mercoledì 18 maggio 2011

VADE RETRO ROGATORIA! SVIZZERA E LIECHTENSTEIN SBATTONO LA PORTA IN FACCIA AI MAGISTRATI DELLA PROCURA DI MILANO, METTENDO UNA PIETRA SOPRA L’INCHIESTA SUL TESORO (CIRCA 800 MILIONI DI EURO) PORTATO ALL’ESTERO DALL’AVVOCATO CONTESO DALLA FIGLIA MARGHERITA (CONTRO I “CUSTODI” MARON, GABETTI E GRANDE STEVENS) E SECONDO I PM FRUTTO DELL’APPROPRIAZIONE INDEBITA DI SOLDI DELLA FIAT - 2- UNO DEI GRANDI MISTERI IRRISOLTI (E CHE TALE DUNQUE SI AVVIA A RESTARE) NELLA STORIA DELL’EREDITÀ DI GIANNI AGNELLI È IL MAXI BONIFICO DA 109 MILIONI PARTITO DA UN CONTO DELLA MORGAN STANLEY DI ZURIGO VERSO UNO DEI CONTI DI MARGHERITA - 3- ALMENO ALL’AVV. GLI REVOCASSERO IL TITOLO DI SENATORE A VITA, VISTA LA BENEMERENZA ACCERTATA NELLO SCRUPOLOSO VERSAMENTO DELLE TASSE AL FISCO ITALIANO -

Luigi Ferrarella e Mario Gerevini per il "Corriere della Sera"


MARGHERITA AGNELLI
Svizzera e Liechtenstein chiudono le porte in faccia alla Procura di Milano sull'eredità di Gianni Agnelli. E il doppio no alla rogatoria internazionale, sollecitata nel dicembre 2009 dai pm, di fatto anticipa una pietra tombale sull'inchiesta che - si scopre ora dal diniego - aveva un indagato: Siegfried Maron (il commercialista svizzero amministratore di molte attività di famiglia), indiziato di riciclaggio di somme che la richiesta di rogatoria ipotizza frutto dell'appropriazione indebita di denari del mondo-Fiat e dei relativi soci da parte dello scomparso (nel 2003) Gianni Agnelli.

Una massa extrabilancio che la rogatoria prospetta sia stata dirottata su una serie di rapporti bancari riconducibili all'Avvocato o a suoi fiduciari presso la Morgan Stanley di Zurigo, fino ad ammontare nel 2002 a circa 800 milioni di euro.

Svizzera e Liechtenstein hanno però negato l'assistenza giudiziaria chiesta dalla Procura milanese per acquisire notizie su quei conti: le due autorità straniere, infatti, contestano ai magistrati italiani di non aver indicato con precisione i flussi di denaro che legittimerebbero la loro ipotesi accusatoria, e di aver invece azzardato una sorta di «fishing expedition» (letteralmente: spedizione di pesca), cioè di aver avanzato non tanto richieste di informazioni bancarie su un singolo individuo nei confronti dei quali si nutrano seri sospetti e si abbiano concreti indizi, ma una ricerca generalizzata e indiscriminata di informazioni, peraltro a sfondo di indiretta utilizzazione fiscale (il che è tabù procedurale a Berna come a Vaduz).


MARGHERITA E GIANNI AGNELLI
Uno dei grandi misteri irrisolti (e che tale dunque si avvia a restare) nella storia dell'eredità di Gianni Agnelli è il maxi bonifico da 109 milioni partito proprio da un conto della Morgan Stanley di Zurigo verso uno dei conti di Margherita, Agnelli de Pahlen, figlia dell'ex presidente Fiat. Era il 26 marzo 2004, un anno e due mesi dopo la morte dell'Avvocato e poco più di un mese dopo gli accordi di Ginevra tra Margherita e la madre Marella che sancirono la divisione dei cospicui beni di famiglia: Margherita ricevette complessivamente un patrimonio di oltre un miliardo di euro.


MARRONE GABETTI E GRANDE STEVENS
Dopo tre anni Margherita impugnò l'atto, avviando una causa civile nella presunzione di poter dimostrare che esistesse all'estero un patrimonio nascosto del padre; e che i custodi di quel patrimonio fossero i più stretti collaboratori dell'Avvocato, ovvero il manager Gianluigi Gabetti, l'avvocato Franzo Grande Stevens e il commercialista svizzero Siegfried Maron. A loro Margherita chiedeva, citandoli in Tribunale a Torino, il rendiconto del presunto tesoro nascosto, ritenendoli i gestori. Il Tribunale le ha dato torto su tutta la linea.


Ma nel frattempo l'Agenzia delle Entrate aveva avviato una inchiesta fiscale che poi ha portato a un accordo transattivo da 100 milioni con società della famiglia Agnelli e con le due eredi, cioè la moglie e la figlia dell'Avvocato.

Intanto a Milano la Procura, indagando sull'evasione fiscale di una parcella di un ex legale di Margherita, aveva messo le mani sul voluminoso materiale raccolto dagli investigatori privati pagati dalla figlia dell'Avvocato per trovare il presunto tesoro estero del padre. E i conti nelle banche svizzere e del Liechtenstein erano parte di questo dossier: Jp Morgan, Ubs, Lgt Bank, Bank Hofmann, Pictet, ecc.


MARGHERITA GIANNI AGNELLI LAP
Tra esse, anche Morgan Stanley, quella che spedì a Margherita l'assegno da 109 milioni «a conguaglio dell'eredità immobiliare». Ma quando la madre di John Elkann chiese formalmente attraverso i sui legali chi avesse disposto il bonifico, la risposta fu: «Il titolare del conto consiglia di non darvi ulteriori informazioni».


JOHN ELKANN E MARELLA AGNELLI
Dunque chi era in quel momento, oltre un anno dopo la morte dell'Avvocato, il titolare del conto? E da dove provenivano quei 109 milioni? Dietro il mistero potrebbe esserci anche una risposta banale. Ma non lo si potrà sapere perché Svizzera e Liechtenstein, nel rispetto delle loro leggi, hanno chiuso a chiave ogni possibilità di risalire il fiume di quei soldi.



by dagospia

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