giovedì 21 ottobre 2010

CORALLO GETTATO IN PADELLA(RO) - I LEGALI INGLESI DELLA “PERSONA CHIAVE” DELLE SLOT MACHINES, SOTTO INCHIESTA DELLA CORTE DEI CONTI (PER 98 MILIARDI DI EURO) INTIMANO AL “FATTO QUOTIDIANO” DI SMETTERLA DI PARLARE DI FRANCESCO CORALLO E “GIOCOLEGALE” - PECCATO CHE NON DICANO IN COSA IL GIORNALE STIA SBAGLIANDO, LIMITANDOSI A CHIEDERE RISARCIMENTI, FIRME E GIURAMENTI CON SU SCRITTO “PROMETTO CHE NON LO FACCIO PIÙ” - “FORSE I MAGISTRATI POSSONO PORSI LA DOMANDA SE SIA LECITO CHE UN CONCESSIONARIO DI SERVIZI PUBBLICI INVII LETTERE SIMILI”…

Antonio Padellaro per "il Fatto Quotidiano"


ANTONIO PADELLARO Il 6, 8 e 9 ottobre abbiamo pubblicato tre servizi concernenti gli affari che girano intorno alle slot machine e tutte e tre le volte la società BPLUS GIOCOLEGALE ci ha inviato lettere nelle quali, lamentando una diffamazione nei confronti "del signor Francesco Corallo" definito dai suoi legali, "la persona chiave dell'organizzazione della Bplus, maggiore concessionario operante nel settore delle new slot", ci comunicava l'"avvio di denunzia penale e richiesta di risarcimento danni".

In nessuna delle tre lettere veniva specificato quale falsità vi fosse nei tre servizi e pur volendo dare notizia di questa manifestata intenzione, non siamo stati in grado di dar conto in cosa avremmo sbagliato o quale notizia fosse non rispondente al vero, oppure quale non avesse un interesse per la pubblica opinione e, infine, se si fosse travalicato in qualche modo il limite della correttezza formale nell'esporre le tematiche affrontate.


B Plus Gioco Legale
Il 15 ottobre, una lettera di uno studio legale di Londra (ovviamente scritta in lingua inglese) speditaci via fax, riprendeva il discorso della diffamatorietà e, dopo aver riassunto brevemente l'indicazione dei tre servizi pubblicati, aggiungeva: "Il nostro cliente nutre il grande timore che vi stiate accingendo a pubblicare gli stessi articoli o articoli simili contenenti materiale diffamatorio identico o analogo. Qualsivoglia ulteriore pubblicazione dello stesso materiale e/o di materiale analogo riguardante il nostro cliente costituirebbe, ai sensi della legge inglese, un ulteriore caso di diffamazione a mezzo stampa consentendo di avanzare un'altra richiesta di risarcimento per i danni subiti".


il Fatto Quotidiano 24 Settembre
Anche questo studio legale non faceva minimamente menzione di fatti, circostanze, situazioni che potessero in qualche maniera essere considerate diffamanti o, comunque, illecite.

La parte più bizzarra (non sapremmo definirla diversamente) riguarda la conclusione di questa lettera: "Sia la precedente pubblicazione che qualsivoglia eventuale e futura pubblicazione di tali articoli contenente materiale diffamatorio sono inaccettabili per il nostro cliente e, stando così le cose, è necessario che voi vi impegniate, sottoscrivendo l'allegato modulo che deve esserci restituito entro le 16 del 18 ottobre 2010, a non riferire, pubblicare o mettere in circolazione alcun precedente o nuovo articolo contenente lo stesso materiale e/o materiale analogo a quello già pubblicato in relazione al nostro cliente".

L'"allegato modulo", poi, è qualcosa di difficile qualificazione. "Il legale rappresentate del Fatto Quotidiano" dovrebbe sottoscrivere una Dichiarazione di Impegno con la quale, premesso che la pubblicazione dei tre servizi in questione è diffamatoria della BPLUS GIOCOLEGALE e/o dei suoi dirigenti, direttori e/o dipendenti o qualsivoglia altra persona, per evitare un'azione legale per il risarcimento dei danni conseguenti alla pubblicazione dei servizi giornalistici in questione, si impegna:

a) a non pubblicare né ora né in futuro materiale dello stesso e/o analogo contenuto...;


CORTE DEI CONTI
b) a consegnare entro e non oltre il 23 ottobre tutte le copie degli articoli diffamatori e tutti i documenti in nostro possesso custodia o controllo relativi al contenuto dello stesso articolo;

c) a ritirare entro il 23 ottobre tutte le copie degli articoli che abbiamo distribuito;

d) a far avere entro il 23 ottobre una dichiarazione giurata sottoscritta da un rappresentante legalmente autorizzato che attesti l'adempimento delle richieste relative ai punti che precedono;

e) a corrispondere in misura ragionevole le spese legali sostenute.

Neppure questa lettera del legale inglese conteneva un pur minimo cenno a "fatti" falsi e/o diffamatori, né specificava cosa non avremmo dovuto più pubblicare. Il che equivale a dire "Guai a voi se vi permettete di rifare il nome di Francesco Corallo o quello della BPLUS GIOCOLEGALE".


Corte dei Conti Roma
Abbiamo difficoltà a fare, nel nostro paese, libera informazione e c'è chi vuole approvare leggi che la rendano ancora più difficile. Se ci si mettono anche avvocati inglesi che nemmeno vogliono dirci in cosa avremmo sbagliato, siamo - come suol dirsi - alla frutta. I giornali, però, vengono letti anche da alcuni Procuratori della Repubblica e dall'Aams, l'ente statale che ha il compito di controllare il gioco e del quale la Bplus è concessionario.

Forse i dirigenti dell'Aams e i magistrati possono porsi la domanda se sia lecito inviare lettere del tipo di quelle da noi ricevute da parte di un concessionario dello Stato italiano per la riscossione dei tributi erariali. Se qualcuno di loro volesse leggerle nella loro interezza, siamo pronti a farglielo fare.



by dagospia

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