mercoledì 14 aprile 2010

le intercettazioni sfuggite anzi no

LE INTERCETTAZIONI SFUGGITE... ANZI NO.
PREMESSA.
Questo documento verrà aggiornato man mano che pubblicheremo nuove intercettazioni.
Tanti giornalisti stanno avvolgendo nel silenzio il fatto più eclatante: le incongruenze tra
quanto è “riemerso” e le dichiarazioni fatte in precedenza dal pm Narducci e dal tenente
colonnello Auricchio, che coordinò le indagini. Ricordiamole:
27 ottobre 2008, rito abbreviato su Calciopoli. In risposta agli imputati che sostenevano che
"tutti parlavano con tutti" il pm Narducci afferma: "Balle smentite dai fatti. Piaccia o non
piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo, o Pairetto, con il signor
Moratti, o con il signor Sensi, o con il signor Campedelli. Ci sono solo quelle persone,
perchè solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio. I cellulari erano intercettati 24 ore su
24: le evidenze dei fatti dicono che non è vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a
Pairetto, a Mazzini, o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto con questi si
chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e Diego Della Valle".
23 marzo 2010, Processo Calciopoli a Napoli - Controesame del teste Auricchio.
L'avvocato Prioreschi chiede perché non ci sono le telefonate tra Bergamo e Moratti.
Auricchio: Non lo so, non so dare spiegazioni
PM: E' l'avvocato che lo dice, ma non può dimostrare nulla
Auricchio: Tutte le telefonate intercettate sono state riportate, e quelle che non sono state
riportate sono state compendiate. Facchetti avrà chiamato su altro numero.
L’INTER.
1. Non vogliamo fare noi la caccia alle streghe, l'abbiamo subita 4 anni fa e sappiamo cosa
significa. Però, nel pubblicare questo colloquio tra lo scomparso Giacinto Facchetti e il
designatore Paolo Bergamo, non possiamo non sottolineare, ancora una volta, che una
telefonata come questa, nel clima del 2006, sarebbe stata interpretata come prova di illecita
commistione fra dirigenti di club e dirigenti arbitrali. Pensate a quel "viene predisposto a fare
una bella partita", pensate al senso che avrebbe acquistato 4 anni fa se al posto di Facchetti ci
fosse stato Moggi. E soprattutto, quel "E' una sfida che vedrai la vinciamo insieme", detto due
ore prima dall'inizio della partita. Non esistono telefonate di Moggi di questo tenore. A
proposito, stavolta è lampante, e non "presunto", che fu Facchetti a chiamare Bergamo.
9 gennaio 2005 ore 12:53 poco prima di Inter-Sampdoria 3-2
Facchetti: Pronto Paolo, sono Facchetti.
Bergamo: Buongiorno Giacinto.
Facchetti: Sto andando allo stadio l'ho detto con i miei di avere con Bertini un certo tatto, una
certa disponibilità. L'ho detto con i giocatori, con Mancini e gli altri.
Bergamo: Vedrai che sarà una bella partita.
Facchetti: Va bene.
Bergamo: Viene predisposto (Bertini ndr) a fare una bella partita.
Facchetti: Sì sì, va bene.
Bergamo: È una sfida che vedrai la vinciamo insieme.
Facchetti: Volevo solo dirti che l'ho fatto (riferendosi al fatto che ha parlato alla squadra per
non tenere un atteggiamento sbagliato nei confronti di Bertini ndr).
Bergamo: Vedrai che le cose andranno per il verso giusto poi la squadra sta ricominciando ad
avere fiducia, a fare i risultati, fa morale....
"Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad
avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra
il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace.
Fantastico."
4 settembre 2006 - Massimo Moratti
2. Il 25 novembre del 2004 Gennaro Mazzei, collaboratore dei commissari arbitrali nella
designazione dei guardalinee, viene registrato in una telefonata col presidente dell’Inter,
Giacinto Facchetti, scomparso nel settembre del 2006. Tre giorni dopo quella conversazione,
il 28 novembre, c'è Inter - Juve.
La telefonata tra Mazzei e Facchetti ha una valenza deflagrante già per il fatto che esiste,
smentendo clamorosamente la leggenda della "diversità etica" nerazzurra.
Ma anche i contenuti sono importantissimi. Si parla degli assistenti che poi verranno in effetti
designati, e cioè Ivaldi e Pisacreta. Tre giorni prima della partita, dunque, il presidente
dell'Inter ne conosceva i nomi. Ricordiamo che uno dei capisaldi delle accuse contro Moggi
era l'ipotesi che conoscesse le designazioni prima del dovuto. Invece Moggi le conosceva, di
fatto, quando le conoscevano gli altri, o addirittura in ritardo (Meani arrivava sempre
prima...), e comunque sempre dopo le designazioni ufficiali.
Qua, invece, abbiamo un Facchetti che ne viene a conoscenza il giorno prima dei sorteggi!
Dal dialogo fra Mazzei e Facchetti, inoltre, si evince che il sorteggio era, come ripetiamo noi
da anni, regolare. Quindi, abbiamo qui una "circostanza a favore della persona sottoposta ad
indagine" che andava considerata dall'accusa, secondo il dettato del codice di procedura
penale. Diverso il discorso se avessimo ascoltato Mazzei dire: "Ok, faccio come si fa con gli
altri e parlo con Bergamo, per farti avere l'arbitro che vuoi".
Ma soprattutto, qui abbiamo un dirigente che, misconoscendo i regolamenti, auspica
l'alterazione del sorteggio al fine di designare l'arbitro "numero 1".
Quel che è certo è che il sorteggio arbitrale si terrà il venerdì alle 11, il giorno dopo la
telefonata. Gli arbitri non si potevano sapere prima. I collaboratori di linea non si sarebbero
dovuti conoscere prima. O no?
Mazzei: Sono in macchina che vado a Coverciano
Facchetti: Stai andando a Coverciano?
Mazzei: Sì perché mi trovo tra mezzoretta con Bergamo
Facchetti: Sceglili bene per domenica sera eh...
Mazzei: Numero 1 e numero 2, penso eh, a 'sto punto penso da quello che... Ivaldi e Pisacreta
Facchetti: Ivaldi e Pisacreta
Mazzei: Eh sono il numero 1 e il numero 2
Facchetti: Sì certo, e il numero 1 degli arbitri....... (il riferimento è a Pierluigi Collina, che in
quei giorni veniva richiesto soprattutto da Roberto Mancini n.d.r)
Mazzei: Eh sì, speriamo che ci caschi con questo sorteggio del cavolo, che ci caschi il
numero 1
Facchetti: Ma vaaa... lì non devono fare sorteggi, lì devono... ehhh
Mazzei: Eh, come si fa Giacinto....
Facchetti: Ehhh....
Mazzei: Purtroppo ci vuole fortuna lì, perché ti dico la verità, qui il sorteggio lo fa un
giornalista, devono studiare una griglia dove le possibilità sono più alte... l'unica cosa...
Facchetti: Ma sì, mettono De Santis che ha già fatto al Juve domenica e non può, mettono
Rosetti che è di Torino...
Mazzei: Ma devono lasciare un campo aperto almeno del 50% per quello che è scritto nel
regolamento, mi sembra
Facchetti: Come?
Mazzei: Devono lasciare un campo aperto almeno del 50% per quello che è scritto nel
regolamento mi sembra
Facchetti: Ah...
Mazzei: Perché non possono forzare con le preclusioni, almeno un 50% di possibilità, almeno
mi sembra che è scritto sul regolamento... dopo ne parlo con Bergamo
Facchetti: Ma.. vabbè vabbè ... senti allora per C.E. li lascio... (si passano a parlare di
biglietti per una persona da lasciare ad un cancello dello stadio)
I collaboratori di linea scelti per l’incontro Inter-Juve, del 28 novembre del 2004, furono
dunque quelli anticipati nella telefonata: Ivaldi e Pisacreta. L’arbitro sorteggiato, invece, fu
Rodomonti, mentre Pierluigi Collina andò ad arbitrare Chievo-Milan per la gioia dell’amicone
Meani.
3. E’ il turno dell'altro ex designatore, Pairetto, al telefono con il presidente dell'Inter, lo
scomparso Giacinto Facchetti. È l'11 febbraio 2005 e si parla di arbitri stranieri e italiani.
Pairetto ricorda a Facchetti che è necessaria la massima riservatezza. Due giorni dopo, 13
febbraio 2005, si gioca Inter-Roma, risultato finale 2-0, e l'arbitro è proprio Trefoloni.
Questa volta, nel valutare questa intercettazione, proviamo ad applicare il metodo di indagine
"Auricchio". Ascoltiamo una telefonata in cui un dirigente dell'Inter chiede a Pairtetto se ha
"messo in forma Trefoloni". Pairetto non è un personal trainer, né un massaggiatore. Il senso
di quella frase non è chiaro, rizziamo le antenne e pensiamo "Qui gatta ci poterebbe covare".
Controlliamo se l'arbitro Trefoloni arbitra proprio la partita dell'Inter. La arbitra. Bingo!
Inutile fare ulteriori accertamenti, basta acquistare il giornale di una citta diversa da Milano e
leggere l'articolo per un copia/incolla. Copiamo dal Messaggero: "Totti e Cassano massacrati
dai falli. Mexes espulso. Decidono arbitro e portiere. Trefoloni spinge l'Inter al successo sui
giallorossi".
Pairetto: Allora, all'andata avete Graham Poll e, invece, a Milano avete Hauge, norvegese.
Poll l'hai già avuto, mentre a Porto avete Paul...
Facchetti: Norvegese, non l'ho mai avuto io...
Pairetto: Poll l'hai già avuto quest'anno, molto bravo
Facchetti: Sì Poll, sì bene
Pairetto: Direi bene onestamente... tu? Tutto bene?
Facchetti: Hai messo in forma Trefoloni?
Pairetto: Sì, l'ultima volta era andato bene
Facchetti: Sì, bravo, sì
Pairetto: C'era stato qualche problemino
Facchetti: Ok, grazie, grazie
Pairetto: Bene Giacinto, in bocca al lupo ci sentiamo
Facchetti: Grazie, grazie
Pairetto: A presto mi raccomando eh, sai che sono sempre cose private eh, non si sanno, ecco
queste cose qui
Facchetti: Sì, sì, sono d'accordo
Pairetto: Proprio una cosa tra noi.
4. In questi giorni molti giornalisti che sparavano sentenze nel 2006 hanno cambiato look,
tolto la mimetica e messo lo smoking garantista. Oggi scrivono "Bisogna vedere chi chiama
chi". Questa è un'altra intercettazione dove a chiamare è Facchetti. La telefonata è intercettata
giovedì 27 gennaio 2005 e, la stessa sera, l'Inter gioca a Bergamo contro l'Atalanta la partita
d'andata del quarto turno di Coppa Italia. L'Inter vince, per 1-0 con un goal al 71' di Martins,
una partita senza polemiche. Facchetti chiama Bergamo perchè, come dice alla fine, lo voleva
salutare.
Bergamo: Giacintooo.
Facchetti: Ciao Paolo.
Bergamo: Come stai.
Facchetti: Ti avevo chiamato ieri, poi dopo..
Bergamo: Ieri...mi dispiace.
Facchetti: E ma forse era quando c'era la partita in corso e stavi guardandola anche tu.
Bergamo: Ah ieri sera sì. sì, ieri e oggi ci siamo dedicati alla Coppa Italia.
Facchetti: E, niente, volevo salutarti, poi io non ho visto domenica... non lo sapevo che il
presidente il giorno do... Moratti il giorno dopo ha tirato fuori 'sta cosa dell'arbitro.
Bergamo: No, ma va là, non ti preoccupare, Giacinto, ma se il presidente quando ha voglia di
dirlo fa..
Facchetti: Sì, sì no, ma era stato Ricci che aveva sbagliato, Paparesta ha preso una decisione
su questo..
Bergamo: Ma sai, lui quando si lamenta, il presidente, ha sempre ragione, l'importante è che
non dia alibi ai giocatori, capito?
Facchetti: Sì, sì.
Bergamo: Perché poi, poverino, Paparesta che doveva fare, lì ha sbagliato Ricci.
Facchetti: No no, infatti, lui ha guardato proprio di là, quindi ...
Bergamo: Anzi Paparesta ha fatto una buona partita, purtroppo eh, ma lui era preparato a
farla bene proprio tutto...
Facchetti: Questa sera abbiamo Palanca..
Bergamo: Vedrai che fa 'na bella partita vedrai, vedrai fa 'na bella partita sono sicurissimo,
sicurissimo.
Facchetti: Volevo solo salutarti.
Bergamo: Bene, ci sentiamo, Giacinto, in bocca al lupo.
Facchetti: Ciao.
Bergamo: Ciao, ciao.
5. Ci avevano detto che non esistevano telefonate di dirigenti interisti ai designatori e le
dichiarazioni di Paolo Bergamo, che sostenevano l’esatto contrario, erano state bollate come
deliri di un uomo disperato.
Ma, come già anticipato, la realtà si sta dimostrando assai diversa. “Volevo chiamarLa io”.
Così esordisce Massimo Moratti, in una telefonata intercorsa con il designatore, subito dopo
Inter-Sampdoria, 3-2, del 9 gennaio 2005, quello della rimonta immortalata da un dvd della
Gazzetta dello Sport. Il numero di telefono quindi ce l’aveva e lo usava, la confidenza con le
giacchette nere, pare, anche: “Guardate, proprio bravi... ma come cazzo fate a beccarli” dice
il presidente ai guardalinee nel post-partita. Singolari sono gli accordi presi per un incontro
dal vivo tra i due. Moratti desidera un tête-a-tête e Bergamo, affettuosamente, ricambia:
“Anch'io, perché ci tenevo, per farLe una confidenza”. Leggete e, nella vostra mente, provate
a sostituire il petroliere con un qualsiasi ex-ferroviere.
Bergamo: Presidente Moratti sono Bergamo..
Moratti: Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Bertini) che si è
comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave...
Bergamo: Era diventata la più difficile Inter-Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli
assistenti...
Moratti: L'ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, a parte che sono due persone
simpatiche, gliel’ho detto alla fine, "proprio bravi" perchè due volte è capitato a loro, una
volta .. insomma bravi a beccarli, gliel'ho detto "come cazzo fate voi a beccarli". e dice "ma
guardi ci abbiamo fatto l'occhio"
Bergamo: Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!
Moratti: Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo
che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica
e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento...
Bergamo-Moratti, dicembre 2004.
Moratti: E' andata abbastanza bene fino adesso, non c'è stata polemica o casini...
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio...
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarLa...
Bergamo: Anch'io, perché ci tenevo per farLe una confidenza...
Moratti: Quando Lei aveva un minuto quando passa da Milano...
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa...
Bergamo: La settimana successiva...
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh... sentiamoci un giorno prima del
Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima...
Bergamo: Ci mancherebbe... io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri...
Moratti: Se vengo su, Lei mi dice ci troviamo qui o...
6. Quanto ai contenuti, per questa telefonata Moratti-Bergamo, facciamo ancora una volta il
giochino di sostituire il nome di Moratti con quello di Moggi, e di ripensare all'estate 2006, e
avremo come risultato un "Serie B! Serie B!" scandito dal popolo del Bar Sport. Viene in
mente la telefonata in cui Moggi e Pairetto parlavano dell'arbitro del Trofeo Berlusconi, che
venne presentata al pubblico come una prova del "potere" moggiano, trascurando il dettaglio
che si trattava di una partita amichevole. Stavolta, tra l'altro, abbiamo a che fare con una
partita ufficiale, una partita di Coppa Italia, e il presidente dell'Inter parla col commissario
CAN dell'arbitro da designare. Tra l'altro nel contesto di una competizione che poi quell'anno
l'Inter vinse.
Moratti-Bergamo: gennaio 2005.. Prima di Bologna-Inter di Coppa Italia.
Bergamo: Mi sono sentito con Facchetti, Presidente, per confermare questo clima di
cordialità che naturalmente è una cosa che sappiamo io e Lei, però il gruppo ha molto
apprezzato il lavoro che noi abbiamo fatto nei confronti di Gabriele e Palanca e quindi ho
pensato di farli rientrare in Coppa Italia, uno viene a fare l’Inter e uno fa il Milan.
Moratti: Va bene...
Bergamo: Volevamo dargli un'immagine buona...
Moratti: Sì, sì...
Bergamo: Mi ha detto Facchetti sì sì sono d’accordo...
Moratti: Va bene, mercoledì lo andrò a trovare prima della partita...
Bergamo: Questo gli farà piacere...
Moratti: Vado a salutarlo...
Bergamo: Visto che lì non c’è sorteggio, ma c’è designazione, a voi ho mandato Gabriele,
l’ho fatto accompagnare bene da due assistenti molto bravi.
Moratti: No, no, Gabriele è sempre stato un buon arbitro, molto regolare, non ho mai avuto
contestazioni...
Bergamo: Un saluto, vedrà, lo riempirà di gioia.
Moratti: La ringrazio, mercoledì sono giù se ce n'è bisogno, lo vado a trovare prima della
partita...
IL MILAN.
1. Nel 2006 abbiamo assistito alla reductio del ristoratore lodigiano Meani a zelante tifoso che
la faceva in barba al suo datore di lavoro il quale, si disse, mai si era permesso di intervenire
in prima persona. E, invece, anche qua Giano Bifronte ha mostrato l’altra faccia, quella della
verità: Galliani parlava eccome (qualche stralcio lo si era già letto ai tempi delle informative)
e Bergamo era tutt’altro che un affiliato del potere (quale?) moggiano.
La conversazione che trovate qui sotto precede Milan-Juventus, match decisivo per il
campionato, disputatosi l’8 maggio 2005. Come ricorderete, lo juventino Ibrahimovic fu
squalificato per tre giornate a causa di un "abbraccio", definito ai tempi "cravatta", rifilato a
Cordoba (che enfatizzò molto) in una partita tra i bianconeri e l’Inter. Tale gesto non sfuggì
alle telecamere Mediaset che innescarono la prova. Il fuoriclasse svedese venne così
squalificato, impendendogli di prendere parte alla decisiva sfida di San Siro, dove venne
designato l'amico di Meani, e cioè Collina. Probabilmente i dirigenti bianconeri si mossero
per ottenere la riduzione della squalifica, ma non vennero ascoltati.
Immaginatevi a questo punto i dirigenti juventini arrabbiati e Bergamo che, non volendo fare
passi sbagliati, non trova niente di meglio che consultarsi con il presidente del Milan,
mettendo sul piatto il discorso della propria riconferma nel ruolo di designatore e richiedendo
“un po’ di calore”. E le attenzioni di Galliani, dopo la premessa “adesso vediamo la fine del
campionato, con i giusti equilibri”, non si fanno attendere: “Ci sono qua io...”.
Bergamo: Dottore buonasera.
Galliani: Eccomi, buonasera.
Bergamo: Volevo farla partecipe di una guerra di cui il solo responsabile sono io, Paolo
Bergamo, perché Griselli (un assistente) è di Livorno, se avesse visto salvava capra e cavoli,
ma siccome non è andata così... è uno sfogo tra me e Lei....
Galliani: Questi signori han perso la testa, mi creda, perché ci sono comportamenti nei
confronti dell'universo, in Lega, in Federazione....
Bergamo: Io glielo voglio dire perché si sappia, tra me e Lei naturalmente....
Galliani: Non si preoccupi, tale rimane....
Bergamo: Io posso sbagliare magari una griglia, penso che un arbitro sia in forma e magari
non è in forma, oppure l'arbitro è in forma e sbaglia, però a priori voler sbagliare è tutta
un'altra cosa, mi taglierei le mani mi creda... Ecco, questo filo che ho con Lei vorrei tenerlo
fino a giugno, Dottore....
Gallliani: No no no, ma poi si vedrà.... adesso vediamo la fine del campionato... con i giusti
equilibri....
Bergamo: Mi faccia sentire un po' il suo calore il suo calore in questo momento perché....
Galliani: Assolutamente....
Bergamo: Sono solo, non solo, meno che solo....
Galliani: Ma no no, ci sono io.
2. La telefonata che segue è delle 10.51 del 17 maggio 2005 e fa seguito all’incontro
pareggiato (2-2) dal Milan a Lecce. La partita è arbitrata da Trefoloni, cui non hanno ancora
tagliato la testa. A perderla, invece, è il pubblico salentino, già nel primo tempo furioso per
l’arbitraggio ritenuto troppo di parte. Nel secondo tempo (27’ minuto) sarà espulso Konan
(correttamente, fallaccio su Kakà), ma non basterà per evitare il pareggio di Vucinic nel
finale. Grazie a questo risultato, la Juventus si invola verso il suo 28esimo scudetto.
A proposito dell’arbitro Trefoloni, c’è un sms – depositato agli atti – inviato da Martino
Manfredi (segretario CAN di A e B, definito dai Carabinieri nell’informativa: “di evidente
fede rossonera”) all’arbitro senese il 13 maggio alle 11.20, due giorni prima della partita in
questione, che testualmente recita:
“Trefo, non mollate vi prego, siamo tutti con voi”
Bergamo: Pronto?
Galliani: Sono Galliani, buongiorno.
Bergamo: Buongiorno, dottore, come va?
Galliani: L'ho cercata molte volte ieri sera ma era occupato, non rispondeva...
Bergamo: Io ieri mattina dottore L’ho cercato, a parte che non mi sono ancora ripreso
dall'altra domenica... (8 maggio 2005 Milan-Juventus 0-1, gol di Trezeguet, ndr). E questo
purtroppo è stato un trauma che in famiglia ci ha lasciato il segno. Pensavamo tutto... fuor
che...
Galliani: Anche noi, anche noi.
Bergamo: Pensavamo tutto fuori che quello, se andava male, male, male potevamo
pareggiare ma insomma...
Galliani: E pareggiando avremmo vinto anche a Lecce (finì 2 a 2, ndr) perché non avremmo
mollato psicologicamente, perché se avessimo pareggiato con la Juve rimanevamo in testa alla
classifica e a Lecce vincevamo di sicuro, insomma, perché la partita era, era abbordabile
Bergamo: Ma può darsi che Ancelotti si sia fidato troppo dei suoi uomini, magari non abbia
considerato che Seedorf e Pirlo non stavano bene, Ambrosini era... col senno di poi, eh!
Galliani: Esatto. Adesso da oggi, oggi parte, cominciamo a far riunioni, parte l'operazione
Istanbul... E speriamo in bene. Domenica brutto.
Bergamo: Ecco, Lecce. Quando un presidente di una società (Semeraro ndr) si permette di
dare una responsabilità ad un arbitro per le intemperanze dei tifosi e le reazioni dei
giocatori...
Galliani: Ma poi urla e grida negli spogliatoi, nell'intervallo una vergogna... (nell'intervallo
padre e figlio vengono aggrediti con insulti, ndr)
Bergamo: Sì, Trefoloni me ne ha parlato, ma poi la Domenica Sportiva, dove si è detto tutto e
di più. Con la Domenica Sportiva che dà spazio ancora a Semeraro per poter dire delle... Io
mi sono sentito proprio obbligato ieri mattina a chiamarLa per manifestare la solita
solidarietà.
Galliani: Non una parola contro questo fallo che io ho definito criminale.
Segue un discorso sulla gravità di alcuni falli della partita, con Galliani a ribadire “il pugno
duro, da tenere anche con i giocatori”.
Bergamo: Io ieri non Le nascondo che ho chiamato Trefoloni. Abbiamo riscritto il rapporto
con i toni giusti, sennò il giudice sportivo non avrebbe avuto il... e io non ho nemmeno voluto
nemmeno che ci fosse un supplemento di rapporto, se no qualcuno poteva pensare che hanno
fatto un supplemento per punire. Ho chiamato, tanto a Lei posso dirlo, ho chiamato Stefania e
le ho detto: “Guardi Stefania, mi usi una cortesia, siccome Trefoloni ha fatto rapporto nello
spogliatoio in un momento molto concitato, noi Le facciamo avere un altro rapporto, che è
vero, scritto di pugno da lui, perché è giusto che prendiate anche una squalifica esemplare”.
Stefania mi ha ringraziato.
Bergamo quindi si è mosso per modificare il referto di Trefoloni e renderlo più duro, al fine di
ottenere una pena maggiore per il calciatore che si è reso protagonista del brutto fallo.
Galliani prosegue dicendo che ha informato anche i suoi giocatori, di stare più attenti e di non
lasciarsi andare a falli troppo duri. Dice che ha parlato anche con Carraro della sua idea, per la
quale un giocatore che fa volontariamente un fallo deve subire una squalifica pari alla durata
dell’infortunio del giocatore offeso. Galliani congeda Bergamo promettendogli di incontrarlo
per parlare “del futuro” e, infine, lo invita a partecipare alla trasferta di Istanbul. Chissà che
trauma avrà avuto Bergamo dopo quella finale...
3. La "telefonata delle griglie" viene considerata la più grave tra quelle intercettate a Moggi.
Se la ricordano tutti, in particolare i fanatici anti-juve, perché da quattro anni è considerata la
prova regina del teorema della cupola moggiana, solo che da quattro anni Bergamo va
ripetendo che a quei tempi era prassi comune, consolidata e lecita, discutere con i dirigenti di
club delle designazioni per le partite a venire.
Un po' più impressione fa la telefonata fra Meani e Bergamo, nella quale l'ex dirigente
rossonero consiglia al commissario CAN quali assistenti designare. Tutta da leggere.
28 aprile 2005: Meani chiama Bergamo
Meani: Però non mandarci né Ivaldi né Pisacreta, eh? Inventane un altro...
Bergamo: Eh no, dovrò inventarne due, Mitro ce l'ho, Mitro sta facendo bene, uno dovremo
inventarlo e non sarà facile...
Meani: Non sarà facile, ma a te che cazzo te ne frega, Griselli lo mandi no? E' il numero due,
hai tutte le giustificazioni del mondo... A te cosa cazzo te ne frega...
Bergamo: Eh bravo, ma ora... ecco fammi fare un passo alla volta...
Meani: A Firenze chi hai pensato di mandarmi?
Bergamo: A Firenze ancora non ho guardato, mi ci metto dopo cena... Voi con Stagnoli come
vi siete trovati?
Meani: Bene, con Stagnoli bene, ma se vuoi mettere uno che con noi è andato bene anche
Ambrosino, è venuto da noi due o tre domeniche fa, può anche andar bene, non so se ce l'hai
in griglia, come la pensi...
Bergamo: No, no, è uno che sta andando bene, fa l'avvocato...
Meani: A me Stagnoli e Ambrosino vanno bene...
Bergamo: Ayroldi no, eh?
Meani: Ayroldi sì, è un po' che non viene.
Bergamo: Sei sicuro che è per lo meno un mese che non viene?
Meano: Sì.
Bergamo: Allora fanno più affidamento Stagnoli e Ayroldi.
4. Scopriamo, grazie alle intercettazioni “ritrovate”, che Meani sentiva spesso i designatori
arbitrali per discutere delle griglie del sorteggio. Di seguito la trascrizione di una telefonata
con l'attuale designatore Collina e un’altra “grigliata” con Bergamo in vista di Milan - Juve.
Fine febbraio 2005, Leonardo Meani chiama il suo ex collega, rimasto amico, Pierluigi
Collina, all'epoca ancora in attività.
Collina: Vedo che hai una certa potenza eh, volevo farti i complimenti
Meani: Hai visto
Collina: Ma vai a cagare te e tutti quanti , guarda che roba, ma va a cagare va’ va’
Meani: E' bastato tirargli le orecchie come quelle dell'asino
Meani:Ti prometto, te lo auguro per il bene che ti voglio, che quando diventerai designatore...
Collina: Non penserai mica di poter fare una cosa del genere
Meani: No, ci sentiamo magari per parlare "ciao come stai", così, non parlerò mai né di
arbitri... al limite mi permetterò di dirti se qualcuno si comporta in modo maleducato...
Collina: Ho aperto il computer, ho visto la coppia ed ho detto "Non ci posso credere"... da
morire dal ridere (sempre ridendo, come dall'inizio della telefonata)
Meani: Telefonagli a Brontolo, gli dici "Dio bono, non hai schifo", digli..
Collina: Provo a chiamare ah ah ah
Meani: Perché io mi ricorderò sempre che quando avevamo posto il veto a Pisacreta l'unico
che mi ha chiamato per dirmi che sbagliavamo è stato lui, Brontolo...
Collina: Va buono dai, ho provato a chiamarlo, ma da una parte è staccato, il cellulare è
staccato, all'altra probabilmente la segretaria non c'è...
Meani: Il massimo sai cos'è? Che lui va a San Siro assieme all'altro, il peggiore con cui
trattare è lui, no perché a lui non va bene niente, fuori qui, su, giù, chi sono questi, chi è
quest'altro... sono tutti i casini che fa, poi è cattivo come l'aglio... gli allenatori fan casino e lui
li manda via... è micidiale capito?
Collina: No, ti dicevo, ho chiamato il capo...
Meani: Sì, il grande capo
Collina: Ma il cellulare era staccato, segreteria, invece quello dell'ufficio diretto ti passava il
centralino, io tramite il centralino preferivo evitare per cui...
28 Aprile 2005, un altro frammento della telefonata con Bergamo, in vista di Fiorentina-
Milan ma, soprattutto, della sfida scudetto Milan-Juve dell'8 maggio poi vinta 1-0 con gol di
Trezeguet. La gara fu diretta da Pierluigi Collina.
Per le griglie di quella partita, Bergamo ne parla col rossonero Meani.
Meani: Paolo, due cose, io so che sei molto arrabbiato, non ammazzarlo (riferito a Copelli,
ndr) per cortesia, noi ci teniamo... fallo per noi.... Te chi mi mandi a Firenze?
Bergamo: Come griglia? Te dici come griglia di arbitri? L'abbiamo fatta a tre, ma mi fai dire
una cosa che con Gigi (Pairetto l'altro designatore) non abbiamo ancora concordato... Ho in
mente di metterne tre perché non voglio preclusioni e gli arbitri sono Messina, Farina e
Rodomonti per me, poi sentiamo Gigi perché poi immaginerai quelli che sono i tre che voglio
mettere la domenica successiva... (la griglia per Milan-Juventus, ndr)
Meani: Ho capito, tu vuoi mettere Paparesta....
Bergamo: Sì.
Meani: Collina....
Bergamo: Sì.
Meani: Trefoloni.
Bergamo: Sissignore, e mi ci gioco la testa....
Meani: Però a Trefoloni gli fai un bel discorsetto....
Bergamo: Stai tranquillo, stai tranquillo....
Meani: Perché se no gli tagliamo la testa noi....
Bergamo: Stai tranquillo....
Meani: Se no chiamalo e parlagli....
CELLINO.
1. Nelle intercettazioni “sfuggite”, secondo quanto dichiarato dagli avvocati di Moggi, Cellino
è uno dei dirigenti che chiamavano di più. In questa intercettazione Cellino discute con
Bergamo della griglia arbitrale, col Cagliari che in virtù di quella conversazione viene inserito
in prima fascia, quella delle partite più importanti e delicate.
Bergamo: Pronto?
Cellino: La disturbo? Sono Cellino...
Bergamo: Presidente, buongiorno, come va?
Cellino: Mah, così, niente mi sono permesso di chiamarla se è lecito sempre...
Bergamo: Ci mancherebbe altro...
Cellino: No, perché quelli del Messina domenica, stanno facendo dei proclami premio triplo
quadruplo, a me mi hanno trattato male a Cagliari, perciò niente, di aver un arbitro... Sarà una
partita calda lì, io non ci vado perché mi hanno minacciato...
Bergamo: Addirittura. No, no, vi metto in prima fascia allora, così gli internazionali... Ha
fatto benissimo a chiamarmi.
FOTI.
1. Nella telefonata di Lillo Foti, presidente della Reggina, abbiamo una nuova conferma che
aveva ragione Bergamo, che tutti i dirigenti lo chiamavano per discutere delle griglie degli
arbitri da sorteggiare.
7 novembre 2004: Bergamo chiama Foti e parlano della griglia
Bergamo: Ti ho chiamato perché ho visto la chiamata, sono influenzato...
Foti: Sei raffreddato?
Bergamo: Mal di stomaco, nausea e mal di testa, ma nulla di importante... domani c'è il
sorteggio a Roma, lo fa Gigi... abbiamo pensato a Parma-Reggina da seconda fascia perché in
prima fascia non ci va, e in seconda fascia c'è un po' di esperti, anche un giovane che sta
facendo bene, quindi vediamo un po' che cosa vi tocca...
Foti: Ti raccomando che è troppo importante...
Bergamo: Ti dico: c'è un esperto, De Santis, c'è Morganti, che è un altro esperto, Saccani ha
fatto una quarantina di gare in serie A e poi il giovane è Tagliavento che vogliamo lanciarlo...
a meno che domani mattina si cambi qualche idea, ti do quello che avevamo concordato
sabato poi...
Foti: Va bene dai...
SPALLETTI.
1. Se servisse ancora una prova che Bergamo non era un soldato della "cupola Moggi", ma un
designatore che intratteneva rapporti con tanti dirigenti ed allenatori, ecco un'altra telefonata
"sfuggita". I legali di Moggi hanno portato alla luce una nuova intercettazione tra il
designatore Paolo Bergamo e l'ex allenatore dell'Udinese Luciano Spalletti: il colloquio si
svolge in data 12 maggio 2005, tre giorni prima dell'importantissimo match tra Udinese e
Sampdoria, decisivo per l'assegnazione del quarto posto e quindi della qualificazione in
Champions League, poi centrata dai friulani.
La telefonata inizia con dei convenevoli vari
Bergamo: L'importante è che tu sia bello carico...
Spalletti: No io son bello carico, naturalmente è come hai detto te con la diciamo
supervisione della trasparenza cerca di mandarci una.. come hai detto prima dai, di stare
attento a tutto quello dai, come hai sempre fatto...
Bergamo: Ma guarda, io ti posso anticipare che a scanso di diciamo ripensamenti all'ultimo
momento gli assistenti li ho già fatti, quindi viene Pisacreta che per noi è il n.1 e Griselli che è
quello di Livorno che quest'anno è stato il n.1, quindi sei bello blindato e il sorteggio vediamo
ora cosa ti dà tra gli internazionali che abbiamo messo in griglia dai..
Spalletti: Benissimo dai...
Bergamo: Ti do un bell'in bocca al lupo...
Spalletti: Ti ringrazio, scusami, ma li posso, lo posso chiamare o vengo frainteso?
Bergamo: Ma no, quando lo trovi, se no sembra che tanto queste cose...
Poi discutono su stampa e trasmissioni televisive
Spalletti: Noi abbiamo rinunciato a due trasmissioni televisive e lì non hanno fatto vedere
niente... capito tutto?
Bergamo: Dai che ce la facciamo... in bocca al lupo!
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