domenica 14 settembre 2014

Che fine ha fatto la Commissione d’inchiesta sul caso Moro? Che fine ha fatto la Commissione d’inchiesta sul caso Moro? Varata a maggio per indagare sul sequestro e l'uccisione dello statista si deve ancora insediare perché alcuni gruppi parlamentari non hanno indicato i componenti Pubblicato il 10 settembre 2014 da fabrizio colarieti in Misteri italiani // Nessun commento Maria Fida Moro: senza verità gli italiani non avranno pace A distanza di quattro mesi dalla sua approvazione la Commissione bicamerale d’inchiesta sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, fortemente sostenuta dal Partito Democratico e da altre forze politiche, non ha ancora visto la luce. A quanto afferma il vicepresidente dei deputati del Pd, Gero Grassi, in una lettera inviata al presidente della Camera, Laura Boldrini, il rinvio dell’insediamento è «preoccupante e incomprensibile, conseguenza del comportamento di alcuni gruppi che non hanno ancora indicato le proprie designazioni». «Abbiamo ventiquattro mesi di tempo – scrive l’esponente democratico che al caso Moro ha dedicato anche un dossier – per poter coordinare e sintetizzare le più recenti novità e per dare impulso a nuove indagini che possano contribuire, si spera, a fare verità su questo delitto politico». Grassi definisce molto grave il ritardo da parte di alcuni gruppi nel fornire le indicazioni necessarie per procedere alla nomina dei componenti del nuovo organismo «perché costituisce oggettivamente una omissione istituzionale, visto che non consente l’avvio dei lavori della commissione, istituita con legge dello Stato». «Il rallentamento – ha aggiunto il vicepresidente dei deputati del Pd – invia al Paese un messaggio negativo: il disinteresse o, peggio, l’ostruzionismo da parte di alcuni nei confronti di questa iniziativa che invece, ha bisogno di avere un’opinione pubblica concorde e consapevole dei nostri sforzi, a tanti anni di distanza dei fatti. A fronte della legge approvata a maggio, siamo a settembre e la Commissione non ha ancora potuto avviare i propri lavori». Grassi nella lettera chiede alla Boldrini di sollecitare i gruppi politici «a dare seguito alle loro responsabilità o mettendo in atto i suoi poteri sostitutivi di designazione». «Nel 2014 – conclude – ho tenuto già sessanta incontri pubblici sul caso Moro in ogni parte d’Italia ed altri cento sono programmati. Dovunque i cittadini auspicano la verità e partecipano con grande interesse. Il ritardo del parlamento non è davvero tollerabile». Secondo quanto prevede la legge 82 del 2014, la Commissione sarà composta da 60 membri (30 deputati e 30 senatori), avrà il compito di accertare sia nuovi elementi che possano integrare le conoscenze sulla strage di via Fani, acquisite dalle precedenti Commissioni parlamentari (due quelle finora svolte), sul sequestro e sull’assassinio di Aldo Moro e sulle eventuali responsabilità di apparati pubblici e organizzazioni. I lavori della Commissione, che avrà gli stessi poteri investigativi dell’autorità giudiziaria, dovranno essere conclusi entro ventiquattro mesi dal suo insediamento con la presentazione al Parlamento di una relazione, anche da parte della minoranza, sulle risultanze delle indagini. L’organismo potrà avvalersi non solo di consulenti esterni ma anche di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria.



Maria Fida Moro: senza verità gli italiani non avranno pace
A distanza di quattro mesi dalla sua approvazione la Commissione bicamerale d’inchiesta sul sequestro e l’assassinio di Aldo Moro, fortemente sostenuta dal Partito Democratico e da altre forze politiche, non ha ancora visto la luce. A quanto afferma il vicepresidente dei deputati del Pd, Gero Grassi, in una lettera inviata al presidente della Camera, Laura Boldrini, il rinvio dell’insediamento è «preoccupante e incomprensibile, conseguenza del comportamento di alcuni gruppi che non hanno ancora indicato le proprie designazioni».
«Abbiamo ventiquattro mesi di tempo – scrive l’esponente democratico che al caso Moro ha dedicato anche un dossier – per poter coordinare e sintetizzare le più recenti novità e per dare impulso a nuove indagini che possano contribuire, si spera, a fare verità su questo delitto politico». Grassi definisce molto grave il ritardo da parte di alcuni gruppi nel fornire le indicazioni necessarie per procedere alla nomina dei componenti del nuovo organismo «perché costituisce oggettivamente una omissione istituzionale, visto che non consente l’avvio dei lavori della commissione, istituita con legge dello Stato».
«Il rallentamento – ha aggiunto il vicepresidente dei deputati del Pd – invia al Paese un messaggio negativo: il disinteresse o, peggio, l’ostruzionismo da parte di alcuni nei confronti di questa iniziativa che invece, ha bisogno di avere un’opinione pubblica concorde e consapevole dei nostri sforzi, a tanti anni di distanza dei fatti. A fronte della legge approvata a maggio, siamo a settembre e la Commissione non ha ancora potuto avviare i propri lavori».
Grassi nella lettera chiede alla Boldrini di sollecitare i gruppi politici «a dare seguito alle loro responsabilità o mettendo in atto i suoi poteri sostitutivi di designazione». «Nel 2014 – conclude – ho tenuto già sessanta incontri pubblici sul caso Moro in ogni parte d’Italia ed altri cento sono programmati. Dovunque i cittadini auspicano la verità e partecipano con grande interesse. Il ritardo del parlamento non è davvero tollerabile».
Secondo quanto prevede la legge 82 del 2014, la Commissione sarà composta da 60 membri (30 deputati e 30 senatori), avrà il compito di accertare sia nuovi elementi che possano integrare le conoscenze sulla strage di via Fani, acquisite dalle precedenti Commissioni parlamentari (due quelle finora svolte), sul sequestro e sull’assassinio di Aldo Moro e sulle eventuali responsabilità di apparati pubblici e organizzazioni.
I lavori della Commissione, che avrà gli stessi poteri investigativi dell’autorità giudiziaria, dovranno essere conclusi entro ventiquattro mesi dal suo insediamento con la presentazione al Parlamento di una relazione, anche da parte della minoranza, sulle risultanze delle indagini. L’organismo potrà avvalersi non solo di consulenti esterni ma anche di agenti e ufficiali di polizia giudiziaria.

http://www.lettera35.it/ritardo-istituzione-commissione-moro/

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