Mario Ajello per “Il Messaggero”
In
questi giorni di stress da Patto del Nazareno saltato, appena nelle
riunioni di partito Silvio Berlusconi sembrava distratto, alcuni
maggiorenti si davano di gomito: «Sta pensando alla roba». E adesso che
una parte della «roba», intesa come Mediaset il patron di Arcore la sta
vendendo, quei momenti di lontananza dalle beghe politiche hanno una
spiegazione più chiara. Che poi è quella che in queste ore Berlusconi
sta trasmettendo a chi può essere ammesso negli «arcana imperii» del suo
potere: «Se il governo si incattivisce, è meglio agire d’anticipo e
fare cassa». E ancora: «Io non voglio lasciare i miei figli nelle
difficoltà e nei guai. Bisogna mettere a posto bene le cose prima».
Il
Patto del Nazareno ha portato bene alle azioni di Mediaset, che due
anni fa valevano tre volte meno di adesso. Ma ora che quell’intesa è
rotta, e che si annunciano tempi grami per il sistema aziendale
berlusconiano già in crisi per molti aspetti, conviene mettere al riparo
la «roba» da quelle che l’ex Cavaliere chiama le «vendette» di Matteo.
Un’occasione così giusta per vendere a buon prezzo le azioni - «e questo
è solo l’inizio», assicurano i bene informati - difficilmente potrà
ripresentarsi in futuro.
E
Marina e Pier Silvio, che prima dicevano «no» quando i contatti di
vendita a fine anni ’90 erano serratissimi tra Berlusconi e Murdoch, ora
quel «no» secco non lo dicono più. La rottura del Patto del Nazareno
c’entra, e assai, con la tentazione di Fedele Confalonieri - da lui ieri
smentitissima - di ritirarsi a vita privata. E c’entrano eccome, nella
vendita di questo primo pacchetto di azioni, i rischi derivanti dalla
nuova fase politica. «La riformulazione del decreto mille-proroghe è
chiaramente di tipo provocatorio», va ripetendo Berlusconi da giorni.
E
si riferisce a quell’«emendamento-canaglia» che impone alla sua azienda
e alla Rai di pagare 50 milioni come occupazione delle frequenze da
ridistribuire tra gli operatori minori. Questa è stata vissuta da
Berlusconi come una ritorsione targata Renzi per il suo mancato appoggio
alla candidatura di Mattarella. Marina, al contrario del fratello e di
Confalonieri, era convinta che il Nazareno fosse poco influente
sull’andamento dell’impresa di famiglia. Mentre nel partito tutti o
quasi, anche i nemici di quel Patto, hanno legato le due cose. E i fatti
di queste ore starebbero dimostrando la plateale esistenza di questo
legame.
«Adesso
i soldi che ha ricavato dalle azioni li metterà nel partito, visto che
lo vuole rilanciare?», si chiedono retoricamente a Forza Italia. E
nessuno risponde di sì. C’è chi in questi frangenti ha sentito
Berlusconi parlare così: «Non sono più sicuro di ciò che potrà
accadere». E non sta parlando di Fitto ma del sistema dell’emittenza
televisiva tutta da ridefinire nelle intenzioni dell’esecutivo.
RENZI SALUTA CONFALONIERI DOPO LA D URSO
Eppure
ieri, Berlusconi era a Palazzo Grazioli - fino alle 19,30 - per
decidere le candidature alle Regionali. E quella in Puglia di Francesco
Schittulli ha avuto il via libera di tutti. Perfino di Fitto. La vendita
delle azioni era dunque già stata preparata. E punteggiata da alcuni
ricordi sempre più ricorrenti sulle labbra di Sua Emittenza: «Ancora mi
mangio le mani per tutti i soldi che potevo ricavare, se avessi venduto a
suo tempo a Murdoch». Gli stessi soldi non li avrà più, ma spesso la
storia si ripete.
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/biscione-movimento-grandi-vendite-se-governo-si-94461.htm
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