domenica 29 gennaio 2017

Una costituzione che favorisca la Comunità prima che lo Stato sintesi dell'intervento del Prof. Giulio Sapelli


Non sono un costituzionalista ma, in omaggio all’uomo che qui ce- lebriamo, un punto di vista non strettamente accademico, nel senso più nobile che ci appartiene, può rappresentare un utile contributo al dibattito. Gli illustri maestri del diritto che sono a questo tavo- lo sanno meglio di me che no alla ne del 1800, inizio 1900, quando si parlava della nascente scienza costituzionale italia- na, si diceva che i costituzionalisti italiani pensano in inglese ma lavorano in france- se. Naturalmente, questa antinomia è pre- sente in tutto il libro di Luzzatti. Un libro molto interessante che inizia osannando il sistema inglese, il sistema della common law che vive, nasce e si rafforza in un Pae- se che non ha una sua data di fondazione. Beate le nazioni che non hanno una data che ricorda la loro fondazione! L’Inghil- terra, ma anche la Francia, non ha questa data. Anche se alla Francia ne è stata attri- buita una che ricorda la parte più nobile e, oggi diremmo, più smagliante della sua storia anche se non priva di ombre. Il li- bro è molto interessante e su questo aveva scritto, anni or sono poco prima di mori- re, Mario Galizia un interessante articolo che mirava a ricostituire le fondamenta e le basi ermeneutiche anche del giovane co- stituzionalista Luzzatti.
Nell’affrontare questo libro ho seguito le mie passioni cercando di leggere in ligra- na cosa trasmettesse, nel faticoso percorso di costruzione dell’unità nazionale. Luz- zatti è imbevuto di amore per la
common law e anche le osservazioni che fa sulla Co- stituzione turca e sulla questione messica- na sono piene, per certi versi, di disgusto per l’elemento monocratico-autoritativo presente in questi sistemi. Non gli piace la costituzione francese del 1791 e non solo perché dietro c’è il “terrore”, non solo per- ché non nasce dagli usi e consuetudini di un popolo, ma perché ne intravede la cadu- cità. In questo libro è chiara, netta la con- traddizione tra i sistemi di civil law ad or-

dinamento romanico-germanico e di com- mon law di origine anglosassone. In Italia la colossale piramide di Vittorio Emanuele Orlando, che sembrava imperitura, si co- struisce, mattone dopo mattone, dall’inizio del penultimo decennio dell’800, quando lo stesso Orlando comincia ad affrontare il problema che non è quello della rappresen- tanza e della libertà, ma è quello dello State building, quello, cioè, della costruzione del- lo Stato che non ha più niente a che vedere con la tradizione inglese e, dunque, con il tema dello Stato di libertà. È la stessa idea di Crispi che scioglie le opere di assistenza perché avverte l’esigenza di avviare un fati- coso percorso di State building in un Paese che non era unito, che non aveva una sua identità se non quella geogra ca. Luzzat- ti è da tutt’altra parte. Non a caso è stato sottolineato l’aspetto sulla libertà religiosa. Luigi Luzzatti, sulla cui opera di costitu- zionalista sarebbe necessario approfondire con un attento lavoro storiogra co anche per recuperare altri suoi studi, si muove in questo universo con una profonda e spic- cata originalità. La Costituzione che ha in mente è una Costituzione che limiti i po-
teri dello Stato e favorisca ciò che nasce dalla società civile, che lasci la libertà alla comunità di organizzarsi dal basso. Il suo ideale di uomo è quello che può organizzarsi ed organizzare la comunità alla quale appartiene.
La sua preferenza è per gli ordinamenti giuridici di fatto –come gli statuti delle banche, che altro non sono che ordina- menti giuridici di fatto. Probabilmente, se l’Italia avesse fatto quella scelta, l’av- vento dell’autoritarismo fascista sareb- be stato più dif cile. Uomo eclettico, uomo vario, uomo che organizza lo spirito della comunità, uomo cattolico, sentito modernista. E così, con questa idea, va letto tutto ciò che ha scritto anche sulla libertà religiosa che gli ser- ve a superare l’ordinamento germanico. Uomo aperto allo spirito del tempo, amante della tradizione, patriottico e non nazionalista. Insomma tutto quello che vorremmo fossero i giovani d’oggi: “proprio perché sono uomo a nulla mi nego”.
http://www.goware-apps.it/free/free_pub/Banca_Coperazione_articolo_Sapelli.pdf

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