giovedì 5 maggio 2011

LE MILLE BOLLE WEB - SILICON VALLEY È DI NUOVO SOTTO RISCHIO DI ESPLODERE - L’EUFORIA PER FACEBOOK CHE HA QUADRUPLICATO IL SUO VALORE IN 12 MESI (50 MLD $) - ANCHE L’ORO È AI MASSIMI E L’ARGENTO SI È RIVALUTATO DEL MILLE PER CENTO - RECORD ANCHE PER COTONE, GRANO, RAME E PETROLIO - LIVELLI INSOSTENIBILI, EFFETTO DELL’ENORME MASSA DI LIQUIDITÀ MESSA A DISPOSIZIONE DAI TASSI BASSI DELLA FEDERAL RESERVE…

Maria Teresa Cometto per il "Corriere della Sera"


ZUCKERBERG
La febbre delle acquisizioni sta contagiando tutto il mondo high-tech dalla Silicon Valley al Giappone passando anche per l'Italia. La settimana scorsa Ntt Data, la divisione di servizi network del colosso telefonico giapponese Ntt, ha comprato Value team, società italiana che offre consulenza e servizi di ingegneria dei sistemi nel settore delle telecomunicazioni: 250 milioni di euro è stato il valore dell'operazione secondo il quotidiano Nikkei.

I casi E Yahoo!, veterana delle dot. com sopravvissuta al crac del 2000, ha acquisito IntoNow, una startup della Silicon Valley specializzata nel social networking: il prezzo è stato fra i 20 e i 30 milioni di dollari, secondo indiscrezioni di mercato.

Se Value team può vantare sette anni di esperienza, 300 clienti aziendali e 3 mila dipendenti, IntoNow invece aveva solo 12 settimane di vita e uno staff di sette persone quando il suo fondatore Adam Cahan è diventato milionario: un evidente esempio che la Silicon Valley è di nuovo in piena Bolla speculativa, sostengono parecchi esperti e commentatori.

Questa volta l'«euforia irrazionale» vede come protagoniste le dot. com basate sul social networking: «reti sociali» come Facebook, connesse via telefonino o Internet, capaci di guadagnare soldi grazie alla pubblicità o ad altre iniziative di marketing.


LOGO FACEBOOK
La valutazione della stessa Facebook è quasi quadruplicata in soli 12 mesi arrivando a 50 miliardi di dollari, secondo stime basate sui finanziamenti ricevuti dagli investitori privati e sugli scambi delle sue azioni avvenuti sui mercati non ufficiali: e questo ben prima del suo debutto in Borsa - previsto forse per l'anno prossimo - a conferma della mania speculativa che è in atto e che comincia a innervosire qualcuno.


Per esempio un gruppo di azionisti e dipendenti della prima ora del sito di Mark Zuckerberg sta cercando di vendere i propri titoli per un valore totale di 1 miliardo di dollari, secondo l'agenzia Reuters: se andasse in porto l'operazione - per la quale deve dare l'ok Zuckerberg in persona - il valore di Facebook salirebbe ulteriormente a 70 miliardi. Finanza ma la mentalità da Bolla oggi è diffusa oltre all'high-tech anche in altri settori, dai metalli preziosi alle materie prime fino ai titoli obbligazionari «spazzatura» (junk bond).


LINGOTTI
I prezzi di questi ultimi sono risaliti dai minimi dell'autunno 2008 dopo il crac Lehman Brothers, mentre parallelamente sono scesi i loro rendimenti e quindi il «premio per il rischio» di possederli rispetto ai titoli di Stato «sicuri»: se due anni e mezzo fa i junk bond rendevano oltre 20 punti percentuali sopra i T-bond Usa, ora la differenza è di meno di 5 punti. L'oro è al massimo storico, oltre 1.500 dollari per oncia, ma ancor più spettacolare è stato il rialzo dell'argento: quasi +1000%in dieci anni, fino a sfiorare i 50 dollari per oncia, altro massimo storico.

E a livelli di quotazioni record sono anche il cotone, il grano, il rame e il petrolio, per citare sono alcune commodity. Sono livelli insostenibili, spiegabili solo con l'enorme massa di liquidità messa a disposizione per speculazioni dalla politica di tassi bassi della Federal Reserve (banca centrale americana), avvertono i profeti di nuovi crac come Jeremy Grantham, il gestore di 100 miliardi di dollari per Gmo, che aveva correttamente individuato le Bolle scoppiate nel 2000 e nel 2008.

Molti gestori di hedge fund si indebitano infatti a poco prezzo per scommettere sui trend più caldi: così il trading sul maggior Etf (Exchange traded fund, i fondi che replicano l'andamento di un indice azionario o delle quotazioni di una materia prima) indicizzato all'argento, l'iShares Silver Trust ha ormai superato in volumi quello sul più famoso Etf indicizzato a Wall Street, lo SPDR S&P 500; mentre l'Etf SPDR gold possiede addirittura più lingotti d'oro della banca centrale svizzera.


WALL STREET
L'allarme Anche se per le materie prime si può prevedere una tendenza al rialzo nel lungo termine, alimentata dalla forte domanda dei Paesi emergenti, entro un anno è probabile un crollo dalle quotazioni attuali - secondo Graham - perché la Cina non può continuare a correre a questi ritmi: i salari stanno rincarando, il governo sta investendo troppo in infrastrutture non necessarie e i risparmiatori scommettono sulle case come i giapponesi 20 anni fa e gli americani cinque anni fa. Se la Cina si ferma, anche la febbre da materie prime si raffredda; quella per l'high tech scenderà anche senza una crisi cinese, come è successo in passato.

by dagospia

Nessun commento:

Posta un commento