TITOLO SAIPEM 2012-2016
(ANSA) - Un
'appello' al Presidente della Repubblica per mettere a conoscenza
un'istituzione super partes delle ragioni che stanno alla base della
loro mobilitazione. Così i segretari generali Filctem Cgil, Femca Cisl e
Uiltec Uil, rispettivamente Emilio Miceli, Angelo Colombini e Paolo
Pirani, alla vigilia dalla manifestazione dei lavoratori del gruppo Eni e
Saipem, in programma venerdì, in una lettera sottoscritta dalle oltre
400 Rsu di tutti gli stabilimenti italiani di Eni e Saipem al Presidente
della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Il
19 febbraio sarà la terza volta che effettueremo 8 ore di sciopero e
saremo a Roma a piazza Santi Apostoli - scrivono i leader sindacali -
per farci ascoltare e per spiegare le nostre ragioni, perché non
consentiremo a nessuno di riscrivere la storia industriale del nostro
paese". Le maggiori preoccupazioni per i sindacalisti sono non solo
relative alla "prospettiva di vita per decine di migliaia di lavoratori
di Eni e delle sue controllate, ma al rischio che un distacco
progressivo di Eni dal suo paese accentuerebbe il declino dell'Italia
sul piano economico, infrastrutturale e industriale".
Una
lettera, quella dei sindacati al Capo dello Stato, perché "chi lavora è
giusto che dialoghi con chi rappresenta le Istituzioni anche a livello
più alto, attraverso un mezzo diretto e personale".
2.AUMENTO DI CAPITALE SAIPEM, CAPORETTO PER I RISPARMIATORI
Salvatore Gaziano per il “Fatto Quotidiano”
Un
aumento di capitale chiuso in modo così disastroso era molto tempo che
non lo si registrava a Piazza Affari. E a portare a casa questa maglia
nera non è stato un titolo qualsiasi ma Saipem, acronimo di "Società
Azionaria Italiana Perforazioni e Montaggi". Società del gruppo Eni
specializzata in infrastrutture per la ricerca di giacimenti di
idrocarburi, la perforazione e la messa in produzione di pozzi
petroliferi e la costruzione di oleodotti e gasdotti.
Per
chiudere l' aumento di capitale si è dovuto ricorrere ai tempi
supplementari mettendo all' asta i diritti inoptati su una fetta
consistente del capitale (il 12,2%); molti azionisti di Saipem hanno
preferito rinunciare ad aderire piuttosto che mettere mano al
portafoglio con il prezzo del titolo in Borsa che è sceso al di sotto di
quello di sottoscrizione delle nuove azioni.
Come dire che la capitalizzazione di Saipem che nel 2012 era superiore ai 18 miliardi di euro è stata completamente azzerata.
Nei
prossimi giorni si conoscerà chi sono i nuovi soci che con poche
migliaia di euro hanno acquisito, tramite l' aggiudicazione dei diritti,
un' opzione per sottoscrivere l' aumento e rilevare il 12,2% di Saipem.
Una buona notizia ora soprattutto per un bel drappello di banche
internazionali del consorzio di garanzia (Goldman Sachs, J.P. Morgan,
Banca Imi, Citigroup, Deutsche Bank, Mediobanca, UniCredit, Hsbc, Bnp
Paribas, Abn Amro e Dnb Markets) e che rischiavano altrimenti di dover
aprire il portafoglio.
Dalle
ultime comunicazioni alla Consob è emerso che alcuni degli hedge fund
(Susquehanna International Holdings , Jane Street Group e Marshall Wace)
che avevano scommesso al ribasso su Saipem hanno ricoperto le
posizioni.
Un'
operazione da manuale. Ma non per le decine di migliaia di piccoli
risparmiatori che detenevano azioni Saipem. L' aumento di capitale iper
diluitivo (22 nuove azioni ogni azione vecchia posseduta) è stato
probabilmente studiato apposta, come in numerosi altri casi (Mps,
Tiscali, Seat Pagine Gialle…), per forzare il piccolo risparmiatore ad
aderire e ridurre i costi potenziali per le banche del consorzio di
collocamento.
E pensare che Saipem fino a qualche anno era considerata un titolo su cui investire tranquilli.
Nel
decennio 1998-2008 Saipem si era rivelata una delle migliori blue chip
di Piazza Affari con un rendimento medio annuo del 24%.
Poi
un crollo senza fine, cominciato con uno scandalo scoppiato nel 2012
che ha travolto gli ex vertici di Saipem per una storia di presunte
tangenti (il processo è ancora in corso) di circa 200 milioni di dollari
versati a faccendieri algerini per garantirsi appalti da circa 9
miliardi di euro. È iniziato così il calvario degli azionisti che hanno
assistito a profit warning continui (risultati economici inferiori a
quanto comunicato) mentre il debito montava. Il settore di riferimento
in crisi a causa dell' andamento negativo del prezzo del petrolio si
traduceva poi in un crollo degli ordini per Saipem a causa del taglio
degli investimenti nelle società petrolifere. E la scorsa estate i russi
di Gazprom hanno cancellato il contratto con la Saipem per la prima
linea del gasdotto South Stream Transport.
costamagna
L'
azionista di maggioranza Eni ha deciso di fare un passo indietro e
ridimensionare la propria partecipazione anche al fine di deconsolidare
il debito. Un debito complessivo di oltre 6 miliardi di euro che Saipem
ha contratto soprattutto con l' Eni. Come uscirne? Con un aumento di
capitale da 3,5 miliardi di euro deciso in autunno che ha avuto l'
effetto di massacrare il titolo nonostante l' ingresso con il 12,5% nel
capitale della Cassa depositi e prestiti, attraverso il suo braccio
operativo, il Fondo Strategico Italiano. Un esordio traumatico per la
nuova la gestione Cdp del presidente Claudio Costamagna e dall' ad Fabio
Gallia.
Per i
piccoli azionisti Saipem è stato un disastro, con il titolo crollato del
60% in un mese (-70% in un anno e -93% in 4 anni). E anche per il Fondo
Strategico la scelta non si è rivelata felice, almeno per ora (-65%
della loro quota in tre mesi e mezzo). Rispetto al prezzo di
sottoscrizione negoziato a novembre la minusvalenza teorica è già
superiore ai 300 milioni di euro.
Per
Stefano Cao, amministratore delegato di Saipem, la chiusura dell'
aumento di capitale non segna la fine della guerra ma solo di una
battaglia. Le agenzie di rating Moody' s e Standard & Poor' s hanno
messo sotto osservazione il debito di Saipem e un taglio di rating
costringerebbe la società a rifare i conti sul costo del finanziamento
da 4,7 miliardi di euro e sulle garanzie con le banche. E se il prezzo
del greggio non risale, il piano industriale andrà aggiornato e rivisto
al ribasso. E pensare che a ottobre la società Saipem aveva presentato
il nuovo logo in cui non compariva più il nome dell' Eni né il cane a
sei zampe. A rimarcare aveva affermato l' ad Cao, "l' inizio di una
nuova Saipem".
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/quando-saipem-fa-rima-requiem-dopo-aumento-capitale-disastroso-by-118777.htm
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