Alessandro Oppes per “la Repubblica”
Sviluppa
l’intelligenza, allena la mente, migliora il rendimento. C’è solo da
chiedersi perché non ci avessero pensato prima. C’è voluta una proposta
parlamentare del Partito socialista per far scoprire ai politici
spagnoli gli effetti miracolosi dello studio degli scacchi. Che ora
diventeranno materia obbligatoria nel programma educativo. Tutti
d’accordo, dalla sinistra alla destra ai nazionalisti di vario segno, al
punto che — praticamente in coro — hanno chiesto al governo
conservatore di Mariano Rajoy di fare in fretta e dotare gli istituti di
tutto il paese di uno stock di scacchiere, re e regine, alfieri,
cavalli, torri e pedoni.
IL GIOCO DEGLI SCACCHI
Già
tre anni fa, con una votazione a larga maggioranza, il Parlamento
europeo aveva approvato una “raccomandazione” in questo senso diretta a
tutti i Paesi membri dell’Unione.
Un
suggerimento che si basava su studi realizzati in Germania e in altri
Paesi del continente in cui si è visto che il rendimento scolastico
degli alunni scacchisti aumentava in media fino al 17 per cento. Così
sono partite anche in Spagna le prime esperienze effettuate a livello
sperimentale in alcune regioni: tanto in Catalogna come in Cantabria si è
registrato un tasso di soddisfazione per i risultati ottenuti superiore
all’80 per cento.
A
Barcellona, è stato il governo della Generalitat a promuovere uno degli
studi scientifici più accurati degli ultimi tempi sui benefici
pedagogici degli scacchi. Secondo le conclusioni degli esperti delle
Università di Lérida e Girona, l’introduzione nel programma scolastico
di questo gioco come materia di studio permette di sviluppare meglio
l’intelligenza in vari parametri e di migliorare i risultati in
matematica e nella lettura, che sono proprio i due ambiti in cui i
ragazzi spagnoli mostrano le maggiori carenze secondo le risultanze del
Rapporto Pisa.
IL GIOCO DEGLI SCACCHI
Ma
i vantaggi non finiscono qui. Nella sua relazione davanti alla
Commissione educazione delle Cortes, il deputato socialista Pablo Martín
ha ricordato che gli scacchi «aumentano le capacità strategiche e
mnemoniche, insegnano a prendere decisioni sotto pressione e sviluppano
la concentrazione, oltre a parecchie altre qualità, con un
costo economico molto basso».
Con
un inconsueto spettacolo di convergenza politica, il primo a dargli
ragione è stato il rappresentante del Partito Popolare («è
un’appassionante disciplina sportiva nell’ambito educativo »), mentre i
nazionalisti baschi hanno parlato di «investimento strategico per il
futuro». Uno studio realizzato dalla Universidad de La Laguna, di
Tenerife, sottolinea che gli scacchi sviluppano non solo l’intelligenza
cognitiva ma anche quella emozionale.
Ma
quello scolastico non sarà l’unico terreno di applicazione
dell’esperimento scacchistico. Secondo studi scientifici molto seri, la
pratica degli scacchi può infatti essere estremamente utile come
“ginnastica mentale” per ritardare l’invecchiamento cerebrale e quindi
frenare lo sviluppo di malattie come l’Alzheimer. In più, avrebbe anche
un impiego proficuo nel trattamento di bambini iperattivi, con autismo,
sindrome di Asperger, superdotati, con sindrome di Down e anche nella
riabilitazione dei tossicodipendenti.
cattelan scacchi
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/prof-ho-fatto-scacco-spagna-sar-obbligatorio-scuole-studio-94463.htm
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