Superbonus per Dagospia
L’audizione
di Maria Cannata, la donna che gestisce il debito pubblico italiano,
nella Commissione Parlamentare d’Indagine sui derivati è uno spettacolo
di reticenza e di ammissione parziale di colpa.
Partiamo
da questo secondo aspetto: il mark to market (valore di mercato) dei
derivati sottoscritti dallo Stato Italiano è in negativo per circa 37
miliardi di euro (2 punti percentuali di Pil). Questo disastro è stato
gestito nelle stanze della Direzione Debito del Ministero del Tesoro,
disastro che presto si concretizzerà in una perdita secca per i
contribuenti. Se infatti prima era possibile diluire le perdite su un
arco temporale più lungo “ristrutturando” gli swap in essere, con la
nuova normativa europea di calcolo del debito il Tesoro sarà obbligato
ad appostare come perdita il valore di mercato al momento della
ristrutturazione. Questo vuole dire che tutti i nodi arriveranno al
pettine a partire dal prossimo anno.
Nella
fumosa relazione della dottoressa Cannata un cosa appare chiara: nel
2011 il ministero dell’Economia ha venduto opzioni su tassi d’interesse
per “mitigare l’effetto negativo della spesa per interessi” derivante
dalla “ristrutturazione di swap”. In pratica a fine 2011 in piena
tempesta sui mercati finanziari il Tesoro decide di consentire alle
banche l’esposizione verso l’Italia per convincerle a comprare BTP, e
per farlo chiude delle operazioni in perdita e per non contabilizzare
tali perdite vende delle opzioni (scommette sui tassi d’interesse)
esponendo i contribuenti ad una perdita potenzialmente infinita nel
corso dei prossimi anni.
L’operazione,
evidentemente non portò ai risultati sperati perché la Banca Centrale
Europea dovette intervenire sul mercato secondario dei titoli di Stato
italiani imponendo pesanti condizioni ai governi in carica.
DERIVATI
Il
retropensiero di dirigenti e politici doveva essere simile al seguente:
non importa l’enorme rischio a cui stiamo esponendo il Tesoro. Se si
dovesse materializzare in una perdita, nel momento in cui questo dovesse
accadere “ristruttureremo” ancora i derivati “spalmando la perdita su
più esercizi”. In pratica, dalle parole di Maria Cannata si può
intravedere una gestione in stile Monte dei Paschi: tutte le perdite
sono rinviate al futuro fino a quando la situazione diventi
insostenibile.
Su questo stile era la ristrutturazione di un derivato che fu oggetto di un articolo di Andrea Greco su Repubblica (www.repubblica.it/economia/2013/06/26/news/italia_otto_miliardi_a_rischio-61861023/ )
nel
quale si svelava come il Tesoro allungasse le scadenze di uno swap per
nasconderne e spalmare su più esercizi le perdite, e su questa linea di
gestione si potrebbe spiegare un valore di mercato costantemente
negativo con perdite in crescita del portafoglio derivati dello Stato
italiano.
La
nuova normativa europea in materia di contabilizzazione mette invece un
bastone fra le ruote a tali pratiche ed il Ministero dell’Economia
dovrà trovare un altro modo per nascondere la polvere sotto al tappeto.
La prima mossa sarà il tentativo di disinnescare l’esercizio di una
opzione su tassi d’interesse venduta dal Tesoro che potrà essere
esercitata da un banca nel 2016. Tale facoltà concessa all'istituto di
credito potrebbe causare una grossa perdita alle finanze pubbliche (non
abbiamo elementi per quantificarla) ed allo stato attuale della
normativa non ci sarebbero possibilità di evitarla.
Tuttavia
la signora Cannata ci tiene a specificare in Commissione che ci saranno
emissioni di titoli di stato in dollari con relativi swap a copertura
del tasso di cambio. Se al Tesoro ci fosse l’ex dirigenza del Monte dei
Paschi si potrebbe sospettare che sarebbero chiuse delle operazioni
volutamente in perdita per il Tesoro per “remunerare” la banca
detentrice del contratto di opzione e “convincerla” a non esercitare
tale diritto.
Ancora
una volta si potrebbe rinviare al futuro la perdita e “spalmarla su più
esercizi”, ma al Tesoro fortunatamente non ci sono Baldassarri e
Mussari e siamo sicuri che questo non accadrà. Sarebbe però interessante
sapere e monitorare il valore di mercato delle opzioni vendute e la
perdita potenziale su di esse.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/paese-spalmato-derivati-valore-mercato-derivati-95093.htm