martedì 9 febbraio 2010

CDB E IL VENTICELLO LIBERALE - LA LOBBY POTENTONA DEL GRUPPO “REPUBBLICA-ESPRESSO” OSSERVA SMARRITA IL NUOVO SCENARIO DEGLI ASSETTI DEL CAPITALISMO ITALIANO - TENTA DI SPIEGARE CHE GLI INTERESSI DI MEDIASET SONO DOMINANTI OVUNQUE, MA NON C’È TRIPPA PER GATTI: BANCHIERI, MANAGER E IMPRENDITORI NON RISPONDONO PIÙ ALL’APPELLO…

Lodovico Festa per "il Giornale"
CARLO DE BENEDETTI

La Fiat vuole unilateralmente chiudere uno stabilimento su cui pure ha ricevuto cospicui contributi dello Stato. Proprietà e management di Telecom Italia sono di fronte a conti aziendali difficili e a innovazioni strategiche non semplici da finanziare. Banca Intesa prepara l'assemblea di bilancio dove si rinnoveranno le cariche: grandi le manovre tra i soci. Stessa scadenza per le Generali, con meno esibizioni pubbliche. L'Eni mentre si afferma come player globale dell'energia, affronta sfide complesse: dal calo della domanda di gas ai giacimenti iraniani, ai richiami dell'Antitrust europeo sui gasdotti.
Carlo De Benedetti con moglie

Gli assetti del capitalismo italiano, anche dei suoi soggetti maggiori, sono «naturalmente» in movimento. Molti problemi sono «i soliti», molti protagonisti sono «i soliti». Eppure si avverte un'aria di novità. Solo pochi anni fa vicende come quelle descritte erano affrontate con trabocchetti politici, invasioni di campo nella politica e della politica, anche al generoso aiuto di media e magistratura.
Berlusconi alla camera - con capelli - 27 gennaio

O ai ricatti di un sindacalismo che non contrattava ma «pesava» politicamente. Oggi, ci si potrà lamentare per qualche arroganza eccessiva di Sergio Marchionne o per una politica governativa di supporto all'industria non sempre perfetta. Si potrà constatare come il management di Telecom Italia non manchi di persuasive capacità comunicative. Come l'Eni oltre che grande impresa sia anche perno di una brillante politica estera italiana. Che Banca Intesa abbia manager abili nell'interloquire con i giornali.
Mediaset

Per quel che riguarda pesi e contrappesi tra economia, politica e media non siamo sicuramente in un mondo perfetto. Ma l'atmosfera complessiva è determinata da confronti tra proprietà e management, tra imprese e sindacati (pur con una segreteria Cgil penosamente allo sbando), tra politica e mondo economico in cui i diversi soggetti si concentrano essenzialmente nello sforzo di assolvere al proprio mestiere.
Logo "Fiat"

La potente lobby del gruppo "Repubblica-Espresso" osserva quasi smarrita questo nuovo scenario, tenta di spiegare come gli interessi di Mediaset siano ormai dominanti dovunque, siano la vera e sola bussola dell'azione del governo. Ma gli sforzi di pur fantasiosi giornalisti producono ricostruzioni senza sugo.
la_repubblica_logo

Carlo De Benedetti, cresciuto come protagonista della scena italiana grazie alla capacità di interdizione della sua stampa, è disperato e rinunciando ai suoi sogni egemonici, alle sue fasi «maggioritarie» prima prodiane, poi veltroniane,punta a ricostruire assetti neoproporzionalistici dove un gruppo editoriale spericolato come il suo possa riprendere una funzione di condizionamento a largo raggio. Non mancano le sponde in questo senso. Ma i grandi banchieri (anche quelli che continuano a votare a sinistra), i grandi manager, gli imprenditori di maggior prestigio non rispondono all'appello.
Logo "Eni"

Anche quelli abituati ai più bizantini giochi di palazzo, si sottraggono alla chiamata. Il venticello liberale di un Paese dove naturalmente i conflitti non scompaiono ma tendono a essere regolati dai voti, dal mercato, dal libero confronto delle idee e dei progetti, e non più da conventicole ristrette in toga o in grisaglia che fossero, alla fine sta prevalendo. Forse abbiamo vissuto in autunno l'ultimo organico tentativo di ripiombare il Paese nel pantano dei condizionamenti senza fine. Ne siamo usciti. Molto è da consolidare nel nuovo quadro. Servirebbe anche un'opposizione meno frastornata. Ma la via giusta è stata imboccata.


by dagospia

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