La traiettoria dei due asteroidi: al centro la Terra (da Nasa)
MILANO - Il primo dei due asteroidi che oggi passano vicinissimi tra la Terra e la Luna è già stato catturato dagli obiettivi degli amatori del cielo come mostra la sequenza raccolta da Ernesto Guido e Giovanni Sostero con un telescopio gestito in remoto nel New Mexico. Nei cinque continenti è in corso una gara a intercettarli nelle fasi di avvicinamento e fuga. Basta un modesto piccolo telescopio ma i più fortunati potrebbero riuscire a vederli anche a occhio nudo secondo le stime di alcuni astronomi. Il primo pianetino (2010 RX30) è transitato questa mattina alle 11,51 nel punto più vicino alla distanza di 231 mila chilometri, mentre il secondo (2010 RF12) passerà questa sera alle 23,12 addirittura a 77 mila chilometri, circa il doppio dell’orbita dopo sono collocati i satelliti per le telecomunicazioni. Le loro dimensioni sono stimate tra 10 e 15 metri ma nelle prossime ore lo sapremo con maggior precisione.
PASSAGGI - Due considerazioni. La prima è che si tratta di un fatto eccezionale perché due asteroidi che si avvinino così tanto al nostro pianeta entro l’orbita lunare nello stesso giorno è un fatto estremamente raro. La seconda è più preoccupante. Questi due oggetti celesti sono stati appena scoperti il 5 settembre dall’osservatorio in Arizona. E nel giro di tre giorni ce li troviamo qui a sfiorare quasi la superficie terrestre e la zona dei satelliti. Questo dimostra quanto sia ancora inadeguata la rete di sorveglianza per eventi del genere e come sia sottostimato il rischio di un potenziale impatto. Per esempio l’esplosione di un oggetto di circa 5 metri di diametro, quindi meno della metà degli attuali, avvenuta il 18 gennaio 2000 a 20 chilometri d’altezza nell’atmosfera come conseguenza nell’interazione con gli strati più densi, ha provocato oltre a un possente bang sonico e un fascio di luce abbagliante una pioggia di detriti su una vasta aerea e un impulso elettromagnetico capace di generare una temporanea interruzione della distribuzione elettrica. La possibilità di sopravvivere alla disintegrazione nell’atmosfera e di colpire il suolo dipende dalla natura dell’asteroide: se è metallico è più probabile, ovviamente. Per saperlo, però, bisogna studiarlo prima ma se appare all’ultimo momento il pericolo è senza via d’uscita. La prospettiva non è trascurabile.
Giovanni Caprara
08 settembre 2010
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