giovedì 2 settembre 2010

renato vallanzasca diavolo di un italia malata

Renato Vallanzasca
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai a: Navigazione, cerca

Renato Vallanzasca Costantini
Renato Vallanzasca Costantini (Milano, 4 maggio 1950) è un criminale italiano. Autore negli anni settanta e seguenti di numerose rapine, sequestri, omicidi ed evasioni, attualmente sta scontando una condanna complessiva a quattro ergastoli e 260 anni di reclusione. Dall'8 marzo 2010 può usufruire del beneficio del lavoro esterno.

Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 La giovinezza
1.2 Gli anni '80
1.3 L'ultimo tentativo di evasione e gli anni successivi
1.4 Ultimi anni
2 Influenza sulla società
2.1 Film
2.2 Libri
2.3 Altri
3 Note
4 Bibliografia
5 Collegamenti esterni


Biografia [modifica]
La giovinezza [modifica]
Renato Vallanzasca nasce in via Nicola Antonio Porpora 162, zona Lambrate, dove sua madre aveva un negozio d'abbigliamento. A Vallanzasca venne dato il cognome della madre, poiché suo padre, Osvaldo Pistoia, era già sposato con un'altra donna dalla quale aveva avuto tre figli.

L'attività criminale di Vallanzasca comincia fin da bambino. Il suo primo incontro con la giustizia avviene all'età di otto anni, non per furto, ma per aver cercato di far uscire dalla sua gabbia la tigre di un circo, che aveva piantato il tendone proprio vicino a casa sua. Il giorno successivo venne prelevato dalla polizia mentre stava giocando a pallone coi suoi amici, e portato al Beccaria. Il fatto gli costò il trasferimento forzato a casa di una zia, in via degli Apuli, nel quartiere del Giambellino, periferia sud-ovest di Milano, praticamente dalla parte opposta della città.

Qui mette su la sua prima banda, ragazzini dediti a furti e taccheggi. Nonostante la giovanissima età, Vallanzasca è già un capo banda; inizia a farsi un nome anche nella ligera, la vecchia mala milanese, con cui inizia a "collaborare". Ma a breve, andandogli strette le regole della malavita vecchio stampo, decise di "mettersi in proprio", formando una banda tutta sua. La cosiddetta Banda della Comasina divenne probabilmente il più potente e feroce gruppo criminale presente a Milano in quegli anni, e si contrappose alla banda di Francis Turatello.

In poco tempo, grazie a furti e rapine, accumulò ingenti ricchezze e iniziò a vivere con un tenore di vita ostentato: vestiti firmati, auto di lusso, bella vita e belle donne. Ragazzo di bell'aspetto, verrà soprannominato "Il bel Renè" (nomignolo da lui detestato). La sua carriera criminale subisce una prima interruzione nel 1972 quando, una decina di giorni dopo una rapina a un supermercato, viene arrestato dagli uomini della squadra mobile di Milano, all'epoca diretta da Achille Serra.

Lo stesso Serra racconta che, durante la perquisizione in casa del bandito, Vallanzasca si sfilò dal polso il Rolex d'oro e appoggiandolo sul tavolo della sala gli disse: "Se riesci a incastrarmi questo è tuo!". Pochi momenti dopo il maresciallo Oscuri trovò nel cestino della spazzatura i pezzettini di un foglietto che, una volta riordinati, mostravano la lista degli stipendi dei dipendenti del supermercato rapinato[1].

Vallanzasca finisce così in galera, inizialmente a San Vittore. Quattro anni e mezzo e un pensiero fisso: trovare un modo per evadere. Non si può di certo affermare che tenne un comportamento da detenuto modello. Oltre a tentativi d'evasione falliti, risse e pestaggi, partecipò attivamente anche a diverse sommosse che in quel periodo agitavano l'ambiente carcerario italiano. In seguito ai pestaggi, alle rivolte, e ai tentativi di evasione veniva trasferito: un fatto che in quattro anni e mezzo lo portò a visitare ben 36 penitenziari. Fino a che non escogita il modo di contrarre volontariamente l'epatite, iniettandosi urine per via endovenosa, ingerendo uova marce e inalando gas propano, per essere trasferito in ospedale. E da lì, con l'aiuto di un poliziotto compiacente, riesce finalmente a evadere.[2]

Il monumento alla memoria dei due poliziotti uccisi il 6 febbraio 1977 presso il casello autostradale di Dalmine.Dopo l'evasione ricompone la sua banda con la quale metterà a segno una settantina di rapine. Lascerà dietro di sè anche una fila di cadaveri, tra cui quattro poliziotti, un medico e un impiegato di banca. Passa inoltre dalle rapine ai sequestri di persona (quattro, di cui due mai denunciati). Una delle sue vittime è Emanuela Trapani, figlia di un imprenditore milanese, che verrà tenuta prigioniera per circa un mese e mezzo, dal dicembre 1976 al gennaio 1977, e quindi liberata dietro pagamento di un riscatto di un miliardo di lire. Subito dopo questo episodio e l'uccisione di due uomini della polizia stradale a Dalmine che avevano fermato la macchina su cui viaggiava per un controllo, ferito e braccato, cerca rifugio a Roma, dove viene di nuovo catturato. Ha appena compiuto 27 anni.

Tornato in carcere si sposa nel luglio del 1979 con Giuliana Brusa. Il suo testimone di nozze durante questo matrimonio è proprio il suo ex nemico Francis Turatello, a suggello di un'alleanza temporanea. Turatello verrà poi ucciso in carcere da alcuni killer incaricati da mandanti ignoti. Il 28 aprile 1980 tenta la fuga dal carcere milanese di San Vittore. Durante l'ora d'aria compaiono in mano ai detenuti tre pistole, introdotte misteriosamente. Un gruppo di carcerati riesce a farsi strada tenendo in ostaggio un brigadiere (Romano Saccoccio). Ne segue una sparatoria per le vie di Milano e perfino nel tunnel della metropolitana. Vallanzasca, nuovamente ferito, viene riacciuffato assieme ad altri nove compagni di fuga.

Gli anni '80 [modifica]
Nel carcere di Novara, nel 1981, contribuisce a mettere in moto una rivolta carceraria in cui perderanno la vita alcuni collaboratori, da lui ritenuti "infami" in quanto pentiti. Fra questi un giovane membro della sua banda, Massimo Loi. La giovane vittima, poco più che ventenne, aveva deciso di abbandonare definitivamente la via del crimine, come ricorda anche Achille Serra, per iniziare una nuova vita. Ma Vallanzasca, armato di coltello e aiutato dal branco non gli avrebbe dato modo di lasciare il carcere incolume: incontratolo all'interno di una cella, solo e disarmato, e aiutato dai gregari, Vallanzasca lo avrebbe colpito ripetutamente al petto con un coltello, commettendo ulteriori atrocità sul corpo del giovane ormai esanime e arrivando a decapitarlo. Della morte di Loi, Vallanzasca ha però negato la responsabilità in una intervista data a L'Europeo il 2 aprile 2006,[3] riportando quanto affermato da V. Andraus nella propria biografia, dove quest'ultimo confessa le proprie responsabilità a riguardo (Andraus verrà anche condannato in quanto uno del branco) ma contraddicendo la sua stessa autobiografia, "Il fiore del male. Bandito a Milano", testimonianza raccolta dal giornalista Carlo Bonini del quotidiano La Repubblica.

Condannato al carcere duro riesce però a evadere nuovamente, il 18 luglio 1987, scappando attraverso un oblò del traghetto che da Genova doveva portarlo all'Asinara, in Sardegna. I 5 carabinieri di scorta, tutti con meno di 25 anni verranno poi condannati da un tribunale militare. Ricercato e senza fonti di reddito viene fermato a un posto di blocco neppure tre settimane dopo, mentre cerca di raggiungere Trieste.

L'ultimo tentativo di evasione e gli anni successivi [modifica]
Tornato in galera tenta un'altra volta la fuga, nel 1995, questa volta dal carcere di Nuoro. Per questo tentativo di evasione verrà sospettata e accusata di averlo aiutato la sua avvocatessa, con la quale si dice che il Vallanzasca abbia stretto un forte legame.[4] Dal 1999 è rinchiuso nel carcere speciale di Voghera. All'inizio del mese di maggio 2005, dopo aver usufruito di un permesso speciale di tre ore per incontrare l'anziana madre, ha formalizzato la richiesta di grazia, inviando una lettera al ministro di Grazia e Giustizia e al magistrato di sorveglianza di Pavia. Nel luglio del 2006 la madre Maria ha scritto al presidente Napolitano e al Ministro di Giustizia Mastella chiedendo la grazia per il figlio. Il 15 settembre 2007 gli viene notificata la mancata concessione della grazia da parte del Capo dello Stato: Vallanzasca continuerà quindi a scontare la sua pena nel Carcere di Opera a Milano. La storia di Renato Vallanzasca è stata raccontata per la prima volta in televisione da "La Storia siamo noi" (Rai Edu) in uno speciale di Caterina Stagno e Silvia Tortora. L'8 maggio 2008 viene data la notizia del matrimonio con la sua amica d'infanzia Antonella D'Agostino. Il matrimonio è stato formalizzato con rito civile il 5 maggio 2008 e celebrato da Vittorio Sgarbi.

Successivamente Renato Vallanzasca ha aperto un blog, gestito tramite terzi.

Ultimi anni [modifica]
A partire dall' 8 marzo 2010 Renato Vallanzasca può usufruire del beneficio del lavoro esterno. Gli viene concesso di uscire dal carcere alle 7.30 per lavorare, e rientrarvi alle 19.00. Presterà servizio in una pelletteria che è anche una cooperativa sociale nel milanese. Vallanzasca usufruisce di una forma di permesso, concesso in base al primo comma dell'articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, valido anche per i detenuti condannati all'ergastolo ma già in reclusione da almeno 10 anni.[5] Michele Placido ha in lavorazione un film sulla sua vita, tratto dall'autobiografia di Vallanzasca: Il fiore del male.[6]

Influenza sulla società [modifica]
Film [modifica]
Nel 1977 è uscito un film intitolato La banda Vallanzasca, diretto da Mario Bianchi. Michele Placido sta preparando il suo prossimo film sulla vita del bandito, ispirato dal libro "Il fiore del male" scritto con Carlo Bonini; il film, che ha suscitato numerose critiche, sarà interpretato da Kim Rossi Stuart e Valeria Solarino. [7] [8]

Per approfondire, vedi la voce Vallanzasca - Gli angeli del male.

Libri [modifica]
"Volevo essere Vallanzasca" è il titolo del romanzo recentemente scritto da Federico Riccardo Chendi, edito da Cicorivolta. Il Romanzo descrive il quartiere Crescenzago ai giorni nostri, facendo parecchi riferimenti agli anni in cui "la zona era stata terra di conquista delle diverse bande della ligera, la mala milanese, che controllavano il quartiere più della polizia." Nel 2010 è invece tornato in libreria "Il fiore del male", l'autobiografia di Renato Vallanzasca, scritta a quattro mani con il giornalista Carlo Bonini, pubblicata dalla Marco Tropea Editore [9]

Altri [modifica]
Nel 2005 è stato presentato anche uno spettacolo teatrale su Vallanzasca, intitolato Settanta Vallanzasca, di Domenico Ferrari e Alessandro Pozzetti. Al "bel Renè" si ispira il nome di un gruppo ska italiano, i Vallanzaska.

Note [modifica]
^ Achille Serra, Poliziotto senza pistola , Bompiani [2006], 294 pp. ISBN 9788845256226
^ Cristiano Armati, Italia criminale. Personaggi, fatti e avvenimenti di un'Italia violenta, Newton Compton Editori, 2006, p. 238 - ISBN 9788854110830
^ Testo dell'intervista
^ La Storia siamo noi - Renato VallanzascaFare clic su "Approfondisci..."
^ Articolo sulla concessione di permesso da LaStampa.it
^ [1]
^ Intervista a Valeria Solarino
^ Video Intervista a Michele Placido
^ Il libro di Renato Vallanzasca: Il fiore del male
Bibliografia [modifica]
Il fiore del male: bandito a Milano, di Carlo Bonini e Renato Vallanzasca, Ed. Marco Tropea, 2009, ISBN 9788855800792
Etica criminale. Fatti della banda Vallanzasca, di Massimo Polidoro, Ed. Piemme, 2007, ISBN 9788838489471
Renato Vallanzasca. Milano calibro velluto, di Francesca Arceri, 2005, ISBN 8888764496
Carlo Lucarelli, Milano calibro 9 in Storie di bande criminali, di mafie e di persone oneste, 1a ed. Einaudi, 2008. pp. 66-118 ISBN 978-88-06-19502-1
Collegamenti esterni [modifica]
Biografia di Vallanzasca su Leonardo.it
Un'intervista a Vallanzasca del 2004
Biografia su Pagine70
Renato Vallanzasca. La storia di un criminale al centro delle cronache degli anni Settanta La storia siamo noi - Rai Educational
Il blog di Renato Vallanzasca
Eventi di malavita e Renato Vallanzasca
Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie Estratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Vallanzasca"
Categorie: Criminali italiani | Nati nel 1950 | Nati il 4 maggio | Rapinatori | Personalità legate a Milano | [altre]
Categoria nascosta: BioBot
Strumenti personali
nuove funzionalità Entra / Registrati Namespace
Voce Discussione VariantiVisite
Leggi Modifica Visualizza cronologia AzioniRicerca
Navigazione
Pagina principale Ultime modifiche Una voce a caso Vetrina Aiuto Comunità
Portale Comunità Bar Il Wikipediano Fai una donazione Contatti Stampa/esporta
Crea un libroScarica come PDFVersione stampabileStrumenti
Puntano qui Modifiche correlate Pagine speciali Link permanente Cita questa voce Altre lingue
English Español Français Ultima modifica per la pagina: 03:25, 2 ago 2010.
Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli. Wikipedia® è un marchio registrato della Wikimedia Foundation, Inc.

Politica sulla privacy Informazioni su Wikipedia Avvertenze

Nessun commento:

Posta un commento