagnò
una posizione di sempre maggior rilievo nel quadro delle attività del governo per la distruzione
della sinistra e del movimento operaio, con l'appoggio della stampa e degli industriali. Erano i
tempi del procuratore generale Palmer, che disse di voler estirpare le radici del movimento
rivoluzionario, che hanno stretto le idee americane nella morsa letale delle loro venefiche teorie.
Di fatto,
però, tutto ebbe inizio molto prima di allora. Bisognerebbe analizzare il ruolo non
indifferente giocato dal liberalismo americano nello sviluppo e nella giustificazione dei
meccanismi di controllo ideologico e bisognerebbe poi risalire fino ai giorni nostri, citando i
discorsi del genocida Henry Kissinger sulla moralità in politica estera, non mancando di notare
che essi furono riportati senza alcun commento dalla stampa liberale. Si giungerebbe
inevitabilmente alla conclusione che nulla muterà, di fatto, fino a quando non si svilupperanno,
nel nostro paese come nel resto del mondo, movimenti di massa in grado di contrastare
efficientemente l'azione violenta dello stato, diretta e organizzata da coloro che detengono il
potere di governo in virtù di un incontrastato dominio sull'economia privata.
http://www.arivista.org/?nr=079&pag=79_08.htm
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