mercoledì 25 maggio 2011

EVASORI O MAZZIATI? - DOPO GLI INCAZZATISSIMI TARTASSATI SARDI, LA GUERRA AD EQUITALIA SBARCA IN CONTINENTE - IL MONDO DELLE PICCOLE IMPRESE, DEI COMMERCIANTI E DELLE PARTITE IVA GNAFA’ PIÙ A PAGARE MORE E SANZIONI E PERSINO IL SINDACO DALEMIANO DI BARI SI LAMENTA: “IL FISCO STA DISTRUGGENDO L’IMPRESA AL SUD” - LA DOMANDA AL GRAN CAPO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE BEFERA È LA STESSA: “PERCHÉ MASSACRATE I PICCOLI MA NON FATE NULLA SUI GRANDI PATRIMONI OCCULTATI?” (DA AGNELLI IN GIÙ)

Christian Benna per "Affari & Finanza" de "la Repubblica"


ATTILIO BEFERA
Tutti alla guerra contro Equitalia: agricoltori, pastori, piccole imprese e commercianti. E ora pure qualche amministrazione pubblica e partiti politici. Il fronte delle proteste contro l'agenzia di riscossione, società privata partecipata dall'Erario e dall'Inps, si allarga a macchia d'olio.

Dopo il giorno della "rabbia" dei diecimila tartassati sardi, il popolo delle partite Iva e degli artigiani che il 15 maggio ha paralizzato Cagliari, delle manifestazioni a Torino e Milano, con il coinvolgimento di Futuro e Liberà che ha lanciato l'Equitalia Day, a Bari è sceso in campo perfino il sindaco Michele Emiliano. Il primo cittadino del capoluogo pugliese ha deciso di sospendere la convenzione che lega il comune all'agenzia, perché «Equitalia sarebbe diventato un «luogo di prevaricazione» che «sta distruggendo l'impresa al sud».

E con l'aria che tira, visto che dal primo luglio entrerà in vigore la norma sugli accertamenti esecutivi che impone una sensibile accelerazione della riscossione, i focolai di rivolta potrebbe estendersi ancora.


GIULIO TREMONTI
Dati alla mano, Federcontribuenti parla di oltre 1.200 aziende fallite o entrate in stato di crisi in Italia nel biennio marzo 2008 - marzo 2010, «che equivale a oltre 7.000 dipendenti che hanno perso il posto di lavoro, a causa della riscossione coatta dei tributi e delle imposte operata dai concessionari di Equitalia Spa, attraverso il blocco dei pagamenti dei crediti che le aziende vantavano dalla Pubblica Amministrazione, e il conseguente pignoramento presso terzi». E non è tutto.

Le vittime della stretta del fisco continuano a crescere. Un milione seicentomila preavvisi di fermo e 577mila fermi effettuati. Quattrocentocinquantamila ipoteche iscritte dal 2007 al 2010 ed ancora in vita, escluse quindi quelle per cui è avvenuta la cancellazione, 135mila nuove ipoteche solo lo scorso anno. Insomma, il "successo" di Equitalia, che ha migliorato l'incasso arrivato quest'anno a quasi 9 miliardi, il 15% rispetto al 2009, anche se l'evasione nazionale ammonta a circa 120 miliardi, sarebbe tutto merito di mezzi sempre più duri a danno delle piccole attività.


MICHELE EMILIANO - SINDACO BARI
Per Claudio Carpentieri, responsabile dell'ufficio fiscale di Cna «le imprese devono tornare ad essere considerate come una grande risorsa del Paese, una risorsa da proteggere e da aiutare. Non vanno viste come tanti potenziali evasori. Alle imprese servono risposte concrete ed immediate. Il tempo dell'attesa e dell'interlocuzione è finito. Il sistema degli accertamenti fiscali deve essere modificato alla radice».

Rete Imprese Italia, l'associazione che riunisce i piccoli, Cna, Confartigianato, Confesercenti, Casartigiani, sta correndo ai ripari. E si è rivolta direttamente al direttore dell'agenzia delle entrate, Attilio Befera per chiedere un rapporto tra contribuente ed erario ben più equilibrato di quello attuale. Le imprese denunciano una sproporzione tra l'entità del tributo in mora e la sanzione, "sulla quale vengono applicati gli interessi".


In altre parole, secondo l'associazione, gli interessi di mora, attualmente previsti nella misura del 5,7%, non dovrebbero essere applicati sulla parte del debito riferibile alle sanzioni. Sul banco degli imputati anche l'aggio di riscossione, che è stabilito nella misura del 9%, per tutto il territorio nazionale ed è attribuito al contribuente.


EQUITALIA_SARDEGNA
Inoltre Rete Imprese Italia «ritiene necessario incrementare il numero di rate, in cui è possibile suddividere il debito tributario emergente dalle cartelle esattoriali ora fissato in 72 rate mensili». Altrimenti, con questo sistema di riscossione, per molte imprese non resterà che abbassare le saracinesche.

«La tensione è sempre più alta, ma non mancano i margini di intesa - dice Mario Busoni, direttore di Confesercenti - Perché siamo tutti d'accordo nel sanzionare l'evasione fiscale e nel far rispettare i debiti che il contribuente ha con l'erario, ma l'atteggiamento vessatorio che si sta verificando contro i piccoli è del tutto fuori luogo. Spesso i ritardi di pagamento sono dovuti a situazioni di crisi oggettive, non certo alla voglia di fare i furbetti».

Lo dimostra indirettamente la stessa Equitalia, che ha concesso sino ad oggi 1,145 milioni di rateizzazioni, per una cifra complessiva di 15 miliardi, indice della crescente difficoltà delle famiglie a fare fronte al debito con lo stato, in tempi rapidi e con pagamenti unici.
La carica dei piccoli ha sortito qualche effetto.


LOGO EQUITALIA
Intanto Befera ha preso carta e penna per rivolgersi ai suoi agenti invitando a moderare i modi di riscossione: «Continuo a ricevere segnalazioni nelle quali si denunciano modi di agire che mi spingono adesso a rivolgermi direttamente a tutti voi per richiamare ognuno alle proprie responsabilità e ribadire ancora una volta che la nostra azione di controllo può rivelarsi realmente efficace solo se è corretta».

Un primo passo importante per Claudio Carpentieri di Cna che tuttavia invita l'Erario a intervenire meglio «sui grandi patrimoni occultati attraverso escamotage finanziari e allo stesso consentire alle imprese sane di pagare senza contraccolpi». Perché «un'impresa che muore per impossibilità di pagare il fisco, è un danno per tutti: per chi ci lavora, per l'Erario che comunque non recupera nulla, per il Paese che vede spegnersi un focolaio di ricchezza».

by dagospia

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