giovedì 14 agosto 2014

Spie, Brigate Rosse e Aldo Moro, i misteri di Hyperion Gli ambigui legami della scuola di lingua fondata a Parigi nel 1976 tra terrorismo, spionaggio e sinistra extraparlamentare Pubblicato il 29 marzo 2014 da Daniele Scopigno in Misteri italiani // Nessun commento

Spie, Brigate rosse e misteri. Così come il suo significato astronomico, Hyperion (Iperione) era ritenuta una struttura satellite della sinistra extraparlamentare italiana in Francia. O almeno lo era in parte, perché la sua storia si intreccia con il caso Moro, ma anche con altri misteri, tanto da essere stata descritta come un centro di varie formazioni terroristiche nazionali (Br) e internazionali (Eta, Ira e Olp), se non una camera di compensazione dei servizi segreti di Est e Occidente per mantenere gli equilibri mondiali del dopo Yalta.
Formalmente Hyperion, precedente nome Agorà, è stata fondata a Parigi nel 1976 (al civico 27 di Quai de la Tournelle, nella foto oggi ndr) come scuola di lingua da Giulia Archer, convivente di Corrado Simioni, compagno di partito di Bettino Craxi nel movimento giovanile socialista e fondatore del Collettivo politico metropolitano (Cpm), gruppo progenitore delle Brigate rosse. Come scrive Giuseppe de Lutiis, in “Il Golpe di via Fani”,  i fondatori di Hyperion sono proprio Simioni, Duccio Berio, Vanni Mulinaris, Innocente Salvoni e Francoise Tuscher, nipote dell’Abbé Pierre. L’Hyperion entra nel mirino della magistratura italiana già nel 1979, nell’inchiesta del giudice Pietro Calogero sui presunti collegamenti tra Autonomia operaia e il terrorismo. L’inchiesta Calogero sara però smontata da una pressante campagna di stampa.
Altre inchieste punteranno, invece, a ciò che ci sarebbe stato al di sopra dell’ex Agorà, ovvero il Superclan, una struttura ristrettissima nella quale si ipotizza ci fossero legami tra la sinistra exparlamentare e i servizi segreti Nato. Del resto Berio in una lettera avrebbe ammesso di essere un informatore del servizio segreto militare italiano, l’allora Sid. Insomma è il mondo del terrorismo di quegli anni, gli intrecci della eversione con i servizi, deviati o meno. Uno dei nomi usati dalla struttura era anche ”la Ditta” o ”le zie rosse”. Di questo Superclan avevano fatto parte Mario Moretti e Prospero Gallinari, due dei principali protagonisti del caso Moro, e Corrado Alunni, uno dei leader di Prima Linea.
L’ipotesi è che proprio in Francia ci fosse la base dei “cervelli” delle Br, manovrate dall’estero da una struttura che si pensa possa essere proprio Hyperion o il Superclan. E sul Corriere della Sera del 1979, il giornalista Antonio Ferrari scrive: “Mulinaris, Berio e Simioni sono vecchi amici di Renato Curcio (…). I nomi di Mulinaris e Simioni sono ricomparsi, seguendo la pista dell’istituto”. L’inchiesta italiana del giudice Rosario Priore, con l’ipotesi di aver costituito in Francia una banda armata operante su territorio estero, ricorda l’Ansa, finì però per confluire in quella veneziana del giudice Carlo Mastelloni, che aveva inquisito Simioni, Mulinaris e Berio per reati più gravi, tra cui un traffico di armi con le Brigate rosse e l’Olp. Tra gli imputati figuravano anche Abu Ayad, capo dei servizi di sicurezza di Al Fatah e alti ufficiali dei servizi segreti italiani, tra cui i generali Nino Lugaresi, Pasquale Notarnicola e Giulio Grassini. Il processo veneziano si concluse nel 1990 con un’assoluzione generale.
In un articolo del 2012, il sito internet di Le Monde si occupa di Hyperion e riporta questo: “Le analisi, che fino ad oggi sono ipotesi, di alti ufficiali dei Carabinieri (N. Bozzo), di giudici (R. Priore, P. Calogero), di un leader storico della Br (Franceschini), di inchieste parlamentari (G. Pellegrino), storici (G. Lutiis) e, in ultima analisi, di giornalisti investigativi (G. Fassanella, Paolo Cuchiarelli), incorporano Hyperion sotto la tutela degli accordi di Yalta”. “Questa scuola – scrive il giornale francese – è considerata come una camera di compensazione tra i servizi segreti”, anche se l’inchiesta su questa tesi, ripresa dalla magistratura francese, non portò a nulla.
Ed è stata anche la Commissione Stragi a ipotizzare che Hyperion potesse essere una struttura per operazioni contro i nemici di Yalta. Motivo per cui Moro, questo lo scenario, sarebbe finito nel mirino di determinate strutture. Un altro aspetto apre dubbi sull’ipotesi dell’intreccio Hyperion-Moro. La scuola aveva, infatti, un ufficio anche a Roma in via Nicotera 26 dal 1977. Secondo alcune ricostruzioni, nel palazzo avrebbero avuto sede società vicine ai servizi segreti, in particolare al Sismi. Gli uffici chiuderanno nel giugno del 1978, ovvero una esistenza breve nel pieno delle attività per il sequestro di Moro.

 http://www.lettera35.it/spie-brigate-rosse-aldo-moro-i-misteri-di-hyperion/

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