martedì 24 marzo 2015

parla paolo cirino pomicino



Fabrizio D'Esposito per A
Nella Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino fu battezzato ‘o ministro per eccellenza. A Napoli, era il numero uno della corrente andreottiana della Democrazia Cristiana. Tangentopoli travolse lui e il suo partito. Ma Pomicino non ha mai abbandonato il campo della politica. Nonostante quarantadue processi, due condanne e vari infarti si è costruito un doppio ruolo di osservatore e militante del centrodestra.
Nella Seconda Repubblica è stato deputato ed europarlamentare, ha scritto tre libri esplosivi sulla fine dei vecchi partiti, ne sta preparando un quarto, e con lo pseudonimo di Geronimo, infine, verga commenti scomodi sul quotidiano "Libero". Oggi ha settant'anni ed è presidente, <a titolo gratuito> specifica lui, del comitato tecnico-scientifico del ministero dell'Attuazione del programma, retto dal neodc Gianfranco Rotondi.

Prima la cricca di Anemone e Balducci, poi la banda dei quattro della P3: anche la Seconda Repubblica sta crollando a colpi di inchieste?
<La sensazione generale è questa. Ma ci sono molte differenze con la fine della Prima Repubblica. Innanzitutto stavolta non c'è un disegno politico>.
Cioè?
<Nel biennio '92-'93, Tangentopoli fu organizzata da un gruppo di persone della borghesia azionista, penso all'editore di Espresso-Repubblica, e del Pci con l'aiuto di una manina americana dei servizi. Il loro disegno fu assecondato dalla piazza e dall'opinione pubblica. Solo che sbagliarono la previsione finale: le elezioni furono vinte da Berlusconi invece che dalla sinistra di Occhetto>.
E oggi?
<La manina non c'è. Meglio: non ce n'è bisogno. La maggioranza sta implodendo per cause interne, più che per l'azione di magistrati e opposizione. Viviamo una fase di grande decadenza. Dai comportamenti privati all'arricchimento personale. Questa è l'ultima legislatura di Berlusconi, senza dubbio. Impossibile, però, prevedere quello che verrà dopo>
Alcuni personaggi della presunta P3 sono campani come lei: Martino, Lombardi, Cosentino.
<Martino era un assessore socialista del comune di Napoli. Era legato alla Cgil. Io non ho mai avuto a che fare con lui. Lombardi, invece, come si fa a non conoscerlo?>.
Perché?
<Sta in giro da trent'anni. Era un democristiano avellinese della sinistra di Base, la corrente di De Mita. E' uno che però non ho mai preso in considerazione. Era un quadro periferico. Ma molto periferico. Per questo la banda dei quattro mi fa un po' ridere. La Prima Repubblica ebbe un epilogo tragico. Il male ebbe una sua dignità grazie al disegno politico che c'era dietro. Ora siamo all'operetta. Alcuni verranno seppelliti da una risata>.
E Cosentino, l'ex sottosegretario inquisito per camorra?
<Quello che pensavo e sapevo di lui, lo scrissi per tempo a Silvio Berlusconi, anni fa. Non ho mai avuto risposta>.
Che significa?
<Io sono garantista e ho provato sulla mia pelle le fregnacce di alcuni pubblici ministeri. Ho subìto quarantadue processi con il cuore che mi ritrovo. Però quando vedo ben tre parlamentari del Pdl nati a Casal di Principe mi viene da pensare all'equivalente di tre parlamentari di Corleone>.
Lei va sul pesante. Chi sono i tre?
<Lo stesso Cosentino, la deputata Giovanna Petrenga e il senatore Gennaro Coronella. Ma le pare possibile che in Campania il potere del maggior partito italiano, il Pdl, sia concentrato in tre paesi ad altissima infiltrazione della camorra?>
Oltre a Casal di Principe, quali?
<Sant'Antimo, da cui viene il presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro, sodale di Cosentino, e Afragola, la città del senatore Vincenzo Nespoli (inseguito da una richiesta d'arresto per riciclaggio e bancarotta fraudolenta, ndr)>.
Il Pdl se la passa male anche al centro e in altre regioni.
<E' un partito finito. Ancora una volta, contrariamente a quanto si crede, la politica dimostra di essere una scienza esatta.
Addirittura?
<Sì, la politica vera si vendica se la si offende. Oggi i partiti non hanno identità culturale e dialettica democratica. Berlusconi ha inoculato nel paese il virus di una concezione proprietaria e leaderistica dei partiti. Virus che si è esteso ovunque. Ci sono tanti partiti personali in giro, da Di Pietro a Casini e Mastella. Una volta chiesi a Giulio Andreotti: "Se lei fosse un uomo solo al comando cosa farebbe?">.
Andreotti cosa rispose?
<Mi disse: "Probabilmente farei qualche sciocchezza">.
Ma nel Pdl sono nate le correnti, sul modello del passato.
<Attenzione, nella Dc erano un fattore di stabilità per governare in maniera collegiale un grande partito di massa. Nel Pdl sono il frutto del caos attuale. Queste correnti nascono perché molti avvertono il pericolo imminente che la barca sta per affondare. E' un fenomeno che riguarda soprattutto i più giovani che vogliono avere un futuro in politica, come la fondazione "Liberamente" di Gelmini, Carfagna e Prestigiacomo. Voglio dare un consiglio a Berlusconi>
Quale?
<Si allei con Fini perché non è lui il suo vero avversario>.
E chi è?
<Giulio Tremonti. La manovra varata da lui avvantaggia soprattutto il partito che gli tiene una mano sulla spalla, la Lega di Bossi. Ecco perché dico che la maggioranza sta implodendo per cause interne>.
E i poteri forti, l'ombra della massoneria?
<Appunto, molti poteri forti sono vicini alle varie forme di berlusconismo ma non al premier. E' una guerra dentro al centrodestra.
E il ritorno dei grembiulini?
<I veri massoni non si dichiarano mai, restano coperti. Ma ho verificato che esistono vere e proprie consorterie trasversali che si muovono sul terreno delle nomine>.
In pratica, lei da sopravvissuto di Tangentopoli non invidia nulla ai protagonisti di questo scenario da fine impero?
<No, tranne una cosa>.
Quale?
<Oggi i magistrati sono più prudenti coi mezzi coercitivi, checché se ne dica. Ai nostri tempi furono parecchio più duri>.
Un esempio.
<La casa di Scajola al Colosseo acquistata dalla cricca. Non è stata sequestrata. Durante Tangentopoli l'avrebbero fatto.
Sulla presunta trattativa mafia-Stato nella stagione delle stragi, il presidente dell'Antimafia Pisanu cita lei come <autorevole testimonianza> di quel periodo.
<Sì ho letto. Ma io ho posto domande che non hanno mai avuto risposte. La trattativa ci fu e si giocò con il passaggio di tanti mafiosi e camorristi nel programma di protezione dei collaboratori di giustizia. Erano criminali che rimasero tali anche dopo che uscirono dal carcere fingendo di essere pentiti. Io chiesi il numero all'allora premier Giuliano Amato>
E lui?
<Mi diede una risposta inaudita: "Caro Paolo, l'amministrazione centrale del ministero dell'Interno è reticente sui dati". Capito? Senza contare che gli atti della commissione Stragi dal '93 al '98 sono ancora sotto segreto>.
Lei oggi è vicino al ministro Rotondi, nel centrodestra.
<Io sono un moderato. Ma il centro o è democristiano oppure non è centro. E io resto democristiano>.
by dagospia

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