Ugo Bertone per "Libero Quotidiano"
All’apparenza
sembra un matto. Ma, grazie alla sua follia, il finanziere Wilbur Ross è
diventato miliardario. Tra le sue imprese l’acquisto di azioni delle
banche irlandesi quando, anno 2011, valevano poco più di carta straccia.
L’anno scorso ha rivenduto tutto con un guadagno pari al 100%. Ora si
appresta ad incassare qualche centinaio di milioni con la vendita del
18% della Bank of Cyprus, acquistate nel momento più drammatico della
crisi dell’isola.
In
questi giorni Ross, dalla casa di Palm Beach, segue in presa diretta la
crisi greca. Per un motivo ben preciso: lui, assieme a vari compagni di
avventura, ha investito più di 1,3 miliardi di dollari in Eurobank
Ergasias, la terza banca greca. Un investimento in perdita, per ora. Ma
Toss, nervi d’acciaio come richiede il mestiere di contrarian (chi
compra quando gli altri vendono e viceversa) non dispera: «Quella greca -
ha detto alla Cnbc - è una crisi senza senso: un Paese che vale il 2
per cento del pil dell’Eurozona con un interscambio commerciale di 50
miliardi che per la Ue sono noccioline».
Insomma,
i veri matti sono gli europei ed alla fine, pensa il nostro Wilbur, ci
faremo dei soldi. È la stessa opinione di Daniel Loeb, altra stella del
modo hedge, che ha scritto ai sottoscrittori del suo fondo Third Point
per avvertirli che a Grecia darà loro nuove soddisfazioni. Già, perché
grazie alle puntate su Alpha Bank e Piraeus Bank, il fondo ha fatto
affari spettacolari: tioli comprati a 17 euro, poi rivenduti a 36 quando
sembrava che i guai per Atene fossero finiti.
Al
contrario nel frattempo è entrato in scena Alexis Tsipras e le banche,
svuotati i depositi, rischiano il fallimento. Ma non andrà così, credono
e sperano alcuni signori del denaro come John Paulson (4 miliardi di
dollari guadagnati durante la crisi dei subprime Usa), David Einhardt o
altri che hanno scommesso sull’accordo con Grecia: saranno mica matti i
greci? O così ottusi Fmi, Ue e i governi dell’Eurozona?
A
giudicare dalle sparate di Tsipras, che ieri ha parlato di
«responsabilità criminale» del Fondo Monetario, anticipando che non
intende sottoporre alla Ue nuove proposte, qualche dubbio in materia si
può avere. E non autorizza grandi speranze il piccato commento di
Jean-Claude Juncker: Tsipras la smetta di «raccontare cose sbagliate».
«E la nostra attenzione - ha aggiunto - oggi va rivolta alle condizioni
ed al futuro dei greci, non alla situazione del governo di Atene».
Insomma,
nebbia fitta: o no? Sul piano politico, anticipa il Financial Times,
l’ora x non scatterà domani, con il vertice Ue in Lussemburgo. C’è tempo
per una riunione straordinaria da tenersi domenica. Purché, ben
s’intende, maturino novità ad Atene cui tocca, ha ricordato Mario
Draghi, «giocare la palla che è nella loro metà campo». E qualcosa,
sotto la retorica ufficiale, si sta muovendo.
A
rivelarlo è il leader di To Potami, il movimento di centro alleato di
governo di Syriza: Tsipras ha in serbo ancora 2-3 carte da sottoporre a
Bruxelles «purché si arrivi ad un accordo credibile». Ma a confortare
gli ottimisti è soprattutto quel che si sta muovendo a Berlino. Angela
Merkel ha dichiarato di volersi dedicare solo al dossier Grecia il tempo
necessario per sbloccare una crisi suicida.
Insomma
frau Angela, che ha la tempra del vero leader, ci mette la faccia,
mentre altri, si tengono a distanza da un problema che minaccia di
compromettere la fragile ripresa del Bel Paese. Insomma, la congiuntura
resta rovente. Ma le Borse tornano a sperare. Dopo una mattinata
orribile, i mercati hanno invertito la rotta per chiudere in terreno
positivo.
Anche
i Btp, dopo un drammatico aumento dello spread in mattinata (oltre i
170 punti) sono scesi sotto quota 150. Ma qui, più che la speranza,
contano le certezze di Mario Draghi: gli acquisti di titoli della Bce
hanno convinto gli operatori che il paracadute rappresentato dagli
acquisti della Bce funziona a dovere.
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/fondi-avvoltoi-scommettono-salvataggio-atene-wilbur-ross-daniel-102972.htm
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