mercoledì 29 settembre 2010

QUANTE PATACCHE! (E QUI Sì CHE CI SONO I SERVIZI…) - IL GENERALE MORI, IMPUTATO PER FAVOREGGIAMENTO DI PROVENZANO, CONTRATTACCA: “ALMENO DUE DELLE LETTERE DI CIANCIMINO A BERLUSCONI SONO FALSI CREATI DAL FIGLIO MASSIMO” - E L’ACCUSA FA UN MEZZO BUCO NELL’ACQUA: LILIANA FERRARO, SUCCESSORE DI BORSELLINO AL MINISTERO, TESTIMONIA MA NON FORNISCE LA “PISTOLA FUMANTE” DELLA TRATTATIVA STATO-MAFIA

Riccardo Arena per "La Stampa"


Don Vito e Massimo Ciancimino Ricorre al powerpoint, presenta simulazioni al computer per dimostrare che in almeno un caso Massimo Ciancimino avrebbe sostanzialmente sdoppiato una delle lettere del padre per crearne due. In testa a una di queste il figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo avrebbe aggiunto il nome del destinatario: «Il presidente del Consiglio dei ministri, on. Silvio Berlusconi».


MARIO MORI
Mario Mori, ex comandante del Ros, è anche l'ex direttore del Sisde: nella partita giocata contro l'accusa e contro il superteste dell'inchiesta sulla trattativa, il generale fa scendere in campo un'èquipe di esperti a lui vicini. Che hanno esaminato molte delle lettere di don Vito, giungendo alla conclusione che un paio sarebbero «inconfutabilmente false».


Bernardo provenzano arrestato
Se ne riparlerà il 12 ottobre, con la deposizione degli esperti della polizia scientifica che hanno esaminato i documenti prodotti nel tempo da Ciancimino jr, ma intanto il contrattacco dell'ex generale dei carabinieri, imputato, col colonnello Mauro Obinu, di favoreggiamento aggravato nei confronti di Bernardo Provenzano, è deciso e va a segno, nell'aula della quarta sezione del Tribunale di Palermo, gremita, come al solito, di cronisti e cameramen.


borsellino
Mori riesce a far passare in secondo piano la deposizione di Liliana Ferraro, chiamata dall'accusa a confermare che Paolo Borsellino, dopo la strage di Capaci, seppe che il Ros aveva intenzione di sondare la disponibilità di Vito Ciancimino a collaborare. L'accusa sostiene che Borsellino, il 28 giugno del 1992, avrebbe capito che era in corso la trattativa, che vi si sarebbe opposto e che per questo sarebbe stato eliminato, con il contributo di apparati deviati dello Stato.


Strage via d'Amelio
Ma questa ricostruzione non viene del tutto confortata dalle dichiarazioni della Ferraro, ex direttore degli Affari penali del ministero della Giustizia, successore di Giovanni Falcone in questo ruolo: «Lo dissero a me perché, data la caratura del personaggio Ciancimino, volevano un conforto politico prima di allacciare i contatti. Io lo raccontai al ministro Claudio Martelli, che mi rispose che dovevano dirlo ai magistrati, e a Paolo Borsellino, che non diede peso alla cosa: "Poi me ne occupo io", disse, e cambiò discorso».


cuffaro
Il pm Nino Di Matteo produce il fascicolo personale di don Vito, ritrovato nella sede del Ros: i carabinieri non avevano annotato da nessuna parte che l'ex sindaco aveva affrontato colloqui con loro. E poi la Procura punta anche su un'altra lettera, ritrovata dalla vedova di don Vito, Epifania Silvia Scardino, e girata ai pm, il 13 settembre, dallo stesso Massimo Ciancimino, che in questi mesi non ha affatto lesinato le consegne a rate. Il documento è dattiloscritto e in calce reca tre righe di pugno dell'ex sindaco mafioso: contiene una serie di riscontri precisi e puntuali, forse «troppo perfetti» all'esistenza della trattativa fra le due stragi di Capaci e via D'Amelio. Ma è autentica?


Marcello Dell Utri
Il dubbio si insinua dopo che Mori mostra a tutti la «d» e la «t» scritte da don Vito e a cui manca un gambo in alto, e quando fa notare lo «sbuffo» su un'altra parola, virgolette senza senso in quella posizione e in quel contesto. «Una sovrapposizione con un taglia, incolla e fotocopia», afferma il generale, «che si può realizzare con il Photoshop». E per dimostrare quanto sia facile riuscirci, lo stesso generale presenta due «falsi d'autore», da lui realizzati incollando pezzi di lettere, contenenti «espressioni di Ciancimino padre che sono sì autografe, ma non autentiche».


Strage Capaci
Agli atti del processo, ieri è entrata ufficialmente la consulenza su biglietti e documenti prodotti da Ciancimino jr. Molti sono fotocopie ed è difficile datarli con precisione. In uno c'è però un'evidente anomalia: è il «pizzino» in cui Provenzano, nel 2001, avrebbe parlato .di un «sen» (Marcello Dell'Utri) e di un «nuovo pres» (Totò Cuffaro), da poco insediatosi.



ciancimino berlusconi papello L'«analisi merceologica» ha fatto emergere che la carta su cui è stata fatta la fotocopia è stata prodotta tra l'aprile 1982 e l'agosto del 1986. Decisamente strano, che vi fosse carta così antica in una fotocopiatrice. Cosa che crea ulteriori dubbi: perché in astratto Ciancimino potrebbe avere avuto a disposizione carta di epoca remota, per dimostrare che i documenti in suo possesso sono «compatibili» con l'epoca delle sue ricostruzioni.

by dagospia

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