Si parla tanto delle porcate commesse dall’Isis in questi giorni. Ma è passata sotto silenzio la dichiarazione fatta dal Generale francese Vincent Desportes, generale di divisione a riposo e professore associato presso la facoltà di Scienze Politiche di Parigi, che davanti alla commissione per gli Affari Esteri, per la Difesa e per le Forze Armate, ha dichiarato: “L’Isis creato dagli USA.” Ecco tutti i dettagli.
Il 17 dicembre 2014 la commissione per gli Affari Esteri, per la Difesa e per le Forze Armate ha dibattuto in seduta pubblica la proroga dell’operazione “Chammal” in Iraq.
Presieduta
da Jean-Pierre Raffarin, la commissione ha sentito − durante la
discussione – il generale di seconda sezione Henri Bentégeat, ex capo di
stato maggiore delle forze armate, il generale di corpo d’armata Didier
Castres, vicecapo operativo di stato maggiore, l’on. Hubert Védrine, ex
ministro degli Esteri, il generale di divisione a riposo Vincent Desportes − professore associato presso la facoltà di Scienze Politiche di Parigi − e l’on. Jean-Yves Le Drian, ministro della Difesa.
ISIS CREATO DAGLI USA
Rivediamo in dettaglio l’intervento del generale Vincent Desportes.
Iniziando
il suo discorso con una breve presentazione dell’ISIS (Daech), nel
mettere soprattutto in evidenza il vero pericolo di questo gruppo
terroristico rispetto ai nostri interessi vitali, ha detto senza mezzi
termini: “Chi è il dottor Frankenstein che ha creato questo mostro?
Diciamolo chiaramente, perché ciò comporta delle conseguenze: sono gli
Stati Uniti. Per interessi politici a breve termine, altri soggetti –
alcuni dei quali appaiono come amici dell’Occidente − hanno contribuito,
per compiacenza o per calcolata volontà, a questa creazione e al suo
rafforzamento, ma le responsabilità principali sono degli Stati Uniti.
Questo movimento, con la fortissima capacità di attrarre e diffondere
violenza, è in espansione. È potente, anche se è caratterizzato da punti
profondamente vulnerabili. È potente, ma sarà distrutto. Questo è
certo. Non ha altro scopo che quello di scomparire.”
LA GUERRA LAMPO NON ESISTE
Mettendo
in guardia i membri della commissione sulle implicazioni di una guerra
in un contesto di ridimensionamento delle nostre forze, il generale
Desportes ha aggiunto: “In bilancio, di qualsiasi esercito si tratti,
ci siamo impegnati oltre situazioni operative standard, nel senso che
ogni esercito sta usando le proprie risorse senza avere il tempo di
rigenerarle. In termini reali abbiamo forze insufficienti: per
compensare, a livello sia tattico che bellico, le facciamo girare a un
elevatissimo ritmo di utilizzo. Vale a dire che, se continua questo
sovraccarico di impiego, l’esercito francese si troverà nella situazione
dell’usurato esercito britannico in Iraq e in Afghanistan, costretto da
alcuni anni a interrompere gli interventi e rigenerare le proprie
risorse “a casa”. Il notevole sforzo prodotto ora a favore degli
interventi avrà ripercussioni forti e quantificabili sulle forze nel
nostro Paese, in particolare in termini di prontezza operativa. Il senso
di responsabilità impone di sfatare definitivamente il mito della
guerra breve”.
I CINQUE PRINCIPI PER LA STRATEGIA MILITARE
Dopo
alcuni cenni sulle basi della strategia militare, il generale Desportes
ha delineato una serie di cinque principi che dovranno guidare
qualsiasi decisione di intervento.
Secondo il primo principio,
ci si deve impegnare solo se si può controllare il livello strategico.
Se questo precetto non è rispettato, è evidenziato il rischio di usare
le proprie forze armate col discredito e la perdita d’immagine che ne
conseguono.
“È
il caso della Francia in Afghanistan: ha fatto una “guerra americana”
senza un controllo strategico d’insieme, senza controllo sullo
svolgimento delle operazioni e senza controllo sulla direzione della
coalizione.”
Il secondo principio dice che si deve intervenire solo laddove ci sia “senso strategico”.
“La
Francia è grande nel mondo, in particolare per il suo posto nel
Consiglio di sicurezza dell’ONU, ma poiché questo posto le viene
contestato ogni giorno, deve difenderlo e legittimarlo ogni giorno. E
può farlo solo attraverso la sua capacità di gestione utile dei focolai
di tensione del mondo. Il che, tra l’altro, richiede assolutamente la
necessità di rafforzare la nostra capacità di agire come “nazione guida”
e di “entrare per primi”. Non ci sono dubbi: il nostro posto tra i
cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU e la nostra
influenza nelle questioni mondiali si basano in primo luogo sulla
nostra capacità di agire concretamente nelle situazioni di crisi
(capacità e credibilità).”
Terzo principio: occorre definire obiettivi raggiungibili. Prendendo l’esempio dell’Afghanistan, Desportes dice che«gli
obiettivi hanno assai rapidamente deviato e superato i mezzi di cui
disponeva la coalizione (soprattutto in termini di tempi e di capacità
di controllo dello spazio terrestre)».
Quarto principio: intervenire solo quando l’azione considerata è compatibile con i mezzi a disposizione, immediatamente e nel lungo termine.
Essendo
uno dei primi ad avere criticato pubblicamente il Libro bianco sulla
difesa del 2013, il generale Desportes ha dichiarato: “Il Libro
bianco 2013 parla di «volume di forze sufficienti». In effetti, come è
noto, l’operazione “Serval” è stata una scommessa estremamente
rischiosa, a causa del basso volume di forze dispiegate combinato con la
grande obsolescenza della maggior parte delle attrezzature impiegate.
L’operazione “Sangaris” un azzardo finito male, poiché la scommessa
fatta sulla “sorpresa iniziale” non è stata vinta. Poi la negazione
della realtà unita alla nostra mancanza di risorse ha impedito
l’adattamento della forza alla reale situazione sul campo e allo
schieramento immediato dei cinquemila uomini che erano indispensabili.”
Quinto principio: non fare il primo passo senza considerare l’ultimo.
“Ciò
significa che si devono valutare − senza condizionamenti ideologici,
senza essere ciechi − le conseguenze di un intervento, soprattutto se
non si intende arrivare fino in fondo”.
LA GRANDEUR FRANCESE È FINITA
Al
termine del suo discorso, il generale Desportes ha continuato a mettere
sull’avviso i membri della Commissione sul decadimento delle forze
armate francesi.
“L’evidente
sottodimensionamento della spesa operativa produce significativi
effetti negativi di cui deve essere consapevole chi decide. Anzitutto,
apprendere dai media − senza una chiara smentita − che i corpi militari
spendono ingiustificatamente il magro bilancio francese evidenzia il
fallimento morale, dal momento che i nostri soldati combattono su tutti i
fronti, per la Francia e ai suoi ordini, con risorse veramente troppo
scarse. Inoltre c’è che siamo sempre sotto il livello della “massa
critica”: questo sottodimensionamento del budget ha un impatto diretto
sia sul successo delle operazioni sia sulla sicurezza dei nostri
soldati, che finiscono per ritrovarsi messi in pericolo”.
L’OPERAZIONE CHAMMAL UN FALLIMENTO
A proposito dell’operazione “Chammal”, il generale dichiara: “Giungo
a Chammal dopo un paio di giri, lo ammetto, ma non si perde mai tempo a
prendere un momento di distanza strategica, in un’epoca in cui la
tendenza è proprio quella di ragionare in fretta, in termini di spese di
cassa, su problemi che richiedono tempi lunghi e investimenti pesanti.
Non mi trattengo sull’attuale sconcertante contraddizione tra, da un
lato, il conflitto del mondo alle nostre porte, nel nostro est, nel
nostro sud-est, nel nostro sud, la moltiplicazione dei nostri interventi
e, dall’altro lato, il deterioramento rapido e profondo delle nostre
capacità di bilancio con, a valle, quello delle nostre capacità
militari. A destra e a sinistra lo sanno tutti; alcuni, troppo pochi, lo
dicono. […] E allora? Atteniamoci al ben noto principio della guerra,
il principio di concentrazione… o alla sua versione popolare: “chi
troppo vuole nulla stringe”. Smettiamo di espanderci! Guardiamo in
faccia la realtà. Stato islamico. “ISIS delenda est”: certamente! Siamo
profondamente solidali, ma non siamo in alcun modo responsabili. I
nostri interessi esistono, ma sono indiretti. Da quelle parti le nostre
capacità sono limitate e irrisorie, rispetto agli Stati Uniti, e la
nostra influenza strategica è estremamente limitata”.
Clicca qui per leggere l’intervento integrale del generale al Senato
http://www.infiltrato.it/inchieste/dichiarazione-bomba-di-un-generale-francese-al-senato-l-isis-e-stato-creato-dagli-stati-uniti/
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