Luigi Grassia per La Stampa
È
la storia che volta pagina: la dinastia Rockefeller, nata dallo
sfruttamento del petrolio, dà l’addio all’oro nero che li ha resi ricchi
e a tutti gli altri combustibili fossili. Un fondo d’investimento
gestito dai discendenti del magnate del petrolio John D. Rockefeller ha
annunciato l’intenzione di uscire completamente dal settore del
petrolio, del metano e del carbone.
Il
fondo ha anche criticato il colosso energetico statunitense ExxonMobil
per «condotta moralmente riprovevole». La compagnia petrolifera è
oggetto di indagine da parte del procuratore generale di New York per il
sospetto che abbia mentito al pubblico e agli investitori, manipolando i
risultati degli studi sugli effetti dei cambiamenti climatici. La Exxon
Mobil è la maggiore fra le società petrolifere nate dalla Standard Oil
creata da John D. Rockefeller.
La
decisione del fondo segue una mossa analoga da parte del più grande
Rockefeller Brothers Fund, che ha annunciato nel mese di settembre 2014
che si sarebbe gradualmente allontanato dagli investimenti nel settore.
«Mentre la comunità internazionale lavora per eliminare l’uso di
combustibili fossili, non ha molto senso - finanziariamente o eticamente
- continuare a tenere gli investimenti in queste aziende», ha spiegato
il fondo in un comunicato stampa.
Il
capostipite John D. Rockefeller è stato co-fondatore della Standard Oil
nel 1870, che crebbe fino a diventare quasi monopolista dell’estrazione
e della raffinazione del petrolio negli Stati Uniti. Il semi-monopolio
andò incontro nel 1911 a una sentenza anti-trust della la Corte Suprema
degli Stati Uniti a seguito della quale il gruppo si divise in 34
compagnie separate. Ma poi ci furono nuovi accorpamenti. L’attuale Exxon
Mobil è erede della Standard of New Jersey (poi ribattezzata Esso, e
successivamente Exxon) e della Standard of New York (poi ribattezzata
Mobil).
ROCKEFELLER CENTER NEW YORK
Quanto
al presunto tramonto dei combustibili fossili, molti analisti
sostengono che sia inevitabile, e questo è di certo vero nel lunghissimo
termine, ma per quanto riguarda il presente va notato che il consumo di
petrolio nel mondo continua a crescere, anno dopo anno, e anche nel
2016 aumenterà e anche a un ritmo sostenuto, circa un milione di barili
al giorno. La debolezza attuale del prezzo del barile si deve al fatto
che in anni recenti la produzione è cresciuta ancora più della domanda,
soprattutto grazie allo “shale oil” americano, ma non c’è mai stato un
calo dei consumi.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/benzina-finita-eredi-rockefeller-abbandonano-petrolio-che-li-121354.htm
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