Sandra Amurri e Giorgio Meletti per "il Fatto Quotidiano"
1 - QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DELLA POLTRONA FRAU
carlo-ciccioli
Autunno 2006. Governa Romano Prodi, presidente della Camera è Fausto Bertinotti. Carlo Ciccioli, medico-psichiatra di Ancona, da pochi mesi deputato di An, apprende che l'imminente quotazione in Borsa della Poltrona Frau di Tolentino (Mc) si presta a molti interrogativi. Si documenta e il 6 novembre presenta un'interrogazione parlamentare urgente.
Luca Cordero di Montezemolo Il salvataggio della Poltrona Frau vede protagonista il fondo Charme, fondo di private equity strutturato come società di diritto lussemburghese. Tra i soci fondatori, oltre a Luca Cordero di Montezemolo (ai tempi presidente di Confindustria, Ferrari e Fiat), gli imprenditori Diego Della Valle, Gianni Punzo, Isabella Seragnoli, Vittorio Merloni, il patron di Technogym Nerio Alessandri, le famiglie Marsiaj e Montinari, più le banche Deutsche Bank, UniCredit e Monte dei Paschi di Siena.
pro13 romano prodi
LE DOMANDE E IL MERCATO - Il deputato Ciccioli, nell'interrogazione con oggetto "Quotazione in borsa dell'azienda Frau", chiede di sapere se "il prezzo delle azioni, valutate in un range compreso tra 1,80 ed 2,20 euro, è stato fissato all'importo più alto; se sul mercato verranno collocate circa 49 milioni di azioni per un aumento di capitale pari a circa 108 milioni di euro; se tale importo è all'incirca pari alla massa dell'indebitamento dell'azienda risultante a giugno 2006;
FAUSTO BERTINOTTI se, raffrontato con l'utile di esercizio dell'azienda al 2006 il rapporto tra prezzo dell'azione e utile è pari a 196, cioè un multiplo assolutamente abnorme rispetto ai normali standard di mercato; se quindi la quotazione delle azioni risulterebbe assolutamente sproporzionata e superiore al valore effettivo dell'azienda", facendo presente che "solo 18 milioni di euro del capitale raccolto sarebbero destinati alla riduzione dell'indebitamento, rispetto ad uno sbilancio di ben 108 milioni di euro".
DIEGO DELLA VALLE
UNA SPECULAZIONE FINANZIARIA? - Ciccioli chiede anche di sapere se "l'operazione di risanamento aziendale non sia di fatto una spregiudicatissima speculazione finanziaria, se gli organismi preposti al controllo e all'autorizzazione per le quotazioni in borsa (Tesoro, Banca d'Italia, Consob) hanno esperito le procedure previste e monitorato, senza timori reverenziali,l'effettiva situazione economica e finanziaria della società".
Ed ecco il colpo di scena. L'interrogazione viene ritenuta irricevibile e bloccata dalla Presidenza della Camera. Un funzionario, racconta l'attonito Ciccioli, spiega che "il titolo è sotto quotazione, e quindi si tratterebbe di un'interrogazione price sensitive". La motivazione è risibile: sia perché l'azione Poltrona Frau non è ancora quotata in Borsa, sia perché con lo stesso criterio risulterebbero vietate tutte le interrogazioni su società quotate, perché suscettibili di influenzarne il corso borsistico. Ciccioli protesta e il funzionario replica: "La direttiva è del presidente Bertinotti e solo lui la può cambiare".
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La mattina dopo il deputato va alla Camera e viene affrontato da Fini, secondo il suo racconto, con queste parole: "Montezemolo mi ha chiamato stamattina alle sette e mi ha detto: un tuo deputato delinquente ha presentato un'interrogazione sulla quotazione in borsa della Poltrona Frau. Quel deputato sei tu. Come ti è venuto in mente di turbare i nostri rapporti con Montezemolo? Ma non vedi che sta anche attaccando il governo Prodi? Ritira immediatamente quell'interrogazione".
Ciccioli, che si aspettava elogi per l'iniziativa da vero deputato d'opposizione, trasalisce: come ha fatto la sua interrogazione, mai pubblicata, ad arrivare in tempo reale a Montezemolo? Comunque reagisce all'ordine di Fini:"Non ci penso neanche".
ingnazio la russaGLI AMICI DI LUCA - Un'ora dopo il secondo assalto. Ciccioli viene raggiunto dall'amico Ignazio La Russa che lo prende sottobraccio per ammansirlo: "Ma che ti sei messo in testa? Ma non vedi che manco Bertinotti te la pubblica? Hai ragione, ho capito, sei orgoglioso, il bel gesto lo hai fatto, adesso però è meglio che lasci stare, quell'interrogazione rovinerebbe i nostri rapporti con Montezemolo. Non ti preoccupare, te la faccio decadere io, ma non ti sognare di ripresentarla".
Ciccioli insiste: "Ma ho già mandato il comunicato stampa a Il Giornale e a Libero". La Russa è tranquillo: "Non ti preoccupare, ai giornali penso io". Subito dopo è un altro deputato di An, Italo Bocchino, a dirgli una parola buona: "Hai vissuto il tuo attimo da eroe ma ora rinsavisci".Arriva infine la lettera di Bertinotti con la motivazione ufficiale della bocciatura dell'interrogazione. Fa riferimento all'articolo 139 bis del regolamento della Camera, secondo cui il Presidente valuta l'ammissibilità delle interrogazioni con riguardo, tra l'altro, "alla tutela della sfera personale e dell'onorabilità dei singoli".
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IL CONVEGNO DEI RADICALI - Il deputato di AN, che non ha seguito Fini ma è rimasto con La Russa nel Pdl di Berlusconi, non ha mai digerito la faccenda. E infatti, a distanza di quattro anni, il 23 luglio scorso, ha raccontato tutto nel corso del convegno "Democrazia senza partiti", organizzato dai Radicali Marche ad Ancona. Il suo intervento è stato registrato e pubblicato sul blog "Popinga" (fondato da Marco Scaloni nel 2004). Oggi Ciccioli non solo conferma tutto, ma esibisce tutti i documenti del caso, accuratamente custoditi in una cartellina.
Alla domanda se il suo racconto non suoni come una vendetta nei confronti di Fini, che proprio in questi giorni ha cominciato a parlare di Montezemolo come suo possibile partner politico, risponde: "Macché vendetta! Questa storia chiama in causa un sistema: l'intreccio tra Confindustria, banche, capitalismo e politica, senza esclusione di bandiere. Una storia su cui nessun giornalista ha voluto fare inchieste e nessun magistrato ha voluto vedere chiaro".
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Secondo Ciccioli la quotazione in Borsa ha permesso ai soci del fondo Charme, vendendo solo il 23% delle azioni Frau, di rientrare di tutto il denaro investito nel 2003 per acquistare il 75% del capitale.
2 - UN TITOLO SOPRAVVALUTATO CHE ORA FATICA
Forse il deputato Ciccioli non aveva tutti i torti a chiedere di veder chiaro nella quotazione in Borsa della Poltrona Frau.
Montezemolo Poltrona Frau
Tanto per dire, il 5 novembre 2006, il giorno prima che l'uomo di La Russa presentasse la sua interrogazione bocciata da Bertinotti, il Corriere della Sera, giornale da sempre vicino a Luca di Montezemolo, scriveva a proposito dell'imminente operazione su Poltrona Frau: "Se si considera che il 60% del capitale investito è costituito da avviamenti e marchi sarebbe stato più prudente, nel collocamento, attribuire un peso maggiore all'aumento di capitale rispetto alla cessione di azioni che ha consentito ai soci di monetizzare in parte il freschissimo investimento".
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Quando si quota in Borsa una società si possono seguire due strade: o si emettono nuove azioni da vendere ai risparmiatori per portare denaro fresco nelle casse dell'azienda, oppure si vendono agli stessi investitori azioni già in mano agli attuali soci. In questa seconda maniera il denaro finisce in tasca dei vecchi azionisti, nel caso specifico nelle casse del fondo Charme di Montezemolo.
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Così è andata. Solo 18 milioni del centinaio pagati dal mercato per le azioni Poltrona Frau sono andate a ridurre i debiti dell'azienda. Il risultato è che oggi i debiti sono ulteriormente saliti, a 117 milioni al 31 dicembre 2009.
Investiti 75 milioni nel 2003 per il 75 per cento di Poltrona Frau, Charme rivende al mercato, dopo tre anni, il 16 per cento per 47 milioni. Un bell'affare, nota il Corriere stesso: l'azienda, comprata nel 2003, ha triplicato il suo valore in tre anni.
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Ma come ha fatto a triplicare il valore se non è quotata in Borsa? Cioè, chi ha detto che le azioni si potevano vendere, in sede di collocamento al mercato, a 2,10 euro? Lo hanno detto le banche collocatrici, quelle che hanno valutato la società: la Merrill Lynch e l'Unicredit di Alessandro Profumo. Le quali hanno seguito un normale standard internazionale, cioè il criterio dei cosiddetti multipli: il valore di un'azione è un multiplo di una serie di grandezze chiave del bilancio.
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Per esempio, il rapporto price/earning (tra il prezzo dell'azione e l'utile netto per azione) risultava di 220, cioè l'azione fu venduta a 220 volte il suo rendimento, pari dunque allo 0,45 per cento. Nel prospetto di collocamento, il documento approvato dalla Consob che dà al mercato piena trasparenza dei dati, si vede che le società del settore prese a paragone per farsi un'idea avevano un price/earning non una, non due, ma almeno otto volte migliore. La Geox, per esempio aveva un valore 33, la Swatch 20.
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Niente paura, il prospetto avvertiva che quel parametro non andava considerato, perché Poltrona Frau usciva da un anno di redditività straordinariamente bassa, solo 7 milioni di utile, ma che le cose sarebbero andate meglio in futuro. E infatti non solo il titolo fu collocato con successo, ma dal prezzo di 2,10 euro salì fino a ben oltre i tre euro, accompagnato dall'entusiasmo degli analisti finanziari, quelli che pubblicano i report somiglianti ai consigli per gli acquisti.
In questa operazione di conforto del mercato si sono naturalmente distinte Merrill Lynch e Unicredit, con ripetuti e convinti bollettini segnati dalla parola d'ordine "buy" (compratene ancora!) o, tutt'al più "hold" (tenetevele!).
frau 04L'ultimo avvertimento "hold" di Unicredit è stato pubblicato lo scorso 14 settembre. Un avvertimento a fine documento, scritto così in piccolo che ci vuole un cannocchiale per capire che è una scritta e non un fregio di fine pagina: c'è un conflitto d'interessi, Unicredit è creditrice della Poltrona Frau. E lo è da sempre.
La banca milanese era azionista di Charme, ha finanziato Charme per l'acquisto di Poltrona Frau, ha finanziato Poltrona Frau per l'acquisto dei mobili Cassina, ha curato il collocamento in Borsa delle azioni e ha detto che il prezzo era giusto. Un servizio integrato, si potrebbe dire. Nel frattempo le azioni Poltrona Frau sono scese in quattro anni da 2,10 euro a 0,84. E l'ultimo bilancio si è chiuso in perdita. Meno male che i soli 7 milioni di utile dovevano essere solo una parentesi eccezionale.
by dagospia
giovedì 14 ottobre 2010
COLTO SUL "FATTO"! AUTUNNO 2006. GOVERNO PRODI. UN DEPUTATO DI AN PRESENTA UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE URGENTE SULL’IMMINENTE QUOTAZIONE IN BORSA DELLA POLTRONA FRAU DI MONTEZEMOLO & C. PER SAPERE SE “L’OPERAZIONE DI RISANAMENTO AZIENDALE NON SIA DI FATTO UNA SPREGIUDICATISSIMA SPECULAZIONE FINANZIARIA" - 2- LA MATTINA DOPO IL DEPUTATO CICCIOLI VA ALLA CAMERA E VIENE AFFRONTATO A PIù RIPRESE DA FINI, LA RUSSA, BOCCHINO: "COME TI È VENUTO IN MENTE DI TURBARE I NOSTRI RAPPORTI CON MONTEZEMOLO? RITIRA IMMEDIATAMENTE QUELL’INTERROGAZIONE" - 3- SECONDO CICCIOLI LA QUOTAZIONE IN BORSA HA PERMESSO AI SOCI DEL FONDO CHARME (LCDM, DELLA VALLE, PUNZO, ETC.), PRIVATE EQUITY STRUTTURATO COME SOCIETÀ DI DIRITTO LUSSEMBURGHESE, VENDENDO SOLO IL 23% DELLE AZIONI FRAU, DI RIENTRARE DI TUTTO IL DENARO INVESTITO NEL 2003 PER ACQUISTARE IL 75% DEL CAPITALE
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