domenica 15 maggio 2011

DOPO-MARCEGAGLIA! LA LOBBYCONTINUA MONTEZEMOLO-DELLA VALLE-ABETE LANCIA SUL "CORRIERE", ATTRAVERSO LO SFRENATO BOMBASSEI, LA CANDIDATURA DI GIANFELICE ROCCA (AURELIO REGINA NON SFONDA AL NORD E PUÒ ANDARE BENE COME VICE) - 2- DOPO-DRAGHI! BERLUSCONI LA DARÀ VINTA A TREMONTI (VITTORIO GRILLI) O ASCOLTERÀ IL SUGGERIMENTO DI GERONZI (SACCOMANNI)? DOPO L’ESITO DEL VOTO, LO SAPREMO - 3- DOPO-PONZELLINI! GIORNI CONTATI ALLA BPM: SAVIOTTI BRIGA PER AVERE AL SUO POSTO IL SUO ANTICO COMPAGNO DEL FONDO EQUINOX, IL MITOLOGICO SALVATORE MANCUSO - 4- DOPO-GUARGUAGLINI! GIUSEPPE ORSI VOLA NEGLI STATI UNITI PER ACCREDITARSI ALLA CASA BIANCA E MAGARI VENDERE QUALCHE ELICOTTERO (TOCI, NUOVO ASSISTENTE) -

DOPO-MARCEGAGLIA: LA LOBBYCONTINUA MONTEZEMOLO-DELLA VALLE-ABETE LANCIA SUL "CORRIERE", ATTRAVERSO IL FIDO BOMBASSEI, GIANFELICE ROCCA (AURELIO REGINA NON SFONDA AL NORD E PUÒ ANDARE BENE COME VICE)
Chi lunedì sera a Roma ha avuto occasione di passare nel Villaggio Vip degli Internazionali di tennis è rimasto colpito dal fitto colloquio tra Luigino Abete e Aurelio Regina, l'inquieto presidente degli Industriali romani.

Al loro tavolo erano sedute tre signore molto carine che non hanno avuto il coraggio di interrompere la serrata conversazione che il banchiere e l'imprenditore stavano facendo all'indomani dell'Assise di Bergamo di Confindustria. Mentre Luigino sudava per colpa dei potenti riflettori che illuminavano le scritte della BNL (sponsor del tennis), Regina che ormai gli amici chiamano "Gattobaleno", aveva l'aria mesta e preoccupata.


GIANFELICE ROCCA
È probabile che a intristire l'imprenditore del Sigaro Toscano sia stato il messaggio con il quale Abete ha comunicato che la partita per la presidenza di Confindustria è già stata risolta. Sembra infatti che dopo il modesto intervento di sei minuti di Regina all'Assise di Bergamo, i big degli imprenditori si siano convinti che l'uomo non ha la statura per raccogliere l'eredità della Marcegaglia, soprattutto al nord.


BOMBASSEI
La conferma arriva oggi in maniera clamorosa da Alberto Bombassei, l'industriale vicentino della Brembo che a Bergamo ha fatto gli onori di casa e ha raccolto un referendum quasi unanime sul nome di Gianfelice Rocca, l'imprenditore che nell'organigramma di viale dell'Astronomia occupa la carica di vicepresidente per l'Education.

L'annuncio di Bombassei, che all'età di 71 anni si trova senza eredi in grado di mandare avanti la sua azienda dei freni, è un'autoesclusione dalla rosa dei candidati nella quale fino a poche settimane fa si ritrovava insieme a Giorgio Squinzi e al povero Regina. A questo punto la strada sembra spianata per Rocca, un milanese laureato in fisica che insieme alla sua famiglia è riuscito a costruire la Techint, il maggior produttore d'acciaio dell'America Latina e uno dei primi 30 al mondo.


MONTEZEMOLO DELLAVALLE
"Ci vuole sangue nuovo - dice Bombassei nell'intervista al "Corriere della Sera" - e Rocca è un galantuomo che rappresenta una storia imprenditoriale familiare di assoluta eccellenza, ha l'età giusta (63 anni), è saggio, conosce bene il sistema confindustriale e il lavoro di squadra".

Anche la sua designazione sembra frutto di un lavoro di squadra nel quale convergono oltre alla stima raccolta in salotti importanti come la Commissione Trilateral e l'Aspen Institute, anche i consensi degli elettori forti del Nord-Est. Nessuno ha mai dubitato che la partita di Confindustria si giochi in quell'area geoeconomica che è sempre stata determinante nelle scelte confindustriali, e l'Associazione degli imprenditori ha bisogno che dopo la ferita di Marpionne arrivi il leader di un mondo manifatturiero che guida una multinazionale italiana. In questo modo nessuno potrà dire che la Marcegaglia passerà la mano a una delle tante aziende pubbliche o straniere che negli ultimi tempi hanno guadagnato grande spazio dentro Confindustria.


DRAGHI
L'unico che non sembra aver capito nulla di questi movimenti è Gattobaleno-Regina che fino a sabato scorso si illudeva di avere dalla sua la lobbycontinua di Montezemolo, Dieguito Della Valle e Luigino Abete. A tradire le sue aspirazioni sono stati anche loro, i tre compagni di merenda convinti di poter pilotare il galantuomo Rocca, ed è toccato a Luigino spiegare a Gattobaleno che dovrà rimanere a bordo campo per almeno cinque anni accontentandosi di fare il numero 2.


ANGELA MERKEL
2 - DOPO-DRAGHI: BERLUSCONI DARÀ RETTA AL CANDIDATO DI TREMONTI (VITTORIO GRILLI) O ASCOLTERÀ IL SUGGERIMENTO DI DI GERONZI (SACCOMANNI)?
Dopo le dichiarazioni della massaia di Berlino Angela Merkel in favore di Draghi, si sentono già i primi squilli di tromba suonati da chi vorrebbe attribuirsi il merito della nomina.

Mentre alcuni osservatori come l'economista Mario Deaglio si sforzano di capire la mole dei problemi che il Governatore dovrà affrontare dal 1° novembre a Francoforte, altri come ad esempio Massimo Giannini su "Repubblica" si tolgono il cappello di fronte al "miracolo dovuto al buon lavoro fatto da Giulio Tremonti, l'unico ministro che al di là dei suoi clamorosi limiti nella gestione della politica economica interna, gode di una qualche fiducia sulla scena europea".


DA SINISTRA CARLO BALDOCCI GIULIO TREMONTI E VITTORIO GRILLI
Forse sarebbe il caso di ricordare allo smemorando giornalista le parole che Giulietto pronunciò al convegno di Cernobbio di settembre: "dire che bisogna fare come la Germania è superficiale, è roba da bambini". Il giorno prima Draghi aveva indicato nel modello tedesco la strategia per ritrovare la strada dell'Italia, e l'aveva fatto con lungimiranza ignorando la definizione che in un altro momento Tremonti aveva dato dei banchieri centrali come "topi a guardia del formaggio".

Adesso diventa un gioco facile esaltare le virtù del 64enne romano che fin da quando studiava al liceo Massimo di Roma era il primo a consegnare i compiti e li passava ai compagni di classe Montezemolo e Abete. Se dio vuole la designazione di quest'uomo metterà la parola fine alla fastidiosa dialettica tra via Nazionale e via XX Settembre, una polemica mai sopita che ha visto il Governatore e il ministro esprimere visioni diverse, viaggiare su aerei separati e dormire in alberghi differenti quando dovevano raggiungere Washington.


BINI SMAGHI
E oggi, proprio dall'America, arriva la benedizione del "Wall Street Journal" che assicura in questo modo i lettori: Draghi non sarà influenzato dalle istanze italiane perché secondo i colleghi della BCE lo scorso mese è stato uno dei maggiori fautori del rialzo dei tassi anche se l'Italia era uno dei paesi a pagarne le conseguenze maggiori.


Nella torre di acciaio e di vetro di Francoforte Draghi potrà dimenticare le polemiche miserande e invece di perdere tempo dietro gli sgomitamenti di Corradino Passera e di Ponzellini dovrà affrontare i dossier caldi che si chiamano inflazione, Grecia, Irlanda e Portogallo.


MARIO MONTI
Ai piani alti di via Nazionale i suoi collaboratori esultano per il successo del "tedesco" super Mario e si chiedono chi sarà il successore. E qui si riapre l'ultimo capitolo dell'annoso braccio di ferro tra il Governatore uscente e il governo tremolante. Nella storia della Banca d'Italia solo due governatori, Einaudi e Draghi, non sono stati espressi dalla casta di via Nazionale, ma tutti sanno che Giulietto Tremonti farà fuoco e fiamme pur di piazzare il pallido Vittorio Grilli. Poi c'è qualcuno che aggiunge i nomi del mediceo Lorenzo Bini Smaghi e di Mario Monti, l'altro superMario che muore dalla voglia di ritornare nel gotha della finanza.


CESARE GERONZI
Sarà una battaglia durissima che dipenderà molto dall'esito delle prossime amministrative. Se il Cavaliere uscirà indenne nonostante gli incidenti di percorso organizzati scientificamente dal tandem Santanchè-Sallusti, sarà lui a sciogliere il dilemma. Alle spalle avrà un suggeritore un po' ammaccato come Cesarone Geronzi che alla Banca d'Italia ha trascorso decenni e in maniera improvvida è stato indicato addirittura come futuro ministro del Tesoro. Non bisogna dimenticare infatti che il Leone ferito di Marino è stato determinante nel 2006 per portare Draghi a via Nazionale, e molti ricordano che in segno di gratitudine il neo-Governatore arrivò a piedi e senza cappotto negli uffici di Capitalia per ringraziare il grande elettore.


FABRIZIO SACCOMANNI
Il copione potrebbe ripetersi e allora Giulietto dovrebbe accontentarsi di aver messo Vegas alla Consob e lasciare il passo a Fabrizio Saccomanni, l'attuale direttore generale di Bankitalia.

3 - GIORNI CONTATI PER PONZELLINI ALLA BPM: SAVIOTTI VUOLE AL SUO POSTO IL SUO VECCHIO COMPAGNO DEL FONDO EQUINOX, IL MITOLOGICO SALVATORE MANCUSO
Oggi è un'altra giornata di passione per Massimo Ponzellini, il massiccio banchiere bolognese che non vede l'ora di tagliare la corda dalla Banca Popolare di Milano.


LINGUA BIFORCUTA MASSIMO PONZELLINI
Ormai gli scontri con i sindacati che dentro quell'Istituto hanno voce in capitolo sono arrivati a rendere plausibile l'ipotesi che l'ex-assistente di Prodi tagli la corda in tempi rapidi. Dopo aver sostituito il direttore generale Fiorenzo Dalu con Enzo Chiesa, il povero (si fa per dire) Ponzellini sta cercando di arrivare all'Assemblea del 25 giugno con il consenso intorno all'aumento di capitale e al progetto di Banca Unica che dovrebbe riunire le diverse casse e banchette dentro la Popolare.

Secondo il quotidiano "MF" l'aumento di capitale da 1,2 miliardi, più volte invocato dalla Banca d'Italia, potrebbe essere sottoscritto anche da Matteuccio Arpe che con Banca Profilo rileverebbe una quota intorno al 2%, mettendo così un piedino che fa pensare a una sua scalata al posto di Ponzellini.


PIER FRANCESCO SAVIOTTI
In realtà a Dagospia risulta che al posto del massiccio bolognese stia per arrivare, per la gioia Pierfrancesco Saviotti, amministratore delegato del Banco Popolare, un furbo siciliano dai capelli grigi, dotato di grande charme e noto negli ambienti della finanza: Salvatore Mancuso, l'uomo che nel 2000 ha fondato il fondo Equinox (con Saviotti) in Lussemburgo, e negli anni successivi ha messo i piedi dentro Capitalia fino a diventare nel maggio 2007 presidente del Banco di Sicilia. Poi è entrato in contrasto violento con Alessandro Profumo ed è uscito da Unicredit nel 2008 lasciando il posto all'industriale di Siracusa, Ivan Lo Bello.


SALVATORE MANCUSO
Oltre ad aver ricoperto la carica di vicepresidente di Alitalia, Mancuso, nato nel '49 a Sant'Agata di Militello, ha alimentato le cronache per il suo fastoso matrimonio festeggiato con enormi banchetti a Parigi, Milano e in Sicilia, e per una presunta love story con l'attrice Valeria Marini. Nessuno dubita della sua capacità manovriera che ha ereditato dal padre, notabile socialista nel suo paese d'origine e impiegato alla Cassa di Risparmio di Messina.


GIUSEPPE ORSI
A Ponzellini l'ipotesi di andarsene dalla banca dove prima di lui il democristiano Roberto Mazzotta ha lasciato le penne, non dispiace affatto tanto più che la Lega sembra aver allentato i freni della passione nei suoi confronti.

4 - ORSI SULLE ORME DI GUARGUAGLINI: VOLA NEGLI STATI UNITI PER ACCREDITARSI ALLA CASA BIANCA E MAGARI VENDERE QUALCHE ELICOTTERO (NUOVO ASSISTENTE, ALESSANDRO TOCI)
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che il nuovo amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, è in partenza per l'America.


GUARGUAGLINI VOLA VOLA FOTO MEZZELANI GMT
L'obiettivo del manager è di presentarsi nella nuova veste negli ambienti dove si stanno giocando le grandi partite della difesa e degli elicotteri per la Casa Bianca. Nel frattempo da piazza Monte Grappa trapela la notizia che Orsi avrebbe preso come suo assistente Alessandro Toci, un manager amicissimo di Mastella che ha fatto parte dello staff di Aberto Lina, l'uomo che nel 1996 è stato alla guida di Finmeccanica".

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