Spie, Brigate rosse e misteri. Così come il suo significato astronomico, Hyperion (Iperione) era ritenuta una struttura satellite della sinistra extraparlamentare italiana in Francia. O almeno lo era in parte, perché la sua storia si intreccia con il caso Moro,
ma anche con altri misteri, tanto da essere stata descritta come un
centro di varie formazioni terroristiche nazionali (Br) e internazionali
(Eta, Ira e Olp), se non una camera di compensazione dei servizi segreti di Est e Occidente per mantenere gli equilibri mondiali del dopo Yalta.
Formalmente Hyperion, precedente nome Agorà, è stata fondata a Parigi nel 1976 (al civico 27 di Quai de la Tournelle, nella foto oggi ndr) come scuola di lingua da Giulia Archer, convivente di Corrado Simioni, compagno di partito di Bettino Craxi
nel movimento giovanile socialista e fondatore del Collettivo politico
metropolitano (Cpm), gruppo progenitore delle Brigate rosse. Come scrive
Giuseppe de Lutiis, in “Il Golpe di via Fani”, i
fondatori di Hyperion sono proprio Simioni, Duccio Berio, Vanni
Mulinaris, Innocente Salvoni e Francoise Tuscher, nipote dell’Abbé Pierre. L’Hyperion entra nel mirino della magistratura italiana già nel 1979, nell’inchiesta del giudice Pietro Calogero
sui presunti collegamenti tra Autonomia operaia e il terrorismo.
L’inchiesta Calogero sara però smontata da una pressante campagna di
stampa.
Altre inchieste punteranno, invece, a ciò che ci sarebbe stato al di sopra dell’ex Agorà, ovvero il Superclan, una struttura ristrettissima nella quale si ipotizza ci fossero legami tra la sinistra exparlamentare e i servizi segreti Nato. Del resto Berio in una lettera avrebbe ammesso di essere un informatore del servizio segreto militare italiano, l’allora Sid.
Insomma è il mondo del terrorismo di quegli anni, gli intrecci della
eversione con i servizi, deviati o meno. Uno dei nomi usati dalla
struttura era anche ”la Ditta” o ”le zie rosse”. Di questo Superclan
avevano fatto parte Mario Moretti e Prospero Gallinari, due dei principali protagonisti del caso Moro, e Corrado Alunni, uno dei leader di Prima Linea.
L’ipotesi è che proprio in Francia ci fosse la base dei “cervelli”
delle Br, manovrate dall’estero da una struttura che si pensa possa
essere proprio Hyperion o il Superclan. E sul Corriere della Sera del
1979, il giornalista Antonio Ferrari scrive: “Mulinaris, Berio e Simioni sono vecchi amici di Renato Curcio (…). I nomi di Mulinaris e Simioni sono ricomparsi, seguendo la pista dell’istituto”. L’inchiesta italiana del giudice Rosario Priore,
con l’ipotesi di aver costituito in Francia una banda armata operante
su territorio estero, ricorda l’Ansa, finì però per confluire in quella
veneziana del giudice Carlo Mastelloni, che aveva
inquisito Simioni, Mulinaris e Berio per reati più gravi, tra cui un
traffico di armi con le Brigate rosse e l’Olp. Tra gli imputati
figuravano anche Abu Ayad, capo dei servizi di sicurezza di Al Fatah
e alti ufficiali dei servizi segreti italiani, tra cui i generali Nino
Lugaresi, Pasquale Notarnicola e Giulio Grassini. Il processo veneziano
si concluse nel 1990 con un’assoluzione generale.
In un articolo del 2012, il sito internet di Le Monde si
occupa di Hyperion e riporta questo: “Le analisi, che fino ad oggi sono
ipotesi, di alti ufficiali dei Carabinieri (N. Bozzo), di giudici (R.
Priore, P. Calogero), di un leader storico della Br (Franceschini), di
inchieste parlamentari (G. Pellegrino), storici (G. Lutiis) e, in ultima
analisi, di giornalisti investigativi (G. Fassanella, Paolo
Cuchiarelli), incorporano Hyperion sotto la tutela degli accordi di
Yalta”. “Questa scuola – scrive il giornale francese – è considerata
come una camera di compensazione tra i servizi segreti”, anche se
l’inchiesta su questa tesi, ripresa dalla magistratura francese, non
portò a nulla.
Ed è stata anche la Commissione Stragi a ipotizzare che Hyperion potesse essere una struttura per operazioni contro i nemici di Yalta.
Motivo per cui Moro, questo lo scenario, sarebbe finito nel mirino di
determinate strutture. Un altro aspetto apre dubbi sull’ipotesi
dell’intreccio Hyperion-Moro. La scuola aveva, infatti, un ufficio anche
a Roma in via Nicotera 26 dal 1977. Secondo alcune ricostruzioni, nel
palazzo avrebbero avuto sede società vicine ai servizi segreti, in
particolare al Sismi. Gli uffici chiuderanno nel giugno del 1978, ovvero una esistenza breve nel pieno delle attività per il sequestro di Moro.
http://www.lettera35.it/spie-brigate-rosse-aldo-moro-i-misteri-di-hyperion/
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