DAGOREPORT
“Tra
Elkann e Marchionne c’è una forte complementarietà e una forma di
complicità. John si occupa di strategie e non gestisce il gruppo giorno
per giorno”, ha assicurato il gran capo di LVMH, Bernard Arnault, a “Les
Echos”. Il quotidiano economico francese, la scorsa settimana, ha
dedicato una lungo servizio per celebrare i “successi” del nipote
dell’Avvocato e, dopo aver sentito testimoni del rango di Gian Luigi
Gabetti e Lapo Elkann, ha sentenziato che “nel giro di un decennio John
Elkann ha dimostrato di essere ben più di un ereditiere”.
marchionne grande stevens john elkann
Non
c’è che dire, il ritrattone del quotidiano transalpino è un bel colpo
di immagine per John Elkann, che ne esce come uno che comanda davvero.
Ma è davvero così? In realtà le voci e i segnali che arrivano da Torino e
da Detroit raccontano un’altra storia, assai meno patinata.
Ultimamente
pare che i rapporti tra il giovine Elkann e Marpionne siano
semplicemente “tragici”. L’assoluta indipendenza con la quale il manager
dal passaporto canadese (e dalla residenza fiscale svizzera) gestisce
Fca comincia a dare sui nervi alla sterminata famiglia
Agnelli-Elkann-Nasi. Gli eredi e parenti di Gianni Agnelli hanno un po’
dimenticato che Marchionne, dal 2004 a oggi, ha fatto un autentico
miracolo con le sue idee visionarie e ha garantito loro un flusso di
dividendi insperato. E oggi covano sentimenti mal mostosi.
In
questa situazione di nervosismo si è inserito da par suo un altro
personaggio che a Torino si considera di “famiglia” come Luca Cordero di
Montezemolo, malamente defenestrato dalla Ferrari proprio a opera dello
spulloverato di Detroit. Montezuma ha raccontato a vari rami
dell’augusto Parentado che negli Stati Uniti Marpionne ha fatto in modo
da presentarsi quasi come il proprietario di Fca, relegando Kaki al
ruolo di suo ‘’assistente’’ e chiamandolo “il bambino”.
Agnelli Marchionne
La
storia del “bambino” è arrivata anche alle nobili orecchie di Lavinia
Borromeo, quella che a casa Elkann porta i pantaloni. “John, il padrone
sei tu. Questo lo devi cacciare”, gli avrebbe detto Donna Lavinia. Ma
Kaki, che non riesce neppure a mollare il pantano di Rcs, le ha risposto
abbastanza impaurito: “Non si può fare. Senza Marchionne Fca che fine
farebbe? Negli Usa ci siamo grazie a lui”. Come dargli torto, in
effetti.
Kaki
Elkann sa perfettamente che il manager, nella sua megalomania, ha
portato risultati importanti. Adesso Marpionne si è fissato con una
nuova grande impresa, la fusione con Gm, e procede come un treno. Al suo
fianco ha un paio di grandi banche d’affari che hanno studiato nei
minimi particolari: per lui, che il management della società, guidato da
Mary Barra, sia contrario all’alleanza, non è un problema. Lui si
rivolgerà direttamente ai soci (come ha fatto Exor con PartnerRe) ed è
pronto anche all’Opa ostile.
A
questo progetto John Elkann si oppone perché sa che in un’eventuale
GM-FCA il suo peso evaporerebbe quasi del tutto, con una quota finale
del 3% scarso. E così il dissidio con Marpionne è esploso e un mese e
mezzo fa, nel corso di un loro incontro, si potevano sentire le urla del
manager oltre i muri della stanza dove s’erano chiusi.
ANDREA AGNELLI MARCHIONNE ELKANN
In
proposito va raccontato anche un episodio quasi comico, ma che rende
bene la natura dei veri rapporti tra presidente e amministratore
delegato del fu Lingotto. Marchionne, nel suo disperato tentativo di
rilanciare il marchio Alfa Romeo, aveva trovato un accordo di
sponsorizzazione con un grande club di calcio internazionale. Solo che
era internazionale con la “I” maiuscola. Quando Elkann l’ha saputo ha
dato di matto. In duplex con il cugino Andrea, presidente della
Juventus, gli ha detto: “Ma ti rendi conto? Il nome Alfa Romeo sulle
maglie nerazzurre, quelli che ci hanno sfilato lo scudetto ai tempi di
Calciopoli?”. E gli ha fatto stracciare il contratto. Marchionne, che
segue il calcio con fastidio, ha eseguito, non senza rispondere con un
bel “Fate un po’ come c. volete”.
general-motors-sede SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN
Sbaglierebbe
però chi pensasse che Marpionne abbia in testa solo la scalata a
General Motors. Dopo quattro anni, il mese scorso, si è sposato con
Manuela Battezzato, funzionaria dell’ufficio stampa conosciuta al
Lingotto. Lei lo segue anche a Detroit e gli alti dirigenti di Fca ormai
la chiamano “la Badante” (come la Rossi per Berlusconi) perché gli
filtra anche le telefonate e gli gestisce gli incontri. Senza passare
dalla Battezzato, a Marpionne ormai non si arriva.
SERGIO MARCHIONNE E MANUELA BATTEZZATO
E
anche su consiglio della “Badante”, Marpionne ha deciso di fare piazza
pulita in Ferrari di tutti i manager dell’era Montezemolo. Una “pulizia
etnica” che riguarderà l’ad Amedeo Felisa, il direttore del Museo
Ferrari Antonio Ghini, il capo della comunicazione Stefano Lai e il capo
del personale Mario Mairano. Perché i ricordi di Luchino vanno
totalmente cancellati.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/ma-come-sono-rapporti-kaki-elkann-marpionne-sono-semplicemente-113797.htm
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