martedì 8 febbraio 2011

IL LIBRO SU DI PIETRO È GIÀ FINITO IN TRIBUNALE, SOMMERSO DI QUERELE - MARIO DI DOMENICO, IL SUO NEMICO PIÙ INTIMO, PUBBLICA “COLPO ALLO STATO”, CHE SCODELLA LE PRESUNTE RELAZIONI PERICOLOSE DELL’EX PM - DALLA CENA CON CONTRADA E I SERVIZI ALLE FOTO AMERICANE, FINO A UNA MISTERIOSA VALIGETTA PORTATA A HONG KONG - LA REPLICA DEL LEADER IDV: “OGNI INIZIATIVA CIVILE AVVIATA CONTRO DI ME, DI DOMENICO L’HA PERSA. NON HA PAGATO LE SPESE PROCESSUALI E LA CASA È FINITA ALL’ASTA” - IL PESSIMO FIUTO DI TONINO NELLA SCELTA DEGLI AMICI…

Gianluigi Nuzzi per "Libero"


MARIO DI DOMENICO - DIPIETRO
"Colpo allo Stato", la biografia non autorizzata di Antonio Di Pietro è appena arrivato in edicola (Edizioni Si), per poi giungere anche nelle librerie, che già fioccano le querele tra i protagonisti. Da una parte il leader Idv che dopo aver ricevuto copia del libro venerdì, dopo un fine settimana di valutazione del testo ha deciso di presentare atti di citazioni nei confronti dell'editore e dell'autore del saggio, l'avvocato Mario Di Domenico, il civilista co-fondatore dell'Idv e amico per molti anni dell'ex pm.


DIPIETRO
«Sui racconti fantasticati da Di Domenico nel suo libro - scrive Di Pietro in un comunicato - sono già intervenute plurime sentenze di condanna dei diffamatori certificando la correttezza dei miei comportamenti. Sentenze, peraltro, note da tempo, che sono state ampiamente pubblicate e riportate anche in Rete. Ciò a dimostrare che la macchina del fango viene portata avanti da un'organizzazione criminale, montata proprio allo scopo di intimidire tutti coloro che si oppongono al governo Berlusconi. I diffamatori risponderanno delle loro azioni nelle sedi giudiziarie, ma dobbiamo reagire a questo modello dell'infamia e della calunnia usato per bloccare chi non si adegua al regime».


GIANLUIGI NUZZI
Sembra che Di Pietro voglia ricostruire passo dopo passo la realizzazione di questo volume per verificare l'intera genesi dell'opera. Insomma, Di Pietro parla di «falsità» e di «folli tesi» portate avanti anche con l'ausilio di noti «faccendieri coinvolti nella vicenda Telecom Serbia». Il riferimento è a Pio Maria Deiana che nel libro giura di aver visto Di Pietro entrare in una banca a Hong Kong nel 1993 portando una pesante valigia per poi uscirne a mani vuote.

E Di Domenico? Valutate le dichiarazioni di Di Pietro, in una intervista pubblicata ieri su Libero e nel comunicato diffuso alle agenzie, anche lui annuncia iniziative legali contro l'ex pm. In mezzo, la verità ancora tutta da accertare. Anche perché il libro ipotizza una serie clamorosa di accuse addossando su Di Pietro colpe dirette e indirette su numerosi passaggi ritenuti poco chiari della vita del pm, a iniziare dai diversi e casuali "inciampi" con i servizi segreti, fino alla nascita e ai primi passi dell'Italia dei Valori. Diverse vicende trattate nel libro sono già note.


BRUNO CONTRADA
Di Domenico le ha collegate tra loro sollevando dubbi inquietanti e tutti da dimostrare sull'ex pm. Non vi è solo la condanna di un ex amico per la gestione da "tiranno" del partito, ma anche la denuncia di una serie di episodi, coincidenze, retroscena ancora da verificare. Spetterà ora agli ex colleghi di Di Pietro capire fino a dove si spinge la verità e quanto di rilevante contiene questo libro per il quale il leader dell'Idv scommette che riceverà numerosissime querele da parte dei diversi soggetti indicati.

2 - DI PIETRO: UN LIBRO SVELA I SUOI SEGRETI...(L'ARTICOLO CHE IERI HA SCATENATO IL PUTIFERIO)
Gianluigi Nuzzi per "Libero"

Da oggi sarà in edicola con diecimila copie: «Il "Colpo" allo Stato, la legge è uguale per tutti... salvo alcuni». È una biografia non autorizzata di Antonio Di Pietro. Letta in anteprima da «Libero», è stata scritta dall'avvocato civilista Mario Di Domenico, ex amico e co-fondatore dell'Italia dei Valori. Una premessa: il libro accusa Di Pietro di aver compiuto una nutrita serie di irregolarità, scorrettezze, persino reati.

Nel saggio si indicano somme stornate dai conti del partito. Si indicano casi di raccolta di firme false. Si citano nomi e cognomi dei presunti testimoni che avrebbero visto addirittura Di Pietro in una banca a Hong Kong con una «pesante valigia» in mano. Ancora, Di Domenico scandaglia i rimborsi elettorali, i soldi all'Idv provenienti addirittura dal Vaticano, le operazioni immobiliari ritenute stravaganti. Verità, balle? Di certo Di Domenico ha goduto di un punto d'osservazione privilegiato. Da parte sua il leader dell'Idv ha più volte denunciato l'ex amico e ha cercato con ogni diffida di evitare la pubblicazione del libro. L'editore, invece, è andato dritto per la sua strada. Visto, si stampi.


LASSEGNO DI BIANCHINI ALLITALIA DEI VALORI DA LIBERO
QUEGLI SCATTI
Quindi delle due l'una: o Di Domenico ha scritto delle baggianate e risarcirà Di Pietro per le diffamazioni. Oppure le sorprendenti cose scritte meritano un approfondimento. «Da parte mia - annuncia Di Pietro - preparerò le querele». Di certo è un libro atteso. Perché indica aneddoti e retroscena inediti della vita dell'ex pubblico ministero che già hanno fatto rumore. Infatti, già un anno fa uscì una prima esplosiva anticipazione del volume.


Il «Corriere della Sera» pubblicò in prima pagina la storia di una cena del 15 dicembre del 1992 con commensali d'eccezione. Tra i quali l'allora pubblico ministero, il Tonino nazionale, e l'ex numero tre dei servizi segreti Bruno Contrada, che sarà arrestato poco dopo. Il «Corriere» pubblicò anche alcune foto dei dodici scatti che immortalano quell'incontro, tratti proprio dal libro che era già in lavorazione.


FOTO INEDITA LAGENTE DEI SERVIZI SEGRETI USA OSCURATO CONSEGNA UNA TARGA A DI PIETRO ALLA CENA CON CONTRADA NEL DA LIBERO
Oggi, nel saggio si trovano tutte le altre foto di quella cena che sollevò i dubbi di via Solferino. Solo una cena certo, niente di male. Ma dal «Corriere» ci si chiedeva come mai nove giorni dopo, quando viene arrestato Contrada, parte l'ordine di far sparire quegli scatti. Allora partiamo proprio da quell'articolo: «Una cena immortalata da una macchina fotografica senza pretese - scrive Felice Cavallaro - che salta fuori giusto per un ricordo, appena qualche scatto, dodici per l'esattezza, come si accerterà nove giorni dopo, quando tutti si preoccupano e a tutti fanno giurare di bruciare ogni copia.

Tante le telefonate incrociate quel maledetto giorno, il 24 dicembre del 1992. Il giorno dell'arresto di Bruno Contrada, allora numero 3 del Sisde, funzionario sotto mira dei colleghi di Paolo Borsellino sin dalla strage di via D'Amelio, cinque mesi prima. E scatta una gara a farle sparire. Ognuno assicura che lo farà. Forse per evitare di ritrovarsi un giorno davanti al funzionario mascariato dalle rivelazioni di alcuni pentiti come Gaspare Mutolo, scagliatosi in ottobre contro «‘u dutturi» e contro Domenico Signorino, pm con Giuseppe Ayala al primo maxi processo.


DI PIETRO NELLA SEDE DELLIDV IN FLORIDA INSIEME A TALBOTT MURA BIANCHINI STALK DA LIBERO
MAFIA E GIUDICI
Un giudice antimafia nelle mani dei Riccobono, secondo i primi scoop. Seguiti dal suicidio di Signorino, il 3 dicembre. Un drammatico evento del quale non si può non parlare alla cena organizzata con i vertici dei Servizi nella caserma del comando Legione di via In Selci dal capo del reparto operativo dei carabinieri di Roma, Tommaso Vitagliano, allora colonnello, oggi generale di brigata.


DI PIETRO NEL FALCON A DUE POSTI USATO PER GLI SPOSTAMENTI IN USA
Ma le storiacce di mafia non sono l'unico argomento di conversazione perché quel 15 dicembre, a metà giornata, l'Ansa ha ufficializzato con un dispaccio l'avviso di garanzia contro Bettino Craxi per concorso in corruzione, ricettazione e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. È il provvedimento firmato con Saverio Borrelli e gli altri colleghi del pool di Milano proprio da Tonino Di Pietro la sera precedente, il 14.


DI PIETRO CON GLI AMERICANI FOTO DI SILVANA MURA
E, ventiquattro ore dopo, il giudice per il quale mezza Italia ormai tifa sta lì a tavola, Contrada seduto accanto a lui, l'agente americano pronto con la targa premio». Interrogativi che oggi tornano d'attualità, anche a quella cena con unico magistrato presente proprio Di Pietro, c'era anche l'agente del Secret Service americano Mario Mediati. Nel volume compare anche la foto inedita di Mediati che consegna un attestato ricordo a Di Pietro. Mediati è l'unico senza cravatta tra i vari 007 italiani presenti ma viene tenuto in grande considerazione dagli altri commensali.


DI PIETRO A CENA CON CONTRADA NEL A GIORNI DALLARRESTO
Nel volume si trovano anche gli scatti in quel viaggio negli Usa della primavera del 2000 che per Di Domenico fu organizzato alla ricerca di finanziamenti e che Di Pietro ha sempre minimizzato. Vicenda incredibile appare invece il presunto avvistamento nella primavera del 1993 «ai piedi dell'edificio della Hong Kong Shangai Bank» dell'allora pm Di Pietro.

IL TESTIMONE
Di Domenico indica un testimone oculare che avrebbe stretto la mano al Tonino nazionale mentre stava entrando in banca con una pesante valigia in mano per poi uscirne a mani vuote. Si tratta dell'imprenditore Pio Maria Deiana, una figura controversa già finita alla ribalta delle cronache nella vicenda Telecom Serbia. Deiana giura che all'epoca confidò di aver visto Di Pietro a Marco Loi, un dirigente del gruppo telefonico che nel libro conferma.

by dagospia

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